Belgio (ed Olanda), un’occhiata ad una acquariofilia ‘diversa’.. e forse molto più avanzata
Il perchè di questo viaggio ?
Un viaggio in Belgio ed Olanda senza neppure consultare una guida turistica o un tour-operator nasce, per forza di cose, da una motivazione molto particolare.
NOTA: appositamente (in TUTTO l’articolo) non far riferimenti ‘ad personam’? precisi, con l’eccezione dei due negozi/grossisti visitati che verranno menzionati per rispettiva Ragione Sociale.
Nel caso specifico si tratta della visita a Frank gestore assieme a George ed al sottoscritto del sito (in origine destinato a i soli ciclidi del Malawi, poi è) Malawi Cichlid HomePage. Il sito è in questo periodo ‘fermo’ per motivi sia tecnici (ovvero strettamente informatici) che personali ma la tradizione annuale del meeting (ciclico in Belgio, Grecia, Italia che risale al 2001) è stata mantenuta viva anche quest’anno, a testimoniare la vitalità di MCH (come noi confidenzialmente lo chiamiamo), ad onta di qualche concessione alle ‘circostanze contingenti’.
Quando poi il viaggio è visto a posteriori – si mostra come un’approfondita, ancorchè estremamente soggettiva analisi dell’acquariofilia locale è forse il caso di riferirne, per condividere l’esperienza, ad altri veri appassionati del settore: gli unici capaci ‘ forse ‘ tollerare e forse capire un passaggio senza la minima sosta di fronte alla Cattedrale di Anversa (Antewerp) che pure custodisce due dipinti di Rubens o la mancanza di un pur fugace sguardo al famoso Manneken Piss a Bruxelles. Piaccia o meno (scagliate pure i vostri anatemi, se credete) è andata così! Andiamo, dunque, ad iniziare la cronaca di questa ‘cinque giorni’ molto particolare
PREMESSA: Ogni volta (e da oltre un decennio mi accade spesso) che mi confronto con l’acquariofilia e gli acquariofili stranieri (specie del Nord Europa) devo riconoscere, mio malgrado, quanto ‘piccolo’ nel senso deteriore del termine sia il panorama acquariofilo italiano, beninteso che ci sono le eccezioni sia a livello individuale che industriale/commerciale, ma la sensazione resta e, purtroppo, ben poco si fa per cercare di colmare questa differenza di maturità. Concludo, per dare come dovuto un colpo al cerchio ed uno alla botte, notando che ci sono ‘pasticcioni’ anche laggiù è però comunque indubbio che si respira un’aria ‘diversa’: alle nostre ‘latitudini’ una vasca da 500 litri è considerata un ‘mostro’ lassù anche in case di dimensioni assolutamente nella norma – mi è capitato di osservarlo di persona – una vasca da 3,5 metri (sissignore: 350 cm!!!) è se non usuale almeno? ‘non strana’! Alla stessa maniera viene considerato normale che la stessa vasca sia, viste le dimensioni, l’elemento centrale dell’arredamento del salotto, di fronte alla quale si ricevono gli ospiti e si offre loro da bere … Simili considerazioni si potrebbero fare in merito all’offerta di pesci, piante, arredi, accessori tecnici la cui vastità e qualità è confrontata con le italiche opzioni di scelta costringe l’appassionato che abbia l’occasione di fare le sue personali verifiche a ‘dolorosi sospiri’. Ed ecco, infine, la disordinata cronaca (in testo ed immagini) di ciò che ho avuto modo di vedere, osservare e ‘ perchè no? -‘? imparare.
NOTA: essendo conosciute le mie passioni (ciclidi e loricaridi sopra ogni cosa) credo che nessuno si stupirà se la mia cronaca si limiterà con pochi flash sporadici alla realtà ‘sciapa’ o per dirla in maniera più forbita: dulcacquicola.
