La vasca L’acquario è un JUWEL RIO 240 ( 120x41x55h) che, a dispetto del nome, ha un litraggio netto di circa 190 litri.
La vasca è avviata da più di un anno, ma l’allestimento attuale è frutto di cambiamenti radicali e di un vero e proprio riavvio ad ottobre dello stesso anno.
Dato che il tutto si trova in camera mia ho optato per lasciare il coperchio, onde limitare il diffondersi di strani odore e la presenza eccessiva di umidità nell’ambiente.
Il mobile è stato invece progettato per meglio integrarsi con l’arredamento della stanza ed è stato realizzato da un artigiano locale.
L’armonia del caos
Sistema di filtraggio Vista la mia totale incompetenza in ambito tecnologico e l’esiguità delle risorse economiche da destinare alla gestione dell’acquario ho deciso di mantenere il filtro originale dato in dotazione dalla JUWEL e, viste le dimensioni tutto sommato contenute di questo, non ho intenzione di intraprendere imprese titaniche per modificare qualcosa.
La scatola nera contiene un sistema sequenziale di spugne filtranti, brevettato dalla casa tedesca, ognuna delle quali presenta dimensioni dei fori e consistenza al tatto diverse.
Questo sostituisce la tradizionale compartimentazione per cannolicchi e lana di perlon.
Non ho riscontrato problematiche che mi inducessero a considerare l’eventualità di apportare modifiche, se non, forse, la lentezza iniziale nello stabilizzare i valore dell’acqua.
Segno probabile di maggiori difficoltà di insediamento della flora batterica nel substrato.
Problema risolvibile facilmente con un po’ di pazienza prima di introdurre i pesci.
Nota positiva è invece la facilità di pulizia, dovuta alla possibilità di sfilare in un sol colpo dalla sede tutte le spugne, senza eccessive dispersioni di liquami.
La pompa ha una portata nominale di 1000 litri/h il che garantisce un buon movimento all’interno dell’acquario.
La coppia di Pterophyllum scalare e la femmina di Microgeophagus ramirezi
Illuminazione Come per l’impianto filtrante, i miei interventi sull’impianto di illuminazione si sono limitati al cambio dei neon.
L’acquario ha in dotazione una plafoniera per l’alloggiamento di due neon da 38-39 Watt.
E’ evidente che la quantità di luce all’interno dell’acquario non è ottimale per chi abbia intenzione di sperimentare l’allevamento di piante particolarmente esigenti.
In questo l’acquario è un po’ deludente, anche per la facilità con cui i neon si bruciano (viene il dubbio che vi siano errori progettuali o di fabbricazione, e lo stesso avviene per la pompa del filtro e il termoriscaldatore).
Le luci, due neon da 6500 K, rimangono accese ogni giorno dalle ore 10 alle ore 20, anche se spesso protraggo questo limite per osservare la vasca negli unici momenti liberi.
Capita d’estate di dover diminuire il fotoperiodo per diminuire gli effetti dannosi del surriscaldamento.
I due lati visibili dell’acquario
Somministrazione CO2 Nel gestire il mio acquario ho cercato fin da subito una via poco costosa e non per questo priva di soddisfazioni.
La poca illuminazione della vasca mi ha costretto a scegliere piante poco esigenti sotto questo punto di vista che ho col tempo imparato ad apprezzare.
Queste si sono rivelate di facile coltivazione anche per quanto riguarda la fertilizzazione e la somministrazione di anidride carbonica.
Sfruttando le qualità estetiche e conoscendo le necessità delle piante presenti, sono riuscito ad ottenere risultati soddisfacenti senza aderire a protocolli di fertilizzazione particolari e senza la somministrazione di CO2.
Ecco chi comanda!
Allestimento L’allestimento è la parte in cui mi sono sbizzarrito con maggior libertà , visto che per quanto riguarda l’apparato tecnico il mio atteggiamento è stato decisamente più dimesso.
Inizio col dire che la vasca era nata per ospitare Colisa lalia in primis e altre specie del loro areale.
Dopo diverse delusioni dovute all’impossibilità di far sopravvivere questi bellissimi anabantidi per più di qualche settimana, ho deciso di passare ai Trichogaster leeri.
