La mia esperienza di allevamento con gli ancistrus inizia un po’ di anni fa, quando proprio grazie al forum di Acquaportal mi capitò di fare la conoscenza con un utente il cui nick era Ancis50 che mi regalò 5 esemplari di ancistrus sp. nati proprio nella sua vasca e non ancora sessabili.
Messi a dimora nel mio acquario, da allora in poi ho avuto l’occasione di poter osservare ed ammirare le varie fasi della vita di questi magnifici pesci nonchè i cambiamenti del loro comportamento in funzione delle condizioni ambientali.
Con questo breve articolo voglio descrivervi l’ultima esperienza di riproduzione avvenuta nel mio acquario perchè a mio avviso, pur non essendo un espero in loricaridi, si è trattata di una esperienza insolita e particolare nel suo genere.
Mi è già capitato in passato di avere riproduzioni di ancistrus in vasca che, spesso, seguivano cambi d’acqua particolarmente abbondanti (specialmente al rientro da una vacanza).
Questa volta invece lo stimolo alla riproduzione è stato determinato dal raddoppio della somministrazione di cibo in vasca.
Avendo riscontrato un abbassamento del valore dei nitrati fino a zero, ma non volendo ricorrere alla chimica, ho cominciato a somministrare una doppia razione di mangime giornaliera al solo scopo di provocare un aumento dei composti azotati.
Inaspettatamente dopo qualche giorno a doppia razione di cibo, ho cominciato ad avvertire strane agitazioni in vasca, rumori di arredi spostati (ciottoli, legni e tubi in pvc da deposizione), inoltre al mattino notavo sempre che il layout di fondo subiva dei cambiamenti incredibili vere voragini si aprivano nel fondo sabbioso alto anche 12 centimetri, e nubi di sabbia si sollevavano fino a rendere l’acqua polverosa per brevi periodi.
Ho subito ricollegato questa improvvisa iperattività degli ancistrus con l’aumento di cibo, infatti in natura la stagione degli accoppiamenti coincide con la stagione delle piogge, grazie alla quale vi è un maggior apporto di acqua fresca oltre che un maggior apporto di nutrienti e cibo causato dal dilavamento dei terreni circostanti ai fiumi nei quali gli ancistrus vivono.
Ho quindi capito che tutto quel movimento, altro non era che la preparazione del nido scelto dal maschio.
Nel mio acquario sono presenti alcuni spezzoni di tubo in pvc da 32mm di diametro, inseriti appositamente per fungere da anfratti improvvisati per la riproduzione, ed ho notato che il maschio aveva scavato nella sabbia ed incastrato uno spezzone più lungo degli altri al di sotto di alcuni ciottoli, una vera voragine tanto profonda da scoprire le radici e gli stoloni delle vallisnerie.
Un pomeriggio di qualche settimana fa, attirato dai rumori provenienti dell’acquario, mi avvicino e riesco ad avere l’occasione che non avevo mai avuto in precedenza, ho potuto assistere dall’inizio alla fine, al rituale di accoppiamento di due ancistrus.
Nella prima fase dell’accoppiamento, il maschio e la femmina si impegnavano in una vera e propria lotta fisica, all’apparenza anche cruenta, nella quale il maschio era attivamente impegnato a costringere la femmina verso il luogo prescelto per la deposizione.
Questa lotta apparente durò diversi minuti, circa 20 nel mio caso durante i quali la femmina tentava in tutti i modi di respingere energicamente il maschio.
Superata questa prima fase violenta, la femmina apparve assecondare e non più respingere gli assalti del maschio, che comunque con molta foga avvicinava sempre più la femmina al nido (il tubo in pvc).
Una volta giunti entrambi nei pressi del nido, il maschio continuava a spingere la femmina all’interno del luogo di deposizione fin quando la femmina autonomamente decideva di infilarcisi dentro. Da questo momento in poi non ho più visto la femmina ormai completamente infilata nel tubo.
Iniziava una nuova fase del corteggiamento, la stimolazione alla deposizione. In questa fase, il maschio cercava di infilarsi nel tubo, purtroppo a causa delle dimensioni ridotte del tubo in pvc, vi si infilava soltanto per metà, lasciandomi però assistere a quello che è il comportamento del maschio per far espellere le uova alla femmina.
