Il nome comune delle Sclerattinie o -coralli duri-: derivano la loro parola proprio da skleror = duro e actinia = raggio, quando si sente parlare di questi coralli si pensa subito alle Acropore; al contrario le specie sono moltissime e hanno esigenze e abitudini di vita diverse tra loro.
Questi coralli, che sono presenti sulla terra da almeno 200 milioni d’anni, comprendono almeno una ventina di famiglie e le specie sono veramente moltissime, solo per le Acropore si sono individuate qualche centinaia di varietà. Alcune di queste varietà sono i principali “mattoni” con cui sono costruite le barriere coralline, le colonie vivono molto vicine tra loro e sfruttano il calcio disciolto nell’acqua per costruire la loro struttura portante.
Un tratto di barriera corallina
Questi invertebrati vivono sia nelle barriere coralline sia all’esterno, comunque in genere si trovano dove c’è una forte corrente marina, moto ondoso rilevante e movimento dovuto alla presenza delle maree. L’acqua in questi casi è sempre molto limpida e lascia passare abbondantemente i raggi solari.
In realtà questi animali sono una colonia di molti piccoli polipi che si costruiscono una struttura solida calcarea che li unisce uno con l’altro.
La loro forza è nella loro capacità di adattarsi e costruire colonie di forme diverse a secondo dello spazio disponibile e nel saper edificare molto velocemente la loro struttura calcarea, questi li rende degli ottimi colonizzatori.
La struttura calcarea è formata da particelle molto piccole che la rendono molto leggera, ma al contempo molto robusta.
Scheletro di Sclerattinie Infatti in genere crescono in zone che risultano non utilizzabili da altri coralli molli e da alghe; la causa di questa incompatibilità tra coralli duri e molli è che questi ultimi sono datati naturalmente di difese che spesso sono mortali per le Scleratine: dove ci sono abbondanti colonie di invertebrati di questa famiglia non ci sono mai colonie di altri coralli molli. Questa spiega il motivo per cui in acquario si consiglia sempre di dedicarsi negli acquari o ai coralli duri oppure ai molli.
Due acquari di barriera (Foto di Teratani e Caspa)
Pochi sanno che le varietà tra le Scleratine che si sono adattati a vivere nelle barriere coralline sono solo un gruppo di quest’ordine: ci sono delle specie che invece non vivono in colonie vicine une alle altre, ma in colonie isolate. Tipico esempio di Scleratine che cresce non nelle barriere coralline, ma nei fondali marini sono le Cycloseris, le Fungiae e le Tubastraea.
Pur avendo abitudini di vita così diverse vi è però un aspetto comune a tutti gli animali di quest’ordine cioè che sono costituiti da due parti ben distinte: una dura e una molle.
La parte dura è quella che riescono a sintetizzare assorbendo gli elementi dall’acqua e serve per proteggersi e formare una unica grande colonia.
Plerogyra sinuosa
Trachiphyllia
Polipi di Euphyllia
La parte morbida invece è diviso in due strati: Ectoderma, l’esterno, ed Endoderma la parte interna; tra i due strati c’è una sostanza che è chiamata Mesoglea. In questo modo si costruisce la struttura dei singoli polipi che comprende una bocca attorniata da dei tentacoli e comunicante con la cavità gastrovascolare.
Per l’anatomia dei singoli polipi non c’è una gran differenza con quelli d’altri invertebrati, al contrario in questo caso, troviamo una struttura calcarea dura che è sinterizzata dall’animale per sorreggersi e difendersi. Come visto l’anatomia base dei singoli polipi è molto semplice, invece la struttura calcarea è molto complicata e cambia forma a seconda delle varie specie; ad ogni modo è comune che la struttura calcarea ricopre almeno la base di ogni singolo polipo che è la parte più delicata.
Vari tipi di polipi Anche se questi animali sono meno robusti di altri invertebrati è facile individuare quali sono le loro esigenze e quindi cosa è importate che una vasca marina debba avere per ospitali con successo.
