Gli Scorpenidi sono temibili e robusti pesci predatori appartenenti all’ordine degli Scorpaeniformes.
Contano quattro famiglie: Tetraroginae, Triglidae, Scorpaenidae, Platycephalidae. Dendrochirus zebra – Scorpaenopsis oxycephalus – Taenianotus triacanthus (Foto Roberto Sozzani). Caratteristiche fisiche
Gli esemplari di questa famiglia sono anche detti Pesci Cobra o Pesci Scorpione per via della facoltà di emettere veleni letali da apposite ghiandole velenifere poste sulla base dei raggi duri della pinna dorsale.
La conformazione del corpo è schiacciata e tozza, spiccano per grandezza le dimensioni della bocca, delle pinne pettorali (caratterizzate da lunghi raggi spiniformi) e della testa. Su quest’ultima sono evidenziate delle appendici termiche dallo sviluppo abbastanza accentuato e un rivestimento di placche ossee dotate di spine, caratteristica ravvisabile anche negli opercoli branchiali. | In questo primo piano di Scorpaenopsis oxycephalus si nota bene l’enorme bocca, la cresta e gli apparati termici (Foto Roberto Sozzani). |
Altro segno distintivo della famiglia è la cresta che si sviluppa dalla parte sottostante l’occhio fino all’opercolo.
Primo piano di Scorpaenopsis oxycephalus e di Pterois (Foto Roberto Sozzani) Area di diffusione
Gli Scorpenidi sono diffusi nelle acque dell’Oceano Indiano e Pacifico nonché del Mar Rosso.
Vivono anche nelle zone dell’Arcipelago Indo-Australiano e in parte minima nel Mar Mediterraneo (Scorfani).
Qualche specie è segnalata addirittura nei mari freddi. Biotopo
Come altre famiglie di pesci tropicali (e subtropicali), gli Scorpanidi frequentano i fondali dominati dal reef, ma anche in ambienti (marini o lagunari ) in cui la presenza dei coralli si delinea saltuariamente..
Prosperano anche in zone caratterizzate da vaste distese di vegetazione di alghe e possidonie, e nelle adiacenze di coste rocciose e formazioni di scogli.
Gli esemplari giovani risiedono nelle acque costiere basse, nelle pozzanghere lasciate della marea e, talvolta possono spingersi fin nelle foci dei fiumi. Comportamento in natura
Gli esemplari di questa famiglia sono pesci predatori che prediligono generalmente delle tecniche tattiche piuttosto che di caccia attiva: sono soliti mimetizzarsi nei fondali (tra la sabbia, i coralli e i sassi) e aspettare pazientemente il passaggio di pesci ignari per poi inghiottirli in un sol colpo, infatti raramente inseguono la preda se non per brevi tratti.
Con l’ausilio dei raggi liberi delle pinne pettorali, alcuni di essi si muovono agganciandosi ripetutamente al suolo, oppure sollevano la sabbia per rinvenire eventuali prede nascoste.
Trovano rifugio in grotte di grosse dimensioni oppure costruiscono tane nel substrato in cui si riparano penetrando inizialmente con la parte posteriore del corpo. Comportamento in acquario
Gli esemplari di questa famiglia sono molto robusti e non procurano alcun problema all’acquariofilo: a differenza di altre famiglie ittiche tropicali, non manifestano una particolare avversione nei confronti dei propri simili, comportamento tenuto anche nei riguardi di altri pesci delle medesime dimensioni.
Per contro, è assolutamente sconsigliato farli convivere con piccoli pesci che verrebbero visti come fonte ideale di approvvigionamento alimentare, oppure introdurre in vasca pesci particolarmente voraci che renderebbero problematica la nutrizione degli Scorpenidi.
Per ottenere risultati soddisfacenti consigliamo l’allestimento di acquari di adeguate dimensioni muniti di tane aperte anteriormente o rialzate, in cui lo Scorpenide condivida l’habitat con pesci dalla medesima famiglia, o con altri predatori come Cernie o Murene.