La vasca Centro Americana di Luc
Credo sia la vasca (di un appassionato) più grossa che abbia mai avuto modo di vedere: 350 cm, con un vetro frontale unico! E’ la prima ‘cosa acquatica’ che ho visto appena sbarcato dall’aereo, mentre ero ancora preoccupato per le condizioni dei Geophagus crassilabris (quattro esemplari destinati a Frank) e dei Paretroplus damii (tre esemplari destinati a George in attesa quindi alla fine del soggiorno belga di un ulteriore trasferimento ad Atene) che avevamo – con Stefania e Leonardo al seguito … ma tutto è andato bene, come del resto mi aspettavo!
Le buste (singole e con compresse di ossigeno) sono già state aperte all’interno del contenitore ‘principale’ e l’acqua viene cambiata lentamente. I pesci che prima del viaggio hanno osservato due giorni di digiuno stanno bene; a parte una lieve ‘decolorazione’ (ovvia, direi) null’altro da segnalare (sopra). I Paretroplus, poi, arriveranno felicemente ad Atene con mia ulteriore soddisfazione.
Il riflesso della finestra, sulla vasca, è infelice, ma la foto consente di apprezzare le dimensioni di insieme. La vasca è immensa (oggettivamente) ed un grosso ramo d’albero (praticamente) collocato al suo interno quasi scompare (e come potrebbe essere altrimenti?), l’illuminazione è bassa essendo basata su due sole lampade (da 58 watt, a vista sopra la vasca), sotto a sinistra è posizionata la stazione filtrante, mentre l’acqua risulta essere lievemente ‘ambrata’ per le sostanze in soluzione (immagino acidi tannici e simili rilasciati dai legni). La stanchezza mi fa dimenticare di approfondire altri dettagli tecnici (ad esempio altezza – profondità: stimo entrambe in non meno di 50/60 cm) ma non posso fare a meno di notare che il ‘ras della pozza’ presentatomi come un ‘umbriferum’? (e quindi, secondo la mia cultura, un ‘Cichlasoma’ umbriferum, ma non giurerei sulla correttezza al 100% della mia identificazione, ne che lo stesso sia stato ‘riclassificato’? nel frattempo ) raggiunge i 50 cm e gira e si muove con estrema libertà e fluidità in tutta la vasca
Gli scontri (ad onta dei ‘buzzurri’ ospitati) sono quasi inesistenti, il tutto si limita a parate di minaccia (sotto), in vasca regna una ‘gerarchia’ ferrea. Fa un po’ impressione veder applicare il principio (forse rozzo, ma sempre valido) di ‘overcrowding’? con simili pesi massimi, ma così è
Anche gli altri non pochi – ospiti (Vieja di diversa specie, Parachromis ed altri ancora) non sono da meno per taglia colori e benessere messo in mostra
Ovviamente ?ma per gli addetti al lavori non è una sorpresa le piante non esistono affatto (come se non bastasse negli anfratti ci sino ‘appostati’ alcuni grossi loricaridi ). La pulizia (esterna) del vetro lascia un po’ a desiderare, lo ammetto!
I ‘mucchi di sabbia itineranti’ (la granulometria è media media/fine) dovuti agli scavi dei pesci sono la norma, la sospensione (merito dei filtri?) è modesta (o nulla).
La vasca ‘amazzonica’ di Frank
E?’la prima delle due vasche (di cui riferirò) del padrone di casa, ed è anche quella in cui sono stati alloggiati (dopo una breve quarantena) i ‘miei’ Geophagus. E’, nella terminologia anglosassone, la classica ‘display tank’? (ovvero una ‘vasca da mostra’) con altezza elevata (in rapporto alla profondità) per poter esaltare la teatralità dell’insieme. La cosa (effetto scenico) funziona egregiamente e la vasca si presenta molto bene ma, se costretti a farlo, operare al fondo non è molto semplice. L’arredamento è semplice e razionale:
– Legni e piante di Vallisneria su un fondo chiaro a grana sottile (con rocce tonde),
– Filtro ‘tradizionale’ (interno a tre stadi)
– Pompa aggiuntiva che muove l’acqua (osservare in superficie, la piccola intercapedine d’aria alla sommità che consente un movimento d’acqua ‘a cascata’, la portata della stessa pompa è stata attentamente valutata per evitare fastidiose rumorosità)
– Due lampade 58 watt ‘sottili’ (credo la sigla sia T8!)
