Allevare la Caridina Dennerli | | |
Ecco come… Salve Appassionati.
Mi preme subito chiarire che questo articolo non vuole essere un manuale di allevamento o che le tecniche e i metodi da me utilizzati e descritti in esso debbano essere visti come la guida definitiva da applicare passo passo.
Anche perché sono del parere che come in ogni buon percorso anche nel campo dell’acquariofilia si possano seguire varie strade più o meno valide ed arrivare comunque ad una giusta destinazione.
Creata con l’intenzione di far conoscere e comprendere meglio questi crostacei molto resistenti e dalla naturale pigmentazione e livrea (non frutto di selezione umana come invece accaduto in caridine come Crystal, Tiger, Red cherry, ecc. ) andiamo un po’ ad approcciarci a questa specie con lo scopo di capirne le esigenze basilari e successivamente creare un ambiente salutare dove poterne portare avanti un’intera colonia.
Quando si parla di C. Dennerli si parla spesso di esemplari wild in quanto gli esemplari di questa specie reperibili in commercio (in particolar modo in Italia), nella gran maggioranza dei casi, proviene direttamente dal biotopo naturale e non da allevamenti dedicati.
Quindi con molta probabilità, a parte qualche eccezione, gli esemplari di C. Dennerli che troverete in vendita nei negozi e in rete saranno esemplari prelevati direttamente in natura e non di cattività.
Questo deve far capire come sia di fondamentale importanza ricreare nel modo più fedele possibile il biotopo naturale.
Nasce così l’esigenza di studiare attentamente il luogo dove questa specie vive in natura per poter cosi capirne le esigenze primarie.
Essenzialmente a noi acquariofili, che ci accingiamo nell’allestire vasche per il loro allevamento, interessa in primis avere informazioni sull’ambiente fisico e sui valori dell’acqua, entrambi da riprodurre poi in vasca per permettere il miglior adattamento della specie in cattività Provenienza:
Le Dennerli sono originarie del Sulawesi, un isola molto particolare della Repubblica Indonesiana situata tra Borneo e le isole Molucche
In passato chiamata Celebes, Sulawesi è una splendida isola dalla forma insolita che ricorda una piovra con quattro lunghe penisole che racchiudono tre grandi golfi, Bone, Tolo e Tomini. La sua conformazione così particolare comprende paesaggi sempre diversi che vanno dalle risaie a terrazze, alle spiagge solitarie, dalle ripide montagne alle impenetrabili foreste, dalle isole coralline da sogno agli ampi laghi azzurrini.
E proprio in questi laghi d’acqua dolce troviamo le specie di Caridine Sulawesiane. Molte sono di vecchia conoscenza altre invece di recentissimo studio. Tra queste ultime abbiamo le nostre Dennerli ma anche specie come le C. Spinata, C. Woltereckae, la bellissima C. Striata e White Orchid (probabile variante della C. Striata). | C.dennerli | | | | C. spinata | C. woltereckae | | | C. striata (Red line) | C. white orchid |
Essenzialmente i laghi più importanti dell’isola sono il lago Poso, e un complesso di 5 laghi che dà origine al complesso dei laghi Malili (Lago Matano, Towuti, Masapi, Lontoa e Mahalona) Nel lago Poso sono state ritrovate 6 specie di Caridina mentre soltanto nel complesso Malili ne sono state studiate ben 15 varietà. Costituendo così una biodiversità totale di ben 21 specie di crostacei che formano così un raggruppamento endemico di organismi correlati tra loro che non appare in nessun altro luogo della terra.
Le nostre Dennerli si trovano proprio nel complesso Malili e con precisione sulle coste del lago Matano. Caratteristiche del complesso Malili In questo complesso di laghi sono presenti quasi tutte le specie sulawesiane di nuova scoperta e studio.
Sono laghi d’acqua dolce di durezza mediamente alta.
