Allevamento in acquario
Le varietà sono molte, ma si può fare un discorso che abbia una valenza generale.
Prima di tutto la vasca è meglio che sia dedicata solo a questi strani animali perché altri più veloci potrebbero rubare il cibo e rendere quindi la sopravvivenza dei cavallucci molto difficile.
O per lo meno inserire animai che non entrino in competizioni con i cavallucci per la ricerca di cibo. Sono adatti alla convivenza ad esempio i Synchiropus, blennidi tipo Ecsenius bicolor, e praticamente tutti gli invertebrati sessili (esclusi quelli con tentacoli lunghi come Anemoni o Cerianthus che potrebbero catturare i cavallucci), crostacei come i Lysmata, ma anche ricci o stelle marine.
Lysmata e Synchiropus, due animali che possono essere allevati insieme ai cavallucci.
Vediamo come deve essere la vasca per questi Hippocampus: essi vivono in fondali generalmente molto bassi quindi bastano vasche che non siano troppo alte diciamo 3-4 volte la lunghezza totale dell’animale.
L’altezza della vasca è importante soprattutto per gli esemplari più grandi in quanto questi animali al contrario di tutti gli altri pesci che si sviluppano in orizzontale questi animali, ricordiamocelo, si sviluppano in verticale.
Hippocampus taeniopterus ancorato sul fondo.
(Foto di Massimo Boyer)
Questo significa che per varietà più piccole la quasi totalità delle vasche è adatta per allevarli, invece per gli animali che raggiungono dimensioni vicine ai 30 cm bisogna costruire delle vasche apposite.
A seconda delle specie le esigenze di spazio sono diverse, ma per esemplari di 10 cm esigono almeno 30 litri di acqua a testa e vasche con dimensioni minime di 80 litri.
Le caratteristiche della vasca devono essere quelle tipiche di un acquario di barriera ad esempio con metodo berlinese. Questo per garantire le migliori garanzie di valori chimici ottimali.
E’ raccomandato quindi l’utilizzo di uno schiumatoio e di rocce vive. Le uniche differenze tecniche rispetto ad un acquario di barriera per invertebrati sono unicamente nella luce e nella corrente.
Coppia di Hippoccampus histrix
(Foto di Clemente Acquadro)
Le forti correnti sono un problema in quanto non si possono definire gli Hippoccampus dei buoni nuotatori, quindi è meglio non utilizzare pompe eccessivamente potenti e rivolgerle contro i vetri in modo tale che il getto perda di intensità.
Evitare anche l’uso di diffusori di aria con porose perché possono creare dei problemi ai cavallucci marini, se le ingeriscono o se finiscono nel marsupio dei maschi gli animali non sono più in grado di tenere l’equilibrio e di nuotare correttamente.
Non è necessario inoltre prevedere un impianto di illuminazione troppo potente perché la luce potrebbe infastidire l’animale e quindi i tubi al neon vanno benissimo (ad esempio uno attinico ed un paio bianchi a 10000 K.
Si consiglia di impostare il ciclo delle luci in modo tale di avere 8 ore di luce piena preceduti e seguiti da un oretta di luce a metà potenza in modo tale da simulare l’alba e il tramonto per non spaventare troppo l’animale con l’accensione immediata di tutte le luci.
L’arredamento della vasca deve essere il più possibile ricco di appigli quindi mettere rocce con tanti anfratti, dove l’animale riesca a fare presa.
La qualità delle rocce vive deve essere alta in quanto la presenza di piccoli organismi permetterà di aiutare sia il filtraggio nella vasca che a variare la dieta degli animali ospiti che hanno a disposizione una fonte pressochè inesauribile di piccoli animali quali anfipodi, piccoli vermi e altro.
I cavallucci vivono soprattutto dove ci sono molte macroaglhe quindi la vasca deve essere ricca di alghe tipo Caulerpa ed Alimeda, fondamentali per offrire rifugio ed un buon appiglio su cui ancorarsi e mimetizzarsi. Ottime sarebbero le Gorgonie se non fossero così difficili da allevare.
Hippoccampus spinosissimus maschio ancorato a delle alghe.
(Foto di Massimo Boyer)
In natura non sono esattamente degli animali socievoli anche se non si dimostrano aggressivi con i loro simili, inserire troppi animali vuol dire aumentare la possibilità che una malattia abbia il sopravvento contagiando tutti gli ospiti.
A prescindere da quale sistema si è deciso di adottare è buona norma fare sempre dei cambi parziale molto frequenti ma moderato per far si che lo sbalzo dei valori nei cambi non sia poi così elevato.
I valori chimici dell’acqua hanno un’importanza rilevante se si vuole allevare con successo questi animali.
I cavallucci soffrono molto gli sbalzi di temperatura repentini che al massimo devono essere di 1-2°C quindi fate attenzione durante i cambi d’acqua nel mettere sempre acqua alla stessa temperatura della vasca.
Le specie Mediterranee sono abituate a vivere con temperature massime di 24°C quindi questo non li rende molto adatti a vivere in un acquario tropicale, a volte è possibile trovali in vendita presso i negozi specializzati ma ricordiamo che la cattura in mare è regolamentata da precise leggi che bisogna seguire.