Il quadro è completo: 750 litri (circa) molto ben gestiti!!!
E veniamo agli ospiti, non moltissimi ma ben selezionati: Heros sp. ‘RotKeil’? dal Perù di varie taglie (che in passato hanno anche riprodotto) provenienti da uno dei convegni AFC, loricaridi tra cui: L046 Hypancistrus zebra; L081 (credo) ‘Golden Nugget’?, L029 Leporacanthicus galaxias, L027 Panaque nigrolineatum proseguendo con Corydoras sterbai (ed altri) e per finire i quattro principali attori: Sturisoma panamense (adulti 15/18 cm ognuno)!!!
In foto (a sinistra) Corydoras sterbai, Panaque nigrolineatus (di due) ed ‘in primo piano’ Hypancistrus zebra.
Immagine (a destra) più ravvicinata di un altro esemplare; purtroppo durante la mia visita è stata registrata (meglio confermata!) la perdita di una femmina
Ora è il turno di osservare Sturisoma panamense, pesce che diventa imponente i cui lunghi filamenti (sulle pinne e coda) richiedono vasche ampie, arredamento ‘smussato’ e coinquilini non troppo turbolenti.
In questa foto laterale si vedono i ‘miei’ Geophagus crassilabris e (in basso vicino alle pietre) un giovane Heros sp. ‘rotkeil’ nato in vasca.
Mi pento di aver scattato poche foto di questa vasca ma devo confessare che la vasca precedente (di Luc) è molto più vicina al mio modo di sentire l’allevamento in vasca a scopo di hobby e forse è questa la ragione di quanto sopra (ovvero le poche foto)
A spasso nel ‘paese delle fate’ ?
Muoversi in questo parte del Belgio fa una strana (e piacevole) impressione quella di muoversi in una sorta di ‘paese delle fiabe’, con le casette piccole e ben tenute, allineate ordinatamente,
con i giardini, sovente piccoli, maniacalmente curati fin nei dettagli
un fiore (per me bellissimo) di Passiflora
Tutto sembra essere studiato alla perfezione: tre vecchie botti si trasformano in una sorte di elaborato laghetto (a Sx), anche ‘l’orto di nonno’ (a Dx) che molti di noi hanno confinato in un angolo quasi nascosto del giardino si presta ad una nuova ‘lettura’: visti i capricci del tempo abbiamo, attorno a ferragosto, temperature di 12/14 gradi la serra in foto ospita come un bene prezioso piante officinali e da orto (semplici pomodori, melanzane, zucchine, menta e cose del genere ) non posso non pensare alla mia piccola serra dedicata ai cactus che in questi giorni, liberi da costrizioni, si scaldano al sole di Roma. Tutto contribuisce ad una sensazione di relax, persino gli stringenti limiti di velocità che tutti sembrano rispettare ossequiosamente.
Torniamo ai pesci, lo ignoro ancora ma stiamo ‘ davvero! ‘ andando verso il ‘Paese dei Balocchi Ciclidofili’? ?
La ‘Fish Room’ di Staff.