Ad ogni modo sono animali che sono molto sensibili a repentini cambiamenti di temperatura e di pH, per questo motivo è meglio introdurli solo in vasche che abbiano almeno un anno di vita e che quindi abbiano maturato condizioni stabili.
Polipi di Acropora
Prima di tutto, come molti altri invertebrati, anche questi vivono basando la loro alimentazione su rapporto simbiotico con le alghe Zooxanthellae, questo vuol dire che una cattiva illuminazione non permette all’animale di nutrirsi con efficienza e questo lo porterà ben presto al deperimento. Questa raccomandazione ha ancora più significato per questi invertebrati che per altri invertebrati molli che sfruttano il rapporto simbiotico con le alghe per sopravvivere: è quasi impossibile allevarli usando un impianto d’illuminazione non adatto.
I colori così vivi di questi invertebrati sono proprio da attribuire alla presenza al loro interno delle alghe simbionti e di speciali pigmenti, è possibile che per cause diverse l’invertebrato perda le alghe Zooxanthellae e questo si può osservare vedendo che l’animale perde progressivamente colore. Questo fenomeno si è osservato sia in natura sia in acquario: l’animale diventa bianco a partire dalle punte.
Stylophora rosa
Si è anche osservato che una errata illuminazione può far si che il colore delle alghe abbia il sopravvento su quello dei pigmenti ciò causa una perdita di colore della colonia che diventa marrone.
La giusta attenzione deve essere fatta nella scelta della potenza, nel tipo e nello spettro delle lampade; un errato sistema d’illuminazione è spesso la causa delle morte degli animali.
Sono così delicati da questo punto di vista che a volte il solo cambiare le lampade esaurite dopo 8-10 mesi di funzionamento con altre uguali, ma nuove a volte può essere uno stress per l’animale.
Le conseguenze potrebbero portare anche allo sbiancamento della colonia e il veloce cambiamento della qualità della luce potrebbe portare l’animale anche alla morte.
Calaustrea furcata
Quando si ha la possibilità di cambiare più di una lampada sarebbe meglio cambiarne una per volta per cercare di rendere più omogeneo e lento il salto della qualità della luce.
E’ ovvio che l’alimentazione di questi animali è basata sulla fotosintesi delle alghe simbionti: è meglio evitare che vi siano dei possibili ospiti nella vasca che entrino in competizioni con loro, la presenta d’alghe filamentose nella vasca che potrebbero crescere anche tra i “rami” dell’animale sono un problema che deve essere risolto prima di introdurre questi invertebrati nell’acquario.
Acropora nobilis (Foto di Niko)
E’ molto importante che questi animali siano sempre colpiti dal giusto flusso di corrente che permetta la pulizia dell’invertebrato dai possibili detriti che si depositano sopra e rischiano così di soffocarlo.
La giusta corrente serve anche per proteggere gli invertebrati da eventuali attacchi da aperte di parassiti. In genere il problema più grosso sono quegli animali che si cibano delle Zooxanthellae come il protozoo Helicostoma. Se l’invertebrato è colpito dalla giusta corrente è raro che il protozoo riesca a colpire questo animale. Al contrario se una colonia è colpito da questa parassita è molto difficile salvare l’invertebrato, si può provare facendo fare un bagno all’invertebrato di cinque minuti in una vasca con acqua dolce. Dopo il bagno in acqua dolce l’animale non potrà essere immesso subito nella vasca principale, ma dovrà essere ospitato in una vasca apposita in modo tale che un forte getto d’acqua pulisca l’invertebrato dalla patina gelatinosa e dal muco che crea per cercare di rigenerare i tessuti. L’invertebrato in questo caso si sta rigenerando o sta cercando di rigenerarsi, ma a volte è già troppo debilitato dall’attacco del Protozoo e muore senza alcuna possibilità di salvarlo.
Acropora desalwi
La specie che soprattutto è colpita dal Helicostoma è l’Acropora, si capisce che l’animale è stato colpito dal parassita in quanto la parte attaccata si ricopre di una gelatina marrone.La forma delle colonie di Scleratine
L’intensità della corrente influenza il modo con cui crescerà la colonia, se la corrente è forte i rami sono spessi e molto robusti, al contrario corrente deboli fanno crescere rami sottili e delicati.
