L’arte di organizzare piante acquatiche, rocce, pietre, cavità e legni da acquario in un modo da ricreare un paesaggio all’interno di un acquario e facendo giardinaggio sott’acqua. L’aquascaping.
L’aquascaping è molto in voga ed è un ramo dell’acquariofilia affascinante e divertente. Affinché l’acquario abbia un suo equilibrio stabile nel tempo è però necessario conoscerne tutti gli aspetti e non concentrarsi solo nella realizzazione di un bel layout. Come in tutti gli acquari servono le attrezzature giuste e un po’ di competenze tecniche. Per prima cosa serve evitare gli errori più comuni.
Di solito per la realizzazione di vasche di aquascaping si scelgono acquari aperti con tutti i lati di vetro senza parti in plastica. In particolare è meglio non scegliere acquari troppo alti o stretti. L’ideale è una vasca con una larghezza almeno la metà della lunghezza e con un’altezza almeno uguale alla larghezza. Queste dimensioni permettono di disporre gli elementi su diversi piani creando un senso di profondità.
2) La pulizia dei materiali da inserire in acquario
E’ sempre preferibile lavare i materiali del fondo per evitare che l’acqua diventi torbida. Inoltre nel momento del riempimento della vasca bisogna coprire il substrato con un telo di plastica o un coperchio per non sollevarlo a causa di un getto troppo forte d’acqua.
3) Fondo troppo uniforme
Lo scopo del fondo, oltre che dare nutrimento e sostegno alle piante, è anche decorativo. Per creare un layout è necessario creare un piano inclinato verso il fronte dell’acquario mettendo quindi maggior quantità di materiali sul retro (circa 10-12 cm) e meno sul fronte (circa 6 cm se piantumato o meno se solo sabbia decorativa). Nel caso di utilizzo di rocce molto grosse è consigliabile posizionarvi sotto o del polistirolo o delle argille inerti per evitare che stiano a contatto col vetro.
4) Non bollire i legni da inserire in acquario
I legni che si acquistano nei negozi o che si prendono in natura possono avere ancora dei tannini. Inserendoli subito in acquario rischiano di colorare l’acqua: questo non è dannoso per i pesci, ma l’acqua ambrata potrebbe non piacervi esteticamente. Sarebbe quindi meglio, prima di inserirli in vasca, che venissero bolliti.
5) Posizionare gli elementi in modo poco naturale e/o troppo simmetrico
L’aspetto più bello di un acquario aquascaping è riuscire a ricreare un ambiente il più possibile naturale. Per questo motivo, evita di scegliere rocce di dimensioni tutte uguali e di posizionarle in modo simmetrico.
Se vuoi realizzare un aquacape Iwagumi, un sottotipo dello “stile natura” introdotto nel 1990 da Takashi Amano, le pietre giocano un ruolo di primo piano nel layout. Vi sono tre pietre principali con un proprio nome e un ruolo specifico. Scegli una roccia principale e posizionala leggermente a destra o sinistra, mai al centro, seguendo possibilmente la regola dei 2:3.
Aquascape stile Iwagumi con la roccia principale chiamata Oyaishi sulla destra dell’acquario.
6) Scegliere piante troppo esigenti
Se ti stai avvicinando all’aquascaping ti consigliamo di non acquistare le piante solo per la loro bellezza, ma di informati soprattutto sulle loro esigenze e gestione. Prediligi piante poco vistose, dall’aspetto sobrio e non con colori accesi che distrarrebbero l’osservatore dalla bellezza della composizione delle rocce e dei legni.
Nello stile giapponese si utilizzano principalmente piante tipo Eleocharis acicularis, Eleocharis parvula, Glossostigma elatinoides, Echinodorus tenellus, Hemianthus callitrichoides, Riccia fluitans, o Staurogyne oltre all’uso del muschio di Giava (Taxiphyllum barbieri).
Sono consigliate anche piante con foglie lineari e nastriformi come l’Eleocharis vivipara o la Vallisneria nana da inserire sullo sfondo della vasca: queste piante crescendo si allungheranno verso la superficie.
È sempre consigliabile aver un valido impianto di CO2 e una buona illuminazione che garantisca circa 1W/litro.
7) inserire immediatamente i pesci dopo aver completato l’allestimento della vasca
Sia che sia un acquario aquascaping o una vasca allestita in modo tradizionale, è sempre necessario effettuare alcuni passaggi affinché l’ecosistema dell’acquario ed i parametri dell’acqua si stabilizzino. La maturazione di un acquario di acqua dolce è la principale fase a rispettare per evitare di avere problemi nel tempo. Puoi aiutare la maturazione della vasca con i batteri liquidi come NITRIDACe il biocondizionatore AQUASANA e controllando i parametri periodicamente. Solo quando l’acquario sarà stabile sarà possibile inserire dei pesci (sempre pochi alla volta).
8) pesci erbivori e/o da fondo
Evita di scegliere pesci che amano scavare il fondo o che amano cibarsi di piante e vegetali: potrebbero in breve tempo smontare il layout faticosamente costruito!
9) troppi pesci
Inserire tanti pesci in un acquario è normalmente sconsigliato e questo vale ancora di più nel caso di un allestimanto di tipo aquascaping. Inserire tantissime specie di pesci, infatti, distoglie l’osservatore dall’ammirare la bellezza dell’hardscape della vasca e del layout generale. Si consiglia di scegliere due o massimo tre specie di pesci.
Se si realizza un Ryobokututte le specie di acque limpide vanno bene. Spesso si inseriscono i cardinali, ma bisogna tener presente che amando acque ambrate se si realizza una vasca con acqua limpida e molta luce rischiano di stressarsi facilmente. Preferibili dei danio erythromycon, pseudomugil o margaritatus (conosciuto anche come Galaxy rasbora che raggiunge massimo i 2 cm. ) o borasas maculatus che sono abituati a vivere in acque limpide e in acquari ben piantumati.
Se si realizza invece il classico Iwagumidi sole rocce e prato è preferibile non inserire alcun pesce oppure una sola specie e in numero ridotto. Se inserite dei neon (Paracheirodon innesi), pesci robusti e vivaci, è consigliabile avere dei valori di durezza KH di 6, GH di 8 (quindi acqua tenera) e un pH leggermente acido (pH di 5-6).
È sempre consigliabile avere un impianto di osmosi.
10) troppa luce
La lampada funge da “sole” capace di aiutare il processo di fotosintesi delle piante. Per questo bisognerebbe ricreare un fotoperiodo simile a quello naturale sia per intensità che per durata del fotoperiodo. In genere si consiglia di illuminare l’acquario per circa 8/10 ore al giorno.
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