Berenice, un reef ancora incontaminato Lo scorso mese di agosto ho avuto la fortuna di trascorrere due settimane di vacanza con la famiglia sulla baia di Lahamy, presso l’antica città di Berenice.
Dato che servono oltre tre ore di autobus per raggiungerla partendo dall’aeroporto più vicino, che è quello di Marsa Alam, e che non esiste nulla se non sabbia e cielo al di fuori degli unici due resort della baia, i turisti interessati al sole, alla spiaggia e alla vita notturna normalmente scartano questa destinazione.
Per questo motivo la località non è ancora stata presa d’assalto dal turismo di massa e quindi la barriera corallina che la circonda è ancora relativamente incontaminata, i coralli sani, grandi e maestosi, la fauna marina ricca e varia.
In agosto il caldo è feroce; si toccano spesso i 50°C e l’umidità (specie quando il vento soffia da sud) è soffocante.
La temperatura del mare durante la mia permanenza non è mai scesa sotto i 28°C, nemmeno la notte e sul reef nei primi 50 cm d’acqua abbiamo registrato temperature ben oltre i 30°C.
Pare che qui i coralli siano resistenti al calore estremo delle ore centrali del giorno e sopportino senza conseguenze temperature di 33 – 34°C.
Nei giorni più caldi abbiamo assistito al fiorire di alghe unicellulari rossicce che riducono la visibilità a poco più di un metro anche in superficie.
Durante la notte il fenomeno rientra e si ripresenta puntuale quando l’acqua supera i 30°C e il vento è assente.
A proposito del vento, è importante sottolineare che nei mesi centrali dell’estate esso è pressoché assente per giorni consentendo anche al nuotatore meno esperto di avventurarsi sui reef senza alcun rischio; allo stesso modo le correnti sono quasi nulle.
Nelle altre stagioni invece il vento soffia perennemente con forza, impedendo per intere settimane l’approccio alla barriera dalla superficie e dalla spiaggia; per questo motivo ho scelto di sfidare le temperature del deserto in agosto privilegiando il mare calmo al benessere termico. Indispensabile per lo snorkeling una maglia in lycra a maniche lunghe per proteggersi dal sole implacabile, per il diving invece basta una muta corta da 2mm, in quanto a 30 metri di profondità l’acqua è comunque a circa 25°C.
Nota dolente, ma necessaria, riguarda i frequenti (se non inevitabili) problemi gastro-intestinali dovuti sia al cambio di clima che al cambio di alimentazione.
La “maledizione del faraone” può però essere evitata se si osservano alcune precauzioni, ovvero non regolare l’aria condizionata sotto i 25°C, bere molto per tutta la giornata anche se non si avverte la sete e mai liquidi ghiacciati, integrare con Sali minerali (Polase o simili) almeno una volta al giorno.
Io ci sono andato con la moglie e due bimbe di uno e tre anni e nessuno ha avuto problemi, anzi le bimbe sono state meglio di noi adulti… quindi posso affermare che la vacanza è alla portata di tutti.
Ultima considerazione, doverosa, sul costo della vacanza.
Prenotando con un po’ di anticipo (noi abbiamo fissato ad aprile) due settimane di permanenza con trattamento all-inclusive per quattro persone ci sono costate 3.300 euro, ovvero meno di quanto avremmo speso per due settimane in un tre stelle scrauso sul mare Adriatico.
Dopo avervi dato quelle che ritengo le informazioni indispensabili per orientarvi, lascio parlare le immagini! Foto satellitare del resort e della baia, notare i diversi reef che si snodano lungo la costa e il banana reef, che delimita la baia. Mappa dei reef esterni, ambitissimi dai sub per la ricca fauna e perché costellati di relitti Foto aerea del resort di Lahamy bay… non male, eh? Veduta del banana reef dalla nostra camera Veduta della laguna all’alba, dalla spiaggia a nord, mentre ci apprestiamo a scendere in acqua per lo snorkeling mattutino Il villaggio visto dalla laguna. Oltre la recinzione del resort solo sabbia e cielo.
