Mi chiamo Davide Mascazzini (aka davide_m), sono appassionato del mondo acquatico e di tutte le sue creature. Questa passione mi ha portato a conseguire la laurea in scienze delle produzioni animali presso l’Università Statale di Milano e un master in divulgatore scientifico.Opero nel settore degli acquari come responsabile del sito Reefsnow.com per conto della COMAS s.n.c. L’obbiettivo del mio lavoro è quello di fornire il supporto necessario a tutti gli appassionati acquariofili che mirano ad avere dal loro hobby il massimo della soddisfazione, riproducendo le specie allevate e riducendo al contempo l’impatto del nostro hobby sull’ambiente naturale. Riporto di seguito gli appunti della relazione presentata al III Congresso di Acquariofilia Marina. 2-3 Giugno 2012 Alimentare correttamente pesci, invertebrati e coralli |
Onnivori: Proteine e Carboidrati rappresentano la parte preponderante per questi pesci. | |
Erbivori: Carboidrati e Grassi rappresentano la parte preponderante per questi pesci. |
I grafici mostrano la composizione necessaria per il corretto mantenimento delle due macro categorie in cui sono facilmente suddivisibili tutti gli animali acquatici.
Sviluppo e Crescita
Sviluppo embrionale
La fase di crescita dell’embrione all’interno dell’uovo detta di post-deposizione, dipende esclusivamente dalla qualità dei nutrienti trasferiti dalla femmina all’uovo e questa a sua volta dipende dalla salute della femmina stessa. Pesci ben alimentati, e in un ambiente idoneo, non tarderanno a riprodursi.
Fig. 4 vari fasi di sviluppo di larve di pesce pagliaccio
Crescita larvale
Successivamente alla schiusa inizia la parte più difficile per la larva, reperire tutto il nutrimento per il corretto sviluppo. In questa fase la larva deve reperire una grande quantità di alimento idoneo a permetterle di compiere il passo successivo, la metamorfosi e diventare avannotto. Questa fase rappresenta un punto molto importante e sempre abbastanza difficile per l’allevatore non professionale, aumentando la quota di proteine e carboidrati (solitamente rotiferi alimentati con alghe ad elevato valore nutritivo), avremo una maggiore dimensione in un tempo inferiore. Richiesta forte integrazione di vitamine. Per i pesci erbivori, non attualmente riprodotti in cattività, si dovrebbe ridurre leggermente la parte di fibra per aumentare le proteine e i grassi, così avremo una crescita migliore. Non necessita l’integrazione di vitamine.
Nelle fasi successive si opta per mangimi industriali che apportano una equilibrata composizione di nutrienti, facilitando l’allevatore nel raggiungere la migliore taglia (giovanile) per scambiare gli animali con altri appassionati
Mantenimento
La fase successiva è quella che porta alla maturazione sessuale del soggetto. Il pesce giovane entra nell’età adulta ed è quindi pronto per iniziare la sua vita “di coppia” e dar vita a nuove popolazioni. L’accrescimento del giovanile è una fase in cui non è più necessario fornire molta energia, un leggero surplus al bilancio giornaliero permette di raggiungere la maturità sessuale, sia nei caratteri primari che secondari, e di cercare la partner adatta. Il mantenimento dell’adulto che non si intende far riprodurre, o al quale dobbiamo far recuperare le energie dopo una stagione riproduttiva, è lievemente più bassa come energia totale della razione giornaliera, ma nel complesso permette la ricostituzione delle riserve energetiche di riserva.
Riproduzione
La fase riproduttiva non è solo legata all’alimentazione, ma soprattutto dipende da uno stato di salute generale molto buono. L’assenza di patologie anche latenti e un ambiente tranquillo rende molto di più del curare l’alimentazione. Fornire alimenti energetici con molte proteine, ed integrare con vitamine può innescare la riproduzione.
La differenza, dalla fase di accrescimento, sta nella quantità di alimento fornito, si arriva anche a 3-4 volte al giorno. Alle mie coppie, veniva somministrato abbondante cibo 4 volte al giorno, assicurandomi che poco o nulla venisse lasciato in vasca. Riducendo a 2-3 volte le deposizioni si allungavano e poi terminavano in poche settimane.