Decidere a quale corrente sottoporre l’animale non è poi così facile perché correnti troppo forti potrebbero creare ancora danni maggiori, ad esempio alcuni esemplari di Montipora Capricornis non gradiscono correnti troppo forti: potrebbero strappare i polipi che si trovano all’estremo della colonia.
In natura una colonia può nascere non solo attraverso la crescita di un piccolo rametto che si è staccato da una colonia madre, per via asessuale, ma si può riprodurre anche per via sessuale: se una larva incontra i gameti si dà origine al primo polipo dal quale per scissione si svilupperà una colonia di molti individui; infatti la moltiplicazione del singolo polipo si ripete di continuo e permette alla colonia di crescere di dimensioni. Ogni polipo crea anche una parte dello scheletro calcareo, quindi all’aumentare del numero di polipi la colonia s’ingrossa e cresce in dimensioni.
Acropora secale (Foto di Niko)
La struttura calcarea che si viene così a formare si può dividere in tre parti principali:
1. La base che si attacca al substrato
2. Il tronco ruvido
3. I rami, in alcune varietà, o il calice, in altre varietà, nei quali si trovano i veri e propri polipi; il calice o i rami sono divisi in tante piccole parti attraverso delle piccole pareti, le pareti sono in multipli di sei e formano tanti piccoli loculi dove trova spazio il polipo.
Ricordiamoci che le specie di quest’ordine sono moltissime, quindi questi animali possono assumere forme molto diverse tra loro.
Polipo madreporario
Ci sono degli invertebrati che formano colonie molto grosse e circolari in cui i polipi sono retratti durante il giorno: Favia e Goniastrea
Altri ad esempio formano delle colonie che sono più simili a piccoli alberi o cespugli come le Acropore; all’interno delle Acropore ci sono varietà che tendono a svilupparsi in lunghezza e altre invece che formano colonie più tozze.
Acropora nana (Foto di Niko)
L’alimentazione delle Scleratine
Come già visto in precedenza la maggior parte del cibo è fornita dalle alghe simbionti che cedono oltre il 90% dei prodotti della fotosintesi agli invertebrati: cedono zuccheri, grassi e carboidrati. Le alghe invece assumono l’ammonio, sostanza di scarto dei polipi, per fare la fotosintesi. Questi animali però non vivono solo grazie alle alghe necessitano di altre fonti di sostentamento, usare un sale di ottima qualità per fare l’acqua è già di aiuto per la crescita di questi invertebrati, aggiungere gli oligoelementi è ancora più utile anche se spesso non è sempre strettamente necessario.
Ricordiamoci che di solito gli invertebrati che si nutrono di plancton lo fanno soprattutto nelle ore notturne quando c’è a disposizione più plancton, non è però sempre vero, ad esempio, le Acropore non si comportano così. Questa conferma l’affermazione iniziale in cui si era osservato che questi animali hanno esigenze diverse tra loro.
Plerogyra sinuosa
Il plancton non può che essere un prodotto delle nostre rocce vive che sono una fonte pressoché inesauribile di cibo per la maggior parte dei nostri ospiti, avere una buna quantità di rocce e d’ottima qualità facilita sempre il compito di poter allevare con successo questi animali. Questa spiega il motivo che vasche che non siano maturate almeno per un anno non siano adatte per ospitare questi animali.
Gli invertebrati in pratica secernano una sostanza urticante che sulla pelle dell’uomo non ha alcun effetto, ma per la maggior parte dei micro organismi marini è letale. Queste sono le prede di cui poi si cibano i polipi, quindi i rami fitti di un invertebrato al plancton appare come una rete mortale dove è meglio non finire intrappolati.
