Tale famiglia è raggruppata in 44 specie dislocate nelle regioni tropicali dell’Africa (Madagascar, Kenya, Zambia, Zimbabwe, Sudafrica, solo per citare alcuni Stati), Asia (India, Cina, Cambogia), e Oceania (Australia e Nuova Guinea).
Caratteristica basilare di tutte le specie è data dalla presenza di un tubero e dal fogliame disposto a mo di rosetta, perlopiù di natura sommersa e fluttuante, piuttosto che emersa. Grazie ad un peduncolo lungo e affusolato, l’infiorescenza si sviluppa in modo articolato per poi aprirsi sopra la superficie acquatica, esibendo un vasto assortimento floreale (variegato da specie a specie). I fiori sessili hanno un disegno minuto e riccamente cromatico.
La produzione seminale è piuttosto prolifera, anche se, purtroppo, tale dato è valido solo in natura; infatti la coltivazione in acquario non produce risultati confortanti in tal senso. Per ovviare ai problemi derivanti dalla riproduzione gamica, molte aziende del settore ricorrono a ad una tecnica artificiale, detta merismatica: impollinando la parte superiore dell’infiorescenza, operazione svolta con l’ausilio di tecniche disparate, è possibile fecondare il vegetale. Naturalmente, per evitare che germinazione seminale venga compromessa, è fondamentale tenere d’occhio il livello d’umidità dei semi, impedendo che secchino prematuramente. Tuttavia, è buona norma che l’acquariofilo sappia che persino la scrupolosa osservanza dei metodi sopraelencati non garantisce risultati comparabili a quanto registrato in natura. Le specie Aponogeton, analogamente ad altre famiglie vegetali, sono soggette a 2 fasi ben distinte del loro ciclo vitale, in cui, rispettivamente “ristagnano” temporaneamente, e procedono allo sviluppo effettivo (fase di crescita). Durante il periodo di crescita la pianta assimila sostanze a base di grassi, sali minerali e carboidrati, che vengono utilizzate successivamente nel periodo di riposo per ovviare alla temporanea interruzione dello sviluppo. Grazie all’elevata capacità ad adattarsi alle temperature secche e aride, le piante di questa famiglia assorbono una quantità considerevole d’acqua, necessaria a garantire la germogliazione durante il periodo di crescita; questa caratteristica permette di ottenere una produzione ragguardevole di tuberi secchi, che devono essere curati adeguatamente, per impedirne un processo graduale di deterioramento. Naturalmente, tale cura non deve essere generalizzata, in quanto deve attenersi scrupolosamente alle peculiarità ecologiche della specie interessata: la mancata osservazione di tale norma può causare danni spesso irreparabili. Pertanto è d’uopo considerare i diversi habitat naturali in cui ogni specie prolifera. La maggior parte delle specie attecchiscono nell’ambiente acquatico, solitamente caratterizzato da un buon movimento, ravvisabile specialmente durante il periodo pluviale. La fase di riposo della pianta corrisponde con il periodo summenzionato: le piogge sono apportatrici di acqua abbondante proveniente dall’atmosfera, che insieme all’assenza temporanea di luce (dovuta alla concentrazione considerevole di materia scura depositatasi sul fondo acquatico), concorrono ad una temporanea cessazione della crescita vegetale. Viceversa, durante i periodi più secchi la pianta è stimolata alla crescita e alla propagazione grazie ad un afflusso di luce costante. Naturalmente le stagioni tropicali sono suscettibili di variazioni non indifferenti pertanto anche la durata delle fasi di crescita e di riposo possono oscillare di conseguenza. Per una coltivazione in acquario corretta di esemplari provenienti dall’habitat succitato, è preferibile non rimuovere i tuberi dal fondo della vasca, quindi non far pervenire troppa luce e optare per un abbassamento minimo della temperatura dell’acqua; in tal modo i vegetali a riposo fruiscono delle condizioni per crescere in modo ottimale. In alternativa a tale sistema è da considerarsi la collocazione della piante, sistemate in appositi vasetti, in vasche speciali caratterizzate dalle condizioni summenzionate. Nel caso le piante provengano da un habitat contrassegnato da un’impetuosità circoscritta a determinati periodi (evenienza piuttosto rara), è consigliabile ricorrere all’estrazione del tubero per un certo lasso di tempo, dato che questi vegetali non sono costantemente soggetti a siccità costanti e quindi non necessitano un riposo normale. Visto che gli esemplari originari da habitat paludosi o stagnanti sono soggetti a condizioni di prosciugamento assoluto (naturalmente temporaneo), è opportuno, durante il periodo di riposo, estrarre i tuberi dal materiale di fondo per poi pulirli meticolosamente. Per evitare che i tuberi conservati in luoghi asciutti (contrassegnati da una temperatura sufficientemente alta) si secchino prematuramente, è bene riporli in appositi recipienti cosparsi di terriccio, e inumidirli di tanto in tanto; naturalmente è preferibile non esagerare per scongiurare un processo di marcescenza irreversibile. Di seguito, esaminiamo in sintesi le specie più significative della famiglia Aponogetonaceae.