Martin A. Moe Jr., nel suo testo Breeding the Orchid Dottyback, Pseudochromis Fridmani: An Aquarist’s Journal riporta l’importanza di somministrare larve di chironomidi (chironomus rosso) surgelate. I valori nutrizionali di questi alimenti non sono elevati (P. 3,20% – G. 0,20% – F.0,70% – C.0,40% – U.95,1 sul tal quale) sembrano essere essenziali nell’innescare la fase del corteggiamento e la prima deposizione…
…e se non succede nulla aumentando l’alimentazione, fate un paio di cambi d’acqua ravvicinati, il miglioramento delle condizioni ambientali riscuoterà il favore degli animali.
I MANGIMI INDUSTRIALI
Oggigiorno l’offerta dell’industria mangimistica per i pesci ornamentali è veramente elevata. La quantità e la varietà, sia in composizione che in forme e metodi produttivi diversi, molte volte, disorienta l’appassionato.
Spero che a questo punto della lettura sarai in grado di capire meglio l’etichetta del mangime che andrai ad acquistare.
Fig. 6 Vari alimenti commerciali
L’unico modo per conoscere se il mangime proposto dall’amico negoziante è idoneo all’uso che ne vogliamo fare, é conoscere, anche solo a grandi linee, il fabbisogno alimentare per la fase di crescita dell’animale a cui sarà destinato. La composizione in proteine, grassi, carboidrati e vitamine, ci darà l’indicazione corretta per alimentare bene tutti i nostri pesci (ricordo di controllare la data di scadenza e che la confezione sia sigillata correttamente. Per aiutarti nella scelta riporto una tabella con i mangimi più diffusi (al 1/9/2012)
Tab. 1 – Composizione di mangimi Secchi | Proteina | Grassi | Fibra | Ceneri | Umidità |
sera-marin-granulat | 52,5% | 8,1% | 3,5% | 6,5% | 5,1% |
sera-o-nip-fd-mix | 46,3% | 9,0% | 3,7% | 11,5% | 5,6% |
sera-spirulina-tabs | 48,2% | 8,6% | 5,0% | 9,7% | 5,0% |
sera-plankton-tabs | 47,8% | 9,1% | 5,7% | 11,8% | 6,9% |
sera-fd-krill | 71,3% | 6,3% | 3,7% | 13,9% | 4,5% |
sera-fd-artemia-shrimps | 51,8% | 5,0% | 3,0% | 17,9% | 6,4% |
sera-fd-krill | 71,3% | 6,3% | 3,7% | 13,9% | 4,5% |
SHG Granulato | 56,6% | 13,8% | 5,0% | 11,0% | 6,5% |
SHG Premium Marino | 41,1% | 9,0% | 2,4% | 14,5% | |
SHG Marino in Fiocchi | 48,0% | 9,0% | 2,0% | 9,0% | 8,0% |
SHG artemia FD arricchita | 55,0% | 8,1% | 3,5% | 6,5% | |
SHG FD Krill | 70,0% | 16,0% | 9,0% | 0,5% | |
SHG FD Chironomus | 60,0% | 6,0% | 8,5% | 15,0% | 10,0% |
Calanus intero | 67,0% | 35,0% | 8,0% |
Alcune differenze che voglio farti notare è nei mangimi preparati come i granuli, i liofilizzati (segnati con FD) e i surgelati. Per valutare correttamente i valori riportati devono essere comparabili come in queste due tabelle. Inoltre in quelli surgelati, c’è possibilità che durante lo scongelamento si liberino grandi quantità di fosforo che in acqua si trasformerà in fosfato!