E’ interamente dedicata ai ciclidi del Malawi. Per cominciare ad ‘introdurla’ diamo qualche numero:
– interamente sotterranea, senza finestre ma con un eccellente ricambio d’aria che scongiura ogni tipo di muffa e/o umidità eccessiva come pure le infiltrazioni di freddo,
– coibentata accuratamente e con accesso dall’interno della casa,
– servita di acqua (calda/fredda) e di dispositivi di scolo dei surplus (cambi, perdite, eccetera) senza contatto diretto all’esterno (tubi sotterranei),
– dotata di telefono, di computer (mi pare), di tavoli di lavoro (di cui uno mobile per lavorare accanto alla vasca che lo richiede in completa comodit?) ed altro mobilio ‘ad hoc’,
– l’ambiente è riscaldato con una stufa che rende le vasche ‘abitabili’: questa tecnica ‘ sembra ‘ più economica del riscaldamento per aria (ambiente) ed acqua (vasche con riscaldatori). Da queste parti l’inverno non scherza ed è bene prendere ogni precauzione a salvaguardia (dei pesci e anche del portafoglio),
– le molte vasche presenti che sono tutte in vetro, e di costruzione artigianale – sono in grado di scongiurare anche il minimo rischio di ibridazione (di fatto sono tutte monospecifiche),
– nella ‘Fish Room’ girano ben 11.000 litri (esatto, sono 11 tonnellate!) di acqua divisi in 36 vasche di varie cubature (due ‘Display Tanks’? da circa 1.000 litri sono disposti lungo una delle pareti ‘corta’,
– in opera uno schiuditoio di artemie professionale (con differenti ‘bottiglie’ in ragione della taglia dei piccoli crostacei)
– la scelta di specie allevate (M’buna ed Haps) è sofisticata, ampia senza esagerare e ben mirata: mancano quasi del tutto i calibri ‘estremi’, i piscivori più ‘convinti’ e gli M’buna più rissosi,
– la pulizia dell’ambiente (oltre che delle vasche stesse) la fa assomigliare ad un laboratorio di ricerca.
Oltre alle molte le specie del Malawi sono (per finire) presenti tre specie di conghigliofili, due grossi granchi (di cui ignoro il nome) terrestri che originano dalla Nigeria (erbivori/frugivori in modo principale; sono ghiotti di mela e banana a fette ?) ed alcuni (pochissimi, si contano sulle dita di una mano) loricaridi (ad esempio: L114, Pseudacanthicus leopardus).
In questa ‘Fish Room’ ho visto applicare (con successo giudicando dallo stato dei pesci e copiosità delle loro riproduzioni) un particolare (anche se non nuovissimo, almeno per me) concetto di ‘overcrowding’? che si può sintetizzare in: PIU’ maschi (molti più di due) in ambienti moderatamente sovraffollati che hanno un effetto benefico sulla gestione del ‘sistema vasca’: i pesci non ‘bisticciano’, non tiranneggiano le femmine in modo eccessivo e la competizione tra maschi porta a colori molto accesi (c’è sempre almeno un maschio ‘in tiro’) con riproduzioni ripetute e copiose: immaginate una vasca (400 litri?) con un gruppo di quindici ‘ circa ‘ Metriaclima lombardoi la metà dei quali maschi ed adulti in cui non vola una mosca ‘ ammetto ‘ in principio – un po’ (almeno un po’) di shock!!!
Anche se poi non ho potuto fare a meno di ricollegare a quanto visto due mie esperienze dirette:è la vasca da 750 litri (allora in allestimento Malawi, dove alloggiavano i selvatici del Viaggio 1999) dove l’equilibrio si spezza sia per Copadichromis borley che per Aulonocara stuartgranti ‘Cobu’ quando i maschi in vasca si ridussero a due: a quel punto una vasca siffatta si dimostrò piccola anche per due ‘semplici Aulonocara’ In tempi molto successivi la gestione della ‘colonia’ di Haplochromis sp. ‘fire’? Uganda (12 esemplari con non meno di quattro maschi) in una vasca molto piccola (125 litri) in cui col diminuire dei maschi le cose non peggiorarono solo perchè mi sovvenni dell’esperienza appena sopra menzionata, ed operai di conseguenza.E’ mia intenzione, per finire, ritentare una simile conduzione con i pesci che ho riportato dal Belgio (tutti Haps) ma di questo, al caso, parlerò in seguito.
Ed ora ? FOTOOOOOO!!!
