Famiglia
Acanthuridae
ValorePH
8.0-8.3
Densità
1022-1023
Temperatura
24-26°C
Particolarità
Esistono differenze cromatiche di livrea in base all'età degli esemplari: quelli giovani, lunghi fino a circa 10 cm, sono di colore giallo con una striscia blu nella pinna dorsale e in quella anale; quelli più piccoli hanno una livrea celeste.
Qualora tale specie ingerisca alghe velenose, diventa temporaneamente portatrice dell'intossicazione di ciguatossina
Qualora tale specie ingerisca alghe velenose, diventa temporaneamente portatrice dell'intossicazione di ciguatossina
Caratteristiche
Il corpo è di forma ovale ed è schiacciato sui fianchi; l'arto dorsale e anale denotano una base piuttosto allungata, mentre la fronte è inclinata.
Tale specie è munita di aculei affilati racchiusi in un solco, ai due lati del peduncolo caudale.
Quando queste lamette lamette sono alzate, costituiscono un valido strumento di offesa e difesa, rendendo particolarmente pericolosi gli attacchi laterali eseguiti con la coda.
Tramite le pinne pettorali, eseguono movimenti natatori di natura ondeggiante, a volte possono raggiungere un'elevata velocità. Questi arti vengono usati per pulire gli occhi e addirittura il capo, caratteristica ravvisabile anche in altri pesci come i Labridi e alcune specie della famiglia Nemipteridae.
Per muoversi in determinate direzioni, gli Acanturidi impiegano la pinna caudale come se fosse un timone.
Tale specie è munita di aculei affilati racchiusi in un solco, ai due lati del peduncolo caudale.
Quando queste lamette lamette sono alzate, costituiscono un valido strumento di offesa e difesa, rendendo particolarmente pericolosi gli attacchi laterali eseguiti con la coda.
Tramite le pinne pettorali, eseguono movimenti natatori di natura ondeggiante, a volte possono raggiungere un'elevata velocità. Questi arti vengono usati per pulire gli occhi e addirittura il capo, caratteristica ravvisabile anche in altri pesci come i Labridi e alcune specie della famiglia Nemipteridae.
Per muoversi in determinate direzioni, gli Acanturidi impiegano la pinna caudale come se fosse un timone.
Biotopo
L'habitat naturale di questa specie è la barriera corallina con alghe e, in generale, le aree caratterizzate da vaste praterie di alghe.
Allevamento
Si raccomanda un acquario particolarmente capiente per attenuare l'aggressività di questa specie nei confronti dello stesso genere.
Inoltre, l'ideale è formare un ambiente dalla morfologia accentuata, in modo che i pesci si creino rifugi e nascondigli, evitando gli scontri con altri esemplari.
Sono ottimi per cercare di limitare la crescita delle alghe verdi filamentose nell' acquario. Purtroppo accettano difficilmente come cibo altri tipi di alghe infestanti come le cyanobatterie.
Per nutrire questa specie, è opportuno ricorrere a mangimi assortiti di tipo animale e vegetale: bisogna ricorrere in primo luogo alghe ad finemente tagliuzzate, non provenienti necessariamente dall'habitat marino, o eventualmente presenti sulle rocce vive.
Alimenti sostitutivi o integrativi possono essere verdure, quali broccoli, spinaci, zucchine e piante acquatiche tenere.
Un ingrediente supplementare è il mangime secco commerciale di origine vegetale in granuli o scaglie.
Per quanto concerne il mangime animale, è necessario somministrare gamberetti, polpa di granchi, molluschi, artemie, ecc.
La somministrazione esclusiva di mangime animale può rivelarsi deleteria poichè genera occlusioni e infiammazioni intestinali.
Inoltre, l'ideale è formare un ambiente dalla morfologia accentuata, in modo che i pesci si creino rifugi e nascondigli, evitando gli scontri con altri esemplari.
Sono ottimi per cercare di limitare la crescita delle alghe verdi filamentose nell' acquario. Purtroppo accettano difficilmente come cibo altri tipi di alghe infestanti come le cyanobatterie.
Per nutrire questa specie, è opportuno ricorrere a mangimi assortiti di tipo animale e vegetale: bisogna ricorrere in primo luogo alghe ad finemente tagliuzzate, non provenienti necessariamente dall'habitat marino, o eventualmente presenti sulle rocce vive.
Alimenti sostitutivi o integrativi possono essere verdure, quali broccoli, spinaci, zucchine e piante acquatiche tenere.
Un ingrediente supplementare è il mangime secco commerciale di origine vegetale in granuli o scaglie.
Per quanto concerne il mangime animale, è necessario somministrare gamberetti, polpa di granchi, molluschi, artemie, ecc.