Aponogeton boivinianus
E’ localizzata prevalentemente nel Madagascar, in corsi d’acqua caratterizzati da correnti intense, e tendenzialmente soggetti a non inaridirsi. Dato la sua considerevole grandezza e bellezza, tale specie è molto diffusa in campo acquariofilo, anche se bisogna tener presente che in vasche non sufficientemente grandi, il suo marcato sviluppo rappresenta un elemento di saturazione non indifferente. La lamina fogliare è contrassegnata da una superficie bollosa, contorni lanceolati, e una colorazione variabile a seconda dell’età: gli esemplari giovani sfoggiano verdi chiaro-marroncino che assumono toni più scuri a sviluppo inoltrato. La sua introduzione “domestica” è agevolata dal fatto che risulta duttile a svariate proprietà chimiche dell’acqua, tuttavia alcune indicazioni risultano indispensabili per garantire risultati più soddisfacenti: il tubero va collocato in un manto di sabbia soffice, scarsamente profondo e preferibilmente ricco di sostanze nutritive; per stimolare lo sviluppo del vegetale è consigliabile utilizzare la tecnica per generare una forte corrente; inoltre la pianta soggetta a riposo va regolarmente potata e necessita di un abbassamento dell’illuminazione e (a livello non eccessivo) della temperatura.
Aponogeton capuronii
E’ localizzata prevalentemente nel Madagascar, in corsi d’acqua caratterizzati da correnti intense. Trattasi di pianta munita di rizoma e fogliame abbastanza resistente con superficie ruvida o levigata, e caratterizzato da una colorazione verde chiara. Purtroppo l’indiscutibile attrattiva rappresentata da questa specie, è bruscamente controbilanciata dall’enorme difficoltà di adattamento della medesima all’habitat “domestico”, pertanto è scarsamente reperibile nel mercato d’importazione.
Aponogeton crispus
E’ localizzata nel subcontinente indiano, specialmente nella fascia meridionale, compreso Sri Lanka, nelle zone lacustri soggette a inaridimento stagionale, caratterizzate da un substrato di fondo scuro. Trattasi di una specie particolarmente adatta agli acquari capienti, caratteristica dovuta principalmente alla rapidità tramite cui si sviluppa sia a livello di propagazione che seminale (grazie all’impollinazione artificiale); la sua duttilità riguardo diverse durezze dell’acqua rappresenta un ulteriore incentivo all’allevamento domestico. Naturalmente occorre seguire alcune indicazioni basilari per non comprometterne il ciclo vitale, prima fra tutte l’estrazione dei tuberi dalla vasca, durante periodi alternativi concernenti la fase di quiescenza, per poi conservarli in luoghi asciutti. Il fogliame varia forma a seconda dell’esemplare, in genere è caratterizzato da margini ondulati, e da una colorazione verde scura o verde oliva. Sono disponibili varianti ottenute negli allevamenti, che si distinguono dalla specie base per alcuni particolari morfologici e dalla possibilità di non sottoporsi ad alcun periodo di quiescenza.
Aponogeton madagascariensis
Come suggerisce il nome, tale specie è originaria del Madagascar, ma con ogni probabilità è localizzata, anche in zone non eccessivamente distanti, come le Mauritius. Vive in corsi d’acqua di varie dimensioni: dal piccolo ruscello al fiume contrassegnato da corrente impetuosa. Elemento peculiare di tale specie è dato dall’aspetto del fogliame, evidenziato dalla sola nervatura. Per godere le suggestive forme della lamina fogliare, l’acquariofilo deve far fronte ad un prontuario piuttosto rigido: è tassativo l’impiego di acqua molle e cristallina con pH acido, temperatura bassa, illuminazione minima, e un’intensa corrente; inoltre occorre evitare l’abbinamento ad alghe che, sviluppandosi, soffocano le foglie limitrofe portandole ad un rapido deperimento, e bisogna tener conto che la specie osserva un periodo di quiescenza.
