Non tutte le alghe sono nocive, alcune che crescono naturalmente sulle rocce vive sono anche belle a vedersi oltre che utili facendo da base per la crescita del placton e fitoplacton e contribuendo con la fotosintesi alla depurazione dell’acqua.
CaulerpaIl genere Caulerpa comprende alcune fra le alghe verdi più ricercate dagli appassionati. Sono alghe di color verde pisello composte da un corpo strisciante, lo stolone, ancorato sul fondo con sottili rizoidi, dal quale spuntano verso l’alto segmenti frondosi di varia foggia. Fra le oltre 70 specie, le più diffuse negli acquari di barriera sono la Caulerpa taxifolia e la Caulerpa racemosa. Caulerpa racemosa ha invece segmenti frondosi a forma d’acini d’uva. Mentre la Caulerpa taxifolia è estremamente adattabile e cresce bene sia con tanti che con pochi nutrienti, sotto una illuminazione debole o forte, la C. racemosa, come le altre Caulerpa, richiede condizioni dell’acqua migliori e più stabili, e una luce di media o forte intensità. In acquario aiutano a depurare l’acqua da alcune sostanze inquinanti come nitrati e fosfati che utilizzano per la loro crescita. È importante potarle regolarmente per evitare una loro eccessiva proliferazione, fatto che potrebbe provocare competizione con alcuni invertebrati, sottraendo loro nutrimento e spazio. Attenzione al processo durante il ciclo vitale tende a rilasciare in alcuni casi una sostanza lattiginosa che potrebbe rovinare in modo irreparabile l’equilibrio di vasche molto piccole come i nanoreef. HalimedaAlga calcarea anch’essa appartenente al gruppo delle alghe verdi, particolarmente apprezzata in acquario per il suo aspetto originale. Il tallo, che è in pratica il “corpo” dell’alga, ha l’inconfondibile aspetto di un piccolo fico d’india, costituito da singoli elementi simili a monete sul cui bordo superiore crescono nuovi segmenti. Per favorirne la crescita in acquario, dove è in grado di vivere per anni producendo sempre nuove foglie, occorre una luce di media intensità, un’acqua povera di nutrienti e l’aggiunta di acqua calcarea o altri prodotti che reintegrino i valori del calcio. L’ aumento della concentrazione di nitrati e fosfati e la carenza di calcio frenano la crescita dell’alga, e, se la qualità dell’acqua cambia improvvisamente, in pochi giorni diventa bianca e si decompone. Di notte in mancanza di luce scolorisce. Basta un singolo frammento per formare nuove alghe. E’ molto prolifera se la vasca ha un buon equilibrio e una giusta dose di calcio diventa infestante: si può usare come metro per capire se la vasca ha acqua con la giusta quantità di calcio disciolto, la crescita ne è un indicatore preciso. ValoniaAlga a sfera che forma colonie compatte di vesciche a forma di acini d’uva riempite di acqua. La loro diffusione può essere fonte di problemi all’interno di un nanoreef in quanto possono crescere in mezzo alle colonie di invertebrati sessili e danneggiare gravemente i coralli. La loro rimozione non è impresa facile in quanto l’esplosione delle vescicole piene d’acqua contribuisce a una più rapida diffusione dell’alga stessa. Si consiglia quindi di togliere la roccia, porla in una vaschetta esterna e grattare via ogni traccia di valonia. Per la lotta biologica sono consigliati i ricci Diadema sp., il granchio Mitrax sp. e naturalmente gli erbivori pesci chirurgo (pesci non adatti ad un nano reef). NeomerisOltre alle alghe calcaree rosse che crescono in abbondanza sulle rocce vive, ci sono delle varietà di colore verde che hanno forme diverse.
Quella nella foto sotto è una Neomeris dumetosa. Cresce abbastanza lentamente e non è infestante. A base calcarea se di piccole dimensioni rimane di un verde molto acceso. Più cresce più la base tende a sbiancarsi. Ad ogni modo resta un ottimo ospite da avere in vasca perchè dove crescono le alghe calcaree non crescono le altre alghe infestanti Non viene infastidita da paguri o altri pessi alghivori
BriopsysAlga superiore a crescita lenta. Può però ricoprire, con il tempo, ampie superfici. C’è chi non ama averla in vasca, ma è quasi impossibile debellarla.
Ma la soluzione ottimale resta l’eliminazione meccanica togliendo la roccia dalla vasca e “strappando” i ciuffi.
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