Gli Scorpenidi sarebbero potenzialmente compatibili in vasche con invertebrati (esclusi gamberetti), in quanto non se ne cibano. La controindicazione è che, essendo predatori, hanno necessità di assumere grossi quantitativi di cibo con l’inevitabile espulsione di parecchie sostanze di rifiuto che inquinerebbero l’acqua rendendola inadatta ad organismi molto più delicati come gli invertebrati. Inoltre potrebbero essere un eventuale pericolo per i pesci di piccola taglia che normalmente popolano questa tipologia di vasca. Alimentazione in natura
Si nutrono prevalentemente di piccoli pesci e crostacei anche di grossa taglia, quali i gamberetti, catturati appostandosi nella flora marina o sotto i coralli e i sassi che affiorano dal fondale. Alimentazione in acquario
Data la loro tendenza a nutrirsi in natura di prede vive, è d’uopo somministrare, durante il periodo d’acclimatazione, mangime di questo tipo (pesciolini e crostacei) affinché accettino successivamente anche quello morto. | Un Lebistes (Guppy). Sono l’ideale per abituare al cibo gli Scorpenidi nelle fasi iniziali. Sono infatti lenti, appariscenti e riescono a vivere in acqua salata per alcune ore. Successivamente gli Scorpenidi si alimentano anche di pesciolini e gamberetti morti. Il cibo può essere gettato direttamente in vasca od infilato su uno stuzzicadenti lungo ed agitato davanti al muso del pesce. |
Gli alimenti morti (pesciolini e gamberetti surgelati) vengono raccolti mentre si muovono nell’acqua o addirittura quando si posano sul fondale; per questa ragione riveste grande importanza l’allestimento di una vasca di altezza rilevante.
E’ stato osservato che i pesci scorpioni, animali da penombra, cambiano abitudini radicalmente se vengono nutriti nel corso di ore diurne.
In condizioni ideali di ambientamento gli esemplari di questa famiglia possono raggiungere standard di longevità alquanto ragguardevoli (anche oltre 10 anni). E’ consigliabile variare il tipo di pesce o crostaceo che si somministra. I pesciolini, se di piccole dimensioni, possono essere somministrati interi (con anche la testa che contiene preziosi componenti). Una volta la settimana, è consigliabile iniettare con una siringa all’interno del pesciolino o del gamberetto da somministrare qualche goccia di complesso vitaminico. | Per somministrare polpa di gamberetto o pesce in modo mirato è comodo utilizzare uno stuzzicadenti allungato con un tubicino rigido per aeratori, fissato con una punta di loctite (Attak).
Il cibo va leggermente agitato davanti al muso del pesce per stimolare l’attacco. |
Solo se abituati, e raramente, nel tempo accettano gamberetti o pesciolini liofilizzati, vista l’impossibilità di somministrare cibo surgelato o fresco durante la nostra assenza, si consiglia di tentare di abituare il pesce a questo tipo di alimentazione parecchio tempo prima delle vacanze. L’unica mangiatoia automatica adatta a cibi liofilizzati di grosse dimensioni è la Rondomatic. La cosa migliore, ad ogni modo è delegare una persona durante l’assenza. | Il Sera Raffy Royal è un alimento per tartarughe a base di gamberetti e pesciolini liofilizzati adatto per alimentare alcuni Scorpenidi (lo accettano con difficoltà). Nel riquadro la mangiatoia Rondomatic vista dall’alto, l’unica compatibile con cibi secchi di grosse dimensioni. |
Particolarità
Come summenzionato nei paragrafi precedenti, gli Scorpenidi producono veleni più o meno potenti a seconda della specie interessata, pertanto il loro “utilizzo” in campo acquariofilo è da considerarsi con estrema cautela.
Il contatto accidentale (il pesce scorpione non attacca intenzionalmente) con un’esemplare produce un intenso dolore che può essere lenito bagnando abbondantemente la parte lesionata con acqua calda; nonostante il calore abbia forti proprietà deterrenti verso tale veleno, è raccomandato consultare anche un medico. | A = Aculeo di Pterois
B = Aculeo di Scorpaenopsis
C = Aculeo di Synanceia |
E’ stato dimostrato che anche i cardocircolatori si sono rivelati efficaci nel contrastare l’azione venefica.