Questi sono i valori delle acque che mediamente troviamo in questo complesso di laghi
pH: 8,6
gH : 7
kH: 5
NH4: 0
NH3: 0
NO2: 0
NO3: 0
PO4: 1,0
FE: 0
CU: 0 Sono laghi che presentano un fondale sabbioso a granulometria media fine misto a pietre anche di grandi dimensioni molto irregolari e porose dove le Caridine riescono a rifugiarsi da eventuali predatori e in mezzo alle quali trovano nutrimento essenziale per la loro sopravvivenza.
Nel Malili sono presenti anche specie di piante d’acqua dolce.
Particolarmente robuste appaiono sia la Ottelia Mesanterium che le Eriocaulon qui sotto in foto: Ottelia Eriocaulon Compagne d’habitat delle Dennerli e degli altri crostacei del Sulawesi, sono delle lumache dallo spesso guscio: le Tylomelania.
Lumache dalle importanti dimensioni, che pur essendo lumache d’acqua dolce possono raggiungere anche gli 8-9 cm di lunghezza. Sono lumache sessate e non ermafroditi come molte lumache in natura, ed ovovivipare (in quanto le uova vengono incubate e si sviluppano nell’organismo materno) mettendo alla luce piccoli già formati dalle notevoli dimensioni (1 cm circa)
Ecco qualche foto delle varietà più belle e colorate della specie che popolano i laghi Sulawesiani:
Tylomelania big spot
| | Tylomelania orange | Tylomelania yellow |
Tylomelania patriarchalis
| | Tylomelania teufel | Tylomelania orange |
Allestimento di una vasca per Caridine Dennerli
Capito un po’ l’ambiente che ospita questi splendi animali si può procedere nell’allestire una vasca a loro dedicata.
La vasca:
Tenendo un po’ conto di quanto finora visto se le nostre intenzioni sono quelle di far sviluppare una piccola colonia di Dennerli dovremmo dedicare una vasca non più piccola di 40-60 litri con un fondo sabbioso a granulometria media o fina ma soprattutto con molte pietre da accatastare un po’ l’una sull’altra così da creare degli anfratti naturali nei quali le nostre caridine possano rifugiarsi.
Le Dennerli infatti assumono in vasca un comportamento estremamente naturale, tendendo a rifugiarsi tutte sincronizzate quando avvertono un qualsiasi pericolo, persino quando ci si avvicina alla vasca, loro (sempre all’erta) tendono a tornare dentro o sotto i propri rifugi.
Essenziale quindi la necessità in vasca di molti anfratti che permettano loro una facile ritirata. Cosa che le farà sentire se non proprio a casa ma per lo meno protette e consapevoli di potersi riparare in caso di avvertito pericolo.
Ecco un po’ la mia vasca: Per la mia colonia ho utilizzato delle pietre raccolte in una piaggia (ma non in acqua).
Ovviamente opportunamente pulite, bollite e ribollite.
Sono pietre che imitano un po’ quelle sulawesiane che ovviamente non sono reperibili da noi. Sono rocce laviche molto naturali irregolari e ruvide. Ovviamente poi ho selezionato tutte quelle cromaticamente simili cosi da rendere in vasca un effetto omogeneo..
Molto belle da accatastare e sistemare a proprio piacimento. Ecco qualche esempio per darvi un’idea: Come fondo ho utilizzato un semplice ghiaietto inerte comunemente chiamato “sale e pepe” ovvero una sabbia mediamente fine bianca e nera, ma potete usare varie sabbie più o meno fine (anche se eviterei colori troppo chiari o sgargianti in quanto rifletterebbero troppo la luce della plafoniera e potrebbero dare fastidio alle caridine) Da evitare fondi fertili e fondi attivi:
I fondi fertili tendono ad abbassare i valori di durezza dell’acqua (cosa non buona se si mira a ricreare un ambiente con valori mediamente alti di gh e kh).
