Cefalopodi e stranezze.
Venghino, siori e siore, non temino di avvicinarsi per ammirare le meraviglie del creato, gli esseri più mostruosi a cui la Natura ha permesso di evolversi per condannarli a vivere negli abissi marini, dove pochi, tra cui noi, hanno avuto il privilegio di vederli e di tornare a raccontarlo. Entrino, siori e siore, e potranno vedere con i propri occhi animali intelligentissimi, con otto gambe attorno alla bocca, animali piccolissimi capaci di uccidere un uomo adulto e robusto in 20 minuti, capaci di imitare altri animali, e come se non bastasse di passare in un buco grande come un loro occhio per evadere da qualsivoglia prigione.
La prima meraviglia è il polpo dagli anelli blu. Pensino siori e siore che, se gli antichi credevano a piovre gigantesche capaci di ghermire i marinai dai ponti delle navi per portarseli in fondo al mare, nella realtà l’unico cefalopode che per sicuro (ci sono le prove) si è macchiato più volte di omicidio è proprio questo piccolissimo animale denominato Hapalochlaena lunulata. Le sue fauci a becco di pappagallo sono infatti collegate a una ghiandola salivare che alberga una colonia di batteri capaci di produrre il terribile veleno detto tetrodotossina, lo stesso che trovasi nei pesci palla, e che produce l’effetto di indurre una progressiva paralisi di tutti i muscoli volontari del corpo, fino alla morte che sopravviene per tetano respiratorio. Ciò detto, per amore di verità, dobbiamo aggiungere che i casi mortali conosciuti dalla letteratura medica si possono contare sulle dita di una mano, e sono sempre casi provocati, in quanto il piccolo esserino dagli anelli blu ha un’indole estremamente timida e riservata, cerca di passare inosservato (e in verità è molto difficile da vedere), e prima di essere costretto a mordere avverte l’avversario lampeggiando in maniera sinistra quanto efficace gli anelli blu che lo decorano.
Il medesimo segnale di pericolo, l’anello blu, lo vediamo nella seconda meraviglia, il polpo denominato Octopus mototi. Mototi è parola polinesiana che sta per veleno, ed il suo nome è chiaro indizio che gli indigeni ebbero modo di sperimentare la sua propria pericolosità.
Anche la terza meraviglia, la seppia detta flamboyant (o Metasepia pfefferi) esibisce i colori fiammeggianti rossi e gialli che la rendono simile a un meraviglioso fiore tropicale per avvisare del pericolo che essa stessa rappresenta: “noli me tangere”, non mi toccare, è il significato della sgargiante esibizione, e infatti studi recenti hanno dimostrato che anche la seppia flamboyant ha un morso velenoso.
Cefalopodi e stranezze
Seguitemi in quest’altra stanza, siori e siore, per ammirare un abilissimo costruttore. Il polpo detto delle noci di cocco, Amphioctopus marginatus, vivendo lungo le misteriose spiagge del sud est asiatico, ha appreso l’abilità di utilizzare i gusci delle noci di cocco, che soltanto l’ingegnosità della mente umana coadiuvata da strumenti come mannaie o machete, può dividere in due metà simmetriche con un unico taglio netto allo scopo di suggerne il contenuto zuccherino e di trasformare il contenitore in una ciotola. E vivendo ai margini della società umana il polpo raccoglie le ciotole lignee gettate in mare e le assembla a due a due per costruire il proprio rifugio, un bunker reso inespugnabile dalle ventose dei tentacoli che lo trattengono dall’interno. Come vedete dalle immagini, qualora sia costretto da un evento esterno ad abbandonare un luogo, il polpo si trasferisce trasportando seco la casetta, anche se questo lo costringe a procedere con una buffa andatura in punta di tentacoli.
Ma le stranezze non sono finite, siori e siore. Forse la capacità più sorprendente risiede proprio nell’imitazione di altri animali, che è eseguita alla perfezione da alcuni strani polpi dai lunghi tentacoli, come il polpo imitatore Thaumoctopus mimicus e il polpo meraviglioso Wunderpus photogenicus. Recentemente la scienza ha cercato di ricostruire l’evoluzione di un comportamento che aveva diversi passaggi oscuri, e questa genesi di un’idea che esce dalle tenebre dell’ignoto per rivelarsi a noi che io vi esplicito. Dunque, siori e siore, devono sapere che alcuni animali provvisti di veleno, o per qualsiasi ragione immangiabili, manifestano questa loro caratteristica esibendo livree colorate a mo’ di avvertimento, come già abbiamo avuto modo di vedere a proposito del polpo ad anelli blu. Ma abbiamo visto anche come i polpi e i cefalopodi in generale siano timidi e riservati, e, se proprio non si rendono conto di essere stati scoperti, fanno del loro meglio per rendersi invisibili. Durante la storia evolutiva, questi polpi scoprono che se mostrano le strisce bianche e nero-marroni i predatori li evitano, e questo è il passaggio più difficile per un polpo, vincere la sua naturale ritrosia e rendersi evidente. A questo punto i polpi iniziano ad osservare gli altri animali a strisce, e a riprodurne il comportamento. Ed ecco che, nel nuotare, anziché spostarsi all’indietro come sarebbe naturale il polpo comincia a spostarsi stando appiattito, con un nuoto che imita quello della sogliola striata, velenosa. Ed ecco, siori e siore, il numero del serpente, il più strano: 6 tentacoli nascosti sotto la sabbia, ne escono solo due che oscillano sinuosi nelle direzioni opposte simulando lo strisciare di un serpente velenifero.
Ancora, siori e siore, mentre si avviano all’uscita, ammirino gli sforzi di questi animali che si nascondono in buchi piccolissimi e si allungano come elastici per occhieggiare al di fuori. Controllano che tutti depositiate una mancia nell’apposito vaso…
Nota dell’autore: il linguaggio da imbonitore, infarcito di congiuntivi estremi, volutamente sbagliati, e di aggettivi iperbolici, è una scelta stilistica per sottolineare la stranezza dell’argomento, ma i fatti sono tutti veri, dimostrati scientificamente e non sono esagerazioni. Potessi rimanere fulminato, siori e siore, se non vi ho detto la verità!
Testo e foto di Massimo Boyer