Ecco uno schema semplicissimo ed economico per realizzare un osmoregolatore, cioè un sistema in grado di rabboccare in maniera automatica l’acqua che ogni giorno evapora dall’acquario, specialmente nelle vasche aperte. Il materiale occorrente: Un interruttore galleggiante. Lo si trova nei negozi di elettrotecnica oppure (a prezzi molto più contenuti) sul catalogo RS Components. Ce ne sono di due tipi: verticale oppure orizzontale. Occorre scegliere il più adatto in base all’architettura dell’impianto sul quale verrà installato. Io ho acquistato il modello UK WFBS Mod.331-017 di tipo verticale. Un serbatoio per l’acqua osmotica. Può essere una vasca di vetro o di plexiglas, acquistata o autocostruita, un vecchio bidone di plastica, un recipiente in polistirolo, una tanica etc. etc. Il serbatoio va dimensionato a seconda dell’evaporazione della vasca principale e in base allo spazio che si ha a disposizione. Ovviamente, più grande è, più autonomia garantisce. Le misure del mio serbatoio sono cm 40 x 42 x 50h = 82 lt lordi (76 lt netti). Questa capienza mi garantisce un’autonomia di circa 15 giorni (il tempo di una vacanza) in quanto dalla mia vasca evaporano ogni giorno 4-5 litri d’acqua. Una pompa. E’ sufficiente (anzi è meglio) una piccola pompa di portata limitata. Io uso una Aquarium Systems Mod. Micro Jet da 320 lt/h. Per evitare rischi con la corrente elettrica (sempre in agguato quando si lavora di fai-da-te a contatto con l’acqua e non si è elettricisti professionisti) l’ideale sarebbe trovare una pompa che funzioni a bassa tensione ed alimentarla con un trasformatore. Per esempio esistono delle pompe da campeggio da 12v che tra l’altro hanno il vantaggio di poter passare proprio dalla bocca di una tanica. Si possono trovare nei negozi che tengono accessori per camper. Un paio di metri di cavo elettrico a due poli. Una spina maschio e una femmina entrambe del tipo volante. Un po’ di tubo in plastica per uso acquariologico, rigido o flessibile a seconda delle esigenze. Della guaina in PVC per elettricisti e della colla Tangit per rendere stagni i collegamenti. La costruzione: Cominciamo con la parte elettrica. E’ semplicissima, ma occhio ai contatti e alle saldature. Un polo del filo elettrico (il blu del disegno) va collegato da una parte alla spina e dall’altra alla presa. L’altro polo (il verde) va collegato da un lato alla presa e dall’altro lato a uno dei due capi dell’interruttore galleggiante. L’altro capo dell’interruttore (rosso) va collegato al contatto della spina rimasto libero. 1) Spina che va alla rete 220 v. Se esiste una vaschetta filtri, la sistemazione ideale per l’interruttore galleggiante è all’interno di questa. Non sarà difficile costruire una piccola staffa di supporto. Nella foto, ecco la staffa che ho realizzato io in plexiglas. In alternativa, si può alloggiare l’interruttore in un angolo della vasca principale. Sottolineo che sarebbe molto meglio installarlo nella vaschetta filtri (se esiste) perché (avendo questa un volume d’acqua minore) a parità d’evaporazione l’abbassamento del livello è maggiore e dunque il sistema di rabbocco automatico diventa molto più sensibile. Una volta installato l’interruttore, occorre tararlo in altezza in maniera tale che il circuito sia aperto in condizioni normali e si chiuda (cioè faccia contatto e quindi azioni la pompa) quando l’acqua scende sotto il livello stabilito. A questo punto è possibile inserire la pompa nella vasca serbatoio per l’acqua osmotica. Vi si collega il tubo e lo si fa arrivare fino alla vaschetta filtri (sempre se esiste) oppure all’acquario vero e proprio. Si sistema il tubo in maniera da fissarlo stabilmente. Si riempie il serbatoio d’acqua osmotica. Si collega la pompa alla presa volante e la spina alla corrente. Il gioco è fatto: l’impianto è già pronto per entrare in funzione. Due avvertenze: Solo due raccomandazioni. Molto importanti però. Occhio a come e dove si installa la parte elettrica: l’acqua (specialmente se salata) e l’elettricità costituiscono un’accoppiata molto insidiosa. Invito dunque, ancora una volta, ad effettuare tutti i collegamenti e le saldature elettriche con la massima attenzione, magari facendosi seguire da qualcuno del mestiere. Tutti i contatti, alla fine, devono risultare perfettamente stagni. Allo scopo si possono utilizzare guaine per elettricisti in PVC sigillandone gli estremi con abbondante colla Tangit. Meglio sarebbe – ripeto – utilizzare la pompa a bassa tensione alimentata da un trasformatore. Ciò eviterebbe ogni rischio di scossa elettrica. Occhio a tubi e livelli. Tenete sempre presente il vecchio principio dei vasi comunicanti studiato alle medie. Dunque, la bocca del tubo di rabbocco NON deve assolutamente essere fissata immersa sotto il pelo dell’acqua della vasca dove scarica: in questo caso, quando la pompa ha terminato il rabbocco, l’acqua invertirebbe il flusso e svuoterebbe l’acquario. Risultato: casa allagata. Inoltre la bocca del tubo NON deve neppure trovarsi ad un livello inferiore del livello dell’acqua nel serbatoio: se così fosse, quando la pompa si ferma, l’acqua continuerebbe ad uscire lo stesso fino a raggiungere il livello della bocca del tubo di uscita. Risultato: vedi sopra. In casi particolari, se per esempio la «logistica» dell’impianto non permette di rispettare i livelli nel modo indicato, il problema del riflusso può essere risolto utilizzando delle valvole di non ritorno. … e una finezza: Se poi si vuole, si può aggiungere al sistema una finezza. Basta acquistare un secondo interruttore galleggiante, infilarlo nel serbatoio dell’acqua osmotica e collegarci una micro lampadina da 220 volt oppure (meglio) a bassa tensione seguendo lo schema elettrico illustrato sopra (la lampada, ovvio, prende il posto della pompa). In questo modo avremo una spia luminosa che avverte quando il serbatoio entra in riserva. |