I fondi attivi invece possono rilasciare sostanze in acqua dannose per le cardine e visto che il biotopo naturale non prevede foreste di piante particolarmente esigenti non vi e’ motivo di inserire un substrato simile. Filtraggio:
Per quanto riguarda il filtraggio, vista la necessità di aver in vasca acqua ben ossigenata, ho usato per loro un filtro a zainetto, mettendo dentro oltre alla spugna filtrante, un po’ di cannolicchi così da permettere ai batteri, essenziali per la riduzione delle sostanze nocive, di avere un’ulteriore superficie per proliferare e di conseguenza stabilizzare il più possibile l’ecosistema Acquario. Le Dennerli sono caridine che mettono alla luce piccoli già formati. I piccoli infatti sono identici ai genitori ma misurano poco più di 1 mm.
È necessario dunque proteggere il bocchettone di aspirazione del filtro in modo da evitare che i piccoli vengano aspirati e triturati dalla girante del filtro stesso. Nel bocchettone d’aspirazione dell’acqua ho applicato, tutto intorno con della colla Super Attak, del tulle (per intenderci quello che avvolge i confetti delle bomboniere) così da evitare che i piccoli vengano aspirati dalle fessure larghe del bocchettone d’aspirazione.
Attenzione però al tulle che usate!!!!!
Un tulle a maglia troppo stretta tende ad intasare spesso il filtro e a rallentare eccessivamente il getto d’uscita dell’acqua, mentre un tulle a maglia troppo larga permette ugualmente il passaggio dei piccoli dimostrandosi inefficace. Personalmente ho provato varie protezioni per il bocchettone del filtro, dalla calza di nailon a una spugna direttamente inserita attorno al bocchettone, ma i risultati migliori li ho ottenuti senza dubbio con del tulle di questa trama:
Illuminazione:
Per l’illuminazione ho optato per una plafoniera pl. Ho evitato illuminazioni eccessive e da stadio. Ricordiamoci sempre che sono animali molto naturali che necessitano di condizioni ambientali i più fedeli possibili all’ambiente di provenienza.
Una semplice plafoniera pl da 18 watt compie bene il suo lavoro: ad esempio in una vasca di 40-50 litri permette una buona illuminazione e nello stesso tempo non infastisce le Dennerli. In generale comunque eviterei di andare oltre lo 0,5 watt per litro. Termoregolazione:
Le Dennerli amano il caldo.
Come scritto in precedenza, nel loro biotopo vivono quasi sempre a temperature che si aggirano sui 28-29 gradi.
Di conseguenza in acquario dobbiamo garantire, estate ed inverno, temperature abbastanza alte.
Nel periodo estivo non è necessario installare in vasca ventole di raffreddamento o refrigeratori in quanto mediamente anche nei periodi più caldi la temperatura delle vasche molto difficilmente superano i 29 gradi.
Ovviamente se si tiene la vasca in luoghi particolarmente caldi dove la temperatura dell’acqua arriva a superare i 30-35 gradi risulta necessario abbassarla un po’ magari con qualche ventola di raffreddamento.
È invece d’obbligo installare in vasca un riscaldatore abbastanza prestante Nella mia vasca da 40 litri ho installato un riscaldatore di 100 watt Un po’ sovradimensionato magari, visto che con 100 watt la maggior parte delle case produttrici indica coperto un acquario di 70-80 litri, ma vista l’importanza della temperatura alta e costante di cui necessitano queste Caridine ho preferito installare un riscaldatore più potente così da farlo lavorare più agevolmente in soli 40 litri ed evitare sbalzi di temperatura anche in inverni particolarmente rigidi. Vegetazione:
Vista la difficile reperibilità delle piante sulawesiane, bisogna un po’ arrangiarsi con piante di più facile reperibilità, piante in ogni caso necessarie per l’ecosistema acquatico perchè fondamentali per garantire produzione di ossigeno in vasca e stabilizzare processi organici vari.