La somministrazione esclusiva di mangime animale può rivelarsi deleteria poichè genera occlusioni e infiammazioni intestinali.
Comportamento
Di norma, vivono in grandi branchi in cui si consumano innumerevoli scaramucce di natura perlopiù intimidatoria: quando 2 esemplari entrano in stretto contatto, tendono ad abbozzare degli attacchi, senza però toccarsi.
Essi denotano un elevato grado di vivacità che li induce a nuotare molto rapidamente e a muoversi con disinvoltura tra ostacoli di varia natura.
Tali pesci non hanno sviluppato uno stomaco predisposto all'ingestione di sostanze solide o mescolate con sabbia, pertanto si alimentano di alghe e piante marine tenere.
L'assimilazione di tali vegetali risulta agevole, grazie all'apparato intestinale piuttosto allungato, inoltre la particolare conformazione dentale, a forma di spatola seghettata, permette ad essi di tagliuzzare anche i campioni vegetali più piccoli (problematica, invece, la triturazione di piante lunghe), operazione che li vede impegnati per tutta la giornata.
Durante il periodo della riproduzione, nuotano compatti in modo frenetico, finchè al tramonto, gruppi sparuti di pesci abbandonano il branco per dirigersi verso la superficie, dove espellono le uova e lo sperma.
L'espulsione delle uova e dello sperma è probabilmente facilitata dalla diminuzione della pressione all'interno della vescica natatoria, quest'ultima operazione resa possibile dal moto rapido verso la superficie.
Le uova galleggiano sulla superficie marina con l'ausilio di una particolare goccia oleosa e in poco tempo si schiudono rivelando le larve.
Il tempo di sviluppo di queste ultime è di 26 ore e si manifesta in varie fasi: inizialmente la larva, lunga appena 2 mm, trae sostentamento, per alcuni giorni, dal sacco vitellino, dopodichè evolve al secondo stadio denominato Acronurus.
Dopo poche settimane, la larva assume le fattezze di un minuscolo pesciolino, lungo circa 20 mm, che si nutre principalmente di piccolissimi organismi planctonici.
Anatomicamente parlando, la larva Acronurus non è munita di squame bensì di listelli cornei posti verticalmente sui fianchi.
Essa ha un aspetto trasparente e presentano raggi veleniferi nella prima pinna dorsale, in quella anale, nonchè in quelle pettorali.
La livrea muta cromaticamente in modo definitivo quando l'animale raggiunge una lunghezza di circa una decina di cm.
Essi denotano un elevato grado di vivacità che li induce a nuotare molto rapidamente e a muoversi con disinvoltura tra ostacoli di varia natura.
Tali pesci non hanno sviluppato uno stomaco predisposto all'ingestione di sostanze solide o mescolate con sabbia, pertanto si alimentano di alghe e piante marine tenere.
L'assimilazione di tali vegetali risulta agevole, grazie all'apparato intestinale piuttosto allungato, inoltre la particolare conformazione dentale, a forma di spatola seghettata, permette ad essi di tagliuzzare anche i campioni vegetali più piccoli (problematica, invece, la triturazione di piante lunghe), operazione che li vede impegnati per tutta la giornata.
Durante il periodo della riproduzione, nuotano compatti in modo frenetico, finchè al tramonto, gruppi sparuti di pesci abbandonano il branco per dirigersi verso la superficie, dove espellono le uova e lo sperma.
L'espulsione delle uova e dello sperma è probabilmente facilitata dalla diminuzione della pressione all'interno della vescica natatoria, quest'ultima operazione resa possibile dal moto rapido verso la superficie.
Le uova galleggiano sulla superficie marina con l'ausilio di una particolare goccia oleosa e in poco tempo si schiudono rivelando le larve.
Il tempo di sviluppo di queste ultime è di 26 ore e si manifesta in varie fasi: inizialmente la larva, lunga appena 2 mm, trae sostentamento, per alcuni giorni, dal sacco vitellino, dopodichè evolve al secondo stadio denominato Acronurus.
Dopo poche settimane, la larva assume le fattezze di un minuscolo pesciolino, lungo circa 20 mm, che si nutre principalmente di piccolissimi organismi planctonici.
Anatomicamente parlando, la larva Acronurus non è munita di squame bensì di listelli cornei posti verticalmente sui fianchi.
Essa ha un aspetto trasparente e presentano raggi veleniferi nella prima pinna dorsale, in quella anale, nonchè in quelle pettorali.
La livrea muta cromaticamente in modo definitivo quando l'animale raggiunge una lunghezza di circa una decina di cm.
Provenienza
Oceano Atlantico e nel Mar dei Caraibi
Lunghezza
37 cm, in acquario scende a 20 cm
Livello di nuoto
Alto
habitat
Reef
Luogo specifico
Mar Caraibico