Una rapida infarinatura L’ AllevamentoLa prima cosa da fare è decidere la grandezza della vasca. A seconda delle esigenze di quantità di cibo necessario andremo a decidere per un contenitore per alimenti da un litro, arrivando alle bacinelle da 50 litri o più. Per comodità scegliete bacinelle più alte che larghe, l‘ideale sono 20cm, vedremo dopo il perchè. E’ bene sapere che in contenitori più piccoli di 20 litri è vivamente consigliato l’ossigenatore senza pietre porose o simili: basta il semplice tubicino fermato a una molletta. Bollicine troppo piccole possono creare problemi. La seconda cosa che dovrete scegliere è dove collocarla. Considerate che la temperatura deve rimanere tra i 25 ed i 30 gradi. Questa temperatura è tra i fattori fondamentali per la crescita corretta delle nostre Artemie. Questi esseri infatti sono molto resistenti, a discapito della loro grandezza finale. La presenza di un riscaldatore che assicuri la costanza della temperatura è a mio avviso fondamentale e la collocazione all’esterno del contenitori nel periodo invernale lo trovo dispendioso. Considerate anche che non devono rimanere esposte al sole diretto per più di 6 ore il giorno, o dovrete provvedete a creare nella vasca degli spazi bui dove possano ripararsi dalla luce. In caso di coltura non raggiunta dalla luce solare provvedete alla sistemazione di una lampada a risparmio di 8 Watt o simile. A questo punto è bene sapere che le artemie sono sensibili ai metalli pesanti ed al cloro, quest’ultimi infatti causano la morte dei nostri, diciamo ospiti. Questo problema si risolve lasciando riposare l’acqua di rubinetto in una bacinella aperta per 24 ore. E possibile utilizzare anche acqua naturale, a seconda della grandezza della bacinella. L’acqua in cui vivono è acqua salata, con PH tra L’8 ed il 9. Per aumentare il PH si utilizza il bicarbonato di sodio(quello da cucina va benissimo). Per sapere la quantità dovreste provare il PH dell’acqua che utilizzate, ma si tratta di solito di un cucchiaino raso di bicarbonato per litro. Per quanto riguarda il sale si può utilizzare del normale sale da cucina. La quantità varia tra i 33 gr per litro, fino a 66 gr per litro. Nella prima salinità si ha un parto diretto, nella seconda quantità si ha per deposizione di uova. Per l’alimentazione possiamo utilizzare di tutto. Queste creature si nutrono infatti di microrganismi sotto i 5 micron. E’ molto pratico e di facile controllo la somministrazione di comune lievito di birra. Da tenersi in frigorifero. La quantità ovviamente dipende dal numero di crostacei contenuti nella nostra coltura, ma lo vedremo meglio più avanti. E’ possibile utilizzare qualsiasi cosa in quantità limitata, carne compresa. Oltre al mangiare, l’altra operazione importante, è cambiare il 25% di acqua la settimana per le vasche sotto i 25 litri è sufficiente, nelle vasche oltre i 25 litri il rabbocco dell’acqua evaporata ogni 2 settimane ed il cambio del 25% quando l’acqua non torna abbastanza limpida PRIMA della somministrazione del cibo. La schiusaPer prima cosa occorre comprare una confezione di uova di artemie dal vostro negoziante di fiducia e mettetele in frigo. Tenete conto che il prezzo varia a seconda della percentuale di schiusa assicurata delle uova. Considerate che valori sbagliati sia di salinità, che del PH o della temperatura, incideranno pesantemente sulla percentuale di schiusa. Occorre anche un ossigenatore poco potente (per evitare che si spargano uova da tutte le parti) con un tubino di gomma, una normalissima bottiglia di plastica, 15 gr di sale ed un cucchiaio raso (più o meno) di bicarbonato di sodio. E’ molto importante anche l’illuminazione costante nelle 38 ore di una lampadina a incandescenza di 60 Watt collocata in maniera “sicura” sopra la bottiglia tagliata. I valori sopra indicati possono variare a seconda della provenienza delle uova, troverete le indicazioni nel foglietto illustrativo all’interno. Ecco di cosa abbiamo bisogno: Le operazioni passo passoLo Schiuditoio