Tab. 2 Composizione mangimi surgelati | Proteina | Grassi | Fibra | Ceneri | Umidità | Fosforo (P) |
surgelato Dupla Ice color | 13,30% | 3,50% | 1,60% | 4,10% | 75,0% | |
surgelato Dupla Ice Family | 14,80% | 3,50% | 1,30% | 2,80% | 75,0% | |
surgelato Dupla Ice Light | 10,10% | 1,90% | 2,50% | 4,50% | 75,0% | |
surgelato Dupla Ice energy | 15,30% | 3,50% | 1,00% | 2,70% | 75,0% | |
surgelato Dupla Ice discus | 13,30% | 3,20% | 1,60% | 3,10% | 75,0% | |
Surgelato Ruto Artemia | 5,00% | 1,00% | 0,90% | 0,80% | 92,00% | |
Surgelato Ocean Nutrition Artemia | 4,40% | 0,60% | 0,20% | 1,50% | 92,3% | min 0,1 % |
Surgelato Ruto Chironomus | 4,85% | 0,61% | 0,40% | 0,84% | 93,1% | |
Surgelato Ocean Nutrition chironomus | 3,20% | 0,20% | 0,70% | 0,40% | 95,1% | min 0,1 % |
Surgelato Ruto Krill Superba | 14,00% | 1,80% | 0,70% | 0,50% | 83,0% | |
Surgelato Ocean Nutrition Krill tavoletta | 9,20% | 1,80% | 0,80% | 1,50% | 85,1% | min 0,2 % |
Surgelato Ruto Mysis | 10,20% | 1,10% | 0,40% | 87,7% | ||
Surgelato Ocean Nutrition Mysis | 5,20% | 0,40% | 0,50% | 0,70% | 93,3% | min 0,1 % |
Gli additivi alimentari a disposizione
Gli additivi o integratori alimentari sono normalmente:
- acidi grassi polinsaturi (omega-3 e 6 – EPA; DHA)
- vitamine studiate per l’uso acquaristico
- surrogati alimentari (es: Cyclop-eeze)
L’utilizzo di questi additivi garantisce l’aggiunta di sostanze essenziali a volte costose. Gli additivi alimentari reintegrano i nutrienti scarsi o assenti nel congelato o riequilibrano i valori con gli altri nutrienti come per esempio nel liofilizzato (FD) che contiene molta fibra grezza.
Purtroppo molte volte mi capita di vedere, soprattutto pesci vegetariani con i classici solchi nelle ossa del teschio dovuti a carenze di vegetali marini ricchi in acidi grassi polinsaturi della serie omega tre e sei. L’integrazione settimanale di appositi prodotti risolverebbe velocemente il problema.
Fig. 7 Vari integratori alimentari commerciali
L’utilizzo di arricchitori appositamente studiati per l’alimento vivo, come i vari preparati in polvere, liquidi, e colloidali, aumenta il valore energetico dell’animale preda molto rapidamente. Per esempio l’arricchimento dell’artemia salina adulta, il cui valore nutritivo sarebbe veramente basso, con l’integrazione di appositi prodotti porta in 24h ad una elevata qualità nutritiva della stessa, almeno per i composti somministrati.
Tab.3 – Fatty acid composition (%) of Artemia salina enriched for 24 h at 28°C. | |||
Fatty acid | SuperSelco® | DHA Protein Selco® | Algamac-3050® |
DHA:EPA | 0.46 | 0.38 | 1.21 |
L’ALIMENTAZIONE DEI CORALLI
Il video mostra la capacità predatoria di Stylophora pistillata. Nelle pagine successive vedrai come questa capacità aumenti con l’aumentare delle settimane. Solo 8 settimane di alimentazione aumentano la capacità predatoria del 75%.
Il video mostra, come il precedente, la capacità predatoria di Galaxea fascicularis. Il video è un time lapse, ogni 10 secondi di video corrispondo ad un’ora di ripresa.
I FABBISOGNI dei CORALLI
Attualmente non disponiamo di esatte informazioni in merito alla composizione nutrizionale che necessitano i coralli. Sappiamo che parte del loro sostentamento viene fornito dalle alghe simbionti presenti nel tessuto corallino – le zooxanthelle – . I composti che le zooxanthelle cedono al corallo sono zuccheri, in varie forme. Un’altra parte importante dell’alimentazione dei coralli deriva dalla predazione attiva durante la fase buia (notturna), questa parte potrebbe essere composta di proteine e altri micronutrienti di origine animale. Quali altri nutrienti e sostanze organiche azotate, ioni e minerali vengano prelevati direttamente dall’acqua marina non è ancora del tutto chiaro.
Per chiarire questi punti riporto alcuni studi pubblicati a cui si riferiscono anche i video che hai visto in precedenza.
Le fonti di Azoto (N)
Il primo studio che presento riguarda la composizione delle fonti di azoto riscontrate in Stylophora pistillata – (Houlbrèque & Ferrier-Pagès, Heterotrophy in tropical scleractinian corals, Biological Reviews, Vol. 84 – pag. 1-17 – 2009).
