Laura e Angelo di River Monsters Italia ci parlano oggi del Brachyplatystoma filamentosum o Piraìba, un’enorme predatore di fiume dell’Amazzonia, che può raggiungere i tre metri di lunghezza.
Piraìba
Nome scientifico: Brachyplatystoma filamentosum
Tassonomia
Regno: Animalia
Phylum: Chordata
Classe: Actinopterigi
Ordine: Siluriformes
Famiglia: Pimelodidae
Genere: Brachyplatystoma
Ci sono attualmente sette specie riconosciute in questo genere :
Brachyplatystoma juruense (Boulenger , 1898) (pesce gatto zebrato, pesce gatto Juruense, falso tigrinum)
Brachyplatystoma platynemum Boulenger , 1898
Brachyplatystoma tigrinum (Britski , 1981) (Pesce gatto tigrato, Zebra shovelnose, Royal tiger shovelnose)
Brachyplatystoma vaillantii (Valenciennes , 1840) (Laulao, Piramutaba)
Brachyplatystoma capapretum Lundberg & Akama , 2005
Brachyplatystoma filamentosum (Lichtenstein , 1819) (Kumakuma, Piraíba, Filhote)
Brachyplatystoma rousseauxii (Castelnau , 1855) (Dourada o dorado in portoghese, un nome usato anche per molte altre specie con aspetto “cromato” o dorato)
Taglia: media registrata 250 cm, si dice possa raggiungere i 300 cm
Peso: 150 (registrati) – 200kg
Vita media: 20-40 anni (stimati)
Temperatura: 23-28 gradi
Ph: 6.5 a 8.5 (in base all’età)
E finalmente…. i PIRAIBA!!! Brachyplatystoma filamentosum, quelli veri! ?credo siano i primi due in Italia ? e per questo dobbiamo ringraziare Davide Landolfo di Zoo Mini Market ? (per la pazienza nel passare ai raggi x questa specie confusa spesso con i capapretum)Ora dobbiamo capirli bene, sembrano MOLTO sensibili e stressabili (almeno 1 su due)… bella sfida dato che si sa poco.#rivermonstersitalia #verimostri #piraiba
Pubblicato da Laura Grecchi su Giovedì 18 ottobre 2018
Il nome “Brachyplatystoma” ha origine da brachys, platys e stoma, che significano rispettivamente: corto, piatto e bocca.
È evidente come con tre parole siano riusciti a descrivere perfettamente la caratteristica del genere, ovvero la grande testa piatta, terminante in una bocca molto capiente. Spesso il corpo del pesce dà l’impressione di essere più corto della testa e a volte lo è davvero, a seconda della specie.
Questo genere fu descritto nel 1862 da Pieter Bleeker. La specie tipo è B. vaillantii.
Brachyplatystoma è un genere di pesci gatto della famiglia Pimelodidae. Questo genere include alcune delle più grandi specie di pesce gatto, tra cui il piraíba, ovvero B. filamentosum, che raggiunge la ragguardevole stazza di 3 metri di lunghezza (stando alla letteratura).
Il record mondiale riconosciuto da IGFA per Brachyplatystoma filamentosum appartiene al brasiliano Jorge Masullo de Aguiar con 155 kg.
Gli appartenenti al genere Brachyplatystoma si trovano nei bacini amazzonici e Orinoco e in altri habitat tropicali d’acqua dolce e salmastra del Sud America. Alcune specie sono migratorie.
Aspetto generale
I Brachyplatystoma mostrano tutti i barbigli mascellari lunghi, che si estendono oltre la pinna dorsale, ma possono persino estendersi alla pinna caudale . La pinna caudale del piraìba è moderatamente a profondamente biforcuta. Da giovane ha barbigli molto allungati e filamenti di pinne e spine pettorali fortemente ornate.
Come accennato, una delle caratteristiche di questo genere sono i filamenti delle pinne caudali nei pesci più giovani. Nella maggior parte delle specie questi filamenti si perdono con la crescita, mentre permangono in B. tigrinum, B. juruense e B. platynemum. I giovani B. capapretum e B. filamentosum presentano macchie dorsali e laterali che per lo più scompaiono nella forma adulta; mentre B. juruense e B. tigrinum mostrano macchie laterali che si espandono fino a formare strisce verticali mentre il pesce matura.
B. capapretum, descritto nel 2005, era precedentemente erroneamente identificato come B. filamentosum. Queste due specie sono strettamente correlate e tutt’ora confuse tra loro. Tuttavia, queste due specie si differenziano nella dentizione premascellare, dalla colorazione giovanile e adulta, nella lunghezza del barbo mascellare adulto e nella forma della pinna caudale.
Queste due specie presentano stadi giovanili maculati, sebbene in B. capapretum queste macchie siano molto più grandi dell’occhio, mentre in B. filamentosum queste macchie hanno all’incirca le stesse dimensioni dell’occhio. Inoltre, la sezione trasversale del peduncolo caudale è arrotondata in queste due specie, a differenza di una sezione più profonda e più sottile in altre specie di Brachyplatystoma.
