Con questo breve e personalissimo resoconto vi vorrei far partecipi della mia esperienza di riproduzione di Paracyprichromis nigripinnis (varietà “Blue neon”). Questa specie è ospite di un acquario di 100x30x45 cm, allestito a fine Febbraio e popolato a fine Marzo (ma il suo filtro era già in funzione da 3 mesi). La vasca è corredata con un filtro esterno Eheim Ecco Pro 2032, un termoriscaldatore da 150W ed un neon T8 da 25W (Philips Aquarelle da 10000°K). L’arredamento interno si compone di uno strato (circa 4 cm) di sabbia fine color ambra, rocce sedimentarie di due tipi e varie conchiglie (gusci di lumache terrestri raccolte in campagna). Successivamente è stata anche inserito un esemplare di Vallisneria gigantea. Nella vasca sono presenti 1 maschio e 3 femmine. Coinquilini dei P. nigripinnis sono 4 Neolamprologus caudopunctatus ed una coppia di Neolamprologus brevis. I parametri dell’acquario sono: T = 25°C ; Conducibilità = 600 μs ; KH = 13 ; pH = 8.2; NO3 = 10 mg/l ; NO2 e NH4+/NH3 assenti. Cambi settimanali del 10%. L’acquario che ospita i P. nigripinnis Come molti di voi ben sanno, Paracyprichromis nigripinnis è originaria del lago Tanganica, in Africa orientale. Precisamente nell’estrema zona sud del lago, a Chituta Bay ed in quella nord-ovest, nei pressi della penisola di Ubwari (Staeck and Linke, 1994). E’ una specie che frequenta le acque libere dei litorali rocciosi, a ridosso di pareti verticali di rocce, tra le fessure, intorno a circa 20 metri di profondità. Qui sono soliti stazionare e vivere, senza vagabondare per il lago. Le loro dimensioni massime si aggirano intorno a 13-14 cm. Ma di solito non superano i 10 cm. Sono pesci pacifici, ed anche nel periodo riproduttivo risultano poco aggressivi (pur facendosi comunque rispettare).
Una femmina prima della deposizione. Il maschio, in tutto il suo splendore.
Un’altra livrea del maschio . Riguardo le loro modalità di riproduzione, sono degli incubatori orali (le femmine). Il maschio possiede un territorio ed un piccolo harem di femmine (nel mio caso, 1M e 3F). A turno, il maschio invita una femmina per volta, nei pressi di una parete verticale. Entrambi si dispongono parallelamente alla parete, con la testa rivolta in basso (posizione che utilizzano spesso anche per dormire la notte, ndr); La femmina si pone sotto ed il maschio sopra. Dopodiché, quasi contemporaneamente, il maschio rilascia lo sperma e la femmina un uovo, che fa scivolare in basso lungo il suo corpo fino a prenderlo delicatamente con la bocca. E così di seguito per un numero di uova da 5 a 10 circa. Il numero è relativamente esiguo, ma perché le dimensioni delle uova sono notevoli. Una volta prese in bocca tutte le uova, la femmina si allontana dal sito di “deposizione” e si stabilizza in un territorio vicino ma distinto da quello del maschio. Nel mio caso le femmine hanno deposto sulla lastra di roccia collocata nell’estrema destra della vasca, per poi collocarsi sopra, intorno e dietro la rocciata di sinistra. Teoricamente tale rocciata è di “proprietà” dei Neolamprologus caudopunctatus, ma questi preferiscono gli anfratti interni e le zone anteriori. E non sembrano affatto infastiditi dai nigripinnis. Dal canto suo, il maschio di P. nigripinnis difende con autorevolezza la sua parete verticale, facendo avvicinare solo femmine ricettive. Le 3 femmine presenti nella mia vasca sono state fecondate ed hanno deposto tutte, a distanza di 2-3 giorni l’una dall’altra. Intorno al 7 Maggio mi sono accorto della prima femmina con le uova in bocca (la sua gola è trasparente ed il suo “stato” è abbastanza evidente), anche perché, al momento della somministrazione del cibo, era l’unica che rimaneva immobile, dietro alle rocce. A proposito, riguardo l’alimentazione, somministro ai pesci (una volta al giorno) cibo granulare della SHG alternato a cibo vivo, in particolare naupli di artemia ed artemia adulta. Ed occasionalmente copepodi vivi ed altra microfauna varia, prelevata da un laghetto e da vari recipienti colmi d’acqua e piante galleggianti, posti fuori casa ad hoc. Ho notato che le femmine, durante l’incubazione orale, solitamente non si alimentano se viene offerto loro del secco o dell’artemia adulta, ma