Dedico questo mio articolo a tutti coloro che, come me, appassionati di marino, per necessità di spazio si devono accontentare di cose piccole….. Sappiamo tutti come sia frustrante non poter disporre di spazi idonei ad alloggiare l’attrezzatura tecnica in un nano reef, non poter disporre di un sistema di filtrazione adeguato, non avere neanche la possibilità di ospitare adeguatamente uno schiumatoio o peggio ancora aver difficoltà perfino ad inserire un sacchettino di carboni attivi. In un nano di 40 litri lordi come il mio, gestito con metodo “ibrido”, abbiamo sempre davvero poco spazio per rocce vive e per gli invertebrati (per i pesci poi….) ed inserire anche solo una pompa in più o un piccolissimo schiumatoio senza sottrarre spazio ai nostri beniamini è un vero problema, senza contare poi la questione puramente estetica. Niente spazio sotto la vasca per una sump. Dopo varie peripezie ed acquisti inutili (filtri di ogni tipo, schiumatoi commerciali e autocostruiti, varie sperimentazioni) e dopo aver passato tantissimo tempo a meditare ed osservare il funzionamento di sistemi “grandi” ero giunto alla conclusione che senza una struttura “esterna” alla vasca nulla si può fare, ed avrei continuato ad avere una vasca per metà ingombrata da filtri, accessori etc con un risultato estetico e funzionale sempre insoddisfacente (almeno per me). Inoltre i veri “miracoli” accadono solo con l’impiego di una sump: a meno di non passare totalmente al metodo “naturale” senza filtro (cosa peraltro fattibile in un nano) se si vuole dotarsi di un sistema di filtrazione che non sia la solita “fabbrica di nitrati” (e molti filtri lo diventano spesso e presto) non c’è alternativa alla sump con schiumatoio, sopratutto se si vogliono inserire (pochi e piccoli) pesciolini in vasca. L’IDEACostruire una struttura esterna, ovviamente piccola, ma grande abbastanza per assomigliare per funzionalità e struttura ad una vera sump, dove poter inserire lo schiumatoio (possiedo un Reef Octopus NS80), materiali filtranti ed adsorbenti e quant’altro all’occorrenza, con sabbia corallina grossa sul fondo. E qualcuno potrebbe pensare anche ad una sorta di refugium (perchè no?) o di letto fluido o di ingrandirla ancora per ospitare altro o di farla a 3 sezioni anzichè a 2, ospitando il serbatoio dell’acqua RO di rabbocco con relativa pompa (io lancio il sasso, la vostra inventiva farà il resto..:). IMPORTANTELa calma, la meditazione su ciò che si sta facendo e la prevenzioni di situazioni pericolose (leggi allagamenti) per cui dimensionamenti adeguati, vetri tagliati allo stato dell’arte, ottimo silicone per acquari, 1 settimana di asciugatura, connessioni sicure e sigillature maniacali !!!!! DISCLAMIER: Il successo e la sicurezza della realizzazione dipenderanno solo da Voi, NON MI RITENGO RESPONSABILE IN ALCUN MODO DI DANNI A COSE O PERSONE O AD ANIMALI (leggi allagamenti e conseguenze, o peggio ancora TAGLI micidiali alle mani )!!!! Risulta ovviamente necessaria una pur minima dote di manualità per tagliare e molare i vetri (meglio acquistarli già pronti), nel loro incollaggio, nel calcolo e posizionamento delle varie parti e nell’uso del silicone. COSA SERVELastre di vetro a misura ed in squadra, silicone specifico per acquari, optional profilini di alluminio, una pompa non eccessiva, tubi e raccordi, lana di perlon, sabbia corallina grossa, uno schiumatoio …. Diciamo che, a parte lo schiumatoio, la spesa potrebbe aggirarsi tra i 35 ed i 50 euro, ma arrangiandosi, recuperando materiali (come me) ed evitando approfittatori si puo spendere molto meno. COSTRUZIONESono partito tagliando le parti (anche i vetri, imparando ad usare il cutter tagliavetri) e molando / levigando i tagli con carta vetrata di varie misure, eliminando tutte le bave vive (COL VETRO NON SI SCHERZA: UNA DISATTENZIONE NELLA MANIPOLAZIONE E SI FINISCE IN OSPEDALE CON DECINE DI PUNTI!!!). Io ho usato guanti di cuoio spessi (si sa mai…) Poi con molta calma ho distribuito il silicone lungo gli spessori dei lati corti, pressando poi le lastre contro la lastra grande, ben in piano, ed aiutandomi con oggetti vari affinchè gli elementi rimanessero in squadra durante l’asciugatura del silicone. Il giorno dopo ho proseguito