È possibile, a seconda dei bordi, che la molletta non basti per bloccare la bottiglia. In questo caso potete usare tranquillamente la colla a caldo per aiutarvi a fissare meglio la linguetta sia sulla molletta che sulla vasca stessa. E’ possibile anche praticare un foro per fissare la linguetta per esempio con filo di ferro rivestito o spago se il bordo lo consente anche dado e bullone A questo punto potete riempire sia la bottiglia che la vasca con acqua di rubinetto. Se la vasca viene riempita con acqua di rubinetto a è obbligatorio aspettare 24 ore con acqua ferma per far si che il cloro ed i metalli pesanti evaporino. Se avete furia per la bottiglia utilizzate acqua naturale o a osmosi, in questo modo potete evitare l’attesa almeno per la schiusa. L’ElettricitàDisponete la ciabatta in un posto rialzato rispetto al livello dell’acqua il più lontano possibile dalla vasca. Installate sopra, o comunque vicina alla bottiglia, una lampadina ad incandescenza. Sarà necessaria per 38-42 ore di seguito durante la schiusa da interrompere soltanto durante le ore di sole diretto. Immergete il riscaldatore nella vasca principale e fissatelo in modo che la parte alta dove è indicato il livello minimo dell’acqua sia il più possibile immerso. Nel caso non disponiate delle ventose o che non si attacchino alla vasca in nessun modo dovrete trovare un modo sicuro per evitare che la resistenza galleggi al livello dell’acqua se non volete rischiare di farla romperlo. Una volta sicuri della sua stabilità taratelo a 28 gradi, attaccatelo e inserite il termometro nella vasca. L’areatorePrendete l’areatore e mettetelo vicino alla ciabatta, inserite il tubino di gomma nell’areatore. L’altra estremità andrà infilata nella bottiglia fissandola alla molletta in modo che sfiati in fondo sul tappo. Questo servirà a tenere in continuo movimento le uova nel contenitore assicurandone l’idratazione e la schiusa. Provate la stabilità di tutto l’insieme attaccando l’areatore. Controllate che la bottiglia rimanga il più possibile verticale al terreno o si potrebbero creare dei punti morti. Assicuratevi anche che il tubicino non venga allontanato dal tappo dalle bolle d’aria che ne usciranno. Il Sale ed il bicarbonato di sodio.A questo punto prepariamo il sale. Nella bottiglia dovremo inserire 15 gr per litro mentre nella vasca possiamo utilizzare 33-66 gr per litro a seconda della riproduzione che scegliamo. Prendiamo il misuratore del PH e controlliamo in base alle istruzioni la durezza dell’acqua. Più o meno mi regolo con un cucchiaio raso per litro, per passare da 6 a 8. Assicuratevi di sciogliere bene il bicarbonato e procedete a tentativi. Le prime volte e contate i cucchiaini poi dividete per i litri.Quando pensate di esserci rimisurate il PH. Se il valore è compreso tra 8 e 9 ci siete. Vi consiglio vivamente anche di acquistare degli infusori per ovipari da somministrare come da istruzioni nei giorni precedenti alla schiusa nella vasca centrale per favorire il proliferarsi di organismi che aiuteranno a sfamare i nostri piccoli. Ricontrolliamo il tuttoParlando per esperienza personale assicuratevi che tutto sia a regola d’arte. Assicuratevi che non sia possibile inciampare in nessun filo, tubo o molletta che sia. Che tutto rimanga “stabile“ sopratutto la parte in tensione. Attendete le 24 ore per l’evaporazione del cloro e dei metalli pesanti, attendete che l’acqua abbia raggiunto la temperatura. Tutte i dati che vengono menzionati possono variare a seconda della