Nei casi più gravi, come in seguito a una puntura inflitta da un’esemplare di Synanceia verrucosa, può sopraggiungere anche la morte, quindi se non si è esperti, è di rigore evitare l’introduzione nell’acquario di uno Scorpenide corrispondente a quello succitato.
Genere Dendrochyrus
Dendrochirus zebra (Foto Roberto Sozzani)
Dendrochyrus brachypterus Lunghezza
Misura fino a circa 17 cm. Diffusione
Mar Rosso e zone Indo-Pacifiche. Biotopo
Barriere coralline. Comportamento in natura
Questi esemplari sono particolarmente attivi in orari notturni, periodi in cui sono dediti alla caccia di piccoli pesci o crostacei nelle formazioni coralline.
Viceversa, nelle ore diurne trovano accesso in piccole grotte e anfratti in cui si nascondono per riposare.
Analogamente agli altri Scorpenidi, non vivono in coppia o in branchi. Habitat in acquario
Si acclimatano molto rapidamente alla vita in cattività, pertanto non è necessario somministrare ingenti dosi di mangime vivo per indurli ad accettare successivamente quello morto.
Alcuni esemplari afferrano il mangime addirittura quando si posa sul fondale, per questo motivo raccomandiamo di formare comunità ittiche esenti da pesci molto voraci che renderebbero l’assunzione di cibo da parte di Dendrochyrus brachypterus alquanto precaria. Particolarità
La livrea degli esemplari giovani differisce da quella degli adulti per via di una colorazione più scura. Genere: Inimicus
Inimicus didactylus
Lunghezza
Misura fino a circa 18cm. Diffusione
Oceano Indiano (Sri Lanka), Arcipelago Indo-Australiano e Oceano Pacifico. Biotopo
Barriere coralline e vaste distese di alghe. Comportamento in natura
Similmente agli esemplari di altre specie di Scorpenidi, non inseguono la preda a lungo, preferendo un’approccio più guardingo: si mimetizzano efficacemente nei fondali sabbiosi (lasciando scoperti soltanto gli occhi e la punta della bocca) e aspettano che un pesciolino entri nel loro raggio d’azione per ghermirlo istantaneamente.
Per spostarsi attraverso gli elementi marini che affiorano dal fondo fa perno su 2 raggi delle pinne pettorali. Habitat in acquario
Per nutrire correttamente gli esemplari di questa specie occorre somministrare mangime animale vivo non soltanto nel periodo di acclimatazione, ma in via definitiva (introdurre frequentemente in vasca numerosi pesci di adeguate dimensioni e gamberetti).
Per garantire una prospera comunità ittica è consigliato abbinare questa specie ad altri Scorpenidi e pesci della stessa taglia, possibilmente in acquari speciali.
Genere: Pterois Diffusione
Mar Rosso e zone Indo-Pacifiche. Particolarità
L’elemento peculiare che contraddistingue questo genere dagli altri, consiste nei raggi delle pinne pettorali non ramificati: quelli superiori non presentano quasi del tutto tessuti organici e solo alla base sono uniti mediante una membrana.
Gli esemplari di questo genere prediligono le barriere coralline anche se non disdegnano zone dove il corallo è presente sporadicamente, o di carattere lagunare.
I pesci giovani raggiungono le acque costiere basse e sono soliti nascondersi sotto fusti arborei precipitati in acqua.
E’ stata segnalata la loro presenza anche in acque di foci fluviali e in lagune con acqua salmastra.
Gli Pterois sono pesci predatori che svolgono le operazioni di caccia nel fondo: in genere sostano immobili sui coralli (con la testa rivolta verso il basso) e fagocitano repentinamente le prede a portata d’attacco: per farlo esercitano una certa pressione sulla cavità orale che determina una sorta di risucchio dell’animale attaccato insieme alla massa d’acqua circostante.
Gli Pterois adottano anche tattiche di caccia più “esplicite”: allargano le pinne pettorali a dismisura per spingere la preda in strette ramificazioni coralline inibendole così ogni via di scampo.
