È possibile combinare lampade a diverso spettro di emissione?
Non solo è possibile, bensì in molti casi consigliabile per cercare di correggere alcuni difetti o lacune dello spettro delle singole lampade.
Ad esempio una lampada trifosforo come la Philips Aquarelle (od equivalente) in acqua dolce può essere utilizzata accoppiata con lampade della serie 8xx (ad esempio una TLD 840) per “coprire” i buchi dello spettro di quest’ultima. D’altra parte anche in alcuni opuscoli di case produttrici, l’accoppiata tra lampade di queste caratteristiche è una delle più suggerite. L’accoppiamento (sempre per acqua dolce) della Aquarelle con lampade già a spettro completo (serie 9xx) non è invece, a mio parere, altrettanto consigliabile, in quanto si andrebbe a modificare una luce che di per sé è già sufficientemente adatta all’utilizzo in acquari senza alcuna correzione.
Anche una lampada “fitostimolante” (come la GroLux o la Osram Fluora) può essere utilizzata insieme ad una lampada a luce “bianca” od a luce “diurna” fornendo risultati accettabili.
Naturalmente molte altre combinazioni sono possibili per ottenere particolari risultati, come le diverse combinazioni proposte per i diversi tipi di acquario.
Nell’uso di più lampade a spettro diverso risulta comunque importante fare in modo che le luci emesse dai diversi tipi di lampade si miscelino abbastanza bene nella vasca, evitando di disporle in modo da avere zone estese illuminate solo da un tipo di lampada.
Nelle zone illuminate contemporaneamente da più lampade le radiazioni emesse in pratica si “sommano” fornendo uno spettro risultante costituito sostanzialmente dalla somma degli spettri emessi dalle singole lampade. Nelle figure seguenti sono riportati appunto, in base a questa regola, i risultati ottenibili accoppiando una Philips Aquarelle con una Philips TLD 840.
Come si può osservare nella figura lo spettro risultante è, a parte i due picchi notevoli attorno a 550 nm e 620 nm, significativamente più uniforme di quello delle due singole lampade e non è troppo dissimile da quello di una lampada a spettro completo della serie 9xx come il confronto nella seguente figura dimostra.
Lampade fitostimolanti
Le lampade cosiddette “fitostimolanti” sono nate essenzialmente da studi sulla crescita di piante terrestri, che possono avere esigenze anche sostanzialmente diverse da quelle delle piante acquatiche, non fosse altro perché le piante acquatiche ricevono abitualmente una luce filtrata da uno strato d’acqua.
C’è comunque da dire che attualmente il termine “fitostimolante” viene utilizzato anche per indicare lampade che si ritengono adatte in generale alla crescita delle piante, non esistendo regole precise per l’utilizzo di tale aggettivo, cosicché può essere etichettata in tal modo qualsiasi lampada come avviene talvolta anche per fini puramente commerciali.
Il significato originale del termine, adottato anche in questo contesto, è che la lampada emetta un certo spettro particolarmente ricco di rossi ed anche in misura minore di blu, sulla falsariga delle “fitostimolanti” più classiche quali la Sylvania Grolux o la Osram Fluora.
Quello che allo stato attuale sembra assodato è che il tipo di luce emessa da questo tipo di lampade sia gradita anche dalle piante acquatiche, ma lo sia soprattutto dalle alghe, che perciò alla fine ne risultano fortemente avvantaggiate.
Pertanto, contrariamente a quanto avveniva in passato, ormai nessuno le consiglia più per un utilizzo in acquari.
Luce blu
L’utilizzo di una lampada a luce “blu” (in genere si intende con questo termine una lampada cosiddetta superattinica con picco di emissione attorno a 420 nm) è pratica normale nell’acquario marino a cui si rimanda per le considerazioni relative.
Per quanto riguarda gli acquari d’acqua dolce invece non pare in genere necessario ricorrere a lampade di questo tipo. Alcuni tuttavia le utilizzano ugualmente soprattutto al fine di accentuare alcuni colori presenti nella livrea di alcuni pesci come alcune specie di ciclidi.
Finché la percentuale di luce rispetto al totale fornita da queste lampade costituisce una frazione minore non ci sono particolari controindicazioni. Infine l’utilizzo delle lampade a luce “blu” (o superattinica) come luce “notturna” non è consigliabile in quanto nell’emissione è presente una discreta quantità di raggi UVA che nella luce notturna in natura viceversa sono completamente assenti e possono disturbare alcuni organismi presenti in vasca.
Lampade a scarica
Le lampade fluorescenti, al neon, ad alogenuri metallici, a vapori di sodio ed a vapori di mercurio rientrano nella vasta categoria delle cosiddette lampade a scarica.
Il principio di funzionamento per questa classe di lampade prevede che l’energia raggiante non venga prodotta per riscaldamento di un filamento metallico (come avviene nelle lampade ad incandescenza), ma per emissione da parte del “plasma” che viene generato ionizzando tramite il passaggio di corrente elettrica (o per mezzo di una radiofrequenza o di un campo di microonde) il gas contenuto all’interno della lampada.
Il tipo di emissione naturalmente dipende anche dal gas utilizzato e così si hanno i diversi tipi di lampade a scarica prima citati.
Nelle lampade fluorescenti inoltre l’emissione da parte del plasma, che è principalmente costituita da una radiazione ultravioletta, viene utilizzata per eccitare i fosfori che ricoprono la superficie interna della lampada e che a loro volta emettono infine la radiazione desiderata. Combinando fosfori con emissioni diverse si può così modulare lo spettro di emissione della lampada.
L’efficienza di utilizzazione dell’energia elettrica fornita è, nelle lampade a scarica, molto superiore a quella delle lampade ad incandescenza, ma non è in assoluto molto elevata. Ad esempio per le lampade fluorescenti, che pure sono tra le più efficienti, si può mediamente stimare che soltanto il 22 % dell’energia elettrica fornita venga trasformata in energia raggiante, mentre il resto si trasforma in calore. E questo senza considerare anche il rendimento del gruppo di alimentazione, il cui scopo è essenzialmente quello di limitare la corrente che può attraversare la lampada, evitando così la distruzione in brevissimo tempo della stessa.