Quanto deve durare il fotoperiodo?
Il tempo di accensione delle luci in acquario determina il fotoperiodo con cui gli organismi nella vasca vengono illuminati, in quanto la luce che proviene dall’esterno può nella maggior parte dei casi (se l’acquario riceve direttamente luce solare la situazione è evidentemente diversa) soltanto rischiarare senza avere un’intensità sufficiente a superare il livello di soglia per fare avvenire ad esempio la fotosintesi.
Anche nella determinazione del tempo ottimale di accensione delle luci è consigliabile fare riferimento alla situazione che si realizza in natura per cercare di riprodurla in vasca.
Personalmente sono abbastanza contrario ad alcuni artifizi, come quello di spegnere temporaneamente durante la giornata le luci per qualche ora, allo scopo di inibire la crescita delle alghe, perché non sono convinto della loro efficacia e dell’assenza di controindicazioni, anche se altri sono di diversa opinione.
Alcune caratteristiche che si riscontrano in natura sono qui di seguito elencate:
- L’illuminamento non è costante durante l’arco della giornata.
- Lo spettro della radiazione non è costante durante la giornata.
- La direzione da cui proviene la luce varia durante la giornata con lo spostarsi del sole nel cielo.
- La durata della “giornata” varia nel corso dell’anno.
- Durante la notte la pur debole luce fornita dalla luna è rilevabile da molti pesci ed invertebrati.
- Tutte le precedenti proprietà variano a seconda della latitudine o più in generale con la località presa in considerazione.
Dunque i fattori che andrebbero presi in considerazione sono molteplici e forse tenere conto di tutti è al di là della capacità dell’acquariofilo, anche se la tecnica sta cercando negli ultimi tempi di fornire soluzioni anche complesse che riproducano il più possibile la situazione in natura.
Senza dovere arrivare però a soluzioni estremamente sofisticate (che non verranno perciò discusse) è tuttavia importante determinare quali, tra queste condizioni, sono più importanti e cercare di adattare di conseguenza il sistema d’illuminazione in modo da soddisfare, in maniera quanto più semplice possibile, tali esigenze. Talvolta anche con mezzi tecnici limitati si possono raggiungere buoni risultati.
Ad esempio è stato visto che è abbastanza opportuno ricreare un effetto di alba e tramonto, anche per evitare che alcuni animali reagiscano negativamente al cambio repentino di luce determinato dall’accensione contemporanea di tutte le luci dell’acquario.
A tal fine sarebbe anche consigliabile che l’accensione e lo spegnimento avvengano in un ambiente che sia illuminato. Esistono soluzioni sofisticate per ricreare questi fenomeni naturali, ma in genere è sufficiente prevedere l’accensione e lo spegnimento sfalsati delle lampade, utilizzando un adeguato numero di timer per comandare l’accensione e lo spegnimento.
Più lampade ci sono e più progressiva potrà essere l’accensione e lo spegnimento delle stesse. In questa operazione è anche bene, visto che non costa nulla in più, programmare l’accensione partendo dalle lampade poste in acquario ad “est” e procedere poi all’accensione di quelle centrali ed infine con quelle ad “ovest”.
I punti cardinali possono essere semplicemente “virtuali” non essendo necessario che coincidano con quelli reali. Lo spegnimento dovrebbe avvenire nello stesso ordine. Questo al fine di ricreare in maniera molto rozza lo spostamento del sole nella volta celeste.
Una soluzione ancora più sofisticata prevede di tenere conto nell’accensione progressiva dello spettro presente nei diversi momenti della giornata. Al mattino ed alla sera i blu e gli ultravioletti sono molto più scarsi che nelle ore centrali della giornata e vi è una relativa abbondanza di radiazioni a lunghezza d’onda maggiore.
Dunque, potendo scegliere, è meglio accendere le lampade a minore temperatura di colore o ricche di radiazioni rosse all’alba ed al tramonto e quelle a maggior temperatura di colore nelle ore centrali.
Chi utilizza nei marini lampade superattiniche è bene che le accenda solo nelle ore centrali della giornata (UV e blu sono scarsi od assenti negli altri momenti della giornata) anche perché è comunque opportuno tenere accese queste lampade, che emettono fotoni con elevata energia, per un periodo limitato e complessivamente minore di quello delle altre.
Nota: per aumentare l’effetto visivo di profondità nella vasca in genere si preferisce disporre le lampade a tonalità più calda in primo piano e quelle a tonalità più fredda verso lo sfondo. Questa scelta naturalmente può non accordarsi con alcune delle soluzioni appena presentate, per cui in tali casi si tratta di arrivare ad un compromesso attraverso una scelta personale.
Il discorso non si esaurisce qui, ma forse non è neppure opportuno approfondirlo troppo e passare invece a fornire alcune regole di base per la durata del fotoperiodo a seconda del tipo di acquario.
Vi è da notare che la durata del fotoperiodo non può essere indicata con estrema precisione sia perché non esistono dati definitivi ed universali su cui tutti sono d’accordo sia perché dipende pure dall’intensità di illuminazione adottata, essendo possibile correggere, ma solo entro limiti ristretti, una scarsa illuminazione aumentando la durata del fotoperiodo e viceversa.
Acquario marino o d’acqua dolce tropicali:
La durata può essere di circa 8-10 ore al giorno (eventualmente si può arrivare anche a 12 ore). Tempi più brevi possono determinare carenze ed anche se vengono adottati da alcuni per limitare la crescita delle alghe è meglio, in tal caso, cercare di intervenire su altri fattori che sicuramente determinano lo sviluppo eccessivo delle alghe infestanti.
Tempi più lunghi non sono necessari ed anzi possono determinare scompensi nella crescita di piante ed alghe superiori. L’alba ed il tramonto possono essere relativamente brevi (ad esempio circa 1 ora ciascuno), in quanto ai tropici queste fasi sono piuttosto veloci.
Come già detto, nel caso si utilizzino nel marino anche lampade superattiniche è bene non esagerare nell’accensione di queste e mediamente un tempo di accensione di 4-6 ore nelle ore centrali della giornata può essere sufficiente.
Le variazioni del fotoperiodo con la stagione possono anch’esse essere limitate ed eventualmente assenti. Una luce notturna molto debole è utile e si può cercare di variarne l’intensità per simulare le fasi lunari (in particolare nell’allevamento di invertebrati marini sembra che si dimostri efficace).
Acquario nostrano d’acqua dolce e marino mediterraneo.
Anche per questi acquari l’accensione mediamente può essere intorno alle 10 ore al giorno. Tuttavia è bene cercare di fornire una certa variazione “stagionale” all’illuminazione (anche l’andamento della temperatura dovrebbe variare con la stagione, ma in tal caso è evidentemente indispensabile un refrigeratore, che d’altra parte è estremamente consigliabile per questo tipo di acquari), che in inverno può essere portata anche a sole 6-7 ore ed in estate sulle 15 ore. Le variazioni nella durata dovrebbero avvenire gradualmente e concentrate in corrispondenza dei due equinozi (di primavera ed autunno). L’alba ed il tramonto dovrebbero essere più lunghi che negli acquari tropicali e durare circa 2 ore l’uno.