Allevamento
Tali Amphiprion si rivelano idonei all'allevamento in cattività: l'acquariofilo non è soggetto a grossi grattacapi nel preparare la composizione chimica e fisica dell'acqua, ne tantomeno nella somministrazione degli alimenti (utilizzare crostacei vivi e dopo poco tempo mangime animale sia vivo che morto), visto che questi pesci denotano un'elevata flessibilità a tal riguardo.
L'allevamento del Pesce pagliaccio, avulso dall'anemone, non ne compromette lo sviluppo basilare, anche se è grazie alla presenza congiunta di entrambi che si possono raggiungere i risultati migliori, riconducibili in particolare modo all'aspetto riproduttivo (per nutrire le larve. per circa 2 settimane occorre somministrare Euplotes, e appositi microorganismi; in seguito si può ricorrere a mangimi basati su naupli di Artemia).
Si possono allevare esemplari giovani in branchi di piccola entità; tali esemplari possono accoppiarsi dopo un'anno di vita e sono soliti delineare i propri territori che difendono strenuamente da animali della stessa specie.
Se l'acquario è di piccole dimensioni l'accanimento introspecifico può sfociare nella ferocità assoluta e portare alla soppressione dei pesci indesiderati.
L'acquariofilo può introdurre in vasca nuovi anemoni, in aggiunta a quelli preesistenti; tale opzione non viene accettata prontamente da questi Pesci pagliaccio che possono anche rifiutare i nuovi compagni simbiotici.
Risulta particolarmente promettente l'allevamento di questo genere di Pomacentridi in acquari di invertebrati, specie se gli esemplari sono supportati dalla presenza del loro anemone simbionte.
L'allevamento del Pesce pagliaccio, avulso dall'anemone, non ne compromette lo sviluppo basilare, anche se è grazie alla presenza congiunta di entrambi che si possono raggiungere i risultati migliori, riconducibili in particolare modo all'aspetto riproduttivo (per nutrire le larve. per circa 2 settimane occorre somministrare Euplotes, e appositi microorganismi; in seguito si può ricorrere a mangimi basati su naupli di Artemia).
Si possono allevare esemplari giovani in branchi di piccola entità; tali esemplari possono accoppiarsi dopo un'anno di vita e sono soliti delineare i propri territori che difendono strenuamente da animali della stessa specie.
Se l'acquario è di piccole dimensioni l'accanimento introspecifico può sfociare nella ferocità assoluta e portare alla soppressione dei pesci indesiderati.
L'acquariofilo può introdurre in vasca nuovi anemoni, in aggiunta a quelli preesistenti; tale opzione non viene accettata prontamente da questi Pesci pagliaccio che possono anche rifiutare i nuovi compagni simbiotici.
Risulta particolarmente promettente l'allevamento di questo genere di Pomacentridi in acquari di invertebrati, specie se gli esemplari sono supportati dalla presenza del loro anemone simbionte.
Famiglia
Pomacentridae
Provenienza
Mar Rosso
Temperatura
24-26°C
Lunghezza
Fino a circa 15 cm.
Biotopo
Barriera corallina.
Comportamento
Tali Amphiprion instaurano un rapporto di simbiosi con grandi anemoni marini (Entacmaea quadricolor, Heteractis aurora, H. crispa, H. magnifica, Stichodactyla gigantea e S. mertensil.).
A differenza degli altri animali marini, i Pesci pagliaccio riescono a penetrare nelle maglie tentacolari degli anemoni assorbendone parti di mucosa a sufficienza e rendendosi così immune all'azione venefica esercitata dalle cellule urticanti presenti nei tentacoli; naturalmente lo scudo protettivo carpito all'Attinia perde le sue proprietà dopo un certo periodo di tempo, pertanto l'Amphiprion deve ripristinare queste difese artificiali sottoponendosi periodicamente al processo di acquisizione del muco protettivo.
L'aggiramento delle difese dell'anemone non si rivela deleterio per l'anemone, anzi ne scaturisce una rapporto di reciproca convenienza mediante il quale L'Amphiprion giace entro il "guscio" tentacolare al riparo da attacchi di eventuali predatori e a sua volta contraccambia l'ospite preservandone l'incolumità messa a repentaglio da molte specie Chaetodon.
Probabilmente questi Pesci pagliaccio possono anche nutrirsi dei crostacei parassitari che debilitano l'organismo dell'anemone.
Tali Amphiprion sono animali diurni che si separano dal proprio ospite prima che sorga l'alba: delimitano la propria zona di caccia nelle acque aperte sovrastanti il loro anemone simbionte.
Similmente a molte specie di pesci tropicali, formano dei territori che difendono da intrusioni di esemplari della stessa specie e genere, anche se non è escluso che tollerino la presenza di animali giovani, che si radunano in piccoli branchi, anch'essi sotto la protezione dei tentacoli anemonari.
Gli ingredienti essenziali tramite cui soddisfano le proprie esigenze alimentari consistono in animali planctonici e alghe; probabilmente si nutrono anche di crostacei parassitari attaccati ai tentacoli dell'anemone.
A differenza degli altri animali marini, i Pesci pagliaccio riescono a penetrare nelle maglie tentacolari degli anemoni assorbendone parti di mucosa a sufficienza e rendendosi così immune all'azione venefica esercitata dalle cellule urticanti presenti nei tentacoli; naturalmente lo scudo protettivo carpito all'Attinia perde le sue proprietà dopo un certo periodo di tempo, pertanto l'Amphiprion deve ripristinare queste difese artificiali sottoponendosi periodicamente al processo di acquisizione del muco protettivo.
L'aggiramento delle difese dell'anemone non si rivela deleterio per l'anemone, anzi ne scaturisce una rapporto di reciproca convenienza mediante il quale L'Amphiprion giace entro il "guscio" tentacolare al riparo da attacchi di eventuali predatori e a sua volta contraccambia l'ospite preservandone l'incolumità messa a repentaglio da molte specie Chaetodon.
Probabilmente questi Pesci pagliaccio possono anche nutrirsi dei crostacei parassitari che debilitano l'organismo dell'anemone.
Tali Amphiprion sono animali diurni che si separano dal proprio ospite prima che sorga l'alba: delimitano la propria zona di caccia nelle acque aperte sovrastanti il loro anemone simbionte.
Similmente a molte specie di pesci tropicali, formano dei territori che difendono da intrusioni di esemplari della stessa specie e genere, anche se non è escluso che tollerino la presenza di animali giovani, che si radunano in piccoli branchi, anch'essi sotto la protezione dei tentacoli anemonari.
Gli ingredienti essenziali tramite cui soddisfano le proprie esigenze alimentari consistono in animali planctonici e alghe; probabilmente si nutrono anche di crostacei parassitari attaccati ai tentacoli dell'anemone.
Caratteristiche
La forma del corpo è generalmente ovaleggiante e smussata, ed è caratterizzata da una colorazione base arancione che assume digradazioni scure nell'area dorsale, e chiare nella regione ventrale; caratteristiche le 2 fasce bianche verticali: una nella parte posteriore dei fianchi, e l'altra appena dietro il muso prominente.
Dimorfismo
Analogamente al genere Pseudochromis, tali Amphiprion sono ermafroditi, con la differenza che al pesce più grande è attribuito il sesso femminile; nell'anemone, essi possono formare una piccola comunità composta anche da esemplari giovani.
L'esemplare femminile è quello che mantiene inalterata la formazione degli ormoni sessuali degli altri pesci: quando la sua presenza viene meno, il componente maschile più grande ne prende le veci.
Il rifugio (ubicato nelle adiacenze dell'anemone simbionte) in cui verranno collocate le uova, è pulito preventivamente dal maschio che rosicchia alacremente i ciuffii di alghe che infestano la base del giaciglio.
Quando la femmina raggiunge il maschio l'operazione riproduttiva ha inizio: appena depone le uova, essa comincia a raggrupparle una accanto all'altra premurandosi che esse aderiscano al substrato con l'aiuto di un fibra sottile adesiva; spetta al maschio, dunque, fertilizzarle e preservarle da eventuali pericoli perpetrati dall'anemone.
Per adempiere alle operazioni difensive, esso può (anche congiuntamente alla femmina) emettere dei suoni stridenti. Inoltre, i riproduttori sovrintendono a funzioni di "manutenzione" della progenie: con l'ausilio delle pinne pettorali smuovono le acque sovrastanti le uova e divorano quelle morte o ammuffite.
La schiusa avviene nell'arco di una settimana o poco più, nelle ore immediatamente successive al tramonto o in orari notturni.
Gli avannotti cominciano a nuotare in zone pelagiche anche se non impiegano molto tempo a diventare assidui frequentatori del fondale e a manifestare il legame simbiotico verso gli anemoni.
Trattasi di una specie molto prolifera.
L'esemplare femminile è quello che mantiene inalterata la formazione degli ormoni sessuali degli altri pesci: quando la sua presenza viene meno, il componente maschile più grande ne prende le veci.
Il rifugio (ubicato nelle adiacenze dell'anemone simbionte) in cui verranno collocate le uova, è pulito preventivamente dal maschio che rosicchia alacremente i ciuffii di alghe che infestano la base del giaciglio.
Quando la femmina raggiunge il maschio l'operazione riproduttiva ha inizio: appena depone le uova, essa comincia a raggrupparle una accanto all'altra premurandosi che esse aderiscano al substrato con l'aiuto di un fibra sottile adesiva; spetta al maschio, dunque, fertilizzarle e preservarle da eventuali pericoli perpetrati dall'anemone.
Per adempiere alle operazioni difensive, esso può (anche congiuntamente alla femmina) emettere dei suoni stridenti. Inoltre, i riproduttori sovrintendono a funzioni di "manutenzione" della progenie: con l'ausilio delle pinne pettorali smuovono le acque sovrastanti le uova e divorano quelle morte o ammuffite.
La schiusa avviene nell'arco di una settimana o poco più, nelle ore immediatamente successive al tramonto o in orari notturni.
Gli avannotti cominciano a nuotare in zone pelagiche anche se non impiegano molto tempo a diventare assidui frequentatori del fondale e a manifestare il legame simbiotico verso gli anemoni.
Trattasi di una specie molto prolifera.
Alimentazione
-
Particolarità
Sussistono differenze di carattere cromatico tra gli esemplari di diverse età: i pesci giovanissimi (lunghi circa 11 mm) hanno una livrea scura decorata da 3 fasce verticali bianche posizionate in altrettanti punti diversi (una nell'area posteriore all'occhio, una sui fianchi e l'ultima in corrispondenza del peduncolo caudale), mentre le fasce posteriori si sviluppano sino alla pinna dorsale e alla parte iniziale di quella caudale; i pesci giovani-adulti si vedono gradualmente privati della colorazione scura in favore di una marroncina o arancione e perdono anche la fascia che ricopre il peduncolo caudale; gli esemplari totalmente sviluppati mantengono la fascia centrale sui fianchi ma ne perdono la diramazione che si estendeva fino alla pinna dorsale.
Densità
1022-1023
ValorePH
8.0-8.3