I cavallucci marini sono degli animali tanto strani, quanto conosciuti; se si vede in una vasca un pesce marino o d’acqua dolce non si è spesso in grado di riconoscerne la specie (stiamo parlando della gente comune non certo degli acquariofili); invece tutti o quasi sanno riconoscere un cavalluccio marino e molti ne sapranno anche il nome scientifico: Hippocampus.
Per la loro forma particolare sono stati al centro dei racconti e leggende fin dall’antica Grecia. Nell’antichità erano già pescati per farne gli usi più diversi quali, ad esempio, per preparare pozioni “magiche” o chissà quali altri intrugli.
Hippocampus bargibanti (Foto di Roberto Sozzani).
Anche oggi questi animali così indifesi vengono pescati per vari usi, ma mai per essere mangiati come pietanza: è difficile sfamarsi mangiando questi piccoli animali. Vengono quindi pescati per essere introdotti negli acquari, per costruire oggetti ornamentali e per essere usati come ingredienti in alcune medicine.
In Cina, ad esempio, vengono usati per il loro presunto potere afrodisiaco o per preparare sostanze che possiamo definire tonificanti per la pelle. In alcuni casi l’animale viene rinsecchito e poi venduto.
Hippocampus histrix di colorazione rosa.
(Foto di Roberto Sozzani).
Come si può intuire anche nel mondo moderno la pesca di quest’animale è massiccia e se ne rischia l’estinzione.
Nel 2002 a Santiago del Cile il CITES (Convention on International Trade in Endangered) ha stabilito alcune regole per la pesca e la vendita del Cavalluccio marino nel tentativo di evitare che quest’animale si estingua.
Le specie ufficialmente conosciute sono all’incirca una trentina e adesso la loro vendita sui mercati è regolamentata in modo tale da controllare sia la pesca che i passaggi seguenti.
Hippocampus denise (Foto di Roberto Sozzani).
Si pensi che nel 2000 in Asia si è commercializzato una quantità tale di cavallucci marini che da sola superava di gran lunga quello che si era commercializzato nei cinque anni precedenti; solo per rendersi conto del mercato di questo animale si pensi che ormai la quotazione al kg si avvicina a quello dell’oro.
L’obbiettivo non è evitare la vendita, ma solo regolamentarla poiché i paesi che ospitano nei loro mari almeno una varietà di questi animali sono più di 100 e ben una settantina lo commercializzano.
I maggiori esportatori sono il Brasile e le Filippine, i paesi importatori sono Gli Usa e l’Europa, questo almeno per gli animali vivi che vengono utilizzati principalmente in acquariofilia. Al contrario il mercato maggiore per questi animali, resta tristemente la Cina, che come abbiamo letto… li rinsecchisce.
I cavallucci marini e i pesci ago, altri animali molto particolari, appartengono alla famiglia e nonostante la loro forma molto particolare sono dei pesci ossei.
Anche i Pesci ago come i cavallucci appartengono alla famiglia dei Sygnathidae.
Nella foto Corythoichthys amplexus.
(Foto di Roberto Sozzani).
Anche l’incredibile Pesce ago fantasma appartiene alla famiglia dei Sygnathidae.
(Foto di Roberto Sozzani).
Acentronura-breviperula (Pseudo-ippocampo). La femmina (nella foto) è molto più sottile e assomiglia a un pesce ago. Il maschio è più simile a un ippocampo, e incuba le uova in un marsupio ventrale.
(Foto di Massimo Boyer)
Sia i pesci ago che i cavallucci marini sono pesci con una struttura molto allungata e sottile ricoperta da una struttura ossea.
Si riconoscono quindi molto facilmente gli individui appartenenti a questa specie che sono caratterizzati, inoltre, da una bocca priva di denti, ma molto lunga; è proprio questa caratteristica che li fa assomigliare molto ai cavalli.
Il loro nome è una composizione di Hippos e Kampos cioè cavallo e mostro, la derivazione viene del greco e questo conferma come nel mondo antico già conoscessero bene questi animali.
Area di distribuzione dei cavallucci marini.
I cavallucci marini esistono anche nel mar Mediterraneo: sono almeno due le specie che si sono adatte a vivere i questo aree relativamente ad acque fredde, nelle verdi distese di posedonia; si trovano spesso attaccati alle foglie con le loro code prensili; le varietà sono Hippocampus Guttulatus e Hippocampus Hippocampus.
Ad essere sinceri nonostante la loro diffusione in molti mari del mondo è raro trovarli in natura soprattutto perchè vivono in zone che raramente vengono visitate dall’uomo e poi perché si sanno mimetizzare molto bene: vivono in lagune o baie particolarmente riparate dove è raro immergersi.
Hippocampus denise e Hippocampus bargibanti perfettamente mimetizzati. (Foto di Roberto Sozzani).
Questo è un discorso che vale per la maggior parte delle specie anche se ci sono alcuni esemplari che sono stati visti anche oltre i 50 m di profondità, comunque si adattano bene sia ad acque temperate che tropicali.
Sono animali molto sensibili alla qualità dell’acqua e questo non li rende adatti ad essere allevati facilmente in una vasca marina. Bisogna avere una buona conoscenza delle loro caratteristiche e soprattutto fornigli delle condizioni stabili; è difficile che un neofita possa impegnarsi nella gestione di una vasca per cavallucci marini e avere successo da subito.
Tutti i cavallucci sono specie marine, vivono generalmente sui fondali ricchi di alghe, tra le radici della mangrovia ed i reef di corallo, in acque temperate e tropicali poco profonde. Qualche specie, come il Capensis sudafricano, può anche essere trovata in estuari, tollera infatti salinità basse.
Proprio la loro forte sensibilità ai valori dell’acqua li rende ottimi indicatori delle condizioni dei mari, se si trovano grande colonie di cavallucci vuol dire che il mare è particolarmente pulito in quei tratti di costa.