All’inizio della mia avventura da nanoreefer, allestendo la mia vaschetta, cercavo soluzioni semplici per la tecnica del mio acquario.
Spinto soprattutto dall’ottica di risparmiare soldi e risparmiare ingombro delle componenti tecniche, intorno e dentro la vasca, cominciai a sperimentare soluzioni senza pompa e galleggiante per il reintegro dell’acqua evaporata.
Non avevo spazio sotto la vasca per posizionare la tanica di RO, e consideravo il galleggiante in vasca troppo brutto da vedere. Volevo inoltre evitare un ulteriore componente che facesse uso di alimentazione elettrica, sia per una questione di sicurezza, sia per un discorso estetico per evitare il solito ingorgo di fili dietro o sotto l’acquario.
Ho provato diverse soluzioni goccia a goccia, dal micro-gocciolatore da irrigazione allo strozzatore da flebo, ma ho ottenuto sempre lo stesso risultato. Il flusso d’acqua erogato da tali sistemi è dipendente proporzionalmente al contenuto di acqua nel recipiente, quindi variabile durante lo svuotamento del recipiente stesso (diminuisce al diminuire dell’acqua rimasta nel recipiente).
Tale pecca è critica per il funzionamento del sistema, perché non consente di avere una taratura esatta giornaliera dell’acqua da reintegrare.La soluzione
Continuando imperterrito a cercare soluzioni nel campo della micro-irrigazione, mi sono imbattuto in un attrezzo che ovvia proprio al problema del flusso variabile, sfruttando una soluzione meccanica semplice e molto compatta.L’attrezzo si chiama IDRIS prodotto dalla Claber, e il suo principio di funzionamento è basilare. Essenzialmente constituisce un serbatoietto secondario nel quale un galleggiante interno mantiene sempre la stessa quantità d’acqua, andando a chiudere ed aprire un microforo di comunicazione con la bottiglia (serbatoio principale). Nella parte bassa si innesta una punta filettata che fa gocciolare l’acqua che a questo punto avrà un flusso costante per tutto lo svuotamento della bottiglia. Ci sono 4 punte filettate tarate per gocciolare 10 – 15 – 20 – 30 cl al giorno. Materiale necessario alla costruzione Per la realizzazione di una singola unità di reintegro occorrono: – 1 Claber IDRIS – 2 Bottiglie di plastica – Tubicino da areatori della lunghezza necessaria – Taglierino – Colla a caldo Realizzazione:
Tagliare il tubicino della lunghezza necessaria per arrivare da una mensola o appoggio superiore alla vasca (necessario per il funzionamento a caduta) fin dentro l’acquario. Con il taglierino, rimuovere la parte di plastica presente tra una fessura e l’altra, presenti nella punta grigia dell’IDRIS, creando cosi un buco quadrato in cui inserire il tubicino. Fissare e sigillare il tubicino e le altre fessure rimaste sulla punta con abbondante colla a caldo. Innestare la punta filettata che eroghi la necessaria quantità d’acqua e chiudere l’IDRIS.
Avvitare una bottiglia nella filettatura superiore dell’attrezzo, praticando alla bottiglia un buco alla base (che una volta girata diventa la cima) di 2 cm di diametro, che permetta lo svuotamento della bottiglia ed anche il riempimento senza dover smontare il sistema ogni volta.
Tagliare con il taglierino l’altra bottiglia 12 cm sotto il tappo, formando cosi l’appoggio nel quale inserire la bottiglia con l’IDRIS attaccato. Alla base dell’appoggio, praticare un foro dal quale far uscire il tubicino.
Delle bottiglie della forma come nell’immagine (con la rientranza sopra la metà della bottiglia) , aiutano nella realizzazione e nella stabilità della base d’appoggio. Il sistema di reintegro è cosi praticamente pronto.
Ho fissato i due tubicini d’uscita in vasca con una ventosa al vetro. E’ possibile infine realizzare un sistema di camuffamento della/e bottiglia/e in modo da non lasciarla/e in bella vista.
Io ho realizzato con una lastra di plexi-glass e un foglio adesivo nero (color mensola) una copertura nello stesso stile della mensola. Taratura
Come ho già anticipato, l’erogatore IDRIS ha 4 punte con filettature di spessore diverso, capaci di erogare 10 – 15 – 20 – 30 cl d’acqua durante l’arco delle 24 ore.
Inserendo con forza la punta alla base o lasciandola lenta, si riesce a far variare questo flusso. Per esempio la punta da 15 riesce a erogare anche 17 cl al giorno se lasciata un po’ lenta, oppure 14 cl al giorno se stretta con forza.
Conoscendo (misurando) l’evaporazione della propria vasca, si riesce quindi a stabilire quale punta inserire nel sistema.
Per esempio la mia vasca da 30 litri evapora 30 cl al giorno. Durante il caldo estivo forse evapora leggermente meno, ed arriva ad evaporare 34 cl al giorno durante l’inverno (sembra strano ma le vasche evaporano più l’inverno che l’estate per la maggiore differenza di temperatura tra l’acqua e l’ambiente).
Dovrei quindi inserire la punta da 30 cl se usassi una bottiglia, oppure due punte da 15 cl nel caso usassi un sistema con due bottiglie (attualmente uso la seconda soluzione, mentre durante le vacanze ho usato un sistema a tre bottiglie).
Ci vogliono un paio di giorni all’inizio per tarare precisamente l’attrezzo, allentando o indurendo la punta a seconda se eroga troppo o troppo poco. Ovviamente un segno sul livello della vasca aiuta a capire.
Nel caso di un sistema con due bottiglie, oltre a regolare il flusso totale in base all’evaporazione, sarebbe buono anche regolare le due punte affinchè erogassero la stessa quantità d’acqua. In tal caso vedremo nel corso dei giorni, scendere il livello nelle bottiglie della stessa quantità.
Calcolare l’autonomia del sistema è molto semplice. Basta dividere la capienza della bottiglia per il valore del flusso giornaliero della punta (es. bottiglia 150 cl / 15 cl/gg = 10 giorni). Utilizzo con integratori A+B (o buffer triade)
Fin da subito ho sfruttato il sistema anche per reintegrare il Carbonato e il Calcio.
Anche qui il concetto è molto semplice. Basta diluire all’interno del litro e mezzo di acqua RO in bottiglia la giusta quantità di buffer Kh e buffer Ca (o integratori bilanciati A+B).
Ovviamente si deve usare il sistema con doppia bottiglia in quanto i due buffer non possono essere tenuti insieme perché cosi concentrati, a contatto, precipiterebbero.
Calcolare la ‘giusta quantità’ da diluire non è difficile. Si misura il consumo della vasca giornaliero dei valori di Kh e Ca, con il quale si calcola la quantità di buffer da inserire giornalmente (secondo istruzioni del buffer).
Conoscendo la quantità giornaliera di buffer da integrare, si moltiplica per l’autonomia del sistema e si ricava quindi la quantità di buffer da diluire nella bottiglia. Accorgimenti e manutenzione
Se si utilizza il sistema per reintegrare anche i buffer, nel tempo si deposita un po’ di precipitato sia nel serbatoietto secondario (che potrebbe ostruire il normale passo del galleggiante), sia lungo la filettatura della punta (che potrebbe far diminuire la quantità d’acqua erogata).
Ogni tanto quindi (io lo faccio ogni mese), il sistema deve essere smontato e sciacquato con acqua di rubinetto per rimuovere quel po’ di deposito che si forma.
Per riempire la bottiglia invece, basta versare con un imbuto l’acqua nel foro della bottiglia che si è fatto sopra, senza bisogno di dover smontare tutto ad ogni rabocco. Evoluzioni
Grazie a questo semplice ed economico attrezzo (6 Euro su ebay) si è realizzati un sistema di reintegro modulare.
Si può quindi decidere di utilizzare una, due o tre bottiglie a seconda delle necessità, dell’autonomia necessaria o in base alla grandezza della vasca.
Tale sistema è comunque efficace per vasche non molto grandi, ossia per nanoreef dai 10 ai 90 litri.
Es.1: Vasca 10 litri – 1 bottiglia con erogatore da 10 cl/gg, autonomia 15 giorni
Es.2: Vasca 30 litri – 1 bottiglia con erogatore da 30 cl/gg, autonomia 5 giorni
– 2 bottiglie con erogatore da 15 cl/gg, autonomia 10 giorni, reintegro con A+B
– 3 bottiglie con erogatore da 10 cl/gg, autonomia 15 giorni, reintegro con A+B e buffer Mg
Es.3: Vasca 60 litri – 2 bottiglie con erogatore da 30 cl/gg, autonomia 5 giorni, reintegro con A+B
– 3 bottiglie con erogatore da 20 cl/gg, autonomia 7 giorni, reintegro con A+B e buffer Mg
Es.4: Vasca 90 litri – 3 bottiglie con erogatore da 30 cl/gg, autonomia 5 giorni, reintegro con A+B
ATTENZIONE!
Negli articoli dedicati al fai da te vengono descritte esperienze di appassionati italiani che vogliono, unicamente a titolo dimostrativo, mostrarci e renderci partecipi dei loro risultati nella costruzione artigianale di accessori di acquariofilia.
Ricordiamo che molti progetti avendo a che fare con impianti elettrici e l’utilizzo di macchinari e strumenti di lavoro possono essere pericolosi, e che le modifiche apportate ad accessori già esistenti, rendono l’accessorio non più a norme CE e pertanto con la garanzia non più valida.
Nel caso qualcuno volesse ugualmente cimentarsi nella realizzazione di questi progetti, sia Acquaportal sia gli autori del progetto stesso non si assumono in alcun modo responsabilità in caso di incidenti o guasti di qualsiasi tipo essi siano. Nel caso di realizzazione ricordiamo infine che alcune lavorazioni necessitano di strumenti di protezione. |
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