Chi s’imbatte nell’allevamento dei ciclidi del Tanganica, non può fare a meno di farsi rapire dal fascino degli “shell fishes” ovvero degli “abitatori delle conchiglie”, tra cui i Lamprologus similis e neanche di ospitare nel proprio acquario (dimensioni permettendo) una colonia di questi piccolissimi ed interessantissimi gioielli del lago Tanganica. Di dimensioni molto ridotte ovvero 5 cm. per il maschio e 3 cm. per la femmina . Si tratta di pesci che “sfruttano” i gusci vuoti di conchiglie endemiche del lago (soprattutto Neothauma tanganiycense), usate a mo’ di rifugio dai predatori e come sito per la riproduzione.
In natura, tali gusci formano enormi sedimenti che possono essere spessi dei metri ed estendersi per alcuni chilometri . L’acqua del lago presenta una forte alcalinità che impedisce ai gusci di sciogliersi : vengono rivestiti da depositi di calcio, in grado di renderli più solidi e ideali come vere e proprie tane, sul fondale sabbioso, nelle immediate vicinanze delle rocce. I gusci si trovano, inoltre, anche sparsi in zone sabbiose, non ammassati e vengono infossati nella sabbia dai loro abitanti, tanto da lasciarne visibile solo l’apertura . In un acquario che riproduce un tale biotopo, è possibile osservare il loro comportamento e restarvi incantati, basta arredarlo con sabbia fine sul fondo spessa almeno 5 cm., alcune rocce lungo la parete posteriore, lasciando però un ampio tratto di fondo sabbioso completamente libero, tanti, tanti gusci di chiocciola (vanno benissimo le comuni “escargot”usate dai francesi a scopo alimentare) adagiati sulla sabbia e il gioco è fatto!!
Ricordo, quando con immensa gioia, ho ricevuto da un amico una coppia di L.similis e di come rimasi sorpresa nel vederli immediatamente “all’opera”, intenti ad insabbiare le loro conchiglie. Prendevano la sabbia in bocca e risputandola poco più in là, facevano in modo da dirigere l’apertura della conchiglia nel modo a loro più conveniente, per potervi entrare all’istante, al primo accenno di pericolo. In seguito ho notato, con grande stupore, che l’apertura della conchiglia veniva esposta anche in direzione dell’arrivo del cibo, durante la sua somministrazione, in maniera tale che entrasse nella cavità e potesse essere facilmente catturato.
Non vi dico poi la gioia al momento della riproduzione, che avviene di solito nel guscio della femmina la quale, dopo un periodo breve di corteggiamento, ripulisce con cura la conchiglia scelta, vi entra ed esce più volte, sollecitata dal maschio che ne resta al di fuori, fino a quando avviene la deposizione delle uova all’interno della conchiglia. Il maschio di tanto in tanto deposita lo sperma all’imboccatura di essa e dopo circa 4-5 giorni avviene il miracolo!…le uova si schiudono e si notano i piccoli con il loro sacco vitellino e una volta che l’hanno riassorbito iniziano a nuotare, stando sempre all’imboccatura della conchiglia (dopo circa dieci giorni), sotto lo sguardo vigile e attento della madre, pronti ad entrarvi immediatamente al minimo accenno di pericolo.
Formano colonie numerose (circa venti individui) e i piccoli, in caso di pericolo, vengono ospitati anche nelle conchiglie degli altri membri, che li tollerano fino alla maturità. Le deposizioni avvengono ogni due mesi circa e ho notato che il numero dei piccoli non è mai superiore a dieci. Ogni membro della colonia ha una propria conchiglia, anche se vivono vicini tra loro. Nonostante questi ciclidi abbiano dimensioni ridotte, sono dei grandi scavatori ed è straordinario osservarli mentre compiono questa operazione, che li porta a raggiungere il vetro di fondo dell’acquario, creando una “voragine” all’interno della quale, fanno scivolare i gusci uno vicino all’altro. Benché di piccola taglia possono vivere e riprodursi anche in un grande acquario di comunità e sanno farsi rispettare dai pesci anche molto più grandi di lui. Io li ospito in una vasca (100x50x60cm) con i seguenti valori chimici dell’acqua:
Nella vasca sono presenti Neolamprologus leleupi, Julidochromis trascriptus, Altolamprologus calvus, Neolamprologus caudopunctatus, Neolamprologus brevis e Paraciprychromis nigripinnis senza alcun problema né di convivenza né di riproduzione. Solo così si potranno studiare interessanti comportamenti di combattimento e difesa del loro territorio , tipici del genere Lamprologus. Accettano cibo commerciale secco finemente sbriciolato, alternato con quello vivo o surgelato di piccole dimensioni, quale artemia, larve di zanzara, cyclops,ecc.. Nutro i piccoli con naupli di artemia appena schiusi, mangime secco polverizzato e tuorlo d’uovo sbriciolato, il tutto con l’aggiunta di vitamine. Sapranno regalarvi delle grandi emozioni!! |