Le specie tropicali invece vivono bene con temperatura comprese tra i 24°C e i 27°C, per non accelerare troppo il metabolismo sarebbe meglio stare verso il limite inferiore, in questo modo l’animale ha meno appetito e potremmo dire che ha un corso della vita più lento.
Per il valore della salinità basta riferirsi ai valori tipici degli mari e cercare di far si che l’evaporazione non faccia variare troppo questo valore in vasca.
Ovviamente la vasca dovrà essere il più matura possibile. I valori chimici da tenere sotto controllo sono ovviamente la temperatura, la salinità, i nitrati e i nitriti; quando questi parametri saranno stabili allora si potranno inserire i primi esemplari.
Hippocampus sp (pontohi), uno dei cavallucci più piccoli del mondo. Le dimensioni sono veramente minuscole: circa 5-7mm. (coda esclusa).
(Foto di Roberto Sozzani).
Come molti animali che possono essere ospitati in acquario sono molto sensibili a quello che viene chiamato stress da trasporto: l’animale si deve adattare a valori dell’acqua diversi da quelli da cui è stato prelevato e inoltre è anche spaventato per la cattura.
Ricordiamoci che anche se la riproduzione è possibile, gli esemplari che si trovano in commercio sono spesso di cattura e non di allevamento, comunque basta informarsi dal negoziante. Gli esemplari di cattura sono sempre più delicati.
L’animale in vasca può essere vittima di una serie di malattie che come per i pesci possono essere causate da batteri, funghi o parassiti.
Oltre a questi problemi i cavallucci marini soffrono di alcune patologie dovute a possibili formazioni di bolle di aria nei loro tessuti. Vediamo nello specifico i tre casi:
· Bolle superficiali
· Bolle interne
· Bolle nel marsupio, solo per gli esemplari maschi.
In pratica l’alta concentrazione di gas nell’acqua della vasca causa la formazione di piccole bolle d’aria che alterano la forma dell’animale che risulta “gonfio” in alcuni punti. Le bolle possono essere, come detto, di due tipi: o superficiali o interne.
Se sono esterne e lontano da organi particolari quali bocca, occhi o marsupio possono essere bucate per essere svuotate. Se le bolle sono interne allora bisogna procurarsi un contenitore molto alto, possibilmente almeno 3-4 volte l’altezza della vasca e metterci dentro l’animale. La diversa pressione del liquido aiuta lo sgonfiamento.
La permanenza dell’animale in questo contenitore dipende da quanto lo stato della malattie è avanzato, ma comunque qualche ora dovrebbe essere sufficiente. Attenzione che questa malattia può essere causata anche dalle non ottimali condizioni dell’acqua.
Gli esemplari maschi possono anche essere vittime di formazioni di bolle di gas nel marsupio oppure di bolle d’aria che si sono infilate nel marsupio, ecco perché si sconsiglia un areatore in vasca.
In questo caso l’animale può essere curato prendendolo con le mani e con una leggera pressione di queste ultime cercare di far uscire l’aria.
Hippocampus bargibanti (Foto di Roberto Sozzani).
Attenzione anche ai danni che si possono avere se dei parassiti, come i Glugea, sono entrati nell’animale. In genere basta immergere per 10 minuti il cavalluccio in una vasca con acqua dolce alla stessa temperatura: lo shock in genere non danneggia il cavalluccio, ma elimina i parassiti; almeno quelli meno resistenti.
E’ facile capire se l’animale è sotto attacco da parte di parassiti o virus perché cambia quasi subito le sue abitudini e diventa meno attivo, quindi è fondamentale conoscere i propri ospiti e sapere riconoscere se ci sono stati dei cambiamenti.
Il particolare Hippoccampus kuda peloso.
Individuo fotografato nella baia di Manado, alto circa 12 cm, caratterizzato da molti filamenti cutanei su tutto il corpo. Hippocampus kuda è di solito di colore marrone, alto al massimo 15 cm, e ha filamenti cutanei limitati al muso. In altre specie di cavalluccio marino è noto che filamenti cutanei possono essere più o meno numerosi, o mancare del tutto, a seconda dell’ambiente dove vive l’animale.
(Foto di Massimo Boyer)
Scelta dell’animale
Come detto in precedenza questi animali sono molto delicati e richiedono un’ottima conoscenza di base dell’acquariofilia per avere successo nel loro allevamento; se non si ha queste capacità è meglio optare per altri animali.
Comunque se si decide di comprare un cavalluccio marino anche per questi animali, come per i pesci, ci sono alcune precauzioni da prendere. Prima di tutto l’animale deve apparire in buona salute e questo vuol dire ovviamente che non deve avere ferite o altro sul corpo, ma soprattutto è da osservare la pancia che non deve ne essere gonfia ne presentare come dei buchi.
Se l’animale è fisicamente integro bisogna osservare il suo comportamento, può capitare che l’animale riposi attaccato a rami di coralli, alghe o altre, ma normalmente è un animale attivo che è in continua ricerca o quasi di cibo, quindi se rimane troppo fermo vuol dire che c’è qualcosa che non funziona come dovrebbe.
Ricordiamoci che questi animali se ben tenuti possono vivere anche 3-4 anni, in natura la loro vita media è di 5 anni se non oltre.