Riproduzione di Caridina sp. PropinquaVorrei raccontarvi e condividere con voi la mia esperienza nella riproduzione della Caridina Propinqua. Questa particolare caridina vive in Indonesia (secondo alcuni la toviamo solo in Borneo e secondo altri nel Sulawesi) e necessita pertanto di valori e temperatura dell’acqua diversi rispetto a quelli necessari per l’allevamento di altre caridine.
Dal punto di vista alimentare non si può affermare che siano sofisticate, in quanto gradiscono molto le pasticche di cibo per pesci da fondo (ricche in spirulina), i vari cibi per gamberi e adorano le verdure fresche sbollentate quali piselli e zucchine.
Sono di indole pacifica e coabitano (hanno coabitato in passato) tranquillamente con gamberi di dimensioni inferiori come le white orchid, le ensifera e le cardinal.
Le caratteristiche della vasca allestita per ospitare le caridine erano le seguenti: – capienza 20 litri
Effettuavo cambi parziali (7 litri) settimanali inizialmente utilizzando acqua del rubinetto trattata con biocondizionatore e decantata almeno 24 ore miscelata con acqua di osmosi (rapporto 4:1,5). Dopo un paio di mesi ho deciso di utilizzare acqua di osmosi con sali appositi per raggiungere i valori più appropriati di GH e KH, fornendo anche i minerali necessari alle caridine, ed ho iniziato ad utilizzare un prodotto vitaminico specifico.
Ho così disposto una vasca di 4 litri circa di capienza, non ho utilizzato nessun fondo, ho inserito un po’ di muschio proveniente dalla vasca ed ho mantenuto la solita temperatura (circa 27°C) grazie ad un riscaldatore da 7 W e l’ho monitorata con un termometro apposto alla parete della vaschetta. Ho provveduto a “fabbricare” il coperchio per la vaschetta tagliando del plexiglass. Fortunatamente in estate avevo disposto una vasca di 15 litri sul balcone, coperta con della fine retina (avannotti di guppy) e si erano sviluppate delle alghe, per cui l’acqua risultava di colore verde (ottimo nutrimento per le piccole larve di propinqua). Ne avevo tenuta un po’ per ogni evenienza.. ed eccoci qua!
E’ stata un’emozione grandissima vedere questo piccolo esserino che andava su e giù continuamente facendo una specie di avvitamento su stesso, sembrava quasi una danza. Le larve di propinqua sono attratte dalla luce, come accade per i naupli di artemia salina, quindi era possibile valutarne i movimenti apponendo una luce puntiforme sul coperchio trasparente della vaschetta. Diversamente da quanto immaginato mamma propinqua rilascia le larve molto molto lentamente (cosa che ho notato anche nelle successive riproduzioni), infatti la mattina (dopo una notte insonne trascorsa ad osservare il rilascio delle larve) ancora tra i pleopodi ne erano presenti alcune. Mi sono precipitata al mio negozio di fiducia ed ho acquistato il sale sintetico da acquari (non quello da cucina) ed un densimetro per misurare la salinità dell’acqua tramite il peso specifico. Tornata a casa ho prelevato con molta cura la mamma, non è stata una manovra facile visto il litraggio della vasca e le larvette che si muovevano, e l’ho rimessa nella vasca di origine. A tal proposito una cosa che ho notato in quasi tutte le occasioni in cui le propinqua avevano uova tra i pleopodi è che presentavano quasi sempre anche la macchia ovigera o appariva comunque subito poco dopo il rilascio e spesso la colorazione del loro corpo si modificava scurendosi un po’.
Ho iniziato a preparare l’acqua utilizzando acqua di osmosi ed i sali sintetici appena acquistati con l’intento di aggiungere nella vaschetta ogni giorno una quantità prefissata di acqua salmastra (portata alla solita temperatura di 27 gradi tramite immersione nella vasca di origine) per aumentare nel modo più graduale possibile la salinità dell’acqua, portandola a valori di 1005-1010 al massimo. Il negoziante mi aveva detto che per ottenere tali valori era necessario sciogliere circa 18 gr di sale sintetico per litro di acqua. Ho deciso di iniziare sciogliendo un cucchiaino da caffè di sale (circa 5 gr) in 500 ml di acqua, e dopo aver provveduto all’aspirazione con un tubo da areatore di un volume di acqua pari a 500 ml i primi due giorni e poi di 1 litro nei giorni successivi andavo ad aggiungere l’acqua preparata con il sale sintetico da acquari e filtrata in modo da arrivare alla salinità consigliatami dal negoziante e trovata consultando alcuni articoli sulla riproduzione della caridina japonica (appunto valori di1005-1010, acqua salmastra).
