Questo sistema di Co2 Artigianale per la produzione della CO2 sfrutta due utilissime idee che sono state presentate qui nella rubrica delle invenzioni di AcquaPortal: il sistema per produrre la CO2 grazie ai batteri del lievito del panettiere, e il sistema di fertilizzazione giornaliera costruito utilizzando una normale bottiglia e uno di quei tubicini che si usano per fare le flebo. Poiché mi sembra noioso per chi avesse già letto i due articoli ripetere il principio di funzionamento delle due invenzioni (che tra l’altro è spiegato benissimo in entrambi i casi) invito chi non lo conoscesse a farlo prima di procedere nella lettura. Il problema dell’impianto a Co2 Artigianale descritto nella rubrica è che non è in alcun modo possibile regolarlo ed è pressoché inevitabile che la produzione sia eccessiva nei primi giorni e vada man mano diminuendo nei giorni successivi. Questo ha un duplice svantaggio: uno per le piante, che ricevono la CO2 in modo non omogeneo, uno per noi che dobbiamo utilizzare più zucchero e più lievito di quanto sarebbe sufficiente (e tra l’altro siamo costretti a rifornire l’impianto più spesso di quanto sarebbe necessario). Da queste considerazioni ho pensato di realizzare un sistema di regolazione della CO2, e sono giunto alla conclusione che l’unico modo per raggiungere lo scopo fosse di limitare nel tempo la quantità di zucchero che arriva ai batteri del lievito… State a vedere! Per realizzare l’impianto di Co2 Artigianale vi servono: – 2 bottiglie da 1,5 o due litri, con tappi Il tutto costerà piu o meno 3 euro. Ovviamente non dovete riempirlo di fertilizzante!!! E’ necessario per fare questo che con un ago qualsiasi o l’ago stesso della flebo facciamo un buchino nella membrana bianca che c’è all’interno del gocciolatore, dal lato in cui è attaccato il tubicino trasparente. Per fare questo bisogna bucare il tubo con l’ago stesso (purtroppo è l’unico modo) ma basterà una gocciolina di attak a rimettere tutto a posto. Faccio prima a farvi vedere…
E sigilliamo con un po’ di colla (non tutti i tappi sono adeguati, bisogna fare un po’ di prove e al limite usare anche il sigillante). Ora dobbiamo fissare con il nastro adesivo il secondo gocciolatore alla bottiglia libera (non quella col gocciolatore fissato al tappo): attenzione il tubicino del gocciolatore deve essere verso il basso, mentre la parte accuminata di plastica dura verso l’alto. Fatto? A questo punto la parte appuntita in alto va infilata nel tubicino che porta al diffusore… E ora colleghiamo gli aghi del tappo con i rispettivi tubicini… Il grosso del lavoro è finito, ora non ci resta che capire come funziona l’impianto di Co2 Artigianale Premium. Ma prima facciamo scorrere il sistema di regolazione del contabolle scocciato alla bottiglia (in foto) fino alle vicinanze del tappo, e mettiamolo nella posizione “tutto aperto”. Quando vorremo far funzionare l’impianto dovremmo riempire per due terzi la bottiglia col contagocce infilzato nel tappo di una soluzione composta da acqua e zucchero (circa 100 grammi), mentre nell’altra bottiglia dovremmo mettere due dita d’acqua , mezza bustina o un cubetto di lievito vivo, e mezzo cucchiaino di zucchero (notare che per svitare questo tappo conviene staccare i tubicini). Poi sarà necessario con una siringa senza ago o semplicemente riempiendosi la bocca di acqua e soffiandola nel tubo, far arrivare un po’ d’acqua all’interno del contabolle attaccato con lo scotch alla bottiglia, e collegare poi il tubicino che parte dall’alto del contabolle all’impianto di diffusione. A questo punto non ci resta che appendere la bottiglia col contagocce infilato nel tappo a testa in giù in un posto sufficientemente alto, controllando che la rotellina di regolazione sia sulla posizione tutto aperto (cioè verso l’alto). Ora bisogna aspettare una mezzoretta che i batteri comincino a mangiare zucchero e a produrre CO2. Una volta che la produzione è andata a regime vi accorgerete che agendo sulla rotellina posta vicino all’ago della bottiglia potrete variare il numero di bolle all’interno del contabolle, e se rifletterete un pochino, vi accorgerete che non state solo strozzando un tubo, ma che attraverso quella strozzatura fate leggermente salire la pressione all’interno della bottiglia, il che impedirà che altro zucchero scenda dall’altro ago finchè i batteri non avranno mangiato quello che hanno. In poche parole vi sembra di agire sul flusso del gas, ma in realtà state regolando in maniera assolutamente precisa la quantità di zucchero che fate mangiare al lievito!!! Nella consapevolezza di non essere stato troppo chiaro aggiungo uno schema di funzionamento dell’impianto Co2 Artigianale che potrebbe aiutare ad interpretare le foto. Ma prima un ultimo avvertimento: non mettete troppa acqua e zucchero nella bottiglia, ne troppa acqua nel lievito, perché se ne mettete più di quanta ce ne sta nella bottiglia coi due aghi ve la ritrovate nell’acquario, con zucchero e lievito!!!! Ciao e se avete dubbi potete contattarmi a mike.tri@katamail.com Le foto sono di Michele. |
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