Tutte le regole che devi assolutamente leggere per nutrire al meglio i tuoi pesci.
Caratteristiche dell’alimentazione dei pesci
Può sembrare scontato, ma non lo è affatto. Sono in molti, infatti, a dare poco peso all’alimentazione dei propri pesci, non ritenendola un elemento importante.
E invece, proprio una corretta alimentazione è fondamentale per tenere alto lo stato di salute dei tuoi pesciolini.
Innanzitutto, la tipologia di alimentazione da somministrare alle specie che allevi nel tuo acquario deve essere selezionata tra le varie presenti in commercio, come:
- Mangimi secchi (granulari, scaglie, flakes o compresse)
- Mangimi liofilizzati (essiccati in più fasi di lavorazione dopo essere stati precedentemente surgelati per mantenere le proprietà alimentari)
- Mangimi surgelati (Artemia, Krill, Copepodi e Tubifex)
- Prede vive (Artemia, Grilli e Lombrichi)
- Cibo fresco (polpa di cozze, gamberetti e pesciolini, nonché verdure come zucchine e spinaci)
Quando ti troverai a dover scegliere tra tutti questi tipi di cibo, presta attenzione alle caratteristiche morfologiche ed etologiche dei tuoi pesciolini: ricoprono un ruolo di primaria importanza in questo processo.
A questo punto ti starai chiedendo quante volte al giorno devi dar da mangiare agli inquilini del tuo acquario. Il consiglio che posso darti è di somministrare il cibo più volte al giorno e con un dosaggio minore piuttosto che in un’unica soluzione in quantità maggiori.
Questo perché alcune tipologie di mangimi, come le scaglie, se non vengono rapidamente consumati rischiano di depositarsi in angoli poco raggiungibili del tuo splendido acquario su misura, contribuendo al suo inquinamento.
Alimentazione e morfologia
Nel proprio ambiente naturale le diverse specie di pesci esistenti possono cibarsi di una innumerevole varietà di prede, che possono comprendere:
- Pesci
- Alghe
- Uccelli
- Mammiferi
- Insetti
- Organismi planctonici
Come ti dicevo, la forma del corpo dei tuoi animaletti acquatici ha un’importanza fondamentale sulla tipologia di alimentazione.
Nelle specie più conosciute, la bocca si trova all’estremità anteriore del corpo: questa caratteristica è tipica delle specie ittiche, ornamentali e non, che si cibano nella parte centrale della colonna d’acqua.
Una bocca del genere infatti sarebbe poco utile per specie che si procurano il cibo in aree differenti della colonna d’acqua.
Ti faccio un esempio: i pesci che cercano il cibo nella parte più vicina alla superficie dell’acqua hanno sviluppato un dorso piatto, cosa che consente loro di mantenere una posizione di nuoto orizzontale appena al di sotto della superficie stessa.
In queste specie, solitamente, la forma della bocca è definita “a cucchiaio”.
Ci sono, però, anche tutte quelle specie che si cibano sui fondali dei vari ambienti acquatici. Questi esemplari, evolvendosi, hanno sviluppato una bocca rivolta verso il basso e spesso presentano anche dei barbigli sensoriali e un ventre quasi completamente piatto.
Ovviamente in natura esistono anche molte eccezioni rispetto a quanto ti ho detto fino a questo punto.
Per la ricerca del cibo, oltre alla posizione della bocca, anche la sua forma è importante: pensa al Cavalluccio Marino (Hippocampus Hippocampus), che possiede un muso molto allungato alla cui estremità è presente la bocca.
Questa caratteristica è determinante per consentire a questi animali di alimentarsi tra piccole insenature delle rocce, tra foglie di Posidonia o tra le ramificazioni di vari coralli.
Altre specie di pesci, come quelle appartenenti alla famiglia dei Loricaridi, invece si nutrono di alghe. Per questo motivo, la loro bocca è provvista di labbra che formano una sorta di ventosa con cui riescono a rimanere attaccati alla superficie desiderata anche in condizioni di forte corrente.
Mi raccomando, attento a non cadere vittima delle apparenze: la grandezza di un esemplare non è sempre direttamente proporzionale a quella della sua preda (o comunque del proprio cibo).
Per farti capire di cosa parlo: esistono due specie molto differenti in fatto di taglia, l’Aringa (Clupea Harengus) e lo Squalo Balena (Rhincodon Typus), che si cibano praticamente dei medesimi organismi planctonici.
Il ruolo della dentatura
Abbiamo quasi finito.
Mi piacerebbe concludere il discorso sull’alimentazione con una piccola parentesi rispetto alla dentatura dei pesci.
Alcune specie, come il notissimo Piranha (Pygocentrus Nattereri), hanno denti grossi e robusti, adatti a strappare rapidamente la carne della propria preda.
Altre, come per esempio le Carpe (varie specie), non hanno dei veri e propri denti, ma hanno delle ossa faringee adatte alla triturazione del cibo una volta in gola.
Infine, ci sono i famosi x, che possiedono denti fusi tra loro e che formano una sorta di becco, utile a frantumare le conchiglie dei vari molluschi.
Ovviamente, capirai bene che anche l’evoluzione della dentatura è stata inevitabilmente segnata dalla tipologia di alimentazione.
Gregory Rossi
Acquariofilo Esperto