La vasca.
La vasca ed il supporto sono entrambi prodotti da ELOS, le dimensioni sono di 120X50X50 cm, la capacità lorda della vasca è dunque di 300 lt tondi tondi. Dopo un primo allestimento iniziato nel mese di dicembre 2004 e durato quasi quattro anni, la vasca è stata completamente riallestita a novembre del 2009 partendo nuovamente da zero, mantenendo però tutta la parte tecnica in quanto la reputavo e la reputo a tutt’oggi di buon livello.
Dopo il doveroso periodo di maturazione durato quasi tre mesi, con febbraio 2010 inizio a popolare la vasca inserendo i primi coralli SPS ed LPS. La vasca è visibile sui tre lati e questo, unitamente alla ridotta larghezza (50 cm) ha complicato e non poco la disposizione della rocciata, che per maggiore comodità è stata eseguita a vasca completamente vuota. Il vano tecnico: la sump.
Per la vasca tecnica è stata impiegata una vecchia vasca allestita molti anni fa ad acquario dolce delle dimensioni di 60x40x40 cm. Il livello dell’acqua al suo interno è mantenuto costante a 21 cm mediante un’osmoregolatore Tunze Osmolator che provvede anche al ripristino dell’acqua evaporata. All’interno della sump trova posto uno skimmer LGM 1260 con pompa di schiumazione Sicce PSK1000 e venturi “dual tube”. Lo skimmer viene alimentato mediante una pompa EHEIM 1250 che fa trattare allo stesso 1200 lt/h d’acqua
Anche per il reattore di calcio, mi sono affidato ad un LGM e nello specifico al modello più piccolo della casa, il 701; questo viene caricato con una pompa dedicata EHEIM 1048.
Come media di riempimento utilizzo della normalissima sabbia corallina jumbo size. Il pH interno alla camera è regolato in maniera automatica da un phmetro Milwaukee SMS122 collegato ad una elettrovalvola che apre e chiude automaticamente il flusso di CO2 qualora il pH interno scenda al di sotto dei 6.3 La risalita dell’acqua dalla vasca tecnica a quella principale è affidata anch’essa ad una pompa EHEIM, e nello specifico ad una 1260 che assicura uno scambio vasca/sump di 1200 lt/h, quantitativo d’acqua che corrisponde perfettamente a quella trattato dallo schiumatoio.
Come potete capire dalla dotazione, sono un grande estimatore delle pompe EHEIM che sicuramente non sono molto parche nei consumi e nelle dimensioni ma assicurano un’affidabilità a mio avviso seconda a nessuno. L’illuminazione.
L’illuminazione della vasca è affidata ad una plafoniera ELOS Aquaplanet II che al suo interno ospita 2 bulbi HQI da 250W e 4 tubi neon T5 da 39W per un totale di 656W, il che mi permette di arrivare ad un rapporto W/lt superiore a 2 W/lt
La configurazione dei bulbi e dei tubi è oramai standard ed è costituita da 2 lampade HQI Plusirite 14000K; quest’ultime, acquistate direttamente in USA, le reputo impareggiabili quanto a rapporto qualità/prezzo. L’unico dazio da pagare è sostituirle non oltre i 6 mesi di vita perché ho notato che dopo quell’intervallo di tempo la lampada spesso smette di funzionare all’improvviso, il che mi fa pensare ad un serio decadimento delle stesse e visto il loro costo “ridicolo” preferisco sostituirle prima piuttosto che rischiare di compromettere gli animali della vasca.
Per quanto riguarda i T5 monto 2 ATI Aquablue Spezial e 2 ATI Blu Plus. Il fotoperiodo è di 12 ore per quanto riguarda i T5 mentre le HQI rimangono accese per 10 ore al giorno. Movimento.
Il movimento in vasca, altro aspetto importantissimo in un acquario marino di barriera, è affidato al momento ad una pompa Tunze Turbelle Stream 6105 controllata dal suo controller ed impostata a circa il 70% della sua potenza massima.
Questa è posizionata, come vedete dalle fotografie, sul lato corto di sinistra. La regola direbbe di impiegare almeno due pompe e così era fino a qualche mese fa, quando sull’altro lato corto era posizionata una Turbelle 6055 che però ho dovuto eliminare in quando il suo flusso, anche se regolato al minimo andava ad infastidire i coralli più vicini nonostante i numerosi tentativi di posizionamento. Refrigerazione.
Il notevole calore emesso dalle lampade HQI unito alla canicola estiva impone in una vasca marina un’efficace sistema di refrigerazione che mantenga la temperatura al di sotto dei 28/28.5°C, valori oltre ai quali i coralli iniziano ad andare in sofferenza.