provenienza delle uova! Controllate sempre i valori indicati nelle istruzioni contenute nelle uova Inseriamo le uovaPrendete la confezione di uova di Artemia e aprite la confezione in un angolino con un paio di forbici e versate con molta attenzione un cucchiaino raso di uova nella bottiglia. Lasciatele riposare per un’ora inzuppandole ogni tanto con la punta del cucchiaino per favore il primo reidratamento. Prendete la confezione di artemie, chiudete l’angolino e fermatelo con una molletta oppure con uno pezzetto di scotch assicurando la parte adesiva lontano dalle uova e rimettetele in frigo. A questo punto attaccate l’areatore, se non c’e’ luce diretta accendete subito la lampadina ed aspettate le prime 18 ore. Controllate e affondate delicatamente le uova che rimangono attaccate al tubo e quelle che vengono spinte su sui bordi dalle bolle d’aria. Procuriamoci il sifonatoreA questo punto servirebbe un sifonatore che possiamo ricreare da una bottiglia di acqua piccola, praticando due fori sul collo alto della bottiglietta e inserendo al loro interno 3 cannucce: 2 vanno unite con un po’ di pazienza aiutandosi con un po’ di colla a caldo per sigillare e dare resistenza. Successivamente vanno fissate nel primo foro. Evitando di metterle una di fronte all’altra (per evitare di succhiare quello che aspiriamo) la terza la inseriamo nel foro rimanente. Sicuramente non avrà un buon sapore ma è funzionale. Se usate una bottiglia grande avrete bisogno di molto fiato visto che si strizzerà prima di aspirare l’acqua. Potete anche comprare un sifonatore nelle grandi distribuzioni a 3.50 € da collegare all ‘areatore ma per questo processo a mio avviso è più semplice ed intuitivo l’utilizzo della bottiglietta con le cannucce. Il PrelievoSpengete l’areatore e aspettate 5 minuti. Se avete una buona vista potrete gia vedere scodinzolare a intermittenza tantissime codine molto, molto piccole. Se avete fermato in maniera veloce la bottiglia alzatela e guardatela il controluce facendo attenzione a non agitarla troppo per non mischiare di nuovo tutto. In questi minuti le artemie tra una scodinzolata e l’altra scenderanno verso il basso, mentre le uova andranno in superficie. Passati questi minuti possiamo prelevare col sifonatore la prima mandata di naupli di artemia ammucchiata sul fondo per riversarla poi nella vasca centrale. Fate molta attenzione a non schiacciare i naupli sul tappo! La parte che aspira può essere tenuta anche a un paio di centimetri dal tappo. La lampadina ad incandescenza coprirà il fabbisogno sia nella bottiglia che nella vasca. A operazione conclusa riaccendete l’areatore. Se avete fatto tutto a regola d’arte dovrete aspettare il raggiungimento della 38 ora per prelevare l’ultime schiuse. Affondate il sifonatore sempre con attenzione e prelevate i rimanenti neonati. Decidete se è il caso di continuare il processo nel caso altre uova, secondo voi o le istruzioni specifiche, potrebbero ancora schiudersi. In caso contrario assicuratevi che nella bottiglia non vi siano altri naupli. Ricordatevi appena decidete di smettere le schiuse di sostituire la lampadina ad incandescenza con una a risparmio spostandola se possibile nel mezzo della vasca. Da questo punto in poi se non raggiunta da luce diretta, serviranno 6 ore di luce al giorno. Ricordate di creare dei posti bui per esempio con un piccolo contenitore di colore scuro rovesciato nel caso la coltura sia interamente illuminata. L’alimentazionePer comodità tratto esclusivamente il lievito di birra. Inizialmente bisogna regolarsi in base al litraggio della coltura. Per 30 litri ho inserito un cubetto di 0,4 mm ogni 2 giorni ma a un mese dall‘ultima schiusa non sembra bastare più. La dose è pensata (e non è detto che sia giusta) per 2 schiuse