Premessa Ho deciso di cimentarmi nell’impresa di scrivere questo articolo, per condividere con altri appassionati le gioie e le soddisfazioni che l’allevamento di questi Ciclidi può dare. Se poi leggendolo, a qualcuno verrà la voglia di allevarli…avrò ottenuto anche più di quanto speravo! La vascaLa vasca in cui li allevo, avviata da settembre 2004, ha le seguenti dimensioni: 120 x 45 x 53 cm di altezza, per un volume lordo intorno ai 280 l. ed uno netto di 200 l.; è una vasca artigianale visibile da entrambi i lati lunghi in quanto inserita in una parete che separa la sala dalle scale.
L’apparato tecnico prevede un filtro interno da 25 l. circa, riempito con lana a fibra grossa, media, fina e cannolicchi, una pompa da 1200 lt/h (regolabile), un termoriscaldatore da 200 W, un neon da 30 W ed un areatore. L’arredo è costituito da un fondo di 20 kg. di sabbia fine del Po (quella solitamente usata nell’edilizia), circa 50 Kg. di rocce Travertino e numerose conchiglie; mentre la popolazione comprende, al momento, 4 Neolamprologus brichardi, 2 Julidochromis marleri, 1 Neolamprologus leleupi, 1 Synodontis nigroventris ed 1 Platydoras costatus. L’acqua ha i seguenti valori: temp. 26°, Ph 8, Dgh 19, Dkh 12, conduttività 520, NO2 assenti e NO3 tra 15 e 20; effettuo un cambio di circa 20 l. ogni 2/3 settimane. L’allevamentoDopo circa un mese dall’avvio della vasca, ho inserito, tra gli altri, un gruppo di 5 N.brichardi molto giovani, lunghi circa 3 cm; i quali hanno ben presto provveduto a scegliersi le varie zone dell’acquario per stabilire la loro tana, scavando (a volte fino al vetro inferiore) e spostando ciò che non era di loro gradimento.
Dopo un altro paio di mesi due di loro (i più cresciuti del gruppo, intorno ai 5/6 cm) hanno cominciato a stazionare nei pressi di una fenditura tra due rocce, entrando a turno e difendendo in maniera piuttosto decisa la zona circostante (piuttosto vasta per la verità, pari a circa la metà della vasca!)
Passata qualche settimana, ho notato su una delle pareti verticali della fenditura un gruppetto di una decina di uova, biancastre e di circa 1,5 mm; però nonostante l’incessante cura dei genitori, dopo alcuni giorni le uova sono sparite, ritengo a causa delle “incursioni” notturne del Synodontis o del Platydoras o di entrambi, che approfittavano del buio in vasca.
Malauguratamente a distanza di 3 o 4 settimane la femmina (riconoscibile soltanto per le dimensioni più contenute e per le pinne dorsale e caudale meno sviluppate) è deceduta senza nessuna motivazione apparente, lasciandomi disperato con il “neo-vedevo”, che invece fortunatamente non si è affatto scoraggiato e nel giro di poco tempo si è scelto una nuova compagna tra i 3 brichardi rimasti, accogliendola con “entusiasmo” nel suo territorio, tanto che una nuova deposizione non è tardata.
Questa volta per scongiurare predazioni notturne, ho allestito una piccola lampada da 1,5 W alimentata da un trasformatore (recuperato dal caricabatteria di un mio vecchio cellulare) e schermata con un piccolo pezzetto di plastica colorata, che ho provveduto ad installare su un ripiano all’asciutto sotto il coperchio della vasca, garantendo così un minimo di luce notturna, che consentiva ai brichardi di difendere al meglio le loro uova. Dopo alcuni giorni, non vedendo da un pò le uova, ma neanche i piccoli, ho cominciato a temere che il mio tentativo fosse fallito, ma poi una mattina presto con le luci dell’acquario ancora spente ho notato qualche movimento sulla sabbia e con mio enorme piacere, ho contato una 25ina di minuscole “virgolette” bianche, appoggiate sul fondo di una nuova buca, scavata dai genitori sotto una grossa roccia all’imbocco della fenditura teatro delle deposizioni.
A questo punto le proverbiali cure parentali dei brichardi si sono manifestate in tutta la loro bellezza: i genitori tenevano costantemente sotto controllo la nidiata, riportavano nella buca i piccoli che si allontanavano e scacciavano in malo modo chiunque si avvicinasse troppo.
Durante la somministrazione del cibo salivano a turno in superficie a nutrirsi, pronti “a scendere in picchiata” al minimo segnale di pericolo, più di una volta ne ha fatte le spese il Platydoras che, come suo solito, usciva dalla sua tana diurna solo per cibarsi e veniva bersagliato dalle furiose planate dei brichardi finchè non ritornava mestamente (e fortunatamente, grazie alla sua corazza, illeso) alla sua dimora. Un altro aspetto affascinante era la crescente “sfrontatezza” dei piccoli, che giorno dopo giorno aumentavano il loro raggio d’azione, spingendosi ad esplorare zone sempre più vaste della vasca, salvo poi “acquattarsi” prontamente sul fondo quando qualcuno si avvicinava. Per la loro alimentazione non ho adottato tecniche particolari, in quanto la vasca era già ben avviata da tempo e ho ritenuto che potessero trovare ciò di cui avevano bisogno direttamente in vasca, “piluccando” tra le alghette formatesi sulle rocce e approfittando dei residui di cibo (solitamente uso Fiocco mix della SHF, che per l’occassione sminuzzava finemente) che cadevano sul fondo. Tutto è andato per il meglio per almeno 3 settimane, poi mi sono assentato per un w.e., dimenticandomi incautamente di collegare un timer anche alla luce “lunare” oltre che alla classica illuminazione della vasca, lasciandola così completamente al buio per un paio di notti, tanto è bastato affinchè della mia amata nidiata non rimanesse che un sopravvissuto! Non so se il fatto della luce sia solo una coincidenza e se i piccoli siano stati predati dal “nottambulo” Platydoras (forse vi chiederete perchè non lo tolgo dalla vasca? le ragioni sono due: primo perchè ormai ci sono affezionato e soprattutto perchè non sono riuscito in alcun modo a pescarlo senza distruggere tutto l’arredamento) o dal Synodontis, ma sicuramente la coincidenza di tempi è quantomeno sospetta. Fatto sta che ad oggi, a poco più di un mese dalla nascita, il piccolo “highlander” continua beato la sua avventura nella mia vasca, rendendomi, nonostante i miei errori e le mie leggerezze, sempre più soddisfatto della mia scelta riguardo questi meravigliosi Ciclidi. p.s. Mi scuso con tutti per il linguaggio non certamente scientifico, per eventuali inesattezze o imprecisioni, ma tutto ciò che ho scritto è frutto soltanto della mia esperienza e della mia passione acquariofila. |