Per fare ciò impiego un sistema di ventole termostatate Teco E-Chill 2 nei mesi meno caldi, sistema che a fronte di un aumento considerevole dell’evaporazione assicura un notevole risparmio elettrico rispetto al refrigeratore Resun CL450 che viene comunque montato durante i mesi estivi e affiancato alle ventole TECO che altrimenti non sarebbe in grado di mantenere una temperatura sufficientemente bassa.
Il refrigeratore, alimentato da una pompa EHEIM 1250 viene solitamente impostato per attivarsi qualora si superino i 28.5°C mentre le ventole entrano in funzione quando la temperatura dell’acqua supera i 27.0°C. Sistema di back-up e avviso remoto.
Come si suol dire… La fortuna è cieca ma la sfiga ci vede benissimo. Proprio per cercare di ridurre la possibilità di danni dovuti ad un black-out elettrico, la sola pompa di movimento è collegata ad un UPS Belkin che in caso di mancanza di rete elettrica è capace di far funzionare per circa 6 ore la pompa di movimento assicurando un minimo di scambio gassoso alla vasca.
Parallelamente, un combinatore telefonico GSM avvisa me e altre 3 persone sia tramite SMS che chiamata della mancanza di elettricità o di un’anomalia termica (temperatura superiore ai 29.0°C). Nel caso in cui il black-out sia breve lo stesso combinatore avviserà del ritorno in tensione dell’impianto, evitando così inutili corse a casa di parenti ed amici. Allestimento e metodo di gestione.
La vasca è allestita seguendo alla lettera i dettami del metodo Berlinese, metodo che reputo ad tutt’oggi il più affidabile e semplice per ottenere buoni risultati senza eccessivi sforzi sia in termini economici che di tempo.
Sicuramente questo metodo impone un quantitativo di rocce vive/litro molto elevato e questo va a discapito del layout della vasca.
Specie negli ultimi periodi, che hanno visto l’affermarsi (o forse la moda) del metodo DSB, una vasca condotta con un Berlinese puro risulta essere visivamente molto più pesante e sono io stesso ad ammettere che la mia rocciata, creata utilizzando un mix di 45 kg di rocce vive, tutto si può definire tranne che ariosa e leggera. In fatto di stabilità e di attività biologica questo metodo a mio avviso non è secondo a nessuno. Basti pensare che il giorno successivo al riempimento della vasca misuravo oltre 100 mg/l di NO3 e poco meno di 1 mg/l di PO4 e solo dopo 2 mesi, a fotoperiodo completo, i nitrati non erano più misurabili ed i PO4 erano scesi fino a valori accettabili per una vasca così giovane e ancora da popolare. Purtroppo il metodo impone anche di non utilizzare nessun tipo di fondo sabbioso, lasciando così a vista il vetro. Dico purtroppo perché sono il primo ad ammettere che la sabbia dia tutt’altro aspetto ad un reef casalingo, donandogli luce e quell’aspetto che lo rende più naturale.
Resisto alla tentazione di depositare sul fondo una manciata di sabbia corallina al solo pensiero di cosa aveva trattenuto la sabbia presente nel precedente allestimento. Forse tutti dovrebbero vedere (e sentire) per farsi convinti di quanto la sabbia rappresenti una vera e propria discarica nonostante le frequenti sifonature ai cambi d’acqua. In questo allestimento ho semplificato al massimo la gestione della vasca, non adotto alcun metodo a replicazione batterica, non somministro alcun tipo di alimento ai coralli ne tantomeno reintegro micro e macro oligoelementi. Mi limito solamente ad un cambio settimanale d’acqua del 5% e al dosaggio di metà dose di Zeospur ogni 20 giorni circa. Non utilizzo costantemente il carbone attivo ma limito il suo impiego a brevi periodi di 4/5 giorni ogni mese. Alimentazione e pesci presenti in vasca.
Alimento i pesci in vasca con una moltitudine di mangimi in scaglie e granuli e occasionalmente anche con cibo surgelato come artemia e mysis opportunamente lavati ed arricchiti di complessi vitaminici e succo d’aglio.
Vario in continuazione il mangime a loro somministrato, ne posseggo davvero una moltitudine di confezioni, su tutte prediligo la linea Matuta e Cycloop Eeze le quali secondo me contribuiscono in maniera notevole al mantenimento delle colorazioni dei pesci, in particolare quelli del genere Anthias. In vasca sono presenti i seguenti pesci: - Paracanthurus hepatus.
- Ctenochaetus striatus.
- Neocirrhites armatus.
- Pseudocheilinus hexataenia.
- Pseudoanthias squamipinnis (4 esemplari).
- Pseudochromis paccagnellae.
- Pseudochromis porphyreus.