Inoltre la mancanza in vasca di substrati attivi e di fertilizzanti liquidi (che possono contenere anch’essi percentuali di ferro e altri chelati nocivi per le Caridine) e la presenza di un’illuminazione che si aggira sui 0,5 watt a litro, obbliga ad utilizzare delle piante “facili” e robuste che necessitano di poche cure ma che nello stesso tempo non soffrano troppo la mancanza di un substrato piuttosto che di un diffusore di co2 o fertilizzante. In queste condizioni le Anubias sono sempre ottime piante. Molto belle esteticamente e resistenti un po’ a tutti i valori di acqua e temperatura le Anubias si candidano sempre quando c’è la necessità di usare piante poco esigenti.
Inoltre le foglie larghe di questa pianta forniscono ulteriore superficie e nascondigli alle Dennerli.
Possono essere utilizzate anche Cladrofore e muschi vari come anche le varie Cryptocoryne.
Nella mia vasca tengo solo Anubias ma è solo una mia scelta personale, piante e muschi sopra citati come altre piante poco esigenti sono ugualmente utilizzabili in un ambiente simile. Acqua:
per quanto riguarda l’acqua da utilizzare io consiglierei di usare solamente acqua d’osmosi opportunamente preparata con dei sali specifici.
L’acqua di rubinetto purtroppo risulta sempre un incognita:
eccovi 4 buoni motivi per non usarla:
1) Può avere alte percentuali di metalli pesanti (come ferro o rame) presenti non solo intrinsecamente nell’acqua stessa ma derivanti da tubature o dall’impianto idrico in generale. Ricordo che ferro, rame e metalli pesanti presenti in vasca sono nocivi per i crostacei d’acqua dolce. 2) È un’acqua clorata e il cloro, essendo un disinfettante, non fa certo bene in un ecosistema che va avanti anche grazie ad una flora microbica e batterica ben sviluppata. 3) Anche se, usando vari test, si osservano valori di acqua idonei ciò non vuol dire che questi valori siano sempre uguali. Specialmente in certi periodi dell’anno negli acquedotti vengono rilasciati disinfettanti particolarmente potenti o vengono aumentate le percentuali di cloro. Quindi, se ad esempio, a maggio l’acqua di rubinetto può esservi apparsa “buona” ciò non vuol dire che lo sarà ad agosto o in qualche altro periodo dell’anno. 4) Difficilmente l’acqua di rubinetto ha i valori da noi desiderati ( in questo caso gH sugli 8-9 a un ph 7,5-8 ) ciò comporta in ogni caso il taglio dell’acqua con acqua osmosi. Per altro fare un buon dosaggio tra acqua di rubinetto e acqua osmosi non è sempre comodo e facile. Io uso solamente acqua ottenuta per osmosi inversa alla quale aggiungo dei Sali per correggere i valori di gH e kH che in acqua osmosi sono pari a 0 o quasi. In particolare utilizzo i Sali della SHG che non hanno come punto di forza l’immediata solubilità ma per lo meno danno i valori d’acqua desiderati in modo alquanto preciso. In confezione il dosaggio indicato è di un misurino intero (incluso in confezione) da sciogliere in 20 litri d’acqua osmosi per ottenere un’acqua con kH=3° e un gH=7°
In realtà con un misurino esce fuori un’acqua con kH=3° ma con gH pari a 5°- 6°.
Quindi in 20 litri io sciolgo un cucchiaino e mezzo per ottenere un’acqua perfetta a kH=4 e gH=8°- 9° ottima per le dennerli.
Questa nel bidone da 20 litri è ovviamente l’acqua d’osmosi nella quale sciogliere i Sali ben 48 ore prima di utilizzarla per un cambio.
Piccolo accorgimento per far sciogliere bene i Sali può essere quello di portare nel bidone un tubo di areatore, collegato a una porosa, così da smuovere l’acqua costantemente e permettere nello stesso tempo una buona ossigenazione di quest’ultima.
