Durante la mia quotidiana cura dell’acquario notavo che il mio scalare defecava spesso e trovava difficoltà nell’espulsione delle feci che restavano per molto tempo appese. Insospettito da questo insolito comportamento, osservando con un occhio più attento il giovane pesce, mi sono accorto che l’ano era piuttosto arrossato e dilatato e da esso fuoriusciva un impercettibile filamento rosso (tipo la punta di un capello). Non sapendo di cosa si trattasse mi sono affrettato a cercare notizie in merito alle malattie che più comunemente attaccano gli scalari e con amarezza ho scoperto che il curioso capello rosso cosi da me chiamato era il parassita di nome Camallanus. Ecco alcune foto del giovane scalare malato:
Il nome deriva dal fatto che la bocca di questi vermi assomiglia ad una fresa ed è proprio con quest’ organo che il Camallanus si attacca all’intestino del pesce. Dall’inizio del contagio, col progredire della malattia. l’ano del pesce va arrossandosi e allargandosi in relazione alla crescita del parassita. Quando i pesci sono fermi nell’acqua, dall’orifizio anale pendono dei vermi rossi o bruni (nel mio caso specifico anche con lo scalare in movimento il verme non si ritraeva mai del tutto nel pesce). Il Camallanus può venir introdotto in acquario molto raramente e si riproduce tramite un ospite intermedio, in genere larve di insetti. Si introduce nel corpo del pesce sotto forma di uova o di larva, nel quale si sviluppa. Al momento della defecazione, si attacca alle pareti interne del tratto finale dell’intestino e ne rimane agganciato tramite l’apparato boccale. E’ da questo punto in poi che il parassita comincia realmente a recare i danni al pesce, minacciando ulteriormente le sue condizioni generali di salute. Il malcapitato può convivere con il/i Camallanus per diverso tempo, in relazione sia del numero di parassiti presenti, della dimensione del pesce e dal suo stato di salute nel quale si trovava. Un modo efficace per prevenire questa malattia è quello di fare attenzione al cibo che somministriamo ai nostri pesci, soprattutto se si tratta di cibo vivo (è sottointeso che i pesci al momento dell’introduzione in vasca devono essere sani). Ora passo a parlarvi della cura che ho seguito per eliminare il verme dallo scalare. Per prima cosa ho ritenuto necessario spostare il pesce malato in una vaschetta priva di qualsiasi arredamento, dopodichè mi sono rivolto in farmacia e ho richiesto sotto prescrizione medica il farmaco ASCARILEN – Teknofarma (Levamisolo cloridrato), con la quale ho iniziato la terapia con dosi pari a: 1 ml di ascarilen per 10 litri d’acqua. Nel caso di trattamento all’intero acquario è consigliabile diluire prima, la dose di medicinale proporzionata al litraggio, in un contenitore, con acqua presa dalla vasca stessa. L’effetto del medicinale nel mio caso è stato a dir poco eccezionale, dopo alcuni minuti dalla somministrazione si notava che il verme si muoveva, come se sofferente, e sporgeva maggiormente dall’ano. Con grande felicitàdopo quattro ore circa ho trovato, sul fondo della vaschetta, il verme esanime (vedi foto). Il pesce stava visibilmente meglio, l’ unica nota negativa è che ha perso un po’ l’appetito. Sconsiglio vivamente il tentativo di estrarre il verme con qualsiasi mezzo, poichè sicuramente provocherebbe delle lesioni al pesce, a volte anche mortali (emorragie ecc.) Altri medicinali utili per la cura della malattia sono: Camacell e Droncit, reperibili in farmacia o in negozi specializzati. FOTO CAMALLANUS MORTO: Dopo esser riuscito a salvare la vita al mio scalare mi accingo a fare la cura all’intero acquario, in modo da prevenire qualsiasi nuova insorgenza di vermi ed eliminando quindi l’eventuale presenza di uova. Chiunque volesse sapere il risultato del trattamento all’intero acquario per proprie esigenze può contattarmi sul forum di acquaportal; il mio nickname è spongebob. Un ringraziamento speciale alla mia ragazza Lycia |