La riproduzione asessuata tramite talea, è possibile per buona parte dei coralli che ospitiamo in vasca, e ci permette un risparmio notevole rispetto agli animali acquistati nei negozi. Non per ultimo, questa pratica è doverosamente rispettosa nei confronti dell’ambiente, evitando quindi di attingere indiscriminatamente dalle risorse naturali. Per molti coralli è un’operazione estremamente semplice, che si riassume nello staccare un pezzetto dell’animale e fissarlo stabilmente a una basetta o alla rocciata dell’acquario; per altri, in particolar modo alcuni coralli duri del genere LPS (polipo lungo), è un’operazione molto delicata, se non, in certi casi, impossibile. Non sono necessarie attrezzature specifiche, nonostante il mercato metta a disposizione dei più esigenti, tronchesi in acciaio chirurgico, coltelli con lama in ceramica, colle e basette ad hoc e via dicendo.
Kit per taleazione coralli commerciale.
E’ indispensabile invece operare con attrezzi puliti e soprattutto dopo aver constatato che l’animale si trova in perfette condizioni di salute, salvo i casi in cui la taleazione rappresenti il rimedio estremo per tentare di salvare parte di un animale morente. La taleazione può essere effettuata tranquillamente al di fuori della vasca, in quanto gli animali sopravvivono diverso tempo (variabile da specie) fuori dall’acqua. I coralli molli in particolare, se infastiditi, rilasciano muco e altre sostanze tossiche per gli ospiti dell’acquario e in alcuni casi anche per l’uomo. A chi non conosce bene gli animali che andrà a toccare, sarebbe consigliabile l’utilizzo di guanti in gomma; alcune specie di zoantiniari rilasciano una tossina letale anche per l’uomo, altre, come discosoma, ricordea, rhodactis e simili, a volte “sputano” un liquido che può essere irritante per gli occhi e per le mucose.
Non vi è nulla di particolarmente rischioso, ma occorre sempre prestare attenzione a quello che si fa. Taleare i coralli molli.I coralli sprovvisti di struttura scheletrica sono di solito quelli più semplici da riprodurre, anche perchè tendenzialmente più robusti. Il metodo consiste sempre nel tagliare una parte dell’animale con un cutter ben pulito e fissarlo a una basetta o a una roccia presente in vasca. La difficoltà maggiore sta nel fare in modo che l’animale resti fissato stabilmente per qualche giorno, fino a che non avrà modo di attaccarsi definitivamente con le sue forze.
Coltello con lama ceramica per talee di coralli molli.
I diversi metodi riguardano appunto il modo in cui fissare il corallo al supporto; si può fermare con un elastico, avendo cura di non stringere troppo, oppure infilzarlo con un ago da siringa (è preferibile agli spilli o altri supporti che nell’acquario marino tendono a ossidarsi), o più semplicemente cercando di incastrare l’animale tra 2 rocce.
I due metodi senza colla: ago ed elastico.
Talea di Sarcophytum fissata con l’elastico
Per alcune specie è possibile utilizzare il comune cianoacrilato (Attack, per esempio), applicandolo a una basetta asciutta, dopo aver asciugato, nel possibile, la parte di animale che ne entrerà a contatto.
Il cianoacrilato da utilizzare su materiale asciutto. Una volta fissato l’animale, andrà sistemato in una posizione con scarso movimento e con un’illuminazione ridotta rispetto al suo fabbisogno. Questo fino a quando non avrà superato lo chock e si sarà fissato stabilmente al supporto.
Talea di gorgonia (foto di Matteo Algranati)
Tenete conto anche dei paguro, dei ricci e tutti quegli animali che sembrano particolarmente accaniti nel rovesciare le basette, perchè vi creeranno sicuramente problemi. Se create abitualmente talee e avete una vasca sufficientemente grande dove posizionarlo, un taleario sospeso rappresenta un’assicurazione di buona riuscita.
Taleario artigianale realizzato con una griglia per pennelli a rullo.
Le basetteLe basette vengono utilizzate prevalentemente per i coralli SPS, ma trovano applicazione anche per i coralli molli, in particolar modo quelli piccoli o che hanno uno sviluppo coloniale. In commercio esistono prodotti già pronti in differenti materiale (resina, cemento, ecc.), ma è possibile realizzarle in casa senza particolari difficoltà.
Basetta in cemento autocostruita. Basette commerciali
Preparazione basette faidate
La realizzazione di basette artigianali è un’operazione semplice ed economica (max 5 euro per 100 basette), inoltre ci permette di creare basette su misura, realizzando un compromesso tra le dimensioni della vasca e la necessità di creare supporti stabili. Normalmente, 5 centimetri di base sono più che sufficienti, ciò non toglie che per alcuni animali o necessità di spazio in vasca, si possa aumentare o diminuire il diametro della basetta.
Stampi “di fortuna”. Il contenitore sulla sinistra è quello che meglio si presta a realizzare basette di 5 cm.
Per la preparazione di un centinaio di basette di diametro 5cm, occorre: – 1 kg di cemento bianco (non presa rapida)
– 1 kg di sabbia per acquari di pezzatura media
– 3/400 cc di acqua d’osmosi
– spatola, guanti, spruzzatore e contenitore per l’impasto
– stampo di diametro 3 cm. Inoltre, sarà opportuno predisporre un piano impermeabile dove modellare e far seccare le basette. 1) versare il solo cemento nel contenitore. 2) aggiungere lentamente l’acqua RO avendo cura di impastare bene, finchè non si raggiunge una densità simile alla Nutella.
3) aggiungere la sabbia sino al raggiungimento della consistenza desiderata. l’impasto deve avere una densità tale da permetterne il distacco dalla formina, ma allo stesso tempo, una volta uscito, deve mantenere la forma evitando di implodere. regolarsi aggiungendo acqua o sabbia di conseguenza.
4) con l’impasto ottenuto, riempire lo stampo e depositarlo con un colpo deciso sulla superficie di lavoro. se la consistenza è adeguata, è possibile modellarlo con le dita, creando forme irregolari più naturali..
Il contenitore che si è rivelato più idoneo a creare basette con una discreta consistenza è stata la provetta dei test Salifert (PO4,NO3 ecc) riempità per metà.
5) con un’oggetto appuntito del diametro di circa 1cm praticare il foro in ogni basetta.
6) lasciare asciugare il tutto all’ombra per circa una giornata. a seconda delle condizioni climatiche e della quantità di sabbia presente nell’impasto, potrebbe essere opportuno tenere umide le basette tramite uno spruzzatore, nelle prime ore. questo per evitare la formazione di crepe nel cemento.
7) una volta pronte, sciacquare bene le basette sotto acqua corrente, fino a che l’acqua non sarà limpida.
8) lasciare le basette in ammollo in acqua d’osmosi per qualche giorno, avendo cura di cambiarla periodicamente. Taleare i coralli duriI coralli che più si prestano alla taleazione, sono quelli a polipo corto (SPS), quindi Acropora, Montipora, Seriatopora, ecc. ecc. Anche in natura la frammentazione ha garantito la propagazione e sopravvivenza di molte specie. Discorso differente invece, per il genere a polipo lungo (LPS) che salvo alcune specie, di solito ramificate, quali per es. Euphyllia o Caulastrea, difficilmente riescono a riprodursi in questo modo.
Tronchesi in acciaio chirurgico.
L’attrezzatura indispensabile è costituita sostanzialmente da un paio di tronchesi a punte sottili, preferibilmente di acciaio chirurgico. Per il fissaggio sulle basette o le rocce si utilizza normalmente la colla epossidica, che ha la caratteristica di seccarsi anche sott’acqua.
Colla epossidica bicomponente specifica per acquari e non (Milliput).
I coralli duri, in genere si frammentano in vasca, asportando un pezzo di circa 3/4 cm dalla colonia. L’operazione va fatta preferibilmente con delle tronchesi dedicate e facendo attenzione a non danneggiare il resto dell’animale. Alcuni SPS, come per esempio molte Montipora, sono estremamente fragili e un movimento inopportuno può compromettere l’integrità dell’animale. Preventivamente si sarà preparata una piccola quantità di colla epossidica, tramite la quale, fuori dalla vasca, si fisserà l’animale alla basetta. Il tempo di indurimento della colla varia da marca a marca. Solitamente quelle che presentano i 2 composti separati (Milliput, Deltec, Giesemann, ecc.) hanno tempi di essiccazione più lenti rispetto a quelle costituite da un cilindro unico che contiene i due composti (Boston Coral Farm, Aquarium System, ecc.), ma non è una regola e conviene sempre fare delle prove prima di utilizzarle sugli animali. Alcuni suggerimenti per l’utilizzo della colla bicomponente (tipo Milliput, Deltec, Giesemann) – L’utilizzo di questa colla in vasca non è completamente neutro. Occorre adoperarne piccole quantità in quanto il composto rilascia talco e altre sostanze che infastidiscono gli animali e inibiscono la schiumazione. C’è anche chi ha perso diversi coralli SPS per aver abusato di questa colla, per cui, muoversi con la massima prudenza ed eventualmente utilizzare/rinnovare il carbone. – Specie nella stagione più fredda, dopo aver tagliato i 2 spezzoni, è utile metterli nel forno a microonde per circa un minuto, prima di miscelarli. – Dopo averli impastati accuratamente per qualche minuto, lasciare riposare l’impasto per altri 5 minuti, prima di utilizzarlo. La colla bicomponente è in assoluto la più indicata per il fissaggio degli animali alle basette, anche se può essere utilizzata la colla a caldo, oppure il cianoacrilato, a condizione che le superfici da incollare siano asciutte. Utilizzo della colla a caldoLa colla a caldo risulta molto pratica e di rapida asciugatura, anche se c’è il rischio che il corallo possa soffrire l’alta temperatura, tirando di conseguenza dal basso. Inoltre, per le specie che hanno questa caratteristica, sarà molto difficile che l’animale coli sulla basetta. E’ da evitare quindi il classico “colletto” che si fa con la bicomponente attorno alla base del corallo, limitandosi a riempire la sola sede della basetta.
Dispenser colla a caldo in stick.
Una volta fissato alla basetta, il corallo va posto in una zona riparata dal forte movimento e forte illuminazione fino a che non si sarà adattato. In particolar modo per i coralli SPS è opportuno realizzare un piccolo taleario come sopra indicato. Alcuni riproduttori professionisti di coralli, posizionano le talee in posizione orizzontale, rispetto alla classica posizione “ad albero”. Questo permette al corallo di sviluppare ramificazioni più armoniose e simili agli esemplari presenti in mare aperto. Concludo suggerendo di sostituire la basetta nelle nuove talee di SPS che andrete a inserire nelle vostre vasche. Questa accortezza può mettervi al riparo da alcuni ospiti sgraditi che depositano le uova alla base del corallo o sotto la colata (Turbellarie, Nudibranchi aeolidi, ecc). |