Due immagini panoramiche che dovrebbero rendere l’idea di dove ci troviamo: è inquadrata grossolanamente l’ala sinistra (entrando) della struttura, adesso andiamo in qualche dettaglio
Placidochromis phenochilus ‘Tanzania’, l’abbondanza ed intensità dei colori mostrati non richiede molte altre spiegazioni: i pesci sono a loro agio
Questi Nimbochromis linni (parte di un numeroso gruppo di sub-adulti) dovrebbero avere una taglia ormai sufficiente a scatenare zuffe ed invece come in omaggio alla teoria appena introdotta ‘ nulla accade ‘
La nostra presenza non inibisce davvero questi Protomelas teniolatus ‘Boadzulu’?, ancora un incontestabile sintomo di buona gestione dell’impianto.
Ed ora due scatti (impossibile resistere) per il misterioso ‘Granchio frugivoro’ della Nigeria, due esemplari (adulti) in una vasca ben dimensionata, ed arredata con rocce e radici, non si disturbano. Una valida aggiunta al proprio set di vasche, avendo lo spazio
Provo (con tutte le cautele del caso) ad identificarli come Sesarma sp.
Al momento di uscire, però, l’attenzione non può non soffermarsi su questa ‘avannotteria’? (progetto e realizzazione personale di Staff).
Qualche dettaglio tecnico, a questo punto, credo non guasti: al fondo della struttura è posizionato un capiente filtro percolatore che tramite pompa (di potenza adeguata ma di cui ignoro i dettagli) porta l’acqua in cima alla colonna, da qui una serie di tubi ‘in cascata’ muove l’acqua, per caduta, attraverso tutte le vaschette riportandola alla base. Appositi filtri all’ingresso/uscita di ogni singola unità impediscono mescolanze tra avannotti di specie, covate, dimensioni diverse. Il tutto, come si evince dalla foto, è semplice, robusto, efficace, pulito in una parola (se posso) ? GENIALE!!!
La vasca ‘Malawi’? di Frank
Presenterò, brevemente, questa vasca focalizzandomi per così dire – sul ‘back stage’ ovvero i servizi tecnici che, tutti realizzati da Frank, rendono la manutenzione molto semplice. Questo aspetto spesso non è considerato, in fase di allestimento della vasca, con la dovuta attenzione, e le conseguenze si pagano poi nel tempo
La vasca in legno (pareti posteriori) e vetro è inserita in una struttura muraria, posizionata in cucina e realizzata appositamente: direste che ha una capacità di 1.500 litri? Vediamo adesso cosa c’è dietro le ‘quinte’
Il filtro percolatore (di dimensioni generose) e parte delle tuberie: il tubo giallo, con rubinetto collegato all’impianto di casa, porta in vasca acqua alla temperatura adeguata, gli altri tubi (grigi e più grossi) permettono un rapido svuotamento della vasca. I cambi d’acqua prevedono la sostituzione di 1.000 litri (l’operazione cui ho assistito si conclude in 25/30 minuti) ogni 18/20 giorni.
In questa immagine si vede (sulla sinistra) l’insieme dei tubi che preleva l’acqua alla superficie per portarla al filtro, per caduta. In tal modo si provvede anche a rompere l’eventuale ‘velo superficiale’ che troppo spesso limita gli scambi gassosi. La saracinesca (che chiude il tutto) ha movimento elettrico. Per concludere la foto di uno degli ospiti che beneficia di tanto benessere e tecnologia ?
