In seguito all’apertura, e recentemente all’ampliamento, del canale di Suez, oltre 1000 specie di pesci e invertebrati provenienti dal Mar Rosso hanno invaso il Mediterraneo.
Le migrazioni di specie tropicali in Mediterraneo sono agevolate anche dal cambiamento climatico in corso, per chi volesse seguire l’argomento consiglio a lettura dei molti articoli che ho pubblicato su Scubaportal sulle specie aliene (che io chiamo clandestini).
Un comunicato dell’ISPRA ci informa che ufficialmente il primo esemplare di lionfish o pesce leone (Pterois miles) è stato avvistato in acque italiane, e precisamente nel mese di settembre 2016 all’interno della “Riserva Naturale Orientata Oasi Faunistica di Vendicari”, in Sicilia. Lo studio, pubblicato dalla rivista BioInvasion Records, fornisce i dettagli di questa osservazione ricostruendo la rapida espansione geografica della specie nel Mar Mediterraneo. Il lavoro scientifico è scaricabile qui. La sua presenza nel bacino orientale del Mediterraneo era infatti già nota, e molte segnalazioni erano arrivate dalle coste di Libano, Israele, Cipro, Turchia.
I media sottolineano che si tratta di una delle specie più invasive del mondo, che ha già fatto gravi danni nell’area dei Caraibi . Soprattutto ne sottolineano la pericolosità per l’uomo, data dalle spine dorsali che possono iniettare un veleno molto doloroso (raramente mortale).
Diverse specie di Pterois
In natura esistono varie specie di lionfish, le due più grandi sono Pterois volitans, che vive normalmente nell’Oceano Pacifico, e Pterois miles dell’Oceano Indiano. Le due specie sono molto simili, anche per lo specialista è difficile riconoscerle in ambiente. L’invasione Caraibica, originata probabilmente da esemplari liberati in mare dagli acquari domestici, e provenienti da tutto il mondo, comprende probabilmente un mix delle due specie oltre a eventuali ibridi. In Mediterraneo gli esemplari presenti provengono probabilmente dal Mar Rosso via Suez, e quindi appartengono alla specie nativa del Mar Rosso, Pterois miles.
Pterois in acquario.
Perché l’acquariofilo statunitense dovrebbe liberare in mare uno Pterois vivo? Pensiamo a un acquariofilo inesperto, che compera un giovane Pterois attratto dallo splendido aspetto. Sì, il negoziante lo ha avvisato che si abitua difficilmente ad accettare cibo non vivo, ma inizialmente l’idea di guardarlo catturare i pesci rossi vivi diverte l’acquariofilo. Ma il tempo passa, il lionfish cresce, comincia a considerare come preda tutto quello che si muove in vasca… ecco fatto, l’alternativa è dedicare la vasca a un grosso e grasso scorpenide e basta o liberarsene, con qualsiasi mezzo.
Per completezza, esiste una seconda teoria che dice che l’invasione caraibica sia iniziata dopo l’alluvione di New Orleans causata dall’uragano Katrina, nel 2005, che avrebbe distrutto le vasche di acclimatazione e trascinato in mare numerosi pesci esotici
Il pesce è commestibile, se ne catturate uno e decidete di cucinarlo occhio alle spine, a parte il rischio di pungersi il veleno rimane attivo fino a 48 ore dopo la morte dell’animale. Per il resto, ho già espresso le mie perplessità sulla possibile rimozione fisica della specie dalle acque dove penetra come invasore: vedi anche gli articoli di Cristina Ferrari e Luigi Dal Corona su scubazone numero 25 e numero 26, con il mio commento. Vedi anche il mio articolo su Scubazone.it.
Comunque se doveste vederne uno in immersione, segnalatelo prontamente a noi o all’indirizzo: alien@isprambiente.it. E’ disponibile anche un gruppo Facebook chiamato ‘Oddfish’ sul quale è possibile condividere osservazioni di specie esotiche con utenti del mare e ricercatori.
testo e foto di Massimo Boyer