Allevamento
Rispetto ad altre specie, crea maggiori grattacapi all'acquariofilo, in particolare i pesci adulti; gli esemplari di tutte le età risentono di scompensi fisici riconducibili perlopiù a infezioni cutanee.
Le vasche dotate di spazi limitati acuiscono l'aggressività introspecifica tipica di A. polymnus, pertanto si raccomanda di formare la comunità ittica con animali di specie diverse.
La presenza del partner simbionte rende l'habitat meno disagevole per questa specie e stimola il processo riproduttivo degli animali.
Purtroppo l'allevamento delle larve risulta alquanto problematico malgrado la riproduzione in scala ottimale dell'habitat naturale; infatti naupli di Artemia risultano inizialmente indigesti agli avannotti e per sperare di ottenere qualche risultato apprezzabile bisogna ricorrere prima a forme nutritive alternative (Ciliati marini del genere Euplotes, integrati ad altri microrganismi allevati in particolari acquari).
Come per altri Pesci pagliaccio, è opportuno dividere il processo nutrizionale in alcune fasi: inizialmente occorre somministrare crostacei vivi per rendere meno traumatico l'approccio alimentare su scala "artificiale"; quando il pesce ha preso confidenza con il nuovo habitat è possibile variare il regime alimentare e, quindi, somministrare mangime morto d'origine animale e alghe finemente tagliuzzate.
Risulta particolarmente promettente l'allevamento di questa specie in acquari di invertebrati, in particolare se gli esemplari sono supportati dalla presenza del loro anemone simbionte.
Le vasche dotate di spazi limitati acuiscono l'aggressività introspecifica tipica di A. polymnus, pertanto si raccomanda di formare la comunità ittica con animali di specie diverse.
La presenza del partner simbionte rende l'habitat meno disagevole per questa specie e stimola il processo riproduttivo degli animali.
Purtroppo l'allevamento delle larve risulta alquanto problematico malgrado la riproduzione in scala ottimale dell'habitat naturale; infatti naupli di Artemia risultano inizialmente indigesti agli avannotti e per sperare di ottenere qualche risultato apprezzabile bisogna ricorrere prima a forme nutritive alternative (Ciliati marini del genere Euplotes, integrati ad altri microrganismi allevati in particolari acquari).
Come per altri Pesci pagliaccio, è opportuno dividere il processo nutrizionale in alcune fasi: inizialmente occorre somministrare crostacei vivi per rendere meno traumatico l'approccio alimentare su scala "artificiale"; quando il pesce ha preso confidenza con il nuovo habitat è possibile variare il regime alimentare e, quindi, somministrare mangime morto d'origine animale e alghe finemente tagliuzzate.
Risulta particolarmente promettente l'allevamento di questa specie in acquari di invertebrati, in particolare se gli esemplari sono supportati dalla presenza del loro anemone simbionte.
Famiglia
Pomacentridae
Provenienza
Arcipelago Indo-Australiano, Malesia, Filippine e
Temperatura
24-26°C
Lunghezza
Fino a circa 15 cm.
Biotopo
Barriere coralline e lagune profonde circa 30 m.
Comportamento
Tali Amphiprion instaurano un rapporto di simbiosi con grandi anemoni marini (Heteractis crispa e Stichodactyla haddoni); nella "comunità anemonare" può vivere solo una coppia.
A differenza degli altri animali marini, i Pesci pagliaccio riescono a penetrare nelle maglie tentacolari degli anemoni assorbendone parti di mucosa a sufficienza e rendendosi così immune all'azione venefica esercitata dalle cellule urticanti presenti nei tentacoli; naturalmente lo scudo protettivo carpito all'Attinia perde le sue proprietà dopo un certo periodo di tempo, pertanto l'Amphiprion deve ripristinare queste difese artificiali sottoponendosi periodicamente al processo di acquisizione del muco protettivo.
L'aggiramento delle difese dell'anemone non si rivela deleterio per l'anemone, anzi ne scaturisce una rapporto di reciproca convenienza mediante il quale L'Amphiprion giace entro il "guscio" tentacolare al riparo da attacchi di eventuali predatori e a sua volta contraccambia l'ospite preservandone l'incolumità messa a repentaglio da molte specie Chaetodon.
Probabilmente questi Pesci pagliaccio possono anche nutrirsi dei crostacei parassitari che debilitano l'organismo dell'anemone.
Tali Amphiprion sono animali diurni che si separano dal proprio ospite prima che sorga l'alba: delimitano la propria zona di caccia nelle acque aperte sovrastanti il loro anemone simbionte.
Gli ingredienti essenziali tramite cui soddisfano le proprie esigenze alimentari consistono in animali planctonici; probabilmente si nutrono anche di crostacei parassitari attaccati ai tentacoli dell'anemone.
Analogamente al genere Pseudochromis, tali Amphiprion sono ermafroditi, con la differenza che al pesce più grande è attribuito il sesso femminile; nell'anemone, essi possono formare una piccola comunità composta anche da esemplari giovani.
L'esemplare femminile è quello che mantiene inalterata la formazione degli ormoni sessuali degli altri pesci: quando la sua presenza viene meno, il componente maschile più grande ne prende le veci.
Il rifugio (ubicato nelle adiacenze dell'anemone simbionte) in cui verranno collocate le uova, è pulito preventivamente dal maschio che rosicchia alacremente i ciuffi di alghe che infestano la base del giaciglio.
Quando la femmina raggiunge il maschio l'operazione riproduttiva ha inizio: appena depone le uova, essa comincia a raggrupparle una accanto all'altra premurandosi che esse aderiscano al substrato con l'aiuto di un fibra sottile adesiva; spetta al maschio, dunque, fertilizzarle e preservarle da eventuali pericoli perpetrati dall'anemone.
Per adempiere alle operazioni difensive, esso può (anche congiuntamente alla femmina) emettere dei suoni stridenti. Inoltre, i riproduttori sovrintendono a funzioni di "manutenzione" della progenie: con l'ausilio delle pinne pettorali smuovono le acque sovrastanti le uova e divorano quelle morte o ammuffite.
La schiusa avviene nell'arco di una settimana o poco più, nelle ore immediatamente successive al tramonto o in orari notturni.
Gli avannotti cominciano a nuotare in zone pelagiche anche se non impiegano molto tempo a diventare assidui frequentatori del fondale e a manifestare il legame simbiotico verso gli anemoni.
Trattasi di una specie molto prolifera.
A differenza degli altri animali marini, i Pesci pagliaccio riescono a penetrare nelle maglie tentacolari degli anemoni assorbendone parti di mucosa a sufficienza e rendendosi così immune all'azione venefica esercitata dalle cellule urticanti presenti nei tentacoli; naturalmente lo scudo protettivo carpito all'Attinia perde le sue proprietà dopo un certo periodo di tempo, pertanto l'Amphiprion deve ripristinare queste difese artificiali sottoponendosi periodicamente al processo di acquisizione del muco protettivo.
L'aggiramento delle difese dell'anemone non si rivela deleterio per l'anemone, anzi ne scaturisce una rapporto di reciproca convenienza mediante il quale L'Amphiprion giace entro il "guscio" tentacolare al riparo da attacchi di eventuali predatori e a sua volta contraccambia l'ospite preservandone l'incolumità messa a repentaglio da molte specie Chaetodon.
Probabilmente questi Pesci pagliaccio possono anche nutrirsi dei crostacei parassitari che debilitano l'organismo dell'anemone.
Tali Amphiprion sono animali diurni che si separano dal proprio ospite prima che sorga l'alba: delimitano la propria zona di caccia nelle acque aperte sovrastanti il loro anemone simbionte.
Gli ingredienti essenziali tramite cui soddisfano le proprie esigenze alimentari consistono in animali planctonici; probabilmente si nutrono anche di crostacei parassitari attaccati ai tentacoli dell'anemone.
Analogamente al genere Pseudochromis, tali Amphiprion sono ermafroditi, con la differenza che al pesce più grande è attribuito il sesso femminile; nell'anemone, essi possono formare una piccola comunità composta anche da esemplari giovani.
L'esemplare femminile è quello che mantiene inalterata la formazione degli ormoni sessuali degli altri pesci: quando la sua presenza viene meno, il componente maschile più grande ne prende le veci.
Il rifugio (ubicato nelle adiacenze dell'anemone simbionte) in cui verranno collocate le uova, è pulito preventivamente dal maschio che rosicchia alacremente i ciuffi di alghe che infestano la base del giaciglio.
Quando la femmina raggiunge il maschio l'operazione riproduttiva ha inizio: appena depone le uova, essa comincia a raggrupparle una accanto all'altra premurandosi che esse aderiscano al substrato con l'aiuto di un fibra sottile adesiva; spetta al maschio, dunque, fertilizzarle e preservarle da eventuali pericoli perpetrati dall'anemone.
Per adempiere alle operazioni difensive, esso può (anche congiuntamente alla femmina) emettere dei suoni stridenti. Inoltre, i riproduttori sovrintendono a funzioni di "manutenzione" della progenie: con l'ausilio delle pinne pettorali smuovono le acque sovrastanti le uova e divorano quelle morte o ammuffite.
La schiusa avviene nell'arco di una settimana o poco più, nelle ore immediatamente successive al tramonto o in orari notturni.
Gli avannotti cominciano a nuotare in zone pelagiche anche se non impiegano molto tempo a diventare assidui frequentatori del fondale e a manifestare il legame simbiotico verso gli anemoni.
Trattasi di una specie molto prolifera.
Caratteristiche
La livrea è caratterizzata da una colorazione marrone scura con sfumatura più chiara in corrispondenza del muso; presente una fascia bianca verticale dietro il bulbo oculare, una si sviluppa sulla superficie dorsale fino a spruzzare il bordo della pinna corrispondente, e l'ultima contorna il margine della coda.
Dimorfismo
-
Alimentazione
-
Particolarità
-
Densità
1022-1023
ValorePH
8.0-8.3