Le fasi di caccia avvengono durante le ori crepuscolari, mentre durante il giorno si ritirano in vaste grotte oppure sotto i coralli assumendo posizioni prevalentemente immobili. Pterois antennata
Pterois antennata
Lunghezza
Fino a 22 cm circa. Diffusione
Oceano Indiano e Pacifico e Mar Rosso. Biotopo
Barriere coralline e lagune con sporadiche formazioni di coralli (esemplari adulti); acque costiere basse, pozzanghere derivanti dalla marea e acque salmastre (foci di fiumi e lagune). Comportamento in natura
Quando riposa nelle caverne (in orari diurni), lo Pterois Antennata posiziona il bacino verso l’alto.
Durante la notte effettua le operazioni di caccia, alla ricerca di pesci e crostacei. Habitat in acquario
La prima fase della nutrizione prevede la somministrazione di mangime vivo; dopo un certo periodo è possibile nutrirli con mangime morto.
Avversa pesci di piccola taglia, esemplari della stessa specie e animale di dimensioni rilevanti. Particolarità
Registriamo una marcata affinità di livrea tra esemplari giovani di questa specie e quelli di Pterois radiata.
Esistono tuttavia delle ovvie differenze: in Pterois antennata i tentacoli sovrastanti gli occhi sono striati di nero e bianco e dotati in posizione laterale di piccole frange cutanee.
Pterois radiata
Pterois radiata (Foto Roberto Sozzani)
Lunghezza
Fino a 20-25 cm. Diffusione
Oceano Indiano e Pacifico, Mar Rosso. Biotopo
Barriere coralline. Comportamento in natura
Ricalca quello di Pterois antennata.
Per ulteriori informazioni consultare il paragrafo relativo alla descrizione del genere. Habitat in acquario
Simile a Pterois antennata., anche se rispetto a quest’ultimo è più riluttante ad accettare mangime morto. Caratteristiche fisiche
Pterois radiata possiede un corpo tarchiato di tinta marrone-rossastra celato da una serie di raggi (di un bianco splendente) posizionati a guisa di ventaglio.
Un cromatismo rosa-biancastro decora la gola e la livrea dell’animale quando questo riposa.
Numerose linee bianche tracciano la superficie del corpo passando nei raggi anteriori della pinna dorsale e terminando sulle estensioni cornee sopra gli occhi; nella parte inferiore del corpo, tali linee si delineano fino alle estremità delle pinne.
Altra caratteristica da segnalare consiste nelle pinne pettorali dallo sviluppo piuttosto pronunciato. Particolarità
E’ saggio maneggiare tali esemplari con cautela, poiché le pinne dorsali sono venefiche. Pterois volitans
Pterois volitans (Foto Marco Milanesi)
Lunghezza
Fino a 35 cm o poco più. Diffusione
Indo-Pacifico e Mar Rosso.
Biotopo
Barriere coralline e raramente in formazioni solitarie di coralli (pesci adulti); lagune, pozzanghere di marea e sotto tronchi caduti in acque salmastre, quali foci di fiumi e zone lagunari (pesci giovani). Comportamento in natura
Parafrasando un autore di racconti horror, è una specie vampira, nel senso che è attiva negli orari notturni e riposa nelle ore diurne.
Gli esemplari riposano nelle ramificazioni coralline, in grotte e anfratti inclinando la testa verso il basso.
Le prede (crostacei) vengono catturate dopo brevi inseguimenti oppure spinte tramite le pinne pettorali in vicoli ciechi dove vengono risucchiate (come spiegato nel paragrafo relativo alla descrizione del genere).
Per difendersi da altri predatori, Pterois volitans protende i lunghi raggi della pinna dorsale verso l’avversario, operazione che non viene eseguita, però, quando caccia le prede. Habitat in acquario
Nel periodo di acclimatazione è opportuno approvvigionare l’esemplare con mangime vivo (piccoli crostacei e pesciolini), tale fase si protrae per un certo lasso di tempo dopodiché si può somministrare mangime morto galleggiante.
