Uno dei momenti più drammatici per un appassionato di ciclidi dei laghi africani è quando deve pescare un pesce per isolarlo: è praticamente impossibile catturare un pesce senza essere costretti a smontare completamente la rocciata, con tutte le conseguenza del caso (tempo, fatica e imprecazioni!).
Alcuni acquariofili ricorrono a una nassa realizzata con una bottiglia di plastica col collo tagliato e incollato al contrario, ma con questo sistema non si ha la certezza di catturare al primo tentativo il pesce desiderato, anzi: spesso e volentieri finiscono nella nassa tutti i pesci tranne quello che vogliamo prendere!
Per questo motivo, ho ideato e costruito una trappola che consenta di non dover stravolgere l’intero layout della vasca, catturando SOLAMENTE il pesce desiderato!
Ecco come costruire una trappola a ghigliottina grande 22x15x15 cm, adatta a piccoli-medi mbuna.
Nota: la grandezza può variare a seconda delle necessità dell’acquariofilo, l’importante è che il pesce abbia la possibilità di entrare del tutto e di rigirarsi agevolmente (all’incirca lunga due volte il pesce, larga e alta una volta e mezzo).
MATERIALI
- Lastra trasparente di Poliver (vetro sintetico) spessore 4mm, 500x500mm
- Tubo di pvc trasparente per acquari diam. 20mm
- Guida in plastica per cavi elettrici
- Colla a caldo
- Filo trecciato da pesca diam. 0,60mm o superiore
- Un morsetto per i fili da stendere il bucato
REALIZZAZIONE TRAPPOLA PER PESCI
Tagliare con una sega circolare la lastra di vetro sintetico per creare le pareti e la tagliola della trappola. Le misure dei pezzi che compongono la trappola sono:
- Pareti laterali: 22×15 cm
- Parete posteriore: 15×15 cm
- Coperchio: 21×15 cm
- Basamento: 24×15 cm
- Tagliola: 14×20 cm
Il basamento e il coperchio hanno lunghezze diverse per ricavare lo spazio dove alloggerà la porta a ghigliottina. Praticare un foro vicino al bordo del lato corto della tagliola, in posizione centrale.
Taglio della lastra di vetro sintetico con la sega circolare
Al centro del coperchio andrà fissato il tubo, che avrà la doppia funzione di manico e di passaggio per il mangime: quest’ultimo servirà ad attirare il pesce all’interno della trappola.
Tracciare con un pennarello al centro del coperchio il contorno del tubo
Disegno dell’alloggiamento del tubo
Praticare col trapano un foro all’interno della circonferenza disegnata, in modo da poter inserire la lama di un seghetto. Ritagliare l’alloggiamento per il tubo con un seghetto a lama tonda o un traforo. Attenzione: durante l’operazione di taglio è opportuno stare scarsi per poi finire l’alloggiamento con una lima, dato che il tubo dovrà entrare di misura.
Taglio dell’alloggiamento con seghetto a lama tonda
Con una lima rifilare il buco fino a che il tubo non ci entra di misura.
Il tubo inserito nel foro
Con lo stesso sistema, realizzare un foro identico su due pezzi di Poliver di circa 7×6 cm (volendo ricavati dagli scarti): questi serviranno da rinforzo all’attaccatura del tubo
Le due lastre di rinforzo
Procedere all’assemblaggio della scatola incollando le pareti con la colla a caldo.
Attenzione: in questa fase bisogna essere il più rapidi possibile, la colla a caldo si solidifica in pochi secondi.
Una volta raffreddata la colla, rifilare le eccedenze con un cutter.
Incollaggio delle pareti
Rifilare le eccedenze con un cutter
Tagliare il tubo a una lunghezza tale che, una volta in acquario, possa sporgere dall’acqua almeno 20cm: in questo caso 60 cm. Incollarlo con la colla a caldo nella sede del coperchio, inserendo prima su di esso le due lastre di rinforzo. Per maggior stabilità e tenuta, il tubo deve sporgere all’interno della trappola per un paio di centimetri.
Tubo con i rinforzi inseriti durante l’incollaggio
A questo punto, bisogna realizzare la parte fondamentale della trappola: la porta a ghigliottina!
Tagliare dalla guida per cavi elettrici due pezzi lunghi 28 cm: questi diventeranno la guida dove scorrerà la ghigliottina. Rimuovere la pellicola e i resti dell’adesivo sul retro e incollare i due pezzi in posizione, dove andrà alloggiata la porta.
Come si presenta la trappola con le guide montate
Inserire nella parte alta del tubo, dopo aver realizzato due fori, la barra filettata a U del morsetto per i fili da stendere e fissarlo con la colla. Facendo passare il filo attraverso questo piccolo componente, si avrà la possibilità di azionare la ghigliottina anche a una certa distanza dalla vasca. Sul lato opposto al ferro praticare un foro, dove andrà legato il filo.
Il ferro a U inserito
Posizionare la tagliola nelle guide, con il foro in alto. Annodare il trecciato da pesca nel foro realizzato sul tubo, farlo passare (dall’esterno verso l’interno) attraverso il foro della tagliola e infilarlo nel ferro a U. In questo modo, tirando il filo, si potrà azionare la trappola anche a distanza dalla vasca, disturbando meno i pesci. La scelta del trecciato è dovuta al fatto che affonda meglio ed è più morbido del monofilo in nailon. A questo punto al trappola è finita e funzionante.
La trappola a ghigliottina ultimata.
COLLAUDO
Ora è giunto il momento di collaudare sul campo l’efficacia della trappola!
Per provarla ho sfruttato la vasca di accrescimento dei miei mbuna: in particolare a fare da cavia è stato il maschio (ormai cresciuto anche troppo!) di pseudotropheus elongatus chewere.
Vediamo come effettuare la cattura del pesce designato con la trappola a ghigliottina.
Inserire la trappola in acqua a luci spente, facendola appoggiare sul fondo o sulle rocce.
La trappola appoggiata tra le rocce
Dopo un po’ di tempo, accendere le luci e alzare la ghigliottina tirando il filo. Tenendo sempre la tagliola alzata, far cadere un pizzico di mangime attraverso il tubo in modo da attirare i pesci nella trappola. Se non si vuole tenere il filo in mano, può essere fermato con del nastro adesivo o un peso.
Mio padre in veste di pescatore di mbuna: notare come il sistema permetta l’utilizzo anche a una certa distanza
I pesci entrano nella trappola attirati dal mangime
I pesci nuotano e mangiano noncuranti del “pericolo”
Quando il pesce da pescare entra nella trappola, basta lasciare andare il filo: la ghigliottina scende e…PRESO!
Lo pseudotropheus elongatus chewere è stato catturato!
Notare come il labidochromis caeruleus, che prima nuotava assieme chewere, sia stato volutamente risparmiato
IMPORTANTE: una volta catturato il pesce, prelevarlo immediatamente dalla trappola, in modo tale da ridurre al minimo lo stress causato dalla cattura e dalla permanenza nello spazio ristretto.
Andrea Bersani
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