Catalaphyllia
L’alimentazione per questi animali è molto importante non solo per garantire la loro sopravvivenza in vasca, ma anche perché se non sono ben alimentati tendono a perdere i loro colori caratteristici e a diventare marroni. Diciamo che le alghe prendono il sopravvento sui pigmenti, il colore delle alghe è marrone quindi la colonia diventa marrone.
Se l’animale ha come unica fonte di alimentazione i prodotti delle alghe simbionti zooxanthellae, non può far altro che cercare di sfruttare il suo rapporto di simbiosi e spesso perde i pigmenti che lo rendono cosi colorato a favore di un aumento del colore marrone che è quello tipico delle alghe.
Euphyllia
Riproduzione sessuale Attenzione che può capitare che i coralli provino a riprodursi per via sessuale e non per divisione, questo significa che i coralli devono espellere le loro spore.
Questo è un segno evidente di come l’animale sia ben curato.
Si è verificato in più acquari che questo fenomeno si presenta con la liberazione di larve sotto spoglie di una polverina di colore principalmente biancastro.
L’acqua della vasca probabilmente si tingerà di bianco e sembrerà quasi del latte, la liberazione delle uova avviene in genere poco prima della luna piena e si verificherà nelle primissime ore del giorno; si è riscontrato che la liberazione delle spore avviene per tutti i coralli presenti nelle vasche sempre contemporaneamente o nel giro di pochi minuti.
Non bisogna spaventarsi in questi casi perché nonostante il colore biancastro, l’acqua non varierà i sui parametri chimici e dopo alcuni giorni tutto tornerà nella norma.
Vi sono delle specie che espellono delle larve che sono abbastanza grosse e che non sono di colore bianco, alcune a volte sono di colore viola, ma il risultato finale non cambia. Fino ad ora non vi è traccia di riproduzioni di questo tipo che sono giunte a termine.
Millepora rosa (Foto di Niko)
Pocillopora damicornis (Foto di Niko)
Gli altri ospiti in vasche apposite per le Scleratine
Attenzione anche agli altri ospiti che si hanno in vasca, vi sono alcuni animali che possono vivere in simbiosi con i “coralli duri” altri invece sono dei veri e propri parassiti.
Tra gli animali che non danno fastidio a questi coralli si possono contare alcuni crostacei come i cosi detti gamberetti pistolero o alcune specie di granchi, come i Hapalocarcinus.
Anche alcuni pesci possono vivere in simbiosi con questi invertebrati, ad esempio ricordiamo i Dascyllus, Gobidi e i Pseudocromis. Attenzione che i pesci tendono a nuotare tra i coralli e addirittura i Gobidi vi stazionano all’interno. Spesso questo può essere un problema perché l’invertebrato non riesce ad estroflettere i suoi polipi con tutte le conseguenze del caso.
Nell’inserire questi pesci bisogna sempre tenere in considerazione la dimensione delle colonie: non inserire troppi ospiti che potrebbero danneggiale piuttosto che aiutarla, il rapporto di simbiosi può passare sempre molto velocemente ad un rapporto di parassitismo.
Attenzione anche nell’inserire Nudibranchi che spesso sono dei veri e propri predatori di queste colonie: se ne cibano.
Questi animali a volte sono ospiti involontari della nostra vasca, sono di dimensioni molto piccole, al massimo raggiungono il centimetro di lunghezza, e ci si accorge della loro presenza solo dopo che hanno attaccato l’invertebrato.
Seriatopora
In questi casi l’unica soluzione è appostarsi e con molta pazienza aspettare di vedersi muovere il Nudibranco perché questi animali si mimetizzano perfettamente sugli invertebrati.
A volte anche alcune specie di stelle di mare si comportano allo stesso modo dei Nudibranco, la soluzione è la stessa che si deve adottare per i Nudibranco.
Un nemico mortale per la specie Tubastrea è il gasteropode della varietà Epitonium Bileanum che si nutre esclusivamente del tessuto vivo di questi invertebrati.
Sono pericolose anche alcune specie di spugne che attaccano le Scleratine e molto lentamente si espandono fino a ricoprire l’animale che è quindi destinato quindi alla morte.
