Alimentazione
Come spiegato prima questi animali non sono dotati di denti e si nutrono di piccoli crostacei che in pratica risucchino con la loro lunga bocca creando una specie di depressione al suo interno che risucchia la preda e l’acqua intorno.
Ci si accorge subito che l’animale si sta nutrendo dal fatto che si gonfiano le guance, ma in realtà è quasi impossibile vedere di cosa si sta nutrendo soprattutto se sta cercando da solo le prede sulla superficie delle rocce vive in quanto spesso le sue prede sono veramente piccole.
La cattura delle loro prede è un’operazione che li stanca e quindi dopo essersi nutriti si attaccano ad un appiglio stabile che sia roccia o un’alga e si riposano.
In cattività sarebbe meglio quasi imboccarli fornendogli il cibo vicino alla bocca almeno un quattro volte al giorno.
La fonte principale di cibo sono piccoli crostacei come Artemia saline, piccoli anfipodi come gli Plaemon e naupli di artemia stessa a seconda delle dimensioni dell’animale.
Artemia salina
Dato che hanno un apparato digerente molto delicato è necessario nutrirli più volte al giorno ed organizzarsi in modo adeguato con un allevamento intensivo di artemia salina.
Non è impossibile abituarli al cibo surgelato, e l’operazione deve essere fatta con molta pazienza e soprattutto una dieta di cibo surgelato deve essere abbinata con integratori vitaminici e a volte intervallata con cibo vivo.
Comunque la dieta deve essere il più possibile varia per evitare malattie, inoltre in natura si è osservato che mangiano diverso tipo di cibo a seconda delle stagioni: in estate-primavera preferiscono mangiare anfipodi, per il calare di questi animali negli altri periodi dell’anno.
Attenzione che un fattore critico per i cavallucci marini è la qualità dell’acqua, nello scongelare il cibo per gli animali è importante eliminare l’acqua che si forma in quanto è molto inquinante.
Scongelato il cibo, il miscuglio che si forma va filtrato con un colino molto fine e la poltiglia che rimane va sciacquata con un po’ di acqua prelevata dalla vasca e che poi verrà soministrata.
Se si ha la possibilità di allevare del cibo vivo, come l’Artemia, il difficile è somministrarlo perché bisogna portarglielo molto vicino alla bocca e spesso l’animale o fugge oppure non riesce a catturare tutte le sue prede e quindi non si nutre abbastanza.
Primo piano di Hippocampus taeniopterus.
(Foto di Roberto Sozzani)
Una soluzione è inserire le Artemie in un piccolo cilindro costruito con una retina abbastanza grande da far uscire i piccoli crostacei. In pratica si prendono due cerchi di plastica e si incolla intorno ai bordi una retina formando in questo modo un piccolo cilindro bucherellato.
Sarebbe meglio far in modo che uno dei due coperchi fosse rimovibile. In questo modo si potrà inserire all’interno i piccoli crostacei senza alcun problema.
Questo cilindro funge da finto rifugio per le Artemie che rimangono attaccate alla rete non disperdendosi nella vasca; i cavallucci marini, che hanno un’ottima vista, si accorgono subito che all’interno del cilindro c’è del cibo e incominciano ad aspirare l’acqua e in questo modo riescono a nutrirsi risucchiando fuori l’Artemia.
Questo solo perchè spesso l’artemia, piccoli crostacei e antipodi, sono più veloci dei cavallucci marini e si nascondo tra le rocce vive.