Gli autori di questo lavoro hanno rilevato la composizione di azoto (N) assunto per centimetro quadro di tessuto corallino (cm-2) durante il giorno di 24h (day-1), quindi sia durante la fase diurna che notturna.
La parte di energia prodotta dalle zooxanthelle, non essendo un composto contenente azoto non è stato misurato).
La conclusione si è avuta redigendo la Composizione delle fonti di Azoto per Stiyophora pistillata.
Si è visto che con una densità di 50 polipi per cm2 ed una concentrazione di 1500 prede/L di plankton si è avuto un:
- Apporto di 1,8 μg cm-2 day-1 da zooplancton
- Apporto di 1,4 μg cm-2 day-1 da pico/nano-plancton (generalmente fitoplancton)
- Apporto di 0.5 μg cm-2 day-1 D.O.N. – acronimo di dissolved organic nitrogen o azoto organico disciolto in acqua.
L’apporto totale si è dimostrato essere pari a 3.7 μg cm-2 day-1
Se riferiamo all’intero i tre apporti notiamo che lo zooplancton apporta il 48.6%, il pico e nano plancton apportano 37.8% mentre la parte disciolta è solo il 13,6%. Questi dati evidenziano l’importanza di fornire prede vive delle dimensioni idonee ai nostri coralli.
L’integrazione con appositi preparati del plancton animale può ulteriormente sviluppare la predazione attiva da parte dell’animale ed andare ad aumentare la quantità di azoto assunto in questo modo, azoto che si trasformerebbe in energia o proteine contribuendo a ridurre la dipendenza del corallo dalle zooxanthelle, favorendo la loro diminuzione, il che, come sappiamo, equivarrebbe ad avere coralli più chiari e con colorazioni più intense.
Effetti dell’alimentazione eterotrofa sulla calcificazione
L’analisi dell’importanza dell’alimentazione per predazione per i coralli è stata evidenziata da Houlbreque et. all. 2004a che con il loro lavoro sono andati ad indagare se esistesse una differenza di deposizione nelle quantità di materiale calcareo depositato da coralli alimentati e non alimentati con prede vive. Nei grafici che seguono sono riportati i risultati ottenuti nella ricerca
Rateo di calcificazione misurato dopo 3 settimane (A) e dopo 8 settimane (B) in condizioni di luce e buio. Gli indici sono per la S.D., N=6. Coralli alimentati (barre scure – FC) Coralli controllo (barre bianche SC) | Rateo di incorporazione di 14C-Aspartato misurato dopo 3 settimane (A) e dopo 8 settimane (B) in condizioni di luce e buio. Gli indici sono per la S.D., N=6. Coralli alimentati (barre scure – FC) Coralli controllo (barre bianche SC) |
Nei grafici (A) riportati si nota come nelle prime settimane si assista ad un aumento del rateo di calcificazione del corallo sia in fase diurna che notturna, mentre per il 14C-asaprtato questa differenza non sia eccessiva poiché il composto necessita di maggior tempo per entrare nei processi di deposizione. Nel lungo periodo (B) entrambi i livelli di deposizione sono di gran lunga superiori per i coralli alimentati rispetto a quelli in normale allevamento.
Ancora una volta l’aver fornito l’alimento vivo ha stimolato nella crescita il corallo, poiché l’apporto di energia che viene fornito è sicuramente maggiore di quello che l’animale può trarre solo dal rapporto con le zooxanthelle. La maggiore deposizione di materiale calcareo non significa obbligatoriamente che il corallo abbia una crescita maggiore in dimensioni. Il corallo può utilizzare l’aumento della deposizione di calcare per formare una struttura scheletrica molto più robusta e solida, con maggiore resistenza alle correnti e alle rotture.
Un corallo in salute è un corallo molto difficile da taleare e non dovrebbe rompersi semplicemente perché una pompa di movimento si è spostata e il flusso di acqua l’ha investito anche solo per un breve periodo, la portata e la velocità che i nostri accessori imprimono alle correnti che possiamo generare non sono nulla rispetto a quelle presenti in natura, dove la rottura di un ramo di corallo è sempre cosa eccezionale e legata a tempeste o maremoti. Gli studi che ho proposto sono basati sulla somministrazione come alimento vivo di Artemia sp. appena schiusa.