incollando la lastra frontale e poi la base, stando attento a fare in modo che tutte le parti fossero nella giusta posizione collimando fra loro (è dura da spiegare…). Poi per ultimo ho assemblato lo scivolo di uscita. Per mascherare le imperfezioni, irrobustire la struttura e scongiurare eventuali perdite ho aggiunto dei profili ad L in alluminio satinato negli angoli esterni, incollandoli, abbondando, con lo stesso silicone. Infine dopo 5-6 giorni (per essere sicuri della completa essiccazione del silicone) si passa al collaudo ed alla pulizia della vaschetta. LA STRUTTURAsi compone di lastre di vetro, anche se io per comodità ho usato anche alcune parti in plexiglass 4mm (metacrilato) per poter meglio modellare il frontale, ma niente di meglio di vetro tagliato da professionisti, con tagli precisi, dritti ed in squadra (molto importante). La mia nano sump parte dall’idea illustrata in questi disegni (in figura manca il canale di uscita dell’acqua) ed è per me solo il prototipo, anche se è perfettamente funzionante, ma mi è servita per capire eventuali errori e ricostruire poi una edizione definitiva, interamente in vetro, con le dimensioni e gli accorgimenti necessari emersi durante la sperimentazione Ovviamente ognuno dovrà modificare le misure in base alle proprie necessità ed alla propria inventiva. La vaschetta si compone di 2 sezioni, una di entrata ed una di uscita. La sezione in uscita ha dimensioni doppie rispetto all’altra (anche perchè dovrà ospitare lo schiumatoio ed il passaggio utile si ridurrà). Le 2 sezioni sono divise da un lastra di larghezza identica ai fianchi ma meno alta: verso il basso l’area libera di comunicazione e circolazione tra le 2 sezioni dovrà avere almeno le stesse dimensioni del canale di entrata. In alto dovrà essere lasciato almeno quanto basta per far si che, nel caso l’ingresso si intasi (perchè è nel canale di ingresso che sistemo la lana di perlon) in caso di innalzamento del livello dell’acqua questa possa avere una via di fuga verso la sezione di uscita senza fuoriuscire dalla vaschetta. Inoltre, avendo previsto non meno di 3cm di sabbia corallina grossa sul fondo, l’apertura di comunicazione dovrà tener conto di questi 3cm rubati. Nella sezione di uscita, un pò più grande, posso ospitare lo schiumatoio e sul fondo i sacchetti di carbone attivo e resine (o quello che ritenete). Le dimensioni di questa sezione IO le ho calcolate esattamente “cucendole addosso” letteralmente allo schiumatoio (uno degli scopi principali era proprio quello di portarlo fuori dall’acquario) senza esagerare nelle dimensioni (il mio prototipo è largo 9cm totali, alta 36cm e profonda 18). FUNZIONAMENTOL’acqua dovrà essere portata in entrata col metodo che a Voi sembrerà migliore: ho pensato perfino di utilizzare parti di un filtro appeso commerciale (pompa che aspira tramite un tubo a gomito) ma questo oltre ad essere più ingombrante (la pompa nel canale di ingresso ne riduce la sezione), non mi dava garanzie sufficienti di ripartenza nel caso si verificasse una fermata accidentale (in caso di black-out il tubo di aspirazione rischia di perdere l’innesco, si svuota ed il ripristino dell’innesco necessita di un “aiutino”). Cosi IO almeno per ora ho usato una pompa commerciale, scegliendone una con aspirazione a griglia larga (per limitare intasamenti) perdipiù autoprotetta in caso di blocchi o sovrariscaldamento, portata circa 300l/h (12€), fissata nella vasca principale a 1-2cm dal pelo dell’acqua, così oltre a fare da skimmer di superficie, in caso di incidenti non svuota tutta la vasca. Nel mio solito negozio di “fiducia” ho acquistato tubi, raccordi a gomito e ventose (tot 5€) ed ho costruito e sagomato quello che è il condotto di afflusso dell’acqua in ingresso alla sump, fissandolo per bene ai vetri dentro l’acquario con 4 grosse ventose ACCORGIMENTIAvendo una vasca alta 305mm, ho posizionato il canale di uscita appena sopra questo livello. Una nota importante sul canale di uscita: dovrà essere costruito abbastanza inclinato e lungo, in modo da essere sicuri che tutta l’acqua finisca sempre in vasca, e lo faccia in modo “deciso”. Mi spego: una scarsa pendenza del canale o un canale troppo corto e largo comportano che l’acqua