di seguito, considerando che dalla seconda somministrazione di cibo nel 4° giorno avrei inserito la terza e ultima schiusa. Questa dose per una sola schiusa è sicuramente eccessiva, comportando dopo 2-4 settimane, al cambio forzato del 25% dell‘acqua, dando la possibilità a questi ultimi però di trovare cibo in quantità. Questo ovviamente vale per contenitori di almeno 20 litri. Per contenitori più piccoli il cambio và effettuato comunque ogni 2 settimane minimo. Nel caso utilizzando una bottiglia tagliata riempita per 5-10 cm con l’acqua della vasca, sciogliete il cubetto agitando bene. Questa operazione va ripetuta ogni 2 giorni, controllando che l’acqua torni limpida allo scadere, ora più ora meno. Controllate anche, quando la cultura aumenterà di numero e dimensioni, che l’acqua non torni limpida molto prima dello scadere del secondo giorno. Non vi preoccupate con un po’ di attenzione capirete subito quando il lievito sta finendo. Come avevo già accennato ci sono diversi metodi per alimentare le nostre Artemie. Possiamo utilizzare insalata, alghe raccolte magari dal laghetto, anche detriti di vario genere oltre alla carne. Visto però che il nostro allevamento serve prevalentemente per sfamare pesci, spesso tropicali, opterei per il lievito di birra e verdure destinate al mercato alimentare, sicure dal punto di vista batteriologico ma anche pratiche per utilizzo e conservazione. Il CambioIl cambio và effettuato quando l’acqua rimane intorpidita per più di 2 giorni. Nel caso ne sia evaporata troppa è importante riportarla a livello con acqua naturale o di rubinetto riposata 24 ore, senza sale ne sodio quindi. Per levare l’acqua potete utilizzare un normale tubo in gomma ed un contenitore (Date u‘occhiata alla teoria dei vasi comunicanti). Consiglio di inserire nella parte del tubo che aspira qualcosa per filtrare i naupli evitando così di doverli ripescare uno ad uno nell’ acqua sporca. Per spostarli agilmente, visto la dimensione, utilizzo una siringa senza ago grande sia per controllarli che per prelevarli (Cercate di non torturarli troppo) Quando saranno gli adulti ad interessarci potremo usare un normale retino a maglie piccole. Ricordate di preparare l’acqua per il cambio con il sale e il bicarbonato “prima di inserirlo nella vasca” o sarete costretti al girare il tutto con loro nel mezzo. E’ bene per le future riproduzioni che il deposito che si crea sul fondo non venga toccato, assicurandovi nei cambi dell’acqua di aspirare l’acqua in superficie.
L’attesaIl mio consiglio è quello di effettuare almeno 2 o 3 schiuse di seguito in caso di allestimento di una nuova coltura.Infatti è probabile che le sostanze nocive che si sviluppano nel’acqua nelle prime 2 settimane non permettano ai naupli di superare gli stadi per diventare adulte. Quando queste sostanze diminuiranno, ingerite dai primi naupli, daranno la possibilità ai più fortunati di non rimanere intossicati. Gli adulti sopravvissuti assimileranno senza problemi queste sostanze liberando l’acqua per le generazioni future. Il processo di sviluppo per diventare adulte consiste in 8 giorni passando per 12 mute. Per far si che la coltura raggiunga un numero sufficiente per effettuare prelievi costanti varia a seconda della sopravvivenza degli individui. Se tutto va bene noterete già dopo 2 settimane l’accoppiamento e il proliferare dopo altre 2 settimane di nuove generazioni in piena riproduzione. Dopo un mese quindi potrete prelevare le prime artemie non ancora adulte lasciando stare quelle che invece si riproducono. Questo è consigliabile comunque soltanto nei primi mesi, si rischia infatti di raggiungere il sovrappopolamento e il successivo collasso dell’ intera coltura. |
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