Infatti ritmicamente il maschio emetteva forti vibrazioni con tutto il corpo intervallate da momenti di riposo, tali vibrazioni non erano come il classico sbattimento di coda e pinne, ma sembrava proprio come se una scarica elettrica avesse colpito il maschio.
Una serie di più di una decina di queste vibrazioni ed infine dopo circa altri 20 minuti la femmina abbandonava il nido definitivamente.
Da questo momento in poi il maschio ha cominciato a vigilare sul tubo in pvc, non riuscendo ad infilare altro se non la testa. Credo proprio che a causa delle dimensioni del tubo, oltre che della sua superficie interna completamente liscia e priva di appigli, che la mattina seguente ho trovato l’intero grappolo di uova adagiato sulla sabbia fuori dal tubo con il maschio a coprirle ed a ventilarle.
Secondo giorno di cova.
La particolarit? di questa riproduzione, come si può anche notare dalle foto, sta proprio nel fatto che le cure parentali da parte del maschio, diversamente da quanto accade normalmente, sono avvenute interamente all’esterno, con le uova scoperte e prive di riparo ad esclusione delle pinne pettorali del padre.
Ho definitivamente compreso che sarebbe stato opportuno cercare un tipo di nido più accogliente, grande e con l’interno ruvido, in modo da garantire sia al grappolo di aderire meglio all’interno che al maschio di ancorare le pinne pettorali per poter effettuare la ‘cova’ in un luogo più tranquillo.
Con le cure parentali svolte interamente alla luce del sole, ho potuto scattare più di una foto al giorno alle uova, in modo da poter apprezzare lo sviluppo degli embrioni.
In queste foto è possibile distinguere gli occhi dei piccoli ancistrus all’interno delle uova, come 2 puntini neri, è stato davvero emozionante poter assistere alla formazione di queste nuove vite da distanza così ravvicinata, il grappolo infatti era poggiato proprio lungo la lastra frontale della vasca.
La schiusa è avvenuta in 5 giorni, in pratica la riproduzione è avvenuta domenica pomeriggio ed il sabato mattina seguente, le prime uova avevano già cominciato a schiudere.
Dal momento della schiusa, ho cercato di salvare i nuovi nati dalla voracità dei brachidanyo presenti in vasca che si sono dimostrati attenti predatori dei piccoli che via via cominciavano ad aderire ai ciottoli dopo la schiusa.
Cosi ho preparato una vaschetta di accrescimento d’emergenza tagliando il fondo di una bottiglia d’acqua in plastica alla quale ho incollato, usando colla a caldo, 3 tappi in plastica a fare da galleggianti, dopo di che con un ago arroventato ho praticato una serie di fessure e fori lungo tutta la superficie della bottiglia in modo da evitare il ristagno d’acqua garantendo un ricircolo costante ma lento.
Purtroppo durante la settimana di accrescimento 3 brachydanio sono riusciti a saltare all’interno della bottiglia mangiando buona parte dei piccoli, e quando me ne sono accorto il grosso del danno era fatto, sembravano squali che nuotavano in una piscina, ma comunque alcuni si sono salvati.
Dopo una settimana, il sacco vitellino è stato totalmente riassorbito, ed ho cominciato la somministrazione di mangime granulare tritato finemente con un pestello, gli ancistrus hanno subito gradito e dimostrato di non avere affatto difficoltà ad alimentarsi autonomamente.
Diversamente dalle altre riproduzioni delle quali mi accorgevo solo a cose fatte perchè gli ancistrus sceglievano luoghi meno visibili, questa volta ho potuto assistere all’intero processo di corteggiamento-riproduzione-accrescimento, a seguito del quale ho definitivamente compreso che per consentire una riproduzione sicura, corretta e indisturbata, è di fondamentale importanza offrire un riparo adeguato alle esigenze di questi magnifici animali, cosa che far? al più presto.
Ringrazio la redazione della rivista Acquaportal per avermi dato la possibilità di condividere con voi questa mia esperienza e ringrazio mia moglie senza la quale anche quei pochi sopravvissuti sarebbero finiti in pasto ai famelici brachydanio.
Claudio Mkel77