Nel migliore dei casi, il pesce può raccogliere le carcasse dei pesci che giacciono sul fondo.
La convivenza con pesci di piccola taglia è marcatamente compromessa, basti pensare che tale specie cattura anche gli esemplari che svolgono la funzione di pulitori; altro deterrente alla vita comunitaria è dato dalla morfologia della livrea di Pterois volitans: pesci particolarmente vivaci potrebbero entrare accidentalmente in contatto con i suoi raggi veleniferi procurandosi ferite letali.
In cattività la specie denota un tasso di crescita sbalorditivo (entro 3 anni possono raggiungere la lunghezza di 20 cm) e può vivere per lunghi periodi (10 anni e passa): Caratteristiche fisiche
Il corpo dell’animale è tratteggiato da una serie di strisce verticali (chiare e scure) di colore rosso-marrone.
L’occhio, celato dai disegni summenzionati, è situato sotto un paio di protuberanze dalla conformazione cornea.
La distribuzione equilibrata di macchie chiare e scure connota le prime spine della pinna dorsale, mentre le tinte cupe prevalgono nella parte posteriore.
In età giovanile le pinne palesano una grandezza eccessiva che si riduce durante la crescita, fino a raggiungere in età adulta una misura proporzionata rispetto a quella del corpo. Particolarità
Come gli altri Pterois, è una specie che va gestita da acquariofili esperti o quantomeno prudenti.
Genere: Parascorpaena
Parascorpaena picta (Foto Clinton Bauder)
Parascorpaenapicta Lunghezza
Fino a 16 cm. Diffusione
Oceano Indiano e Pacifico.
Biotopo
Barriere coralline, lagune con coralli solitari, vegetazioni di alghe e coste rocciose.
Comportamento in natura
Vive sul fondo,tra coralli e alghe in attesa di qualche preda da ghermire (pesci e crostacei).
Habitat in acquario
Il periodo di acclimatazione è agevolato dalla somministrazione di mangime vivo (pesci e gamberetti) e successivamente si può nutrire l’esemplare con mangime morto.
Per ottenere risultati positivi è provvido allestire un acquario speciale con altri Scorpenidi e senza pesci di piccola taglia. Genere: Scorpaenopsis
Scorpaenopsis oxycephalus (Foto Roberto Sozzani)
Scorpaenopsis cirrhosa Lunghezza
Esemplari “mastodontici” raggiungono 50 cm di lunghezza; mediamente, però, si fermano ai 25 cm.
Diffusione
Mar Rosso, Oceano Indiano e Pacifico.
Biotopo
Barriere coralline, reef morti, vegetazioni di alghe e coste rocciose.
Comportamento in natura
Del tutto simile a Parascorpaena picta.
Habitat in acquario
Facile da allevare, poiché il periodo di acclimatazione è alquanto breve, quindi accetta mangime morto dopo poco tempo.
La sua presenza è indicata in acquari speciali con altri Scorpenidi (anche se, talvolta, può attaccare i pesci della stessa
famiglia di piccole dimensioni) e inopportuna in ambienti comunitari dove potrebbero predare anche gli esemplari della loro stessa taglia.
Di regola, tale specie si sottopone a una muta che non compromette l’immediata estinzione del vecchio manto epidermico, che avviene soltanto dopo 24 ore. Genere: Taenionotus
Taenianotus triacanthus – Taenianotus triacanthus juvenile (Foto Roberto Sozzani)
Taenionotus triacanthus Lunghezza
15 cm (misura massima). Diffusione
Oceano Indiano e Indo-Pacifico. Biotopo
Frequenta le alghe situate nelle acque costiere basse e le zone sottoposte a forti movimenti d’acqua, nelle adiacenze della barriera corallina.
Comportamento in natura
Conduce vita solitaria e il suo moto natatorio è contrassegnato da un’andatura lenta e prudente.
Caratteristico il moto ondulatorio esercitato per seguire il movimento di analoga natura delle alghe (quest’ultimo provocato dalle onde), o quando precede uno scatto veloce utile per catturare una preda.
Altra peculiarità della specie è il cambio radicale di epidermide occorrente con cadenza periodica (secondo alcuni autori, ogni 15-20 giorni).