Tengo anche un bidone solo con acqua osmosi da utilizzare per i rabbocchi necessari a causa dell’evaporazione che si presenta spesso soprattutto se la vasca è una vasca aperta come la mia. Il cambio d’acqua in acquario o anche il semplice rabbocco è, per tutto l’ecosistema acquario, una cosa importantissima, perché è sì vero che abbiamo filtri che permettono la circolazione dell’acqua e la depurano in modo meccanico e biologico ma è altrettanto vero che dalla degradazione delle macromolecole più grandi e nocive si formano dei prodotti di scarto sicuramente meno nocivi dei primi ma che lasciati ad accumulare in vasca possono portare a una rottura degli equilibri naturali della vasca stessa.
Quindi un cambio d’acqua è sicuramente una manna dal cielo per flora e fauna della vasca ma, come ogni cosa, se fatta in modo errato, può portare più problemi che vantaggi.
Infatti un cambio d’acqua fatto in modo troppo invasivo e repentino può stressare eccessivamente tutto l’ambiente portandolo, nei casi più gravi, al collasso e allo squilibrio sia dei valori chimici dell’acqua che quello della temperatura minacciando di conseguenza la salute dell’intero ecosistema.
Un piccolo trucco da utilizzare per il cambio dell’acqua o per i rabbocchi può essere quello di evitare di inserire direttamente grandi flussi d’acqua in vasca o di prelevarne tramite intere bottiglie, ma di utilizzare come tramite un tubicino d’areatore così da permettere il lento defluire dell’acqua in uscita, dall’acquario verso un secchio di raccolta e lo stesso lento affluire dell’acqua nuova o di rabbocco, da una bottiglia alla vasca.
In questo modo rendiamo quest’operazione meno stressante per piante e fauna in generale.
Per far ciò mi son inventato questo piccolo attrezzo che consiste in un tubo d’areatore collegato, da un lato ad uno spiedino di ferro e dall’altro ad un piccolo rubinetto usato normalmente per regolare flussi d’uscita degli areatori (in questo caso utile nel regolare il flusso d’acqua) Ovviamente per togliere l’acqua dalla vasca immergo in quest’ultima la parte del tubo collegata allo spiedino (che posso usare anche per scandagliare un po’ il fondo e di conseguenza sifonare un po’) mentre la parte con il rubinetto, dentro un secchio di raccolta Per inserire acqua nuova in vasca invece inserisco la parte del tubo collegata allo spiedino, in una bottiglia dove precedentemente ho messo l’acqua del bidone e l’altra parte con il piccolo rubinetto direttamente in vasca. Man mano che l’acqua della bottiglia andrà in vasca con un altra bottiglia vado a prelevare altra acqua dal bidone e a riempire la bottiglia che sta fungendo da serbatoio per il tubo. Questo flusso lento e controllato di prelievo e inserimento d’acqua consentirà cambi senza stressare flora e fauna e stravolgere repentinamente valori e temperatura dell’acqua della vasca.
Sicuramente è un sistema un po’ laborioso ma a mio avviso necessario se si mira a non destabilizzare un ecosistema delicato come quello ricreato in acquario.
Mangimi da somministrare:
In natura le Dennerli, come un po’ tutti i gamberi, si nutrono mangiando un po’ di tutto, sono dei detrivori che mangiano dalle alghette alle carcasse che trovano in giro.
Ovviamente gli esemplari wild non sono abituati a nutrirsi di pellet secchi e mangimi a fiocchi.
Appena prese anche le mie ebbero qualche perplessità quando somministrai loro del pellettato.
Ma pian piano, se trovano le condizioni ambientali adeguate, girovagando per la vasca in cerca di cibo, iniziano ad assaggiare ciò che l’ambiente offre.
Ovviamente una volta ambientate e riprodotte questo problema non si presenterà nelle generazioni successive che fin da piccole saranno abituate ai mangimi secchi e alle alghe presenti in vasca stesso.
