Iniziamo con questo una serie di articoli dedicata all’ecologia dei pesci di reef.
Sono uno studioso di pesci, li studio tutte le volte che posso nel loro ambiente, immergendomi in apnea o con autorespiratore, tuttavia ritengo che i risultati della ricerca ecologica siano di grande interesse per l’acquariofilo, a tutti i livelli. Per le possibili applicazioni all’allevamento in acquario, ma anche semplicemente per conoscere meglio animali che indubbiamente ci interessano, per capirli a fondo nei loro comportamenti e nelle loro esigenze, per cercare di dare loro un ambiente il più simile possibile a quello in cui dovrebbero vivere.
Dal punto di vista dell’alimentazione, i pesci si dividono in 4 grandi categorie:
- Planctivori
- Erbivori
- Mangiatori di invertebrati bentonici
- Piscivori
Oggi iniziamo la trattazione dei pesci planctivori.
Pesci Planctivori diurni
Mangiano con colpi mirati a vista su prede individuali. Stiamo parlando di pesci ossei, di taglia piccola e media, non degli enormi pesci cartilaginei planctivori, come manta e squalo balena, che effettivamente possono raccogliere grandi masse di plancton nuotandoci in mezzo a bocca spalancata.
I piccoli planctivori diurni mangiano catturando una preda per volta, con colpi mirati. Quindi hanno un’ottima acuità visiva, devono vedere prede di solito trasparenti e piccolissime, e adattamenti particolari a livello della bocca.
La bocca è di solito piccola, molto spesso la mascella è estendibile a formare un tubo boccale. Lo scopo del tubo, più ancora che risucchiare la preda, è di coprire la distanza tra il pesce e la sua preda: il pesce può avvicinarsi e fermarsi a una certa distanza dalla preda, l’ultimo balzo in Avanti è dato dall’allungamento del tubo boccale.
Esiste una forza di risucchio, generata dai movimenti coordinati della bocca e degli opercoli branchiali, ma ha di solito lo scopo di controbilanciare l’onda di prua, la spinta in avanti del tubo boccale che tenderebbe ad allontanare la preda dalla portata del pesce.
Rientrano tra gli adattamenti per evitare la predazione due tipi di adattamento morfologico e comportamentale.
- Ci sono pesci planctivori che hanno taglia medio-grande e una forma molto idrodinamica. Spesso hanno coda biforcuta, che consente un nuoto veloce. Formano aggregazioni, il che costituisce un buon adattamento contro la predazione (ne parleremo più nel dettaglio parlando di pesci predatori). Un esempio sono i cesionidi o fucilieri.
- Altri pesci planctivori hanno forma del corpo alta, che di solito si accompagna a spine dorsali forti. Questi pesci hanno taglia piccola, che assieme alla forma determina una ridotta efficacia del nuoto. In compenso, essendo piccoli, riescono a nascondersi in anfratti piccolissimi tra i coralli, rendendosi irraggiungibili per i predatori. Esempio, i pomacentridi o damselfish (damigelle).
- Avendo una grande acuità visiva, i planctivori diurni patiscono molto un calo della vista al crepuscolo, in luce attenuata. Appena la luce cala si mettono alla ricerca di un rifugio per la notte. Tra l’altro in questa fase sono molto esposti al rischio di predazione. Infatti si devono avvicinare al reef, distinguono male i predatori che sul reef si mimetizzano mentre per contro la loro sagome che si staglia sullo sfondo ancora luminoso dell’acqua li rende facili da individuare.
Distribuzione e movimenti dei pesci planctivori diurni
In generale i pesci planctivori formano aggregazioni lungo pareti rocciose battute dalla corrente, affacciate su acque profonde. Insomma, si affollano dove le correnti oceaniche radunano il plancton e lo spingono vicino al reef.
Qui spesso possiamo osservare una zonazione dovuta alla diversa abilità nel nuoto. I planctivori più grossi, buoni nuotatori, si spingono più lontano dal reef mentre i piccoli restano sempre vicino ai coralli che rappresentano il rifugio. I grossi planctivori sono i primi a nutrirsi di organismi di passaggio dal mare aperto.
I pesci planctivori sono uno dei principali legami trofici tra le formazioni coralline e le comunità di mare aperto. Il maggior flusso di energia attraverso i planctivori diurni verso il sistema trofico del reef avviene probabilmente tramite le feci piuttosto che tramite la predazione.
Se lo zooplancton è abbondante i pesci mangiano più di quello che assimilano e resti solo parzialmente digeriti vengono rilasciati velocemente attraverso le feci: una pioggia prodigiosa che si deposita sul reef, dove è consumata soprattutto dai pesci detritivori.
Alcune famiglie di pesci comprendono quasi solamente esponenti planctivori. Esempi sono i cesionidi, i pomacentridi, tra i serranidi tutta la sottofamiglia degli antiini. Ma a parte questi tutte le principali famiglie di pesci di reef hanno esponenti planctivori.
Due parole sui pesci planctivori notturni
Dopo il tramonto, con i planctivori diurni a riposo, si realizza un cambio completo ed entrano in azione i cosiddetti planctivori notturni, pesci caratterizzati da occhi grandi per vedere in luce attenuata, bocca grande come adattamento a prede grandi (il plancton notturno è di solito di taglia maggiore di 2 mm).
Anche molti predatori sono meno attivi. Una minore pressione di predazione ha prodotto la comparsa di meno adattamenti per la predazione: la forma è una forma generica, da pesce, si formano aggregazioni solo se la visibilità è buona durante la luna piena, altrimenti i pesci si comportano da solitari.
Si sparpagliano sul reef, senza aggregarsi anche perché la loro preda è data da organismi residenti del reef, che durante il giorno stanno al riparo dai coralli o addirittura sul fondo, e che possono essere trovati ovunque.
Formano aggregazioni di giorno, quando riposano, spesso al riparo di grottine, anfratti o pareti a strapiombo.
Sono tipici planctivori notturni gli apogonidi e molti pesci delle famiglie pemferidi, olocentridi, priacantidi
testo e foto di Massimo Boyer