Placidochromis electra superior
Ed ora uno sguardo alla parte commerciale
Inizia qui la cronaca ‘ confusa come al solito ‘ delle lunghe visite a due dei maggiori importatori/distributori/rivenditori (anche al dettaglio, potete entrare e comprare UN pesce verrete accolti con cordialità e serviti con competenza). Cercherò di limitarmi nelle parole lasciando alle immagini l’incarico di cercare di ‘rendere’ l’ambiente
Verduijn cichlids (Zeverhuisen, Olanda)
Da sempre uno dei ‘luoghi del mito’, che ho visitato per la prima volta nel 2001, tornarci ‘ dopo cinque anni ‘ ed essere riconosciuto mi ha fatto un immenso piacere, non lo nascondo
Giovanili di Cichla ocellaris (conosciuti in loco come Tucunare) curiosano da dietro il vetro della vasca ubicata all’ingresso (1.700 litri), sono abituati al movimento e pertanto perfettamente a loro agio, entriamo nella serra
Un primo sguardo di insieme, muoversi in questo ambiente è, per un acquariofilo, molto piacevole. Spigolando in giro in ‘assoluto disordine’ si fanno incontri interessanti testimoniati.
‘Noblesse oblige’ e quindi, per cominciare (sopra), ecco dei giovanili di Paratilapia sp. (dal Madagascar, nessuna menzione dell’eventuale ‘locus tipicus’ e/o di provenienza); viste le dimensioni non mi sento di aggiungere altro. Erano offerti come Paratilapia polleni: accetto il nome con tutte le riserve del caso). Aggiungo solo che io non sono riuscito nella loro riproduzione qualcun altro ‘ evidentemente ‘ si! Se non altro il futuro di questo pesce meraviglioso possiamo provare ad immaginarlo un po’ meno ‘scuro’!
Un’altra delle mie passioni: Osteoglossum bicirrhosum (Arowana amazzonico), condivide la vasca di ingresso con i Cichla ocellaris gia visti.
Esemplari selvatici di Ciphotilapia frontosa (dalla intensa componente cromatica blu): bellissimi ma meglio tacere sul prezzo, decisamente poco popolare.
Copadichromis mloto ‘Trevawase’? si distingue, tra gli altri, dal ‘midnight’ (di cui parlerò dopo) per la maggiore presenza di colorazione bianca/biancastra-azzurra nella parte superiore del corpo …
Panaque nigrolineatus (selvatico, dalla Colombia) di dimensioni notevoli, ce ne erano parecchi in mostra.
Un altro scatto, per un altro pesce (ancora Panaque nigrolineatum).
Pseudotropheus sp. ‘Gold Kawanga’, uno M’buna virtualmente sconosciuto da noi o, quanto meno, dalla reperibilità incerta.
Una vasca (sopra) che fa ‘riflettere’: ospita infatti degli Pseudoplatistoma fasciatum (conosciuto anche come Tiger Shovelnose in ambienti anglosassoni) molto giovani. Non fidatevi del loro aspetto mansueto: cresceranno sino a 70 cm (ed oltre) tramutandosi nei fascinosi temibili predoni, strettamente notturni, che ‘terrorizzano’ i fiumi del bacino amazzonico.
Ecco un dettaglio ravvicinato, non sono graziosi?
Un nome relativamente nuovo che è rispetto alla mia precedente visita ha registrato una crescita esponenziale. Nasce anni fa – come Hustinx Discus e verso i pesci del Sud America focalizza, principalmente, la sua attività
Entriamo: c’è molto da vedere, curiosare, sognare, imparare
Cominciamo (foto sotto) dalle cose serie, questo cartello che campeggiava vicino a molte vasche indica senza tema di smentite che nell’import/export dei pesci è ancora (e per fortuna) possibile fare le cose ‘per bene’, strutture che si comportano così vanno elogiate. Significa anche (ancora per fortuna) che c’è tuttora spazio per attività aquariofile col Brasile.