Aponogeton natans
Vive in corsi d’acqua scarsamente profondi, talvolta anche in zone emerse; è localizzata in India e nello Sri Lanka. Produce solitamente fogliame sommerso (di forma lanceolata con bordo ondulato) e galleggiante; la colorazione si basa su tonalità verdi-chiari. La coltivazione in acquario è subordinata all’uso di vasche basse, che meglio si addicono ad ospitare fogliame galleggiante; necessaria anche un’illuminazione accentuata, acqua molle con temperatura sufficientemente alta.
Aponogeton rigidofolius
Vive in corsi d’acqua dello Sri Lanka, caratterizzati da corrente minima o intensa, e da un substrato di fondo sabbioso o a base di ghiaia. Dal rizoma allungato si dipartono foglie nastriformi contrassegnate da una colorazione verde, variabile di tonalità da esemplare ad esemplare, e un bordo levigato ed ondulato. Per un corretto allevamento è tassativo non utilizzare acqua dura, e ricorrere, tramite somministrazione di CO2, ad un pH lievemente acido; necessaria anche un’illuminazione particolarmente intensa. L’ottemperanza di tale norme da adito ad una moltiplicazione piuttosto abbondante, consistente in folti tappeti vegetali e a folti cespugli; la propagazione può avvenire per talea, e ben difficilmente per meristemi.
Aponogeton robinsonii
Prospera in corsi d’acqua del Vietnam, caratterizzati da corrente minima, e da un substrato di fondo a base di melma. Alla forma nastriforme del fogliame si abbina la patina trasparente classica della specie; la colorazione è in età giovanile rossastra, ma a sviluppo inoltrato assume tonalità di verde che spaziano dalla tonalità oliva a toni decisamente più scuri. L’allevamento in acquario è abbastanza flessibile: la specie può risiedere in acque di diversa durezza con pH neutro. L’impiego di vasche particolarmente sviluppate in altezza si rivela determinante per celare alcuni in estetismi ornamentali legati alla morfologia dei piccioli. Per il resto, è bene dotare l’acqua di un certo movimento, e arricchire il fondo con sostanze nutrienti.
Aponogeton ulvaceus
L’Aponogeton ulvaceus vive in acque permanenti o soggette a prosciugamento, nella penombra o pienamente esposta alla luce solare; è localizzata nel Madagascar.
Quando è presente un tubero, è caratterizzato da una serie di aculei disseminati sulla sua intera superficie; la lamina fogliare è piuttosto ristretta ed evidenzia una conformazione lanceolata con margine ondulato e una colorazione verde chiara. La coltivazione della specie in acquario si rivela efficace, persino impiegando acqua dura (grazie alla fertilizzazione di CO2), quindi i vegetali si sviluppano rapidamente talvolta anche a livello generativo. Successivamente alla produzione floreale, la pianta osserva un periodo di quiescenza, durante il quale occorre rimuovere il bulbo dal terreno e pulirlo meticolosamente; all’inizio di un nuovo ciclo di produzione vegetativa, il bulbo deve essere impiantato nuovamente nel substrato di fondo, badando a non interrarlo esageratamente.
Aponogeton undulatus
Vive in laghetti localizzati in India, Birmania, Thailandia, e Indonesia. La lamina fogliare è caratterizzata da contorni lievemente ondulati, ed una tonalità verde media che sfuma in toni più scuri in corrispondenza della zona adiacente il nervo centrale. Grazie alla sua capacita di moltiplicarsi attraverso piante avventizie, l’utente può creare una piantagione di esemplari, che conferisce all’acquario una decorazione molto suggestiva. Le piante summenzionate producono bulbi, che, dopo poco tempo sviluppano delle radici, e quindi possono essere potati (eseguire l’operazione con la dovuta delicatezza) e impiantati nel terreno. Tale abbondanza vegetativa non trova riscontro, invece, nella produzione di infiorescenze, alquanto rara. La crescita, priva di intoppi, è agevolata ulteriormente in un habitat contrassegnato da una forte illuminazione e dalla cospicua concentrazione di nutrienti presenti nel fondo.
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