Se un animale possiede un organo che esegue con grande efficienza una certa funzione, si può asserire che tale organo sia usato. Gli Cnidari, che comprendono anche tutti i coralli di barriera, diversamente da ogni altro animale, hanno una grande porzione del corpo – i numerosi tentacoli urticanti – devoluta alla cattura di cibo. Non si può dunque affermare che i coralli, dotati di un’arma alquanto efficiente, richiedano solo la luce per sopravvivere. Relativamente ai coralli, duri e molli, che normalmente troviamo in commercio, dobbiamo distinguere se sono animali con o senza alghe simbionti. Più precisamente, quelli che vivono in simbiosi con le alghe zooxantelle, traggono buona parte del loro sostentamento dai prodotti della fotosintesi delle loro ospiti, che, come tutti i vegetali, necessitano di luce e composti inorganici per vivere. Si stima che almeno il 60% del fabbisogno energetico possa essere coperto dalla fotosintesi delle alghe. I coralli simbionti hanno dunque bisogno della luce per la loro nutrizione, possiamo quindi affermare che una buona illuminazione è già una buon modo per alimentarli…ma questo non deve essere l’unico… Coralli come Dendronephthya (non sono il massimo in un nano reef), invece, non fotosintetici, cioè che non dispongono di zooxantelle, vanno attivamente e regolarmente nutriti, il più delle volte con una alimentazione specifica, spesso difficile da ottenere in acquario. Per essi è doveroso documentarsi molto bene e ricordare che in genere sono ospiti non facili da allevare. Cosa mangianoI coralli sono in gran parte carnivori, nutrendosi prevalentemente di zooplancton, soprattutto copepodi e forme larvali di quasi tutti i gruppi zoologici. Il fitoplancton, costituito da alghe unicellulari che vivono in superficie, è utilizzato soprattutto da coralli molli, zoantiniari e gorgonacei, che, essendo deboli predatori, dipendono da quegli organismi del plancton privi di propri movimenti. La terza fonte importante di cibo per coralli è il batterioplancton, costituito da tutti i batteri liberi nell’acqua e da quelli che vanno ad arricchire, insieme alle alghe unicellulari, il detrito organico (POM, suspended organic matter) proveniente da vegetali morti, muco, scarti di animali o altro. L’ultima categoria di cibo è rappresentatata dal cosiddetto DOM (dissolved organic matter), sostanza organica disciolta che viene assunta direttamente dai coralli attraverso la superficie corporea, tramite trasporto passivo o attivo delle membrane cellulari. Per tutti i coralli senza zooxantelle le sostanze organiche, disciolte o sospese, costituiscono una fonte importante di cibo. Quando mangianoGeneralmente i coralli in natura tendono ad alimentarsi di notte quando la concentrazione di plancton è più elevata. In una vasca di barriera corallina, l’ideale sarebbe quindi alimentare i coralli tutti i giorni di notte in modo da rispettarne le abitudini naturali, ma siccome alcuni coralli molli hanno la massima estroflessione dei polipi di giorno, allora sarebbe preferibile somministrare il cibo poco prima dello spegnersi delle luci. Occorre tuttavia tenere presente che la disponibilità di cibo nell’acqua, così come i livelli di sostanza organica disciolta, l’intensità luminosa e la saturazione dei polipi, possono cambiare i normali comportamenti di alimentazione. Una regolare e diurna somministrazione di cibo utilizzata da molti acquaristi, che è in contrasto con la normale disposizione di cibo in natura, ha come effetto quello di “addestrare” i coralli a espandersi di giorno piuttosto che di notte. Inoltre coralli che sono abituati a vivere a elevate intensità luminose dipendono in minor misura dall’assunzione di cibo, rispetto a quelli che vivono a intensità luminose inferiori, perché avranno a disposizione più prodotti fotosintetici di quest’ultimi. Anche quei coralli che normalmente rimangono chiusi durante il giorno possono rimanere espansi per soddisfare i loro bisogni energetici se sottoposti a bassa intensità luminosa Come mangianoI coralli, per alimentarsi, estendono i loro polipi e aspettano pazientemente che il cibo giunga nelle vicinanze dei loro tentacoli. Una volta che la preda o la particella alimentare è stata catturata, tramite le ciglia è convogliata alla bocca, poi alla faringe e infine alla cavità gastro-vascolare dove avviene la digestione ad opera del liquido rilasciato dai filamenti mesenterici. La cattura di prede e particelle di cibo può avvenire con