in uscita esca troppo lentamente, tornando addirittura indietro sotto il canale e quindi fuori dall’acquario, con le conseguenze che vi lascio immaginare. Questo è uno degli errori del mio prototipo. Nella versione definitiva stringerò, allungherò ed inclinerò maggiormente lo scivolo in uscita. Per ora ho rimediato applicando un allungamento allo scivolo, fatto in plexiglass Per evitare di impazzire nella pulizia dei vetri dal silicone, ho rivestito tutte le facce delle lastre con carta di giornale e nastro adesivo di carta, messo con precisione e lasciando libere solo le zone di incollaggio (preventivamente sgrassate). Nastro e carta io li ho rimossi appena dopo l’incollaggio per evitare che facessero poi corpo unico col silicone essiccato, anche se questo scopre le facce che si potrebbero sporcare di nuovo durante le operazioni, quindi pensateci bene e state attenti ad avere sempre le mani più pulite possibile. Per lisciare i cordoli di silicone negli spigoli usare bastoncini lunghi e cotone, ben imbevuti di acqua e sapone (lo dico a voi ma io ho usato le dita e la saliva !!!!). Per evitare che la lana di perlon, quando sporca ed appesantita, finisca nel passaggio tra le 2 sezioni ostruendolo (ci si accorge dal differente livello dell’acqua nelle 2 sezioni, se in ingresso il livello è più alto significa che il filtro è sporco e l’acqua fa fatica a passare nella sezione di uscita) ho costruito una specie di griglia, sollevata dal fondo, con trama molto larga (parti in plastica recuperate da una vecchia lavastoviglie, ma voi potete inventare di meglio,,,) che mantenga la lana di perlon sollevata dal fondo e lasciando sempre libera la comunicazione tra i vasi Il rumore della cascata in uscita è pressochè nullo. Per silenziare invece i rumori dell’acqua in ingresso (se vi danno fastidio), ho fatto in modo che il tubo in entrata fosse a pelo d’acqua o poco più giù, ma non troppo! In caso di fermata bisogna fare in modo che per nessun motivo il tubo, innescato, possa svuotare la sump nell’acquario. Per fortuna, a pompa spenta, il livello dell’acqua nella sump comunque si abbassa di qualche centimetro (fino al livello dello scivolo di uscita), staccando il tubo dalla superficie dell’acqua. A pompa accesa, grazie anche alle dimensioni scelte, il livello dell’acqua risale di 2-3cm ed è a questo livello che dovete tagliare il tubo di ingresso, evitando che fuori dal tubo l’acqua si metta in contatto con l’aria. La vaschetta, alta 36cm, risulta 3-4cm più alta del livello dell’acqua. Potrebbe non essere sufficiente per scongiurare spruzzi verso l’esterno o sgocciolamenti da vapore o per la sicurezza. Si può pensare di alzare ancora l’altezza della sump per miglior protezione e/o di dotarla di coperchio (ho trovato giusto giusto un coperchio di un contenitore in plastica trasparente per cotton-fioc che calza a pennello….). Infine, so che l’impiego della lana di perlon può far stocere il naso a qualcuno ma per ora lo vedo come un buono e economico strumento per il filtraggio meccanico. Nel marino e sopratutto nel nano reef, per evitare che funga da filtro biologico, entrando in competizione con l’operato delle rocce vive, ne va messa poca e va sostituita spesso: io ne uso un batuffolo grande all’incirca come un pugno, e la sostituisco ogni settimana. Le immagini forse spiegano meglio di cosa ho blaterato finora…. RISULTATIHo atteso che questi risultati fossero certi e stabili (1 mese), prima di raccontarvi questa mia avventura. Già dopo una settimana di funzionamento i miei primi test hanno testimoniato risultati ben aldilà delle mie aspettative. Fin da subito l’acqua è diventata pulita e cristallina ma questa poteva essere una mia impressione. Entro 5 giorni dall’avvio sono sparite quelle maledette macchie verdi sui vetri e sulla sabbia che mi stavano ossessionando da tempo, e anche le alghe a pennello hanno rallentato e di molto la loro ricrescita, anzi a me pare si siano ridotte di volume. Dopo 7 giorni avevo fosfati e nitriti inesistenti, nitrati a 5mg/l !!!!!! (non ero mai sceso sotto i 35 in un anno di funzionamento della vasca). Ora faccio fatica a decifrarne i valori sulla scala colorimetrica. Ciao a tutti e scusate se sono stato noioso. Pier Farina |