La particolarità di questi gamberi è che non tengono mai ferme le 4 appendici toraciche o per meglio capirci le “chelette bianche”.
Sono un continuo spiluccare su vetri, rocce, piante e fondale in cerca di qualcosa da mangiare e ridurre ai minimi termini.
Personalmente preferisco somministrare mangimi con una importante base vegetale ai quali associare mangimi più completi e vari per esser sicuro di non far mancare nulla alla colonia, sia durante la crescita che in età già adulta. Somministro a rotazione giornaliera questi mangimi: | | Sera Shrimps Natural | Spirulina | | | Novo prawn | Caridina Green Chips | | | Shirakura Ebi dama | |
Una cosa che apprezzano anche con particolare passione sono le foglie essiccate di Catappa.
Non sono altro che le foglie mature ed essiccate del mandorlo indiano
Queste contengono numerosi principi attivi naturali che le Dennerli sembrano apprezzare molto come si vede in foto: | | Prima | Durante |
Dopo
Quando la vasca era ancora agli inizi somministravo una volta a settimana una punta di cucchiaino di Shirakura minima breeder che, più per nutrire le Dennerli, era utile per far sviluppare un po’ di microorganismi utili per il ciclo biologico della vasca Lo somministrai pure quando ebbi i primi parti per esser sicuro che le piccoline trovassero qualcosa di nutriente in vasca. Gestione della vasca:
La vasca così come è organizzata, senza muschi o piante da fertilizzare e da potare, è estremamente “facile” a parte un cambio d’acqua del 20% circa sul totale una volta a settimana, la somministrazione di mangime giornalmente e qualche rabbocco quando si abbassa un po’ il livello di acqua a causa dell’evaporazione, non c’è niente altro da fare.
D’altronde una vasca che necessita di poca manutenzione è importante per questa specie.
Poca manutenzione vuole dire meno mani in vasca che per una specie che presenta dei comportamenti cosi naturali risulta fondamentale.
Ogni volta che si inserisce un qualcosa in vasca (che sia una mano o un retino piuttosto che un paio di pinze) si può benissimo osservare il ritirarsi di quasi tutta la colonia, proprio come in natura.
Altre specie di Caridina che ormai popolano la maggior parte degli acquari di tutto il mondo, come Crystal Tiger o Red cherry, sono ormai frutto di incroci mirati e ciclici. Incroci che hanno fatto perdere agli esemplari tutto del loro aspetto wild sia da un punto di vista estetico che comportamentale.
Per fare un esempio in una vasca di Crystal o Cherry si possono inserire tranquillamente anche entrambi le mani in vasca e non osservare neanche un lieve movimento di allerta.
Le Dennerli conservano invece tutti i comportamenti naturali della specie conferendo a tutto l’ecosistema un aspetto eccezionalmente naturale. Dimorfismo sessuale , riproduzione ed incroci possibili:
Osservando con attenzione le Dennerli si può arrivare a riconoscere il sesso soprattutto dalla forma del carapace in special modo in età adulta.
Dimorfismo M/F | | Maschio | Femmina |
Come si può notare da queste foto, l’elemento sostanziale che permette l’identificazione è la forma del carapace che nel maschio, nella zona addominale, appare stretto e appiattito mentre nella femmina risulta essere molto più pronunciato a creare una sorta di gonnella che aiuterà a contenere le uova.
In questa foto ad esempio è molto facile distinguere le femmine dai maschi, ma sono esemplari molto adulti come potete notare anche dalle dimensioni. Il colore delle Dennerli non è un criterio valido di identificazione.
Un Rosso bordeaux più intenso non è indice nè di maturità sessuale nè indicativo per il sesso dell’esemplare.
Sono animali wild e in una colonia possono essere presenti esemplari con minime variazioni di tonalità della livrea, dal Rosso bordeaux intenso al rosa vinaccio piuttosto che esemplari con punti bianchi più o meno marcati.