Assolutamente da evitare sono la maggior parte dei pesci della famiglia dei Chetodontidi che si nutrono dei polipi di questi invertebrati.
Caulastrea
La vasca
Torniamo ad analizzare cosa serve per allevare questi animali: le vasche adatte ad ospitarli devono essere sufficientemente alte per permettere all’animale di svilupparsi in altezza e devono avere un ottimo sistema di filtraggio. Come detto le rocce vive devono essere d’ottima qualità e in buona quantità, questo aiuterà moltissimo il sistema che risulterà molto equilibrato. Sarebbe meglio considerare la presenza anche di uno schiumatoio anche se questo significa il reintegro più frequente degli oligoelementi, carbonati e magnesio ad esempio, e in particolare modo del calcio.
Ovviamente è impossibile introdurre questi animali in vasche che non abbiano la giusta maturazione e in cui i valori dell’acqua non siano costanti: pH tra gli 8.00 e 8.30; kH tra i 5° e i 9°; una temperatura tra i 26°C e i 28°C; la salinità deve essere il più possibile costante per evitare ulteriori stress ai nostri ospiti intorno ai 1.023-1.024, nitriti assenti e nitrati non oltre i 5 mg/l.
Lobophylia
La temperatura di una vasca che contiene questi animali è più importante di quanto si possa pensare: la perdita delle alghe simbionti spesso è proprio causata dal fatto che la temperatura della vasca è rimasta per un periodo, anche relativamente breve, intorno ai 30°C o ancora di più. Basta un innalzamento della temperatura di 2° al di sopra dei 28°C per un paio di giorni che gli invertebrati iniziano a sbiancare. E’ solo riportando la temperatura a valori accettabili che poi gli animali si riprendono.
WellSophillia
Come visto in precedenza l’aspetto che accomuna tutti questi invertebrati è che si costruiscono una struttura dura calcarea e quindi è necessario che nell’acqua vi sia la giusta combinazione d’elementi per permettere la costruzioni dei loro scheletri rigidi; importantissima è la concentrazione del calcio che deve avere un valore compreso tra i 400-420 mg/l.
Vascha di Acropore (Foto di Santilli)
Vascha di Acropore (Foto di Mercurio)
Come già detto in precedenza, la vasca deve essere dotata di un buona corrente: questo vuol dire avere una serie di pompe di movimento la cui portata oraria sia almeno aria 20-25 volte il volume totale della vasca.
Partendo dal presupposto che una vasca per ospitare le Scleratine deve essere studiata prima di tutto solo per loro sono tanti gli ospiti che si possono aggiungere; i pesci che si nutrono d’alghe possono anche essere d’aiuto per evitare che si sviluppino alghe filamentose nelle colonie di Scleratine si possono considerare varie specie tra i Blenidi e gli Acanturidi. Invece se si vuole prendere dei pesci solo per un puro aspetto estetico ci si può interessare a molte specie tra i Gobidi, i Dascyllus e i Pseudochromiris.
Fungia
Talee di coralli duri
Un modo per evitare che la pesca selvaggia rovini le barriere coralline è quello di taleare i coralli in modo tale che da una colonia madre molto grande se ne possa ricavare una serie di piccole colonie che poi cresceranno benissimo nelle nostre vasche.
A volte è necessario taleare o potare una colonia madre perché sta crescendo troppo in altezza e la vasca non è più in grado di contenere i rami.
Prima di tutto una talea di corallo risulta molto robusta in quanto è stata originata da un animale già abituato vivere in una vasca, inoltre è impagabile la soddisfazione che si prova nel vedere crescere un animale completo partendo da un pezzettino che potrebbe essere anche grande solo qualche centimetro.
Per riprodurre questi animali non ci vuole una grande esperienza, ma pochi strumenti di facile reperibilità.
Prima ancora di cominciare bisogna preparare una vasca riempita con acqua dell’acquario che sarà usata per ospitare momentaneamente durante i lavori di talea il frammento di corallo che abbiamo intenzione di taleare.
Prima di tutto bisogna poter recidere il ramo o un pezzo dell’animale madre quindi ci vuole un tronchesino con la lama molto piccola, ma molto affilata.
Talee di Acropore Il ramo deve essere ben scelto e non si deve avere esitazione quando si decida di reciderlo cercando di non staccarne altri quando si compie questa operazione, attenzione che a volte si potrebbe anche taleare un ramo che accidentalmente è stato staccato durante le fai di pulizia o per qualche altro motivo accidentale. In genere perché l’operazione abbia successo è necessario che il pezzo non sia molto piccolo; diciamo almeno quattro centimetri di lunghezza.
Ottenuto in un modo o nell’altro il pezzo da taleare bisogna metterci nelle condizioni migliori per lavorare, il tavolo forse è il posto migliore.
La bacinella d’acqua ci serve adesso per depositare il rametto tagliato questo spiega il motivo per cui deve essere la prima cosa da preparare.
Adesso abbiamo il rametto da taleare; ma inserirlo così in vasca è praticamente impossibile perché molto probabilmente non resterà mai nella posizione in cui noi lo metteremo: cadrà inesorabilmente.
A questo scopo dobbiamo fornigli una base, in genere è meglio un pezzo di roccia viva, ma all’occorrenza basta anche un pezzo di roccia morta.
Il pezzo va incastrato in questa roccia di solito è meglio incollarlo usando una colla epossidrica, la colla è composta da due reagenti che quando vendono rimescolati si attivano.
La pasta che così si ottiene può essere usata per incollare il rametto alla roccia.
Ricordiamoci che la colla epossidrica per essere efficace deve essere manipolata con le mani asciutte ed è pronta all’uso solo quando l’impasto è diventato tutto dello stesso colore e non è possibile riconoscere nessun dei due componenti.
Ovviamente la colla deve essere in quantità tale da garantire un buon sostegno all’animale.
Alcuni consigli per rendere l’incollaggio duraturo: prima di tutto la colla deve essere manipolata in modo tale da formare una pallina. Solo in seguito il rametto sarà inserito dentro la palla così ottenuta usando le dita per farsi che il ramo e la cola siano il più aderenti possibile. In seguito il ramo + la pallina devono essere attaccati alla roccia facendo sempre una leggera pressione attraverso le dita.
L’operazione è terminata, da questo piccolo ramo non si svilupperà mai una colonia dalla forma naturale, ma piuttosto sembrerà un piccolo alberello; per cercare di avere uno sviluppo più naturale bisogna posizionare il rametto obliquo quasi orizzontale. Solo in questo modo si svilupperà un corallo che sembrerà un vero e proprio cespuglio.
Attenzione che in breve tempo, qualche settimana, l’animale ricoprirà con il suo tessuto la base della struttura: la pallina di colla.
Questi animali hanno una capacità di crescita notevole, il polipo si può riprodurre in due modi diversi.
O si forma un polipo dalla base del polipo madre oppure è l’esemplare madre che si divide in due per formare due individui. Non è stato ancora spiegato il motivo per cui avvenga o uno o l’altro metodo di riproduzione comunque in entrambi i modi l’animale riesce a riprendersi quanto gli era stato tolto e a rigenerarsi.
Quando si inserisce una talea in una vasca, il discorso è valido anche per esemplari comprati in negozio e non taleati, bisogna sempre considerare che questo animale crescerà nel tempo. In genere si cerca di considerare il volume che potrà occupare in futuro perché il peso non sempre fornisce il corretto valore di quanto questo animale si sia sviluppato.
A secondo della corrente e della luce cui un invertebrato è sottoposto questo potrà crescere con i rami diradati, ma lunghi oppure con una struttura più fitta e con rami corti.
Si capisce come nei due casi si occupino volumi ben diversi. Attenzioni a non pensare che l’animale cresca velocemente solo all’inizio, in realtà la velocità di crescita è direttamente proporzionale all’età dell’invertebrato. Quindi esemplari anche non più giovani crescono molto di dimensioni e in proporzione più velocemente di un esemplare giovane. |