Riporto ora un ulteriore studio Feeding corals in captivity: uptake of four Artemiabased feeds by Galaxea fascicularisdove hanno confrontato l’utilizzo di esemplari appena schiusi, i naupli, di artemia confrontandoli con alcune varianti, vivi arricchite con acidi grassi (SELCO Inve®), vivi medicati con prodotti appositi, e con un prodotto industriale di uso anche acquaristico (Instant baby brine shrimp Ocean Nutrition ™)
Grafico con il numero di prede catturate per polipo di G. fascicularis – prodotti usati nell’esperimento |
L’importanza di questo lavoro sta nel dimostrare come il corallo si comporta quando una preda viva, morta o modificata con prodotti destinati ad altri scopi – sia il S.E.L.C.O. che il medicamento sono studiati per l’accrescimento delle larve di pesci.
Il corallo riconosce e cattura più facilmente la preda viva, e questo riconoscimento può essere stimolato fornendo in continuo lo stesso cibo vivo, come dimostra quest’altro studio: Il corallo riconosce e cattura più facilmente la preda viva, e questo riconoscimento può essere stimolato fornendo in continuo lo stesso cibo vivo, come dimostra quest’altro studio: Influence of heterotrophic feeding on the survival and tissue growth rates of Galaxea fascicularis (Octocorralia: Occulinidae) in aquaria dove gli autori sono andati a contare quanti naupli di artemia venivano predati da un singolo polipo di corallo somministrati per un tempo di 20 minuti. Il risultato è alquanto stupefacente poiché in sole 3 settimane la quantità di naupli predati per singolo polipo sfiora il 500%.
Tassi di cattura (numero di individui ingeriti per polipo per un periodo di 20 minuti) in Galaxea fascicularis “nubbies” dopo 8 settimane di somministrazione
Nonostante tutti gli studi presentati, l’uso hobbistico e professionale facciano dell’uso di Artemia un mercato con un grosso giro d’affari a mio avviso non è un buon alimento per nessun pesce marino e tantomeno per coralli o pesci di acqua dolce. L’artemia è un crostaceo che vive in laghi interni con acqua ipersalina e temperature molto elevate come il Great Salt Lake (Utah -USA) e il Mono Lake (CA – USA). Per poter proliferare, l’artemia, non deve avere troppi predatori naturali, altrimenti le popolazioni sarebbero molto scarse. Le foto, i marchi, e i nomi commerciali -dove non diversamente segnalato- appartengono ai rispettivi proprietari.
Bibliografia – per chi vuole approfondire –
- Houlbreque F., Ferrier-Pages C. (2009), Heterotrophy in Tropical Scleractinian Corals – Biological Reviews Vol 84, I. 1- 1–17, (2009)
- Houlbrèque F, Tambutté E, Allemand D., Ferrier-Pagès C. – Interactions between zooplankton feeding, photosynthesis and skeletal growth in the scleractinian coral Stylophora pistillata – The Journal of Experimental Biology 207, 1461-1469 – (2004)
- R. Osinga, F. Charko, C. Cruzeiro, M. Janse, D. Grymonpre, P. Sorgeloos, J.A.J. Verreth – Feeding corals in captivity: uptake of four Artemiabased feeds by Galaxea fascicularis – Proceedings of the 11th International Coral Reef Symposium, Ft. Lauderdale, Florida, 7-11 July 2008
- van Os N., Massé L. M., Séré M. G., Sara J. R., Schoeman D. S., Smit A. J. – Influence of heterotrophic feeding on the survival and tissue growth rates of Galaxea fascicularis (Octocorralia: Occulinidae) in aquaria – Aquaculture 330–333 (2012) 156–161
- Bruno J. F., Petes L. A., Harvell C. D., Hettinger A. – Nutrient enrichment can increase the severity of coral diseases – Ecology Letters, (2003) 6: 1056–1061
- Hadas E., Shpigel M., Ilan M., – Particulate organic matter as a food source for a coral reef sponge – The Journal of Experimental Biology 212, 3643-3650
- Grover R., Maguer J. F., Allemand D., Ferrier-Pagès C. – Uptake of dissolved free amino acids by the scleractinian coral Stylophora pistillata – The Journal of Experimental Biology 211, 860-865