modalità diverse nei vari gruppi di animali. • Pinnule o altre strutture filtrano l’acqua passivamente, trattenendo le particelle di certe dimensioni. La maggior parte degli ottocoralli, provvisti di 8 tentacoli pennati, utilizza questo metodo di cattura. • Le cnidociti, cellule presenti soprattutto intorno alla bocca e sui tentacoli, emettono un liquido urticante mediante il quale paralizzano la preda e la catturano; questo può avvenire per intercettazione diretta, per impatto inerziale a causa della direzione del flusso d’acqua o per deposizione, dovuta alla gravità, delle particelle provenienti dall’alto. • La produzione di reti di muco può intrappolare detrito organico e batteri che vivono liberi nell’acqua; le cilia e/o i tentacoli spingono poi il tutto verso la bocca. Diversamente dal “cibo” catturato, i nutrienti disciolti in acqua non passano attraverso la bocca, ma vengono assorbiti dalla superficie corporea tramite trasporto passivo o attivo attraverso le membrane cellulari. Chi mangia cosaMolti coralli molli, come le specie di Lobophytum e Sarcophyton possiedono tentacoli poco adattati alla cattura di prede, ma, grazie al loro aspetto “pennato”, tipico degli ottocoralli, riescono a filtrare in maniera efficiente l’acqua, molto più di quanto siano in grado di fare i tentacoli carichi di cnidociti (cellule urticanti) delle madrepore. Inoltre possono deformare la superficie del corpo con formazione di pieghe e canali che influenzano il flusso dell’acqua. I coralli molli tendono ad alimentarsi soprattutto di batterioplancton piuttosto che di prede più grandi e hanno compensato la loro minor efficienza predatoria con una migliore e diretta assunzione di nutrienti dall’acqua e un numero elevato di zooxantelle nei loro tessuti. Al contrario, l’alcionario Dendronephthya, privo di alghe simbionti, si nutre del fitoplancton trasportato dalle correnti che cattura con gli 8 tentacoli pennati dei suoi polipi. Coralli molli della famiglia Xeniidae, comprese le specie di Anthelia, Xenia e Cespitularia e molti Stoloniferi, come le specie di Clavularia e la Pachyclavularia, possiedono aree digestive atrofizzate e le loro necessità energetiche vengono soddisfatte soprattutto dall’assorbimento e dalle loro zooxantelle. Molte madrepore, tra cui i favidi, e alcuni coralli non fotosintetici, sono abili predatori, avendo polipi in grado di catturare attivamente lo zooplancton. La madrepora Tubastrea sp., priva di alghe simbionti, si nutre quasi esclusivamente di zooplancton: i grossi polipi carnosi, provvisti di tentacoli affusolati e mobili, si espandono nelle ore notturne catturando attivamente le loro prede. Coralli duri a polipo piccolo, altamente fotosintetici e a crescita rapida, come le specie del genere Acropora, nonostante la maggior parte dei prodotti fotosintetici sia trasferita ai polipi, non essendo abili predatori di plancton, dipendono dalle sostanze organiche e inorganiche presenti in acqua per i loro bisogni di azoto e di carbonio. Infine tra gli Zoantiniari, i membri del genere Zoanthus si nutrono di sostanza organica disciolta, mentre le specie di Palythoa sono più predatrici. Nutrire i coralliI polipi sono l’unità fondamentale della colonia: ognuno di essi rappresenta un singolo individuo con tentacoli, bocca, faringe e cavità gastro-vascolare, ciascuno è collegato agli altri e insieme formano un’unica colonia. In questo modo il nutrimento assunto da un individuo può essere condiviso anche da tutti gli altri. In acquario quindi sarebbe eccessivamente scrupoloso tentare di alimentare tutti i polipi presenti, visto che dopo il pasto condividono gli alimenti! Come detto anche sopra, i coralli privi di zooxantelle devono essere nutriti regolarmente. L’alimentazione, invece, di quei coralli che vivono in simbiosi con le alghe, è spesso oggetto di discussione, in particolare si cerca di definire quanto e quale cibo è necessario per soddisfare le reali esigenze energetiche di questi coralli in acquario, che sono pur sempre animali e che si nutrono per assorbimento o per cattura dall’ambiente. Esistono sostanzialmente due correnti di pensiero: la prima, soprattutto per quegli acquari di barriera con pochi pesci, consiste nel non fornire alcun supplemento di cibo indirizzato ai coralli. Se nello stesso acquario si allevano pesci che vengono nutriti regolarmente con mangime vario e abbondante, vengono messe a disposizione sufficienti sostanze organiche, disciolte o in sospensione, che