Le necessità in quanto ad allestimento possono essere considerate le stesse: piante presso la superficie dell’acqua, schermatura della luce, possibilità di agganciare i nidi di bolle…
Da qui l’idea di creare una vera e propria foresta di Microsorium pteropus in prossimità della superficie e davanti al filtro, anche per rallentare il flusso dell’acqua in uscita.
A questo ho aggiunto legni per sostenere le piante epifite in alto e allontanarle dal piano dove sono alloggiate le Cryptocorine brown e green rispettivamente separate in macchie di colore.
Si sono cosଠcreate zone contrassegnate da colori e forme diverse e frequentate in maniera più o meno assidua dalla fauna a seconda delle necessità .
La base di tutto e la scelta cromatica di fondo è l’akadama fine che ho usato come substrato.
Conoscevo questo materiale per via della mia passione per i bonsai e ho finito per apprezzarne le qualità anche in vasca.
Oggi considero ottimale la scelta fatta, quasi per scommessa, e ritengo l’akadama consigliabile anche in sostituzione del solito quarzo che anch’io ho usato agli esordi del mio hobby.
Crossocheilus siamensis
Fertilizzanti ed altri prodotti Al momento ho sospeso ogni tipo di fertilizzazione liquida, non notando evidenti progressi nella crescita delle piante che sono comunque molto rigogliose e di colori vividi e mai sbiaditi.
Utilizzo solamente del concime in pastiglie da mettere presso le radici delle piante.
Il nome è SERA Florenette.
Questo è particolarmente gradito alle Cryptocorine, anche se non seguo con esattezza il protocollo consigliato dalla casa produttrice e finisco sempre per somministrare un quarto o un quinto della dose consigliata a intervalli molto dilazionati.
Microgeophagus ramirezi f., Ancistrus dolichopterus f., Ampullaria e Cryptocorine
Alimentazione Per quanto riguarda l’alimentazione, somministro due volte al giorno mangime granulare che mi premuro di mischiare direttamente nel barattolo a larve di zanzara, artemia salina liofilizzata, sfoglie all’aglio e mangime per avannotti, onde fornire un’alimentazione quanto più equilibrata e varia.
Per i pesci da fondo procedo con pasticche di spirulina.
Somministro anche, in via preventiva, aglio fresco, ogni qual volta noti comportamenti sospetti e mi capita di dare insetti vivi che vengono presto mangiati.
Ho provato anche con il pastone surgelato fai da te di cui si trovano migliaia di ricette in rete, finendo poi per rendermi conto che questo ha come effetto più evidente quello di sporcare l’acqua e ungerne la superficie per giorni.
Ancistrus dolichopterus tra le Cryptocorine brown
Pesci Al momento la vasca ospita una coppia di Pterophyllum scalare F1 che ho selezionato da pochi giorni, essendomi reso conto della prima deposizione il 26 dicembre 2008.
La coppia proviene da un gruppo di 5 esemplari acquistati in un negozio della zona poco più di un mese prima, in sostituzione dei Trichogaster leeri.
Diciamo che il tutto è ancora in fase sperimentale e la mia inesperienza nell’allevamento di avannotti di ciclidi si fa sentire in tutto il suo splendore, però sono contentissimo della scelta fatta.
E anche gli scalari sembrano apprezzare l’ambiente nato in origine per i pesci asiatici, regalandomi colori sempre più vivi e un comportamento vivace e curioso.
Compagna degli scalari è una femmina perennemente piena di uova di Microgeophagus ramirezi che aspetta solo l’arrivo di un maschio decente in negozio.
Sono presenti anche gli immancabili Otocinclus affinis (2, al momento) e un Ancistrus dolichopterus femmina che probabilmente riporterò indietro, visto che ho notato che ha fatto più volte piazza pulita delle uova dei miei ciclidi durante la notte.
Superstiti del vecchio allestimento sono due Crossocheilus siamensis che non ho al momento intenzione di allontanare per via dell’efficacia contro le alghe e 5 Barbus titteya che non riesco proprio a catturare, come invece è accaduto con altri 15. Vedremo…
Insomma, a opera ultimata, la vasca sarà abitata essenzialmente da pesci americani e Ampullariae e sarà invece allestita con piante per la quasi totalità asiatiche.
