Stanco del precedente allestimento dedicato alle “epifite” , ho deciso di riallestire il cubo 30x30x30 dedicandolo questa volta alla coltivazione di Eleocharis parvula, una pianta palustre che in acquario può formare bellissimi prati compatti, con poco sforzo da parte dell’acquariofilo. Questo vuole essere un esempio di vaschetta facile , senza troppe pretese, adatta ai neofiti che tanto desiderano avere “pratini” nei loro acquari. Sono passato ad un tipo di allestimento completamente diverso, mantenendo lo stesso filtro e la stessa illuminazione di prima, ma aggiungendo CO2 e fondo fertile. Non c’è riscaldamento, l’acqua è a temperatura ambiente. allestimento precedente Sotto ho messo un po’ di Dennerle Deponit Mix e sopra un po’ di Flourite Black Sand. Il Deponit l’ho scelto perché è un buon prodotto che ho usato già altre volte, mentre la Sand l’ho scelta perché mi serviva un fondo fine e scuro ma che non fosse una semplice sabbia. Le radici di E.parvula per svilupparsi bene hanno bisogno di un fondo morbido, fine e ricco di nutrimento. Non ho mai avuto problemi di alghe, faccio cambi del 50% ogni settimana, mischiando acqua del rubinetto ad osmosi, metà e metà. I valori li ho misurati un paio di volte, solo all’inizio, poi non li ho più misurati ( KH 6, pH 6,8 ).
Volevo coltivare questa pianta in maniera un po’ “spinta”. Quindi con molta CO2 e senza animali, per potermi concentrare solo sulla pianta e senza dovermi preoccupare delle esigenze di eventuali ospiti. Nulla vieta comunque di inserire qualche Invertebrato, come per esempio le facili “red cherry” , che possono stare tranquillamente a temperatura ambiente. Ma questo impone maggiore attenzione nell’uso della CO2 e nell’uso di eventuali fertilizzanti in colonna. E.parvula può crescere anche con luce media, non serve per forza 1 W/L, però con poca luce rimane più lenta e meno compatta. Se si vuole ottenere il massimo del suo splendore e ottenere “pratini” compatti è praticamente obbligatorio fornire CO2 e luce intensa. Durante le prime fasi di attecchimento, è meglio non inserire pesci che stazionano sul fondo smuovendolo, ma direi neanche dopo: a mio avviso un allestimento del genere si presta poco ad ospitare qualunque pesce di fondo in generale, non solo per le dimensioni della vaschetta ma anche perché pratini molto compatti e fitti non consentono ai pesci di adagiarsi sul fondo, non c’è spazio per loro. Per illuminare ho utilizzato una lampada da lavoro Tertial Ikea: poiché la vaschetta si trova su una scrivania,mi era comodo usare questo tipo di lampada. La lampadina è una E27 da 23w 6500k. All’inizio avevo messo una 32w, ma mi sembrava troppo, soprattutto all’inizio è meglio non esagerare con la luce. E’ inutile bombardare di luce una pianta che deve ancora attecchire. Così ho messo una 23w, direi più che sufficiente, la stessa dell’allestimento precedente. Il filtro è un Eden 501, ottimo per acquari di piccole dimensioni, ben nascosto dietro la vaschetta, grazie ad un cartoncino bianco. Trovo sempre molto comodo utilizzare le lampadine E27, anche quelle del supermercato, mantenendo la stessa plafoniera-portalampada: è sufficiente cambiare lampadina (mettendone un’altra con wattaggio diverso) per avere più o meno luce. A mio avviso questo è un grosso vantaggio. Purtroppo per loro natura tali lampadine si prestano ad essere usate solo all’esterno degli acquari , sospese sopra la vasca, non all’interno dove c’è condensa e umidità. In inverno la vaschetta, soprattutto se riscaldata, può essere chiusa con un pezzo di plexiglas trasparente, come nella foto seguente, per ridurre evaporazione e dispersione termica. |
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