Sabellastarte Chi non ha mai notato la magnificenza di questi ‘fiori’ colorati e vaporosi in acquario? Sono bellissimi, ospiti che guardano l’acquario il più delle volte lo classificano come un vegetale, un fiore per l’appunto. Beh, inorridiscono quando si sentono dire che quel bellissimo e affascinante ciuffo non è altro che la bocca di un verme. Difatti gli spirografi appartengono alla famiglia degli anellidi (vermi segmentari), cerchiamo di capire meglio come sono fatti.
Com’è fatto uno spirografo? Il loro corpo è rivestito da piccoli segmenti detti metameri. In ogni metamero sono presenti due gangli nervosi, una coppia di organi escretori e vasi sanguigni. L’apparato digerente ha inizio con la bocca, situata nel secondo metamero, e termina con l’ano nell’ultimo segmento.
Sono provvisti di apparato circolatorio, formato da ben cinque paia di ‘cuori’ che si contraggono ritmicamente, versando il sangue in due vasi, uno dorsale e l’altro ventrale. La respirazione avviene per via cutanea, in alcune specie sono presenti anche delle rudimentali branchie. L’epidermide presenta delle setole che servono al verme per muoversi e creare attrito con il substrato. La particolarità di questi spirografi è la capacità di secernere un involucro esterno (involucro chitinoso) formato da chitina, una sostanza difficilmente degradabile. Questa particolarità, in aggiunta alla ‘folta chioma’ fanno sembrare il nostro piccolo verme un bellissimo fiore sbocciato. Alcuni vermi secernono un tubo di carbonato di calcio, come la bellissima Protula bispiralis o la piccola Filograna implexa.
Il mantenimento degli spirografi in acquario. Possiamo trovare spirografi di tutti i tipi, dalla comune Bispira brunnea e Sabellastarte alla piccola e graziona Filograna implexa fino a lla simbionte Spirobranchus. Sono tutti filtratori, si nutrono di fitoplancton e zooplancton in sospensione nella colonna d’acqua, che dobbiamo fornire giornalmente per il loro benessere, pena la morte d’inedia.
Alcuni spirografi possono perdere il ‘ciuffo’ in condizioni di stress (come ad esempio nel trasporto dal negozio a casa), sono tuttavia capaci di riformarlo in poche settimane, tornando a splendere come prima. In molti casi ho assistito ad acquariofili che in seguito alla perdita del ciuffo sono stati incauti e hanno buttato il tubo di chitina. Mai! Mai fare una cosa simile, invito piuttosto ad aspettare almeno due settimane prima di buttare via il tubo, dato che l’animale potrebbe benissimo essere al suo interno! In alcuni casi mi è capitato che lo spirografo abbandonasse la propria dimora chitinosa e girovagasse per l’acquario. Se è fortunato e non trova predatori si instaura nella zona più comoda a lui, godendosi la nuova posizione e secernendo un nuovo tubo chitinoso.
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