Nei primi metri dalla battigia, sul letto di sabbia, incontriamo diversi animali interessanti. Qui una seppia Al centro dell’inquadratura, una sogliola perfettamente mimetizzata In un metro e mezzo d’acqua, rintanata in una cassetta di plastica usata dai sub per riporre i pesi, abita una spettacolare ballerina spagnola Le sorprese sulla sabbia non sono finite: un barracuda di oltre un metro e mezzo in caccia. (la foto è ritoccata per evidenziare la sfuggente sagoma del predatore) Sempre sulla sabbia, a circa due metri di profondità, ci imbattiamo in uno squalo chitarra di un paio di metri… bellissimo! Altro mastodonte della sabbia… un Balestra titano di circa 80 cm che soffia per stanare gamberi e altri crostacei dalle loro buche scavate nella sabbia Dulcis in fundo, una splendida tartaruga che fa colazione a base di insalata, seguita da uno stuolo di pesciolini che approfittano per nutrirsi dei detriti sollevati dal rettile. Mentre lasciamo il letto di sabbia e ci accostiamo al reef, siamo seguiti da questo curioso pesciolino, che ci usa come schermo per nascondersi alla vista delle sue prede, piccoli pesci azzurri da banco.
Quando le prede sono a tiro, con un guizzo esce dalla nostra ombra e piomba sull’ignara colazione Ultimo regalo della sabbia, a circa 10 metri di profondità, avvistiamo questo splendido e sfuggente trigone, con un diametro di circa un metro e una coda di quasi due metri, che sfreccia sotto di noi e sparisce alla vista. Avanguardia del reef, troviamo un favites colossale, di circa 8 metri x 4… ad occhio e croce questo enorme animale era già qui mentre Galileo difendeva le sue teorie davanti alla santa inquisizione.
Solo il pensiero mi mette la pelle d’oca e mi incute un profondo rispetto. Particolare del colosso, incastonato di tridacne Finalmente, l’impressionante big reef… una muraglia di coralli che si eleva per circa 20 metri dal fondo della baia.
Big reef dall’alto
Altro scorcio del big reef
Il reef crest e il reef flat rivolti verso il mare aperto e ricoperti di acropore tabulari con coralliti corti e massicci
Interessanti formazioni coralline a sbalzo sul blu
Cliff corallino ricoperto di alcionari
Questa è la mia fotografia preferita, una delle poche scattate con visibilità discreta. Reef flat a mezzogiorno, notare l’acqua torbida a causa delle alghe rosse in sospensione Ancora alghe rosse in sospensione.
Nonostante tutto gli splendidi colori dei coralli riescono a trasparire Fra il big reef e il reef che costeggia la spiaggia si apre una gola profonda fra i 10 e i 20 metri, riparata sui due lati da muri di coralli e attraversata da una corrente costante. La particolare conformazione protegge i coralli consentendo alle colonie di crescere fino a raggiungere dimensioni di ALCUNI METRI.
Io l’ho soprannominata “la valle dei giganti”… spero che le immagini rendano giustizia:
Colonia di acropora che si estende per oltre dieci metri
Acropora che si avvolge su se stessa in un punto con corrente circolare
Enorme acropora ramificata all’ingresso della gola
Colonia di due metri di diametro
Per fotografare questa acropora, alta oltre un metro e larga quasi tre e ancorata a 10 metri di profondità, sono quasi affogato… ma ne valeva la pena!
Una delle acropore più belle e grandi… per me irraggiungibile a 20 metri.
Una splendida tabulare a sbalzo sulla parete della gola
Un altro gigante
Questa tabulare supera i tre metri di diametro e i 30 cm di spessore… immane! Dulcis in fundo, un capolavoro della natura… un merletto corallino di oltre tre metri.
Allora, questo posto merita o no la definizione di “valle dei giganti”?!? Attraversata al gola ci dirigiamo verso il banana reef. Di seguito una carrellata degli splendidi coralli che lo popolano: Questa colonia larga circa due metri, forse di Acropora palmata, ci accoglie a circa tre metri di profondità
Acropora (gemmifera?) sul reef flat
Acropora ramificata sul lato del reef rivolto alla spiaggia
Chromis sp. su Acropora sp. e Porites sp.
Acropora sp. con polipi blu
Acropora sp. dal colore viola brillante
Acropora sp. lilla sul reef flat
Acropora sp. … notare i polipi giallo fluo
Dendronephtya sp.
Altro corallo molle non zooxanthellato
Anemone con Ampiphrion bicinthus.
Pesce pagliaccio che protegge il suo piccolo (sulla destra)
Splendidi alcionari gialli sul reef crest
Un’insolita gorgonia
Questa torre di circa 8 metri d’altezza è una… goniopora!
Particolare della “torre”
Una colonia di Acropora gemmifera che ospita una nidiata di Chromis sp.
Turbinaria sp. incrostante
Una colonia lamellare
Il terrore dei coralli, la corona di spine Acanthaster sp.
Un bivalve che si incontra frequentemente sul reef, di cui ignoro il nome
Altri bivalvi incastonati in un Porites sp.
Spirografi multicolori su Porites sp.
Splendido Porites sp. lilla
Pocillopora sp. rosa shocking
Due Pocillopore sp. gemelle
Pocillopora sp. gialla
Stylopora sp. gialla
Stylopora sp. rosa
Stylopora sp. verde
Tubastree diurne
Altre tubaste diurne
Tubastrea notturna con i polipi estroflessi
Enorme Sarcophyton sp. a circa due metri di profondità
Sarcophyton sp. giallo in superficie
Platygyra sp. sul reef crest
Enorme Plerogyra sp. del diametro di quasi un metro
Colonia di Xenia sp. gialla sul fondo della laguna
Xenia pumping rosa sul baby reef
Un corallo dalla forma cu…riosa!
Un bellissimo Favites sp. azzurro
Spugne tubolari, presenti in gran numero alla base della scarpata del reef
Altro tipo di spugna molto frequente
Ma….. e i pesciò!?
A Berenice i pesci sono presenti in numero decisamente inferiore rispetto ai reef di Marsa Alam e Hurghada, ma gli esemplari presenti hanno dimensioni ragguardevoli; non è infrequente imbattersi in veri e propri giganti, soprattutto fra gli acanturidi e i pomacantidi… per non parlare del Cheilinus undulatus, o pesce Napoleone.
Chetodon austriacus
Coppia di Chetodon auriga
Coppia di Chetodon semilarvatus
Pygoplites diacanthus
Heniochus sp.
Holacanthus sp.
Pomacanthus imperator di oltre 35 cm
Naso elegans di oltre 40 cm… spettacolare!
Pesce scatola
Gruppo di Platax sp.
Naso unicornis. Presenti in gran numero, sono i signori della barriera
Pesce istrice; l’esemplare in fotografia era lungo quasi un metro
Pesce pietra… riuscite a distinguere la sagoma dello scorpenide?
Acanthurus sohal, a Berenice forma banchi che contano diverse centinaia di individui
Zebrasoma veliferum, presente in gran numero
Zebrasoma xanthurum; frequente incontrarlo ma molto difficile fotografarlo perchè estremamente schivo
Una medusa Cassiopea, molto colorata e non urticante
Coppia di Pterois volitans al rientro dalla caccia all’alba
Pesce scorpione in agguato di notte
Una cernia si gode le ultime luci del giorno
Altra cernia variopinta, all’alba
Un enorme pesce pappagallo intento a brucare i coralli
Riccio matita
Uno delle migliaia di variopinti labridi che pattugliano il reef
Pesce palla, piuttosto frequente incontrarlo
Altro pesce palla.
Un ghiozzo si ripara in una millepora
Una razza maculata ci sfreccia accanto
Le Stenelle fanno capolino di tanto in tanto nella laguna… qui uno scatto fortunato!
Cheilinus undulatus, il pesce Napoleone. Qui un esemplare di medie dimensioni, lungo circa un metro
Un Napoleone maschio, un gigante di quasi due metri.
Un incontro fugace e molto raro… il Dugongo
Ora concludiamo con una carrellata di splendide tridacne, presenti ovunque nella barriera, dal letto sabbioso al reef crest. Dopo due ore trascorse a pinneggiare torniamo verso la spiaggia e nella digitale rimane spazio per una fotografia al fondo sabbioso… cogliamo un ghiozzo che fa la guardia alla tana mentre il suo compagno di stanza fa le pulizie: |