La tendenza attuale nella realizzazione di un sistema di filtrazione di un acquario marino è quello di ricorrere ad una vasca di raccolta (sump) in cui alloggiare le attrezzature tecniche.
Se è vero che le aziende propongono i più svariati tipi di sump, è anche vero che l’appassionato ama progettare da sé questo oggetto e, spesso, si cimenta anche nella realizzazione dello stesso.
Questo articolo vuole dare delle indicazioni su un paio di soluzioni di progetto che ritengo ideali per due tipi di vasche simili nell”apparenza, ma abbastanza diverse nella sostanza.
Faccio una premessa: la sump non è altro che una vasca di decantazione, o quanto meno nasce da quel sistema usato per la raccolta e la “decantazione”, appunto, di acque reflue provenienti da reti fognarie.
Ed è proprio su questo sistema che è nato il concetto di vasca di raccolta in acquario.
Il sistema, in teoria, dovrebbe funzionare in questo modo: l’acqua scende nella vasca di raccolta a mezzo di un troppo pieno; attraversa un percorso piuttosto lungo dove la velocità dell’acqua si riduce notevolmente dando modo alle particelle sospese di depositarsi sul fondo, alla fine del percorso una pompa la riporta in vasca.
In questo modo si deposita sul fondo della vasca di raccolta uno strato di sedimento che può essere periodicamente asportato per sifonatura.
In realtà il sistema è stato adattato alle esigenze dell’acquariofilo moderno, in modo da poter alloggiare una serie di attrezzature (schiumatoio, reattore di calcio, biologico, denitratore, ecc.).
Partendo dall’idea di base del “percorso”, la progettazione di una sump può seguire criteri di pura fantasia o quello mirato alla realizzazione di un oggetto che risolva qualche problema.
Altra premessa è che, secondo me, per avere un acquario funzionante senza problemi, non ci si può discostare troppo dall’allestimento di base di un sistema berlinese.
Dando per scontato che si sappia cosa è e come funzioni il sistema berlinese, vorrei fare il punto su quali sono i limiti di questo sistema; il principale è che richiede un tempo di maturazione estremamente lungo (non meno di due mesi per inserire i primi animali, non meno di sei mesi per un buon equilibrio tra ossidazione e riduzione); penso che siano ben pochi gli acquariofili disposti ad attendere “serenamente” questi tempi!
La soluzione c’è ed è realizzabile in fase di progetto della sump e senza snaturare i principi di base del funzionamento di questo tipo di acquario.
L’idea è quella di far partire la vasca con un filtro biologico molto efficiente, ma facilmente asportabile nel tempo. Questo consente un avvio rapidissimo della vasca, un popolamento in tempi molto brevi, una graduale riduzione del materiale filtrante per portare, pian piano, il sistema ad essere un berlinese “puro”.
L’altro accorgimento progettuale è quello di realizzare il primo vano del filtro in modo tale che il livello dell’acqua sia fisso: questo consente l’uso, senza problemi, di schiumatoi a porosa e/o di tipo interno, ad iniezione (che risentono moltissimo delle variazioni di livello dell’acqua) e di quelli a pompe indipendenti.
La scelta del sistema biologico è per un filtro a fogli. Questo tipo di filtro è molto efficiente per quanto riguarda l’ossidazione (trasformazione di ammoniaca in nitriti e nitriti in nitrati), ma riesce anche a ridurre un po’ i nitrati (specie se si utilizza almeno una spugna a grana fine).
L’inconveniente principale è che “ruba” un po’ di ossigeno all”acqua.
Il grosso vantaggio di questo tipo di sistema è che, grazie alla paratia posizionata dopo le spugne, il livello dell’acqua -fino a quel punto- è costante; altro vantaggio è che sarà possibile, una volta maturata la vasca, eliminare una ad una le spugne, in modo da trasformare il sistema in un berlinese puro, ma anche di potere, per qualunque motivo, poter usufruire di un biologico più o meno “grande” (a seconda del numero di spugne che ri-monteremo) in qualunque momento.
Altro vantaggio è che il vano spugne, con l’inserimento di un paio di paratie al posto delle spugne stesse, si trasformerà in un ottimo vano di decantazione.
Da notare che prima delle spugne, con questo sistema di progetto, si forma un vano in cui sarà sempre possibile inserire carbone, resine, ecc.
La figura 1 rende facilmente intuibile il percorso dell’acqua: il vano di scarico è in fondo a destra; l’acqua passa al vano spugne attraverso il foro che si intravede in alto sulla paratia centrale che funge da divisione tra il vano schiumatoio ed il vano spugne.
Il livello dell’acqua nel vano schiumatoio e nel vano spugne viene regolata dall’altezza della paratia posizionata alla fine del vano spugne.
Figura 1
Figura 2
In figura 2 si vede chiaramente che lo schiumatoio scarica davanti al foro di comunicazione tra il vano schiumatoio stesso ed il vano spugne.
Naturalmente la capienza della vasca/stazione dovrà essere calcolata sulla base del volume dell’acquario, così come il numero di spugne.
L’altro limite importante dell’acquario berlinese è la scarsa “disponibilità” ad ospitare pesci. In realtà sarebbe opportuno evitare, comunque, una popolazione di pesci di taglia e/o grandi mangiatori, ecc.
Ma come resistere alla tentazione di uno Z. Flavescens, di un piccolo Xanthurum, di quello splendido P. Hepathus? Che poi crescono pure?
Io stesso, pur acquariofilo “maturo”, più di una volta non ho resistito ed…….ho esagerato!
La soluzione può essere quella di progettare, in questo caso, un altro tipo di vasca di raccolta; questa vasca dovrebbe essere strutturata per contenere attrezzature per la filtrazione biologica, ma essere realizzata anche in modo tale da consentire un “cambio di rotta” senza dover sostituire tutto, sump compresa.
Partiamo sempre da un acquario allestito alla “berlinese” e cioè: illuminazione con HQI, grande quantità di pietre vive, fondo di sabbia sottile, ecc.
Abbiamo, però, il problema dello smaltimento di un carico organico maggiore di quello che, questo sistema di acquario, può sopportare.
Io lo risolverei con la progettazione di una sump che mi consenta una buona filtrazione biologica, ma solo dell’acqua preventivamente trattata dallo schiumatoio.
La soluzione è quella di costruire una vasca a tre settori separati (vedi figura 3): il primo (quello di destra nella foto) è dedicato allo schiumatoio e comunica con il veno centrale a mezzo di un foro a circa 20 cm dal fondo; il secondo è il vano dove posizioneremo il filtro biologico ed eventuali altre attrezzature (in foto il percolatore ed il reattore di calcio), anch’esso comunicante con il vano centrale con un foro simmetrico al primo.
Nel secondo vano sarà posizionato lo scarico dello schiumatoio.
I due fori di comunicazione (che più avanti definiremo di compensazione) saranno posizionati verso il retro della sump; la pompa che porta l’acqua al percolatore la preleverà da sotto lo scarico dello schiumatoio ed il percolatore stesso scaricherà davanti al foro di compensazione.
Nel vano centrale sarà posizionata la pompa di ritorno in vasca.
In questo modo avremo un livello fisso dell’acqua nei vani schiumatoio e percolatore; il percolatore tratterà solo l’acqua già schiumata (post-percolazione), avremo la possibilità di gestire carichi organici notevoli, potremo in qualunque momento (staccando la pompa del percolatore) trasformare il tutto in un berlinese puro e potremo inoltre sfruttare -con una mensolina- il vano centrale della sump per poggiarci, ad esempio, un denitratore (come in figura 3).
Figura 3