Chiacchierando col titolare amabilmente tra le vasche apprendo alcune interessanti nozioni sull’acquariofilia locale e sui pesci allevati. Abbastanza stranamente ‘ viste le foto che seguono ‘ mi dice che il mercato locale dei loricaridi (e ‘catfish’? in generale) è? contrazione rispetto solo a quattro/cinque anni fa e non solo (e non tanto) per motivi di offerta, per la quale non si riscontano contrazioni particolari, con l’eccezione di Hypancistrus zebra di cui ho visto in offerta pochissimi esemplari (piccoli, di riproduzione) ad un prezzo ‘mozzafiato’. Per i Discus va fatto un discorso simile, specie per i ‘colour morph’? di provenienza asiatica. Crescono invece le richieste di ‘piccoli pesci’ come i caracidi, ed pecilidi (qui si vedono un po’ troppi di ibridi, purtroppo), mentre nel marino prendono piede i nano e pico reef per i quali c’è disponibile una offerta vastissima. Certo un loro cliente tedesco ha una vasca marina da 5 metri ma questa anche per loro è una seppur notevole (per fortuna aggiungo io) eccezione
Esaurite le ‘ diciamo così ‘ – formalità preliminari torniamo ai ‘pinnuti’?
Bel loricaride, presente in molti esemplari e presentato (con indubbia fantasia) come ‘Lemon Spotted Green Pleco’? (L200); più o meno … e tanti saluti alla nomenclatura binomia!
L’identificazione di questi esemplari invece è, ragionevolmente, certa: Pseudanthicus leopardus L114
L’abbondante offerta di avannotti (o quasi a quella taglia hanno appena ‘perso’ il sacco vitellino) di Arowana mi sorprende non poco: si tratta di pesci che facilmente avvicinano il metro in taglia finale
Questo adulto (che purtroppo ha perso, per ragioni a me ignote, i caratteristici ‘baffi’ sul labbro inferiore) invece non era in vendita.
Per la prima volta lo incontro dal vivo e (benchè anche lui privo di baffi, purtroppo ) non ho resistito a fotografarlo: Scleropages formosus (Arowana asiatico), forse uno dei pesci di acqua dolce soggetto alle norme protezionistiche più stringenti del mondo (CITES, classe 1). Un esemplare legale ed ‘in forma’ di questo osteoglosside in cima alla lista dei miei ‘sogni proibiti’, vedremo.
Due immagini eloquenti della bellezza di questi Pterophyllum altum (se ben ricordo dal Venezuela) ‘wild’?!
I sacchetti che si vedono in secondo piano contengono torba, un metodo efficace ed economico (sebbene un po’ antiestetico se usato come in foto) di acidificare l’acqua, non scordiamo si tratta di esemplari di cattura e come tali molto sensibili alla chimica dell’acqua ?
Il massiccio filtro (si tratta di un percolatore artigianale) che serve le loro due vasche. Le dimensioni complessive sono ‘ ancora una volta ‘ fuori norma
I ‘ mai abbastanza vituperati ‘ Red Parrot (nell’occasione nobilitati dal nome di Cichlasoma sp.) sono presenti anche qui, e dimostrano che in tutto il mondo anche le strutture più avanzate debbono, loro malgrado, piegarsi alle esigenze commerciali. Ma, considerando tutto quanto visto prima, credo si possa chiudere, almeno per questa volta, un occhio ?
Ed infine, per concludere, alcuni piccoli ‘cammeo’
Il padre dei pesci (parte) che ho riportato ‘ per crescerli nelle mie vasche ‘ dal Belgio.
Un bel maschio (dalla colorazione particolarmente blu) di Copadichromis mloto ‘Midnight’? ripreso nelle vasche di Staff
E continuando
Nella per altro cospicua sezione dedicata al marino di Hustinx di fronte a questo pesce
Antennarius commersonii (Giant frog fish)
Mio figlio tre anni e mezzo! – ha esclamato (tra la sorpresa generale, mia in primo luogo ?): Mamma, guarda un Antennario!!!? Sono conscio di parlargli spesso ‘ e forse troppo spesso ‘ di pesci, di acquari e di viaggi, di mare e di immersioni ma mi ha lasciato basito ugualmente!
Per finire ?
Senza la loro presenza (in foto sono stravolti dalla fatica dopo l’ennesimo ?raid?) tutto quanto esposto sopra avrebbe un diverso, e meno piacevole, sapore. Grazie, come sempre ?