Tale processo si sviluppa nell’arco di 3-4 minuti e si rende necessario per liberare l’animale da eventuali insorgenze parassitarie e residui organici di alghe.
La pelle vecchia si lacera in corrispondenza degli opercoli branchiali e si stacca dal nuovo strato tramite un movimento ondulatorio.
Successivamente, la pressione dell’acqua esercitata dalle aperture branchiali spinge esternamente la nuova pelle liberando così il pesce dal tessuto organico superfluo. Habitat in acquario
Rispetto ad altri Scorpenidi, l’allevamento di questa specie presenta qualche problema in più: Taenionotus triacanthus si adatta raramente al mangime morto, dunque bisogna somministrare esclusivamente alimenti vivi, quali pesciolini e gamberetti.
E’ necessario abbinarlo a pesci di temperamento tranquillo e non propensi alla voracità, e predisporre ambienti ristretti che lo agevolino nella cattura delle prede. Particolarità
Gli esemplari si differenziano tra loro per una vasta gamma di colori (giallo, nero, violaceo, marrone con macchie scure).
Se l’acquario dispone di un impianto d’illuminazione efficace, talvolta può accadere che lembi di alghe s’insedino nella mucosa del pesce, problema che viene comunque risolto con il cambio della muta. Genere: Synanceia
Synanceia verrucosa (Foto Roberto Sozzani)
Diffusione
Mar Rosso, Oceano Indiano e Pacifico.
Descrizione
Gli esemplari di questo genere vengono denominati anche Pesci pietra, in quanto si mimetizzano tra rocce e sassi con maestria nell’attesa di prede di passaggio (principalmente pesci, ma anche crostacei).
I Pesci pietra hanno un temperamento pigro e sono muniti di ghiandole velenifere alla base dei raggi della pinna dorsale.
Rinomati per la loro letalità, questi veleni (che possono uccidere perfino un uomo) possono essere neutralizzati con un apposito siero di invenzione recente.
Questo genere insieme a Minous, Inimicus, Polycaulus e Leptosynanceia forma la famiglia Tetroroginae (catalogazione comunque non conclamata dalla comunità mondiale ittiologica). Synanceia verrucosa Lunghezza
Fino a 30 cm. Diffusione
Mar Rosso, Oceano Indiano e Pacifico.
Biotopo
Fondali sabbiosi nei pressi delle barriere coralline, coste rocciose, lagune, pozzanghere lasciate dalla marea e vegetazioni di alghe.
Comportamento in natura
Grazie alle pinne pettorali scava un buco nel fondale sabbioso e vi si adagia aderentemente esponendo allo scoperto la parte superiore del corpo (rivestita di aculei e alghe, queste ultime eliminabili con il regolare cambiamento del muco) e l’occhio.
Il mimetismo del pesce è ulteriormente perfezionato dal cambio cromatico di livrea in accordo al colore del fondale.
Si tratta di una specie che vive solitaria e di carattere sedentario, in quanto assolutamente refrattaria ai movimenti natatori.
Habitat in acquario
Tale specie si alimenta di pesci vivi e pertanto è sconsigliato abbinarla ad altri pesci indipendentemente dalla loro taglia.
Ospiti graditi sono principalmente Scorpenidi dalla conformazione non troppo minuta e le Murene.
Un fattore che rende Synanceia verrucosa poco adatta all’acquario è l’alta percentuale di letalità del suo veleno sprigionabile dalle vescichette velenifere situata alla base delle spine dorsali.
Se l’animale riesce ad abituarsi al regime di cattività, può vivere per lunghi periodi (10 anni e oltre). Genere: Amblyapistus Amblyapistus binotatus Lunghezza
Fino a circa 13 cm. Biotopo
Raramente nelle barriere coralline e più diffusamente nei reef morti e nelle praterie di alghe. Comportamento in natura
Si avvale delle pinne pettorali per deambulare sul fondale sabbioso, oppure nuota in modo circospetto e lento rasente il suolo.
Quando è nervoso è solito alzare completamente la grossