Acquariocultura è un termine nuovo ed è stato coniato per evindenziare la differenza tra i pesci di allevamento e i pesci pescati nel loro ambiente. L’acquariocultura si è sviluppata qualche anno fa, per ripopolare le zone costiere impoverite dai pescatori, l’inquinamento e i predatori. In natura il 90% delle larve sono mangiate dai predatori naturali. L’acquariocultura consiste nel prelevare dal mare le larve plantoniche metterle in allevamenti semi-artificiali e farle crescere. Nell’ecosistema corallino, un pesce adulto depone in media 1 milione di uova all’anno e nei primi 2 mesi di vita il numero viene drasticamente ridotto a qualche migliaio e al 4° mese ne rimangono che poche centinaia. Nella foto sotto si vede un pesce chirurgo nella fase post-larvale. nella foto seguente, invece, lo stesso pesce otto giorni dopo. La colorazione nella fase post-larvare è quasi nulla, è più sul diafano e questo camuffamento serve alla larva per sopravvivere. Otto giorni dopo assume la colorazione da reef e la metamorfosi gli permetterà di vivere dentro la barriera corallina. Il cambiamento di colore accompagna anche le modifiche nel suo comportamento e su alcuni organi. Questi cambiamenti rendono il periodo propizio all’allevamento. In questo periodo il pesce non subisce stress nel passaggio dalla vita di barriera a quella di acquario e questi giovani pesci, che sono un ottimo pasto per tutti i predatori, hanno degli enormi benefici sulla crescita, dovuti proprio alla cattività. In questa fase possono mangiare anche 7/8 volte al giorno. Infatti nella seconda fase di crescita i pesci vengono spediti ai centri di allevamento che li faranno crescere fino alla taglia commerciale. La differenza con i pesci allevati, quindi, è che rimangono in natura per tutta la fase larvale. Ma anche in Europa troviamo degli allevamenti che riproducono diversi tipi di pesci e gamberetti. Oramai la tecnologia ci è talmente d’aiuto che possiamo riprodurre alcune varietà di pesci marini anche nell’acquario di casa. In alcuni casi purtroppo i risultati non sono dei migliori, poichè si arriva a salvare poche larve, ma è comunque un successo che col tempo non può che migliorare. Questi gamberetti sono di taglia ridotta, in età adulta misurano 1 cm e sono ideali per i micro-reef e i nano reef. Sono degli ottimi mangiatori di alghe e sono molto rubusti. La loro vita sociale è molto pacifica e vivono in branchi piuttosto numerosi. Ma come spesso succede in natura il maschio dominante ha i colori più intensi, mentre gli altri sono meno colorati. L’alimentazione è fontamentale per ottenere ottimi risultati, ma deve essere necessario anche un buon sistema di filtraggio. In Alcuni centri di allevamento si è notato che i pesci si riproducono meglio se il volume d’acqua è molto elevato, anche se le vasche di riproduzione sono piccole, ma sono tutte collegate con lo stesso filtro, si ottengono buoni risultati nella deposizione e nella schiusa delle larve. L’acquario di Montecarlo, usa il sistema dell’allevamento “estensivo”, le coppie sono cioè tenute nelle normali vasche che sono adibite al pubblico e in ogni vasca ci sono 2 o 3 coppie. Quando queste depongono, le uova sono spostate e messe nella nursery, dove crescono tutte insieme. Appena i giovani sono di taglia commerciale, vengono spostati nelle vasche di accrescimento e succesivamente venduti. Ma a Montecarlo si riproducono anche i Pterapogon Kauderni e ogni sorta di corallo duro e mollo.(Pensate che i primi esperimenti veninano fatti già nel 1982 con il corallo rubrum. E la tecnica era praticamente la stessa che viene usata oggi con le acropore.) Il miracolo delle riproduzioni avviene grazie al Fitoplancton e Zooplancton, questo è l’alimento principale per tutte le larve. Ogni larva ha esigenze diverse, dovute alla taglia e più è piccolo il pesce più è difficile riprodurlo, poichè diventa difficile ottenere lo Zooplancton adatto alla sua taglia. Lo Zooplancton non è tutto uguale, esiste in diverse dimensioni, e più è piccolo e più è difficile riprodurre e mantenere in vita. Alcune aziende stanno studiando il metoto per mettere a disposizione lo zooplankton anche per gli hobbisti, come il brachionus o il fitoplankton come il tetraselmis che sono ideali per gli Amphiprion. L’ostacolo maggiore per la crescita dei gamberetti sono le continue mute che vengono fatte, si è notato che trovano difficoltà ad uscire dall’esoscheletro. Nella foto di seguito si vedono le larve nella prima fase.
L’ostacolo in parte è stato superato grazie all’uso di vasche cilindriche di altezza superiore agli 80 cm. Purtroppo la percentuale rimane ancora bassa ma la qualità è sicuramente migliorata. |
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Acquacultura – riproduzione di animali marini in cattività
15/04/20050
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