Allevamento
Gli esemplari giovani sono più facili da acclimatare ma sono più esposti alle infezioni cutanee, senza contare che risentono della convivenza con pesci generalmente vivaci. può essere allevato sia in vasche reef in quanto non infastidisce i coralli, sia in vasche di soli pesci purchè di almeno 400 lt per 1 esemplare.
Data la difficoltà ad acclimatarsi da parte di alcuni esemplari, è opportuno introdurli subito in un ambiente idoneo ricco di rocce vive per fornirgli un alimentazione ricca di alghe naturali (tale specie è ottima per contrastare la crescita delle alghe verdi filamentose nell' acquario; purtroppo accettano difficilmente come cibo altri tipi di alghe infestanti come le cyanobatterie).
Ricorrere anche ad alghe finemente tagliuzzate, non provenienti necessariamente dall'habitat marino, e ad alimenti vegetali sostitutivi o integrativi, quali broccoli, spinaci, zucchine e piante acquatiche tenere.
Un ingrediente supplementare è il mangime secco commerciale di origine vegetale in granuli o scaglie.
La somministrazione di mangime animale (gamberetti, polpa di granchi, molluschi, artemie, ecc. ) non è da escludere a priori, ma è assodato che i risultati migliori si ottengono con l'ausilio di mangime di tipo vegetale.
La presenza di pesci giovani è consigliabile, se s'intende allevare la specie in branchi.
Si tratta di una specie pacifica ma che non si fa scrupoli, in età adulta, di attaccare individui dello stesso genere.
Se la fase iniziale da esito positivo, l'allevamento non presenta più alcun problema. Sono suscettibili di contrarre la malattia dei puntini bianchi e infezioni intestinali.
Può rendersi protagonista di compartamenti "buffi", come quello di produrre bolle d'aria ed inseguirle fino alla superfice, ripetendo la cosa molte volte di seguito.
Data la difficoltà ad acclimatarsi da parte di alcuni esemplari, è opportuno introdurli subito in un ambiente idoneo ricco di rocce vive per fornirgli un alimentazione ricca di alghe naturali (tale specie è ottima per contrastare la crescita delle alghe verdi filamentose nell' acquario; purtroppo accettano difficilmente come cibo altri tipi di alghe infestanti come le cyanobatterie).
Ricorrere anche ad alghe finemente tagliuzzate, non provenienti necessariamente dall'habitat marino, e ad alimenti vegetali sostitutivi o integrativi, quali broccoli, spinaci, zucchine e piante acquatiche tenere.
Un ingrediente supplementare è il mangime secco commerciale di origine vegetale in granuli o scaglie.
La somministrazione di mangime animale (gamberetti, polpa di granchi, molluschi, artemie, ecc. ) non è da escludere a priori, ma è assodato che i risultati migliori si ottengono con l'ausilio di mangime di tipo vegetale.
La presenza di pesci giovani è consigliabile, se s'intende allevare la specie in branchi.
Si tratta di una specie pacifica ma che non si fa scrupoli, in età adulta, di attaccare individui dello stesso genere.
Se la fase iniziale da esito positivo, l'allevamento non presenta più alcun problema. Sono suscettibili di contrarre la malattia dei puntini bianchi e infezioni intestinali.
Può rendersi protagonista di compartamenti "buffi", come quello di produrre bolle d'aria ed inseguirle fino alla superfice, ripetendo la cosa molte volte di seguito.
ValorePH
8.0-8.3
Foto2
Foto1
Foto di
Wurdy / Acquaportal
Riproduzione
La riproduzione in cattività è considerata molto difficile e richiede condizioni ambientali e alimentari molto specifiche. Solo per allevatori esperti.
Dimensione
20/30 cm
Livello di nuoto
Medio
habitat
barriera corallina e lagune poco profonde, caratterizzati da acque calde e limpide con una temperatura compresa tra i 24°C e i 28°C
Luogo specifico
In natura vive nelle barriere coralline dell’Oceano Indiano e Pacifico, ma si può trovare anche alle Hawaii e Samoa.
Densità
1022-1023
Famiglia
Acanthuridae
Particolarità
Con l'avanzare dell'età la livrea degli esemplari perde lucentezza cromatica acquisendo tonalità grigiastre tutt'altro che appariscenti.
Qualora tale specie ingerisca alghe velenose, diventa temporaneamente portatrice dell'intossicazione di ciguatossina.
Qualora tale specie ingerisca alghe velenose, diventa temporaneamente portatrice dell'intossicazione di ciguatossina.
Alimentazione
Alghe essicate, cibo vegetale, mysis. Si consigliano integrazione di vitamine al cibo, che deve essere fornito più volte al giorno, per mantenere la livrea brillante.
Dimorfismo
Leggero dimorfismo. I maschi solitamente un po' più grandi delle femmine e possono avere una colorazione più intensa, soprattutto nella regione dorsale. Difficile da rilevare
Caratteristiche
Il corpo ovale e compresso lateralmente, è caratterizzato da una colorazione blu molto vivida, attraversata da un'area nerastra che dà luogo ad una biforcazione, in corrispondenza della parte superiore dei fianchi.
La pinna dorsale denota uno sviluppo marcatamente allungato, e sfoggia una decorazione nero all'altezza del margine.
Tale specie è munita di aculei affilati racchiusi in un solco, ai due lati del peduncolo caudale.
Quando queste lamette lamette sono alzate, costituiscono un valido strumento di offesa e difesa, rendendo particolarmente pericolosi gli attacchi laterali eseguiti con la coda.
Tramite le pinne pettorali, eseguono movimenti natatori di natura ondeggiante, a volte possono raggiungere un'elevata velocità. Questi arti vengono usati per pulire gli occhi e addirittura il capo, caratteristica ravvisabile anche in altri pesci come i Labridi e alcune specie della famiglia Nemipteridae.
Per muoversi in determinate direzioni, gli Acanturidi impiegano la pinna caudale come se fosse un timone.
La pinna dorsale denota uno sviluppo marcatamente allungato, e sfoggia una decorazione nero all'altezza del margine.
Tale specie è munita di aculei affilati racchiusi in un solco, ai due lati del peduncolo caudale.
Quando queste lamette lamette sono alzate, costituiscono un valido strumento di offesa e difesa, rendendo particolarmente pericolosi gli attacchi laterali eseguiti con la coda.
Tramite le pinne pettorali, eseguono movimenti natatori di natura ondeggiante, a volte possono raggiungere un'elevata velocità. Questi arti vengono usati per pulire gli occhi e addirittura il capo, caratteristica ravvisabile anche in altri pesci come i Labridi e alcune specie della famiglia Nemipteridae.
Per muoversi in determinate direzioni, gli Acanturidi impiegano la pinna caudale come se fosse un timone.
Comportamento
Di norma, vivono in grandi branchi (composti da centinaia di esemplari) in cui si consumano innumerevoli scaramucce di natura perlopiù intimidatoria: quando 2 esemplari entrano in stretto contatto, tendono ad abbozzare degli attacchi, senza però toccarsi.
Nonostante non siano esenti da comportamento aggressivi (specialmente durante l'età adulta) sono comunque da considerarsi tra le specie più pacifiche della famiglia Acanthuridae.
Essi denotano un elevato grado di vivacità che li induce a nuotare molto rapidamente e a muoversi con disinvoltura tra ostacoli di varia natura.
Come per la maggior parte degli Acanturidi, le alghe rappresentano l'obbiettivo principale di sussistenza.
L'assimilazione di tali vegetali è favorita dall'apparato intestinale piuttosto allungato, inoltre la particolare conformazione dentale, a forma di spatola seghettata, permette ad essi di tagliuzzare anche i campioni vegetali più piccoli (problematica, invece, la triturazione di piante lunghe), operazione che li vede impegnati per tutta la giornata.
Durante il periodo della riproduzione, nuotano compatti in modo frenetico, finchè al tramonto, gruppi sparuti di pesci abbandonano il branco per dirigersi verso la superficie, dove espellono le uova e lo sperma.