La riproduzione, una volta raggiunta la maturità sessuale, è alquanto frequente e regolare.
Quando le uova, formatesi tra Cefalotorace ed addome, sono ormai mature (circa dopo una 20ina di giorni) avviene l’accoppiamento (spesso subito dopo la muta della femmina)[Fase1]
Discesa delle uova dopo l’accoppiamento
Dopo l’accoppiamento la femmina porterà una decina di uova tra i pleopodi (ovviamente più grande e quindi maturo sarà l’esemplare più uova saranno prodotte, ma il numero in questa specie difficilmente supera le 10-15 uova a gestazione) [Fase2, Fase3] Uova che terrà in incubazione per altri 23-24 giorni prima di rilasciarle in vasca una volta schiuse.
I piccoli nati sono esemplari già formati, identici ai genitori, differenti solo per dimensione ( 1mm circa).
Come quasi tutte le specie di crostacei che vivono in acque esclusivamente dolci e chiuse, i piccoli non attraversano fasi larvali, caratteristica invece propria di quelle specie (vedi Japonica) che depongono le uova in acque di fiume, il quale, trasportando le larve verso la foce, le conduce in acqua salmastra della quale necessitano per lo sviluppo.
Una volta nati, i piccoli di Dennerli esplorano la vasca in cerca di nutrimento che, in un acquario avviato già da qualche mese, non manca di certo.
Utile può rivelarsi in questa fase l’utilizzo di un po’ di Shirakura Minima Breeder.
L’impressione è quella che questa specie, per la riproduzione, si sia evoluta orientandosi più sulla resistenza e robustezza della prole che sulla quantità della prole stessa (che risulta essere davvero di scarsa entità).
Basti pensare che una normale neocaridina adulta mette alle luce 40-50 piccoli a gestazione (vedi Crystal, Red cherry ecc.) mentre una Dennerli adulta non mette alla luce più di 10-15 esemplari per schiusa.
Per quanto riguarda gli incroci, le Dennerli non sembrano incrociarsi con nessuna delle altre specie di caridine e neocaridine. Anche l’incrocio con altre specie sulawesiane sembra improbabile visto che nello stesso complesso di laghi sono presenti altre 14 varietà con le quali le Dennerli convivono pur non incrociandosi tra loro.
Studi recenti hanno spiegato ciò attribuendo alle varie specie di Caridine sulawesiane la capacità di riconoscersi tra di loro e permettere quindi loro un riconoscimento del partner e un accoppiamento con soli esemplari della stessa specie. Conclusioni generali:
Ho allevato varie specie di Caridina e Neocaridina, ma in nessuna specie ho riscontrato un comportamento così naturale come quello assunto delle Dennerli. Credo che un acquariofilo riesca ad apprezzare essenzialmente questa caratteristica in questa specie, oltre ai suoi colori veramente straordinari.
È una specie “semplice” da allevare, come avete potuto dedurre da queste pagine che raccontano la mia esperienza. Soprattutto con esemplari di cattività basta dedicare un po’ di tempo e prendere alcuni piccoli accorgimenti sia in fase di progettazione della vasca che di manutenzione dell’ecosistema creato, per riuscire a tirar su una bella colonia.
Consiglio un po’ più d’attenzione da dedicare agli esemplari wild (quelli che arrivano nelle nostre vasche direttamente dal luogo di cattura) soprattutto nell’acclimatazione, ma anche in questo caso se tutto viene fatto a regola d’arte e con l’impegno di capire questa specie vedrete che anche in questo caso, proprio com’è capitato nel mio, riuscirete a metter su una colonia partendo anche da esemplari wild.
Il loro punto di forza è sicuramente la robustezza, sfoderando un’ottima capacità (una volta ambientate) di adattarsi e resistere a vari sbalzi che possono presentarsi in un ecosistema cosi piccolo come quello ricreato in vasca.