L’adulto B. capapretum ha un dorso molto scuro o addirittura nero (il suo nome è derivato dal portoghese che significa mantello nero ), in contrapposizione alla superficie dorsale più chiara di B. filamentosum.
B. filamentosum e B. rousseauxii hanno una misteriosa ghiandola “del latte” nella parte superiore anteriore delle sue pinne pettorali. La sua funzione è sconosciuta, ma in Colombia questo pesce è noto come lechero, che significa appunto lattaio.
B. filamentosum ha quindi pattern composto da pois più piccoli, muso più tendente verso il basso, occhi talmente piccoli da apparire sproporzionati e filamenti su coda (forcata) e barbigli estremamente lunghi (più del doppio del corpo).
Anche come attività sono molto diversi: B. filamentosum si lancia spesso in nuotate a tutta velocità in vasca, V. capapretum è molto tranquillo nel suo vagare.
Distribuzione e habitat
I pesci di questo genere si trovano in Amazzonia, Orinoco e Guyana in Sud America. Il genere non si rinvengono a ovest o a nord delle Ande o nella fascia costiera venezuelana. Questi pesci generalmente abitano aree che hanno un substrato morbido, come fango o sabbia.
Alimentazione
Sono principalmente piscivori. In natura si è verificato che il contenuto di stomaco di Brachyplatystoma filamentosum a volte contiene scimmie e altri piccoli mammiferi o volatili, nei villaggi si dice che potrebbe persino predare gli esseri umani.
Ora, casi accertati non ce ne sono, ma ipotizzando potrebbe essere che un grosso esemplare afferrando un piede o una mano (hanno denti molto piccoli e numerosi, come fosse cartavetrata, atti a far presa anche sui pesci più “viscidi”) riesca ad annegare una persona. Attenzione: annegare, non mangiare! Sono pesci che ingoiano la preda intera.
In acquario dovrete premunirvi di pesce vivo, lombrichi e gasteropodi per poi, una volta ambientati, passare finalmente al decongelato. La predazione è pazzesca: i baffi vengono proiettati verso la fonte di vibrazione/odore (è quasi certo che ci vedano molto poco) e in un nanosecondo si avventano sul pesce, che viene risucchiato all’istante.
Alcune delle specie di Brachyplatystoma migrano su lunghe distanze per la riproduzione. Questo è noto in B. vaillantii, B. platynemum e B. rousseauxii, ma i dati sulle abitudini migratorie di altre specie sono purtroppo ancora molto scarsi. Questa migrazione è associata ai fiumi di acqua bianca, poiché l’acqua nera non contiene cibo a sufficienza per la migrazione dei Pimelodidi. La migrazione inizia quando il livello del fiume inizia a salire con l’arrivo della stagione delle piogge.
I giovani vengono trasportati a valle fino a raggiungere gli estuari, infatti possono anche vivere in acque salmastre in questa fase. Di solito restano per circa tre anni in salmastro/foce, prima di entrare totalmente nella parte bassa del fiume (dolce).
Relazione con gli umani
Piraìba e tutti gli appartenenti al genere sono ampiamente pescati sia per uso alimentare, sia acquariofilo; in più, le attività umane sono una preoccupazione non da poco per la popolazione ittica, in quanto possono disturbare la procreazione di questi pesci. Le dighe infatti possono impedire la migrazione da e verso i loro siti di deposizione. La deforestazione può modificare il corso dei fiumi, l’inquinamento ucciderli o intossicarli.
Nell’acquario
Brachyplatystoma filamentosum sono generalmente rari in commercio e spesso confusi con B. capapretum.
Le grandi dimensioni di questi pesci, rendono impossibile il loro corretto mantenimento in un acquario domestico; sono adatti a litraggi molto elevati, degni degli acquari pubblici.
B. tigrinum è un pesce molto apprezzato nell’hobby di pesca, ed è uno dei pesci più costosi in questa famiglia.
Questi pesci dovrebbero essere tenuti in un acquario ben ossigenato, con una corrente elevata. A causa delle loro grandi dimensioni, l’acquario dovrebbe anche essere spazioso e qualsiasi altra specie ospitata deve assolutamente essere abbastanza grande da non essere mangiata.
L’illuminazione può essere smorzata, fondo sabbioso e soffice e devono essere disponibili nascondigli; meglio però uno, ma grande (senza parti appuntite) o un gruppetto di piante basse a foglia larga, che tanti legni e arredi. I baffi sono infatti molto delicati e tendono a spezzarsi/regredire. Va detto che abbiamo notato crescite di più di 1 cm in pochi giorni; ma è un peccato si rovinino girando in vasca.
Sono pesci nervosi, che spesso nuotano a tutta velocità, per parecchi minuti seguendo il perimetro della vasca; quindi più è sgombra e meglio è per loro.
Il filtraggio deve essere come sempre sovradimensionato; stando attenti a non posizionare la pompa troppo vicina al substrato; onde evitare di risucchiare grosse quantità di sabbia, alzata durante le loro scorribande.
Sono pesci di cui si sa ancora davvero poco e anche noi stiamo imparando a conoscerli pian piano, verificando le poche cose lette e notandone di nuove. Per ora abbiamo 3 esemplari, vi terremo aggiornati.