invece riescono ad aprire la bocca quel tanto che basta e mangiare naupli vivi d’artemia. Così, nel periodo della riproduzione, ho aumentato la percentuale e la frequenza di tale alimento. L’incubazione delle uova è andata avanti per circa 3 settimane, fino a quando mi sono accorto che in bocca della femmina erano presenti contemporaneamente uova ma anche avannotti; si vedevano chiaramente anche gli occhi dei piccoli attraverso la gola della madre. Una femmina con le uova. Primo piano. Da notare la grandezza delle uova e la gola trasparente. Femmina con gli avannotti in bocca. Si riesce a distinguere perfettamente l’occhio di un piccolo. Passati 2 o 3 giorni, ho assistito alla prima uscita di un paio di avannotti, che sono andati subito a collocarsi sotto la superficie dell’acqua, nei pressi del tubo di entrata del filtro e tra le foglie della Vallisneria. La cosa particolare è che entrambi si sono posizionati con il ventre in alto, immobili ed in balia del movimento ondoso della pompa. A volte si posizionavano anche su di un lato, nell’angolo tra il vetro posteriore e la superficie dell’acqua. Tanto che all’inizio non riuscivo a capire se erano vivi o morti. Probabilmente un comportamento innato, per evitare, o almeno ridurre, la predazione. Un piccolo a soli due giorni dall’uscita dalla bocca della madre. La foto è capovolta. In realtà l’avannotto è a pancia in su e tocca con le pinne pettorali ed anali la superficie inferiore dell’acqua. Nel giro di una settimana tutti gli avannotti erano usciti dalla bocca delle tre femmine, per un totale di 11 individui, divisi però in maniera ineguale. Nel senso che una femmina (l’ultima ad aver deposto) aveva solo 2-3 piccoli, mentre un’altra (la prima) ne portava un numero tra 5 e 6. Come se il maschio avesse scelto e dato la precedenza a femmine con una fitness (= successo nella riproduzione) maggiore. In totale, comunque, i nuovi nati sembrano essere stati molto pochi per la media di un ciclide. In realtà, il fenomeno risulta essere molto meno strano se si pongono in evidenza le dimensioni decisamente già ragguardevoli degli avannotti appena nati, in quanto tutti si attestavano sopra il centimetro di lunghezza. Tanto che non esitavano ad alimentarsi già con il mangime in granuli che io distribuivo in realtà per gli adulti della colonia. Comunque gradivano molto i naupli di artemia che io riservavo specificatamente per loro, dosandoli con una siringa proprio nei loro pressi (2 volte al giorno). Gli avannotti si trovano a loro agio tra le grandi e protettive foglie della Vallisneria.
Gli 11 avannotti riuniti, a circa una settimana dalla loro uscita. Tutta la colonia dei piccoli è rimasta sempre molto compatta, nello stesso punto dove si erano collocati i primi due “evasi”. Le femmine facevano continuamente cordolo intorno a loro, non permettendo a nessun altro pesce di avvicinarsi (maschio incluso). Ciò nonostante, nei successivi 10 giorni ho dovuto registrare delle perdite, credo dovute a predazione notturna. Anche se non ho ancora individuato “il” o “i” responsabili. Questa mia convinzione è derivata dal fatto che io solitamente contavo gli avannotti due volte al giorno: la mattina prima di andare al lavoro e la sera quando tornavo. Ebbene tra la mattina e la sera il numero rimaneva invariato, mentre tra la sera e la mattina notavo spesso la mancanza di un individuo (ma non ho mai ritrovato nessun cadavere). Da qui la deduzione di una predazione notturna. Purtroppo non ho una vasca di accrescimento e non ho potuto agire diversamente. Ma per le prossime riproduzioni cercherò (se lo spazio ed il tempo me lo permettono) di attrezzarmi al meglio. A distanza di un mese, i piccoli (7) stanno bene, mangiano e si sono fatti più coraggiosi, allontanandosi temporaneamente ma più volte dalla nursery per esplorare nuove zone. Da evidenziare inoltre che il loro tasso di accrescimento è abbastanza lento: in circa 25 giorni non hanno ancora raddoppiato le loro dimensioni. Concludo, sperando che il racconto di questa mia esperienza possa servire a chi ha già, o vorrà avere, questi bellissimi pesci, con l’intento di allevarli e riprodurli al meglio. |
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