L'espulsione delle uova e dello sperma è probabilmente facilitata dalla diminuzione della pressione all'interno della vescica natatoria, quest'ultima operazione resa possibile dal moto rapido verso la superficie.
Le uova galleggiano sulla superficie marina con l'ausilio di una particolare goccia oleosa e in poco tempo si schiudono rivelando le larve.
Il tempo di sviluppo di queste ultime è di 26 ore e si manifesta in varie fasi: inizialmente la larva, lunga appena 2 mm, trae sostentamento, per alcuni giorni, dal sacco vitellino, dopodichè evolve al secondo stadio denominato Acronurus.
Dopo poche settimane, la larva assume le fattezze di un minuscolo pesciolino, lungo circa 20 mm, che si nutre principalmente di piccolissimi organismi planctonici.
Anatomicamente parlando, la larva Acronurus non è munita di squame bensì di listelli cornei posti verticalmente sui fianchi.
Essa ha un aspetto trasparente e presentano raggi veleniferi nella prima pinna dorsale, in quella anale, nonchè in quelle pettorali.
La livrea muta cromaticamente in modo definitivo quando l'animale raggiunge una lunghezza di circa una decina di cm.
Nonostante non siano esenti da comportamento aggressivi (specialmente durante l'età adulta) sono comunque da considerarsi tra le specie più pacifiche della famiglia Acanthuridae.
Essi denotano un elevato grado di vivacità che li induce a nuotare molto rapidamente e a muoversi con disinvoltura tra ostacoli di varia natura.
Come per la maggior parte degli Acanturidi, le alghe rappresentano l'obbiettivo principale di sussistenza.
L'assimilazione di tali vegetali è favorita dall'apparato intestinale piuttosto allungato, inoltre la particolare conformazione dentale, a forma di spatola seghettata, permette ad essi di tagliuzzare anche i campioni vegetali più piccoli (problematica, invece, la triturazione di piante lunghe), operazione che li vede impegnati per tutta la giornata.
Durante il periodo della riproduzione, nuotano compatti in modo frenetico, finchè al tramonto, gruppi sparuti di pesci abbandonano il branco per dirigersi verso la superficie, dove espellono le uova e lo sperma.
L'espulsione delle uova e dello sperma è probabilmente facilitata dalla diminuzione della pressione all'interno della vescica natatoria, quest'ultima operazione resa possibile dal moto rapido verso la superficie.
Le uova galleggiano sulla superficie marina con l'ausilio di una particolare goccia oleosa e in poco tempo si schiudono rivelando le larve.
Il tempo di sviluppo di queste ultime è di 26 ore e si manifesta in varie fasi: inizialmente la larva, lunga appena 2 mm, trae sostentamento, per alcuni giorni, dal sacco vitellino, dopodichè evolve al secondo stadio denominato Acronurus.
Dopo poche settimane, la larva assume le fattezze di un minuscolo pesciolino, lungo circa 20 mm, che si nutre principalmente di piccolissimi organismi planctonici.
Anatomicamente parlando, la larva Acronurus non è munita di squame bensì di listelli cornei posti verticalmente sui fianchi.
Essa ha un aspetto trasparente e presentano raggi veleniferi nella prima pinna dorsale, in quella anale, nonchè in quelle pettorali.
La livrea muta cromaticamente in modo definitivo quando l'animale raggiunge una lunghezza di circa una decina di cm.
Biotopo
Barriere coralline - reef
Lunghezza
fino a circa 18 cm
Temperatura
24-26°C
Provenienza
Oceano Pacifico e Indiano
Salve ho bisigno di un consiglio da un esperto ho il mio Paracanthurus hepatus e da un paio di settimane che stà rintanato nella sua grotta e non vuole uscire solo leggermente con la testa lo si vede nella sua grotta non vedo problemi tipo puntini bianchi o abrazioni non lo vedo dimagrito, che porebbe essere la causa oltre a lui c’è un zebrasoma valiferum presi assieme da piccoli circa due anni fa il zebrasoma non ha problemi anzi si mette sempre in mostra quando vado a controllare l’acquario ma quello che mi preoccupa e l’hepatus qualche consiglio da darmi grazie mille