Sono inoltre presenti in vasca tre granchi del genere Mitrax, inseriti con il vano intento di contrastare alcuni ciuffi di valonia che prolificano in vasca, una coppia di Lysmata debelius, 5 lumanche del genere Astrea, alcuni paguri e una moltitudine di granchietti simbionti introdotti con le varie talee di coralli. Coralli
La vasca è popolata in prevalenza da coralli del genere SPS con qualche inserimento di LPS. Volontariamente non ho inserito alcun corallo sof ma di fatto mi ritrovo in vasca con due specie di Zoanthus, un ciuffo di Clavularia viridis e dei Rodactis spp, tutti cresciuti in maniera spontanea dalle rocce vive. Per evitare lunghe e noiose liste cito random solo alcuni dei coralli SPS ed LPS presenti in vasca. - Acropora caroliniana.
- Acropora formosa.
- Acropora echinata.
- Acropora gomezi.
- Acropora turaki.
- Acropora loripes.
- Acropora efflorescens.
- Acropora hyacinthus
- Stylopora pistillata.
- Stylopora verrucosa.
- Seriatopora hystrix.
- Seriatopora guttatus.
- Seriatopora caliendrum.
- Montipora digitata.
- Montipora foliosa.
Per quanto riguarda i coralli LPS ed altri invertebrati ,in vasca trovano posto: - Euphyllia parancora.
- Euphyllia paradivisa.
- Fungia.
- Cycloseris.
- Goniopora spp.
- Duncanopsammia axifuga
- Favites.
- Tridacna crocea.
- Heliofungia actiniformis.
Fra tutti i coralli presenti in acquario sono particolarmente “affezionato” all’Heliofungia actiniformis. Quest’ultima mi sta dando una grandissima soddisfazione personale, ovvero sono riuscito a riprodurla con successo in vasca e a distanza oramai di sei mesi posso dire che la fase iniziale, quella più critica, è sicuramente passata.
Nella foto sottostante potete vedere le due colonie. Valori chimici.
Ora che la vasca è ben avviata e stabile testo veramente di rado i valori chimici dell’acqua, e quando lo faccio mi limito alla sola triade e agli inquinanti maggiori.
Non testo oligoelementi come potassio, stronzio in quanto sono convinto che nessun test in commercio sia minimanente affidabile.
Per la misurazione dei PO4 utilizzo un fotometro Martini mentre per i NO3 utilizzo test colorimetrici Merckx o Macherey Nagel.
La triade la misuro con dei test Salifert che cambio ogni 6 mesi in quanto ho notato che dopo tale lasso di tempo vi è un’aumento significativo dell’errore, specie per quanto riguarda il test del calcio.
Completa la dotazione un buon rifrattometro ottico per la misurazione della salinità. Riflessioni di un “vecchio” acquariofilo.
In poco più di 15 anni di acquariofilia marina ho commesso davvero molti errori e purtroppo, specie inizialmente, ho dovuto affrontare molte perdite sia per quanto riguarda i pesci che i coralli. Questo sicuramente un po’ per colpa mia ma anche e soprattutto per colpa di negozianti poco corretti.
Condurre una vasca marina di barriera oggi giorno è un’impresa a cui tutti possono aspirare. Internet e tutte le sue risorse danno sicuramente una grossa mano, ma l’aiuto più grosso, dando per scontato di allestire una vasca tecnicamente in maniera corretta, lo dà solo una cosa: la pazienza. Il saper attendere è fondamentale, la vasca sia essa allestita con un Berlinese, un DSB o un qualsiasi altro metodo ha bisogno di tempo per maturare e stabilizzarsi. E non si parla di giorni o mesi ma di almeno un paio di anni. Se saprete attendere capirete da soli il senso delle mie parole. Un altro consiglio che mi sento di dare è quello di mettere il meno possibile le “mani in vasca”, spostare, fare e disfare, modificare componenti tecnici importanti. Ciò porta solo danno alla vasca in quanto si va ad allungare il lasso di tempo necessario affinché la vasca si stabilizzi e si possa arrivare a dire che “vada da sola”. Ringraziamenti
Sono “obbligato” ad iniziare con il ringraziare quelle che io chiamo le pietre miliari dell’acquariofilia italiana, ovvero personaggi del calibro di Alessandro Rovero, Alberto Scapini, Gilberto Hassan, Marco Armondi, Maurizio Ghelli. Se tanti anni fa, in tempi ancora non sospetti, quando non esistevano i forum ma solo i newsgroup, non ho mollato, è stato proprio per merito loro che hanno corretto in corsa errori miei e di negozianti poco rispettosi sia del neofita che avevano di fronte ma anche e soprattutto delle creature che vendevano.
Ad Alessandro va il grosso merito di avermi fatto avvicinare oltre che all’acquario marino non solo inteso come un contenitore di acqua, pesci e coralli ma bensì come un complesso ecosistema. Se conosco qualche concetto base di chimica e biologia marina lo devo proprio a lui.
Ringrazio inoltre lo staff di Aquaportal che mi ha concesso l’onore di essere per la seconda volta nel giro di pochi anni nominato come vasca del mese. |