Otocinclus affinis al pascolo
Piante Col tempo ho ridotto il numero di specie diverse presenti in vasca, sia per ragioni gestionali sia, soprattutto, per motivazioni estetiche tese alla creazione di una foresta sommersa nella quale fossero ben evidenti vere e proprie macchie di colore e legni contorti.
I padroni incontrastati della vasca sono i Microsorium pteropus giganti che coprono il filtro e increspano la superficie dell’acqua offrendo agli abitanti protezione e divertimento.
Non meno importanti sono le Cryptocorine brown che si innalzano sullo sfondo nero creando una fitta selva di lance violacee interrotte sul fronte dal praticello caotico di Cryptocorine wendtii green, decisamente più piccole e adatte a creare quel senso di movimento prospettico che rende piacevole alla vista il mio acquario.
Unici intrusi, alcune Nimphea lotus che si sono moltiplicate nel tempo e un Anubias coffefolia intrecciata alla radice ramificata che emerge in più punti della vasca.
La foresta di Microsorium pteropus
Manutenzione Come già detto in precedenza, la gestione della mia vasca è veramente essenziale e consiste nell’intervenire il meno possibile negli equilibri della vasca.
Cambio il 15-20% dell’acqua ogni 15 giorni e evito di sifonare il fondo se non in situazioni d’emergenza.
Lascio spesso marcire le foglie direttamente sulla pianta senza potere continuamente alla ricerca estenuante di una perfezione che forse non arriverà mai.
Preferisco vedere il ciclo della vita nella sua interezza e godermi il giallo e il marrone che coronano le foglie morenti invece di avere di fronte un giardino all’inglese sommerso.
So che la mia è una gestione che in mani sbagliati può rivelarsi pericolosa per la vita dei pesci e invito tutti a fare molta attenzione e non confidare troppo nella propria esperienza.
Io sono arrivato pian piano a queste conclusioni e posso permettermi una gestione a prima vista scriteriata senza compromettere i valori in vasca per la grande presenza di piante e l’esiguità della popolazione ittica in vasca.
Insomma, evito di togliere dalla vasca per non dover riaggiungere artificialmente e mi godo il corso naturale delle cose, senza rinunciare a velleità artistiche ed estetiche.
Microgeophagus ramirezi f.
Valori dell’acqua Ph 6,5
Gh 8
Kh 4
Nitriti assenti
Nitrati <10 mg/l
Co2 25 mg/l. Consigli ed osservazioni Un consiglio che ci si sente spesso ripetere e che non viene però quasi mai preso con la dovuta considerazione è quello all’informazione.
Troppo spesso si finisce per cadere vittime della frenesia del comprare tutto, allestire in pochissimo tempo, correre per finire l’acquario in due giorni.
L’acquario è invece la possibilità di portare un frammento di natura in casa e come tale deve essere trattato, seguendone i ritmi, rispettandone le necessità e adoperandosi per conseguire i migliori risultati in funzione dei nostri amici pesci, crostacei, anfibi…
Solo cosଠsi evita di ritrovarsi con il solito “fritto misto”, con animali e piante sofferenti e allestimenti che al di là del “de gustibus non disputandum est” lasciano molto a desiderare.
Quindi, come per ogni cosa, non si nasce “imparati” e si deve imparare prima, ammettendo i propri limiti e imparando dagli errori. Ringraziamenti Ringraziamenti sentiti vanno ad Acquaportal nel suo complesso e in particolare a coloro che nel tempo mi hanno seguito e mi seguiranno, visto che l’acquario può ancora migliorare moltissimo.
Altri vanno a coloro che si sono prodigati nello scrivere pagine e pagine di notizie, informazioni, consigli utili su come mandare avanti la baracca.
Un “ciao” va ad Alessandro ( -Ale- , su ap) per i consigli e le risate su msn e a tutti quelli dello staff.
Inoltre, devo proprio ammettere che è dura sopportarmi, sempre con le mani puzzolenti di scalari e ramirezi, quindi, un grazie e una strizzata d’occhio a tutti quelli che mi ronzano intorno nella vita di tutti i giorni e specialmente a ” tu sai chi sei”. |