“Nature” è stata concepita con lo scopo di coniugare le esigenze degli invertebrati a quelle dei vegetali. Spinto dalla curiosità e dalla voglia di osservare con cura le più svariate forme di vita che si possono sviluppare in un acquario privo di fauna ittica decisi in un fredda giornata novembrina del 2011 di allestire un caridinaio fuori dagli schemi. A quel tempo le risorse finanziare erano limitate e optai per una vecchia vasca utilizzata più e più volte,fedele compagna delle mie avventure nel mondo dell’aquascaping.
La vasca,rettangolare,misura 50cm di lunghezza e poggia su un vecchio mobile ad un’anta. Uno spesso strato di polistirolo separa il mobile dal vetro di fondo. Il coperchio è stato rimosso fin da subito per permettere alle piante di emergere e per agevolare le operazioni di manutenzione. Il filtraggio è affidato ad un Eden 501 riempito seguendo le indicazioni della casa produttrice. Nel primo vano attraversato dall’acqua ho aggiunto un pugno di Seachem Matrix ,un buon prodotto ad elevata porosità capace di offrire un ulteriore supporto biologico se miscelato ai mini-cannolicchi già presenti al momento dell’acquisto. Con questa configurazione, complice il ridotto carico organico prodotto dai gamberetti e dagli altri organismi che si sono sviluppati in modo spontaneo, la manutenzione del filtro si è ridotta ad una strizzata trimestrale della spugna cilindrica nell’acqua del cambio con lo scopo di non intaccare le popolazioni batteriche presenti. I tubi di mandata e di uscita così come le curve sono stati ricavati con un tubo di plexiglass piegato a caldo e sagomato con trapano e pinza.
L’illuminazione ,artigianale,è costituita da un unico tubo neon T8 Osram da 4000K da 15W munito di riflettore Juwel mentre la somministrazione di CO2 è affidata ad una bombola ricaricabile da 2 kg con adattatore e riduttore di pressione Askoll abbinato ad un Joint Glass e ad piccolo diffusore in vetro Music Glass Mini 10 D Do!Aqua. Il fotoperiodo è di circa nove ore.Un piccolo termoriscaldatore impostato a 22°C completa l’attrezzatura tecnica. Fin dal principio decisi di non fertilizzare quotidinamente in colonna limitandomi ad un integrazione di potassio (1 ml di Seachem Flourish Potassium in dosaggio unico settimanale) e fosfato (tramite Clisma-lax) e di creare un acquario improntato su una gestione prettamente low, con piante dalle scarse esigenze e con esigui interventi di potatura.
Il fondo è stato realizzato con una manciata di Akadama sistemata nella parte posteriore integrata a sua volta con delle sfere JBL e delle capsule Tropica mentre per la parte anteriore la scelta è ricaduta sul ghiaietto Nile Sand. La scelta di utilizzare un fondo allofano di media granulometria si è rilevata azzeccata in quanto i rizomi della Bolbitis,assieme alle radici avventizie sono sprofondati per diversi centimetri nel soffice terreno alla ricerca di nutrienti. Ciò accade spesso in natura ove le felci si ancorano principalmente a rocce o tronchi marcescenti ma non disdegnano affondare i propri rizomi,quando possibile, nel terreno umido e lateritico. La granulometria media ha impedito ,d’altra parte, la formazione di zone anossiche o con scarsa circolazione d’acqua,aree queste in cui aumentano le probabilità di marcescenza a livello dei rizomi. Alla base dei legni di ginepro,ben secchi e tenuti in ammollo per diverse settimane ho disposto infine un paio di kg di frammenti di rocce ottenuti da avanzi di Dragon stone ,frammenti che sono stati ricoperti man mano dalla vegetazione epilitica. L’evoluzione del layout è stata molto lenta e mese dopo mese aggiungevo dei particolari cercando di dare un minimo di contenimento ai muschi che nel primo periodo prendevano con facilità il sopravvento sulle altre epatiche dalla crescita più lenta. Come faccio ormai di consuetudine da almeno 5 o 6 anni ho lasciato galleggiare un ciuffo di Riccia fluitans nelle prime settimane per agevolare la maturazione della vasca.
La flora è costituita da: – Bolbitis sp. ‘Prothallium‘, forma aploide della Bolbitis heudelotii
La fauna invece è costituita esclusivamente da un numero indefinito di Neocaridina davidi var. Red Cherry (Klotz & Karge, 2013) (ex Neocaridina heteropoda e ancor prima Neocaridina denticulata sinensis var.Red). L’assenza di pesci ha permesso lo sviluppo di una ricca microfauna tra cui sono riuscito ad identificare diverse specie di Ostracodi, Copepodi, Oligheti oltre che Planorbis planorbis,Acroloxus lacustris,Physa marmorata.L e Neocaridine vengono alimentate a giorni alterni con alimenti secchi e surgelati: sera shrimps natural, jbl pleco tabs, piselli sgusciati e sbollentati, spinaci, bietola e chiromonus rosso.
I valori dell’acqua rilevati a metà fotoperiodo sono: pH:6,84 – GH: 6 – KH:4,5 – Conducibilità:263 uS/cm. La manutenzione settimanale si limita ad un cambio d’acqua del 30% con acqua di rete decantata e biocondizionata ;all’occorrenza pulisco il vetro frontale con una scheda telefonica rigida ,rimuovo le foglie più vecchie delle felci ed alcune porzioni di muschio. Da diversi mesi preferisco evitare interventi di potatura energici o di contenimento ed è interessante osservare le diverse strategie delle piante atte a preservare il proprio spazio vitale. Degna di nota a tal proposito, la capacità della Riccardia chamedryfolia di riuscire ad aderire a delle piccole insenature tra i legni o alle fronde delle felci approfittando della vicinanza alla fonte luminosa per creare dei piccoli cuscini compatti sospesi, o della Bolbitis sp. ‘Prothallium’, capace di far emergere alcune foglie per sfruttare appieno la maggior concentrazione di anidride carbonica presente nell’aria o ancora dell’ Hymanesplenium obscurum che produce (tramite sporangià) al termine dei mesi estivi un gran numero di piccole piante avventizie all’estremità di ogni pinna; piante che successivamente si distaccano dalla pianta madre per continuare a svilupparsi impigliate qua e là nei muschi.
Con la pubblicazione di questa vasca desidero esprimere gratitudine allo staff di Acquaportal per l’opportunità concessami e ringraziare mia madre Loredana e mia sorella Adriana per la loro pazienza e per il loro valido aiuto. |