possono essere utilizzate dai coralli. Le teorie più recenti, al contrario, vogliono una ricca somministrazione di cibo, affiancata naturalmente da un’efficace esportazione fisica, chimica e biologica dal sistema, dei nutrienti in eccesso. Un acquario con molte rocce vive, uno schiumatoio efficiente, spesso un refugium (vedi dopo) dotato di alghe superiori, associato a un utilizzo giudizioso del carbone attivo, permette di gestire meglio carichi biologici maggiori e, quindi, tollerare anche abbondanti aggiunte di cibo ai coralli, non compromettendo i valori dell’acqua. Se, dopo 1 o 2 settimane da quando si è iniziato a nutrire i coralli in abbondanza, le concentrazioni di fosfati e nitrati aumentano, si dovrà o aggiustare l’impianto oppure ridurre il cibo. Importante in questi casi è la presenza di alghivori affinché contengano la proliferazione delle alghe, sicuramente favorite dalla nuova situazione. La sfida, quindi, nell’allevamento dei coralli, consiste nel trovare il modo di fornire cibo in abbondanza, senza compromettere la salute del sistema. Quale cibo somministrareMolti coralli, come i coralli duri a polipo grande, si possono alimentare singolarmente con pezzi di pesce, di crostacei, o di molluschi freschi; l’animale intero e fresco è la migliore soluzione dal punto di vista nutrizionale. I coralli dai polipi più piccoli sono più adatti a nutrirsi di artemie adulte o appena schiuse, rotiferi, Mysis o pesce, molluschi e crostacei finemente tritati, opportunamente somministrati tramite una siringa. Rotiferi e nauplii di artemia arricchiti, vivi, costituiscono un ottimo cibo, come pure le colture di fitoplancton e in particolar modo Nanochloropsis sp. e Isochrysis sp. Altri coralli vengono alimentati con particelle di cibo più piccole direttamente introdotte in vasca. Ricette fai da te, pratiche ed economiche, includono miscele di cibi marini freschi (molluschi, crostacei, pesci), finemente tritati, addizionati di Spirulina, altri vegetali marini e terrestri, e vitamine. Il tutto viene surgelato in piccoli cubetti cosicché ogni sera si ha la possibilità di somministrare cibo molto nutriente e con particelle di varie dimensioni. Ci sono inoltre, in commercio, preparati congelati di zooplancton e fitoplancton, formulati apposta per i coralli. I preparati liquidi, invece, risultano spesso molto inquinanti. Cibando i coralli, cibiamo anche quei piccoli organismi (anellidi e crostacei) introdotti in acquario con le rocce vive che, riproducendosi, producono larve per l’alimentazione dei coralli stessi. I rifiuti metabolici di questi animali contribuiscono ulteriormente ad arricchire l’acqua di sostanza organica che, insieme ai batteri, riveste un ruolo importante nella nutrizione dei coralli. Da parte nostra possiamo favorire la vita di questi organismi, innanzitutto, con un fondo corallino abbastanza alto, ma ancora meglio allestendo un refugium, cioè una vasca collegata alla principale caratterizzata da un substrato sabbioso con varie specie di macroalghe, scarso movimento d’acqua e priva di predatori. In questo modo la piccola fauna presente può riprodursi indisturbata e raggiungere l’acquario, dove costituirà una importante fonte di cibo per tutti i coralli. Se l’acquario è ben avviato, è consigliabile inattivare periodicamente lo schiumatoio per arricchire saltuariamente di vita tutta la colonna d’acqua. I Corallimorfari e gli ZoantiniariI Corallimorfari zooxantellati si nutrono soprattutto dei prodotti ceduti dalle loro alghe simbionti. Le specie più lisce, che al posto dei tentacoli presentano sul disco orale soltanto dei bottoni, non accettano alcun cibo, cibandosi eventualmente delle particelle di detrito in sospensione nell’acqua che restano attaccate ai loro secreti appicicosi. Le specie più grandi, con tentacoli ben sviluppati sul disco orale possono accettare il mangime somministrato dall’acquariofilo. Gli Zoantiniari si nutrono prevalentemente tramite la simbiosi delle alghe che vivono nei loro tessuti ma molte specie catturano piccole prede che passano vicino al disco orale. I generi Palythoa e Protopalythoa crescono meglio se nutriti, e accettano, a volte voracemente, pezzi di cibo di dimensioni relativamente grandi come interi gamberetti Mysis; altri generi, invece, come Zoanthus, probabilmente si nutrono delle sostanze disciolte in acqua, non mostrando alcun interesse al cibo offerto dall’acquariofilo. |
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