Neo di questa specie risulta la lenta riproduzione e il basso numero di esemplari nati ad ogni schiusa e l’evidente sofferenza se tenute a temperature basse.
Concludendo: dalla mia piccola esperienza posso consigliare questa specie ad un acquariofilo sicuramente preparato e responsabile che si rivolge agli aspetti più naturali dell’acquariofilia.
Specie robusta anche per il neofita che si affaccia al mondo degli invertebrati d’acqua dolce anche se in realtà, viste la difficoltà nel reperire questa specie e gli elevati prezzi degli esemplari, consiglierei per inziare, delle specie più reperibili e meno costose, vedi Red cherry, White perl e Yellow, così da fare anche un po’ di pratica ed imparare dagli errori più o meno comuni che si commettono facilmente quando si è alle prime armi. Ringraziamenti:
Primo ringraziamento doveroso va ai miei familiari i quali non hanno ancora provveduto a buttarmi fuori di casa viste le 5 vasche che tengo in stanza … con conseguente consumo di elettricità da parte dei vari filtri riscaldatori e plafoniere?
Voglio ringraziare Alberico Petruzzello il quale mi ha spinto a realizzare questo articolo appoggiandomi sempre e condividendo sempre con me questa splendida passione. Avendo per altro il merito di aver messo su davvero un ottimo sito(Caridine.it) che rende possibile approfondire questa passione per i crostacei d’acqua dolce.
Ringrazio anche tutti gli utenti del forum Caridine.it in special modo Marco Sitzia con il quale ormai c’è un bel rapporto di collaborazione e il quale mi ha illuminato su alcuni aspetti dell’ambiente sulawesiano e molto altro.
Ultimo ringraziamento, ma non per questo il meno importante ,va a tutti quegli appassionati e allevatori che si spendono in questa passione e che acquistano nuove specie, spesso irreperibili nel territorio italiano ,per poi riprodurle e renderle fruibili a tutti quegli appassionati che magari non hanno la fortuna di conoscere particolari canali di approvvigionamento o semplicemente non hanno la possibilità di potervi accedere. Sitografia:
Fig.1:http://www.dennerle.de/de/images/stories/aquaristik/nano-aquaristik/Tiere/kardinal_2.jpg
Fig.2:http://www.crusca10.de
Fig.3:http://www.hobbykwekers.nl/images/stories/artikelen/ongewervelden/Sulawesi-Garnalen/Caridina-spinata-Yellow-Cheek-of-red-goldflake.jpg
Fig.4: http://www.aquahandel.de/Garnelen/Sulawesi/10-Stueck-Harlekingarnele-Caridina-woltereckae.html
Fig.5: http://www.crevettes.ch/fiches/fiches_striata.html
Fig.6: http://www.c-sky.com.tw/?p=165
Fig.7: http://www.plantedtank.net/forums/plants/65603-favorite-plants-share-2.html
Fig.8: http://www.aquaticquotient.com/forum/showthread.php/57619-Trip-to-D.-Matana-D.-Towuti-and-D.-Poso
Fig.9: http://www.pets-paradise.at/index.php?a=4096#wrapper
Fig.10: http://www.practicalfishkeeping.co.uk/content.php?sid=3053
Fig.11: http://www.aquarist.pl/viewtopic.php?f=21&t=459&p=3534
Fig.12: www.iktus-aqua.fr
Fig.13: http://tanjas-waterworld.de/tylo.htm
Fig.14: http://www.garnalenwinkel.nl/sierslakken/sulawesislakken/
Fig.15: http://www.planetinverts.com.br/tx_cardinal.html
Fig.16: http://aqua29.forumactif.fr/vos-escargots-crevettes-crabes-et-autres-f4/sulawesi-t1974-330.htm
Fig .17,Fig.18: http://aqua29.forumactif.fr/vos-escargots-crevettes-crabes-et-autres-f4/changement-de-nom-pour-la-cardinale-t4953.htm |