Una delle altre due femmine mi offrì poco dopo la possibilità di ritentare; seguii di nuovo tutti i passi (ispirandomi ai consigli forniti da chi aveva tentato e poi era riuscito a riprodurre le Japonica) utilizzando i nuovi cibi, ma purtroppo al quinto-sesto giorno le larve cominciavano a sparire come la volta precedente.
Fiduciosa nel numero non avevo quasi dubbi del fatto che qualcuna questa volta potesse rimanere in vita. Era uno spettacolo vedere questi minuscoli bruscolini con la testa all’ingiù andare su e giù nella vaschetta; le codine delle larve appaiono quasi a strisce più chiare e più scure ed è proprio in questa occasione che ho potuto notare che le larve si muovono verso l’alto girando su stesse sempre nel medesimo verso, mentre vanno verso il basso girando nel senso opposto, sempre avvitandosi su se stesse. I movimenti che ne derivano sono molto particolari anche perché mentre si avvitano su se stesse il peso della testa tende a sbilanciarle un po’, ciò che ne deriva è un movimento oscillatorio e avvitatorio in verticale in cui però le piccole teste delle larve disegnano quasi dei piccolissimi cerchi perfetti. Penso che sia un’emozione indescrivibile poterle osservare dal vivo in questo spettacolo come è successo a me.
Visto il numero elevato di larve ho deciso di proseguire nel mio intento e le ho trasferite in 3 contenitori(1-2-3): Le vaschette 1 e 2 erano immerse nella vasca originaria, la 3 all’esterno di essa e quindi a temperatura ambiente (22°C circa). Video 1 – Rilascio delle larve Video 2 – Larve a 3 giorni di vita nel contenitore 1 Video 3 – Larve o fiocchi di neve? Purtroppo anche questa volta le larve non sono sopravvissute.. Le prime a scomparire sono state quelle nella vaschetta 3, quelle nelle vaschette 1 e 2 sono morte nella medesima giornata il giorno successivo. Era arrivato il nono giorno, e in realtà speravo di aver superato il momento critico, ma purtroppo così non è stato. Riassumendo i punti salienti della mia esperienza nella tentata riproduzione della caridina propinqua sono i seguenti: • il periodo di tempo che intercorre tra la discesa delle uova tra i pleopodi e il rilascio delle larve è variabile, molto probabilmente è influenzato dalla temperatura. Nel mio caso non ha mai raggiunto i 20 giorni (come per le japonica); tale periodo è risultato essere sempre inferiore ai 12 giorni (addirittura per due volte il rilascio è avvenuto dopo 5-6 giorni). Penso che il rilascio delle larve sia tanto più veloce tanto più sia elevata la temperatura (riproduzioni avvenute in estate e fine estate). • le femmine possono presentare contemporaneamente le uova tra i pleopodi e la macchia ovigera. A distanza di pochi giorni dal rilascio delle larve presentano nuovamente il ventre pieno di minuscolissime uova. • le larve hanno movimenti verticali ondulatori con direzioni opposte nella salita e nella discesa e sono attratte dalla luce. Ogni tanto compiono scatti veloci in direzione orizzontale e verticale, mentre in presenza di luce preferiscono stazionare a pelo d’acqua. Penso che sia proprio durante questi movimenti che avvenga la loro nutrizione. • occorre evitare eccessivo inquinamento e deposito di materiale e sale non ben disciolto (per questo motivo è meglio filtrarlo) in cui le larve possono rimanere intrappolate e morire. • le larve sono rimaste in vita al massimo 9 giorni durante i miei tentativi, per cui immagino che questo corrisponda al momento della prima muta o comunque ad un cambiamento importante per le larve stesse. • la vitalità delle larve è risultata maggiore in acqua salmastra, ma è risultata comunque buona anche in acqua dolce (valori della vasca di origine). • temperature inferiori a 27°C (nel mio caso 22°C) hanno influenzato di poco la sopravvivenza delle larve. Come ho detto precedentemente non ho più le propinqua di sesso maschile da qualche mese, ma ho ancora due femminucce (da settembre 2009). Sicuramente quando avrò un po’ più di tempo mi dedicherò alla ricerca di qualche maschietto e tenterò nuovamente la riproduzione.
|
Messaggio precedenteUn'ansa del rio Paran? per una coppia di Borelli Opal
Next PostLetto Fluido fai da te