L’idea del dosatore automatico di naupli nasce principalmente dall’esigenza di dosare nutrimento vivo durante i periodi di assenza (vacanze, ecc …), ma vista la sua efficienza, lo uso quotidianamente.
Il funzionamento del dosatore è sostanzialmente molto semplice: si basa sul principio dei vasi comunicanti. Il materiale usato è di facile reperibilità ed economico.
Per spiegare la realizzazione del seguente progetto, cercherò di non usare misure specifiche, proprio per far sì che quest’ ultimo sia facilmente adattabile ad ogni tipo di sistema, mettendo così in primo piano non tanto i dati, quanto la dinamica del funzionamento.
Per prima cosa mi sono procurato una bottiglia di plastica da 1l; una volta tagliato il fondo della bottiglia, ho praticato un foro sul suo tappo e incollato uno “scarico a T”; da questo usciranno i naupli ed entrerà l’ acqua di ricarico.
Lo “scarico a T” è predisposto in modo tale da poter essere collegato,tramite un tubicino flessibile, ad un aeratore; di conseguenza lo “scarico a T” ha una triplice funzione: oltre a quelle già citate consente ,con la fuoriuscita di bolle,di garantire il movimento all’ interno della bottiglia, necessario all’ allevamento dei naupli.
Attorno alla bottiglia ho costruito un involucro di lastre di policarbonato a forma di parallelepipedo in modo che potesse contenere perfettamente la bottiglia (questo contenitore può comunque essere realizzato con qualunque materiale trasparente, anche per esempio con un’altra bottiglia di dimensioni maggiori).
L’involucro esterno funge da mantenitore di livello. La pompa posizionata sul fondo del contenitore, pompa acqua della vasca all’ interno, facendo salire il livello fino ai fori di scarico,posizionati nella parte superiore.
Spegnendo la pompa, il livello dell’ acqua nel contenitore fuoriuscirà attraverso questa, fino a diventare uguale a quello della vasca; sarà proprio questo cambiamento di livello che permetterà la fuoriuscita dei naupli (spegnendo la pompa) ed il reintegro dell’ acqua (riaccendendola).
Tramite vasi comunicanti, il livello all’ interno della bottiglia, contenente i naupli, sarà strettamente in relazione al livello del contenitore più esterno; svuotandosi questo, si svuoterà anche quello della bottiglia, facendo fuoriuscire i naupli dallo “scarico a T”. Alzando il livello dell’ involucro esterno, tenderà ad alzarsi anche quello della bottiglia interna,introducendo acqua nuova attraverso lo “scarico a T”.
Le tre foto sopra mostrano in sequenza la fuoriuscita dei naupli: si può notare che nella parte superiore si accumulano le cisti mentre nella parte inferiore della bottiglia si depositano le uova non schiuse, permettendone il riutilizzo nelle dosate successive.
La grandezza del dosatore è legata al litraggio della vasca e alla quantità di animali che si desidera nutrire. Personalmente con un contenitore da 1l, sono riuscito a produrre grossi quantitativi di naupli e i parametri di questo sistema possono essere sufficienti anche per vasche di 400l. L’unico accorgimento, come si può notare nell’ ultima foto, è che il livello dell’acqua all’ interno della bottiglia (che è uguale a quello della vasca), deve essere non inferiore a 1,5cm al di sopra dello scarico, (a pompa spenta), in modo da non consentire ai gusci di uscire da quest’ ultimo.
Quotidianamente integro in modo manuale le uova di artemia, mentre durante le mie assenze utilizzo una mangiatoia automatica ventilata contenente i naupli, e lo spegnimento e l’ accensione dell’ aeratore e della pompa, si possono gestire con dei semplici timer. Consiglio prima dello spegnimento della pompa, di spegnere l’aeratore 15 minuti prima, in modo da dividere naupli,cisti e uova non ancora schiuse come suggerisce il tradizionale allevamento di artemie.
Per ulteriori chiarimenti mi potete trovere sul forum (fappio) oppure tramite e-mail
Fabio Luini
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