Ancora oggi troppo spesso viene sottovalutata l’importanza di un’alimentazione equilibrata per la salute dei pesci. Un’alimentazione uniforme in casi estremi porta a manifestazioni di carenza o, come minimo, ad una diminuzione delle capacità di difesa contro le malattie. Inoltre, alcune vitamine aggiunte al cibo possono essere assorbite soltanto se nel contempo sono presenti dei grassi. Altrimenti l’organismo non è in grado di assumere le vitamine e le espelle con le feci. E’ importante sapere che il cuore di bue non può mai essere l’unico alimento. Deve essere sempre frammisto a sostanze vegetali e va arricchito ogni tanto con vitamine. E’ ottimale un’alimentazione varia, offerta più volte al giorno e costituita da cibo vivo fresco o surgelato. Gli acquariofili che ora pensano di dover dare quotidianamente dosi elevate di vitamine tengano presente che anche il troppo stroppia. Infatti, pure il costante sovraddosaggio di vitamine può portare a gravi affezioni. Il cibo vitaminizzato non andrebbe somministrato più di due volte alla settimana. E’ preoccupante il fatto che oltre due terzi dei pesci malati esaminati negli ultimi anni presentavano un’intensa degenerazione grassa del fegato e della cavità addominale. La degenerazione grassa provoca disturbi fino alla perdita della funzione epatica. Ne consegue spesso una tubercolosi nel fegato, nella milza e nell’intestino. Inoltre, si può avere un quadro clinico simile all’idropisia, a causa della riproduzione di varie specie batteriche nel fegato, nella milza, nel rene e nella cavità addominale. Anche altri parassiti possono riprodursi più abbondantemente, poiché le capacità di difesa del pesce sono diminuite. Le cause di una degenerazione grassa del fegato dovuta all’alimentazione sono un cibo troppo ricco di carboidrati e di grassi, nonché la mancanza di colina e vitamine. Un’alimentazione unilaterale con cibo facilmente digeribile e carenza di vitamine provoca infiammazioni dello stomaco e dell’intestino. E’ pericoloso anche il cibo avariato. Il cibo secco (se correttamente conservato) dopo circa 4 mesi dall’apertura del barattolo è privo di valore ai fini dell’alimentazione. L’umidità dell’aria decompone le vitamine ed offre condizioni vitali per batteri e funghi. In nessun caso si deve somministrare cibo secco ammuffito: le aflatossine in esso contenute sono altamente tossiche. 5 mg di aflatossina su 1 kg di pesce comporta la morte nel giro di pochi giorni: il fegato ingiallisce e si decompone (necrosi). Una concentrazione minore del veleno provoca cancro al fegato. Quindi è più sensato acquistare il cibo secco in un barattolo il cui contenuto sarà consumato nel giro di 6 settimane. Anche la Malattia del buco dei Ciclidi, secondo le esperienze degli ultimi anni, sembra essere una malattia da carenza che può avere due cause. Finora è stata sempre attribuita al flagellato Hexamita come agente patogeno, nei Discus al flagellato Spironucleus. Al contrario si riuscì a far scomparire i buchi nella testa dei pesci anche in caso di presenza di flagellati, aggiungendo dell’Osspulvit (un preparato a base di calcio e vitamine) al cibo dei pesci e un preparato di sostanze minerali all’acqua. Queste constatazioni permettono di concludere che la comparsa di buchi nella testa e nelle pinne è una manifestazione di carenza, provocata da quantità troppo scarse nel cibo di calcio e fosforo, nonché di vitamina D. In un caso, per due mesi fu somministrato in un acquario con Discus, per mancanza di tempo, esclusivamente cuore di bue senza aggiunte. Questo causò a quattro su sedici Discus delle infiammazioni nell’intestino. Di conseguenza si formò un’occlusione intestinale, con l’intestino largo 2 cm su una lunghezza di 4 cm e riempito di chimo semidigerito. Questo causò a quattro su sedici Discus delle infiammazioni nell’intestino. Di conseguenza si formò un’occlusione intestinale, con l’intestino largo 2 cm su una lunghezza di 4 cm e riempito di chimo semidigerito. Gli animali morirono con l’addome rigonfio. Un altro esemplare si riprese dopo un aumento della temperatura a 33 °C e la somministrazione di Osspulvit e spinaci. Anche qui già si notava un evidente rigonfiamento dell’addome. Pure un cibo surgelato non totalmente scongelato può provocare infiammazioni intestinali. Alcuni mangimi disponibili in commercio specializzati per i Discus:
Il Pastone (di Paolo de Rosa) Ingredienti occorrenti e dosi: 1,5 Kg circa di cuore di bue (biologici) Prima operazione da compiere è quella di lavare bene gli spinaci e la carota, quindi si inizia a tagliare con un coltello il cuore di bue a piccoli pezzetti, provvedendo a nettarlo da eventuali pezzi duri o di grasso. Con l’aiuto di un robot da cucina, si provvede a tritarlo finemente e quindi a riporlo in un contenitore sufficientemente grande per contenere tutti gli ingredienti e dove potere successivamente procedere all’impasto.
Alla ricetta base è possibile aggiungere o sostituire alcuni ingredienti con altri alimenti tipo larve rosse e nere di zanzara, artemia salina adulta, polpa di mitili, filetti di platessa, uova di pesce o di crostacei ecc., sempre che questi siano reperibili freschi e non surgelati, mentre alimenti vegetali alternativi o aggiuntivi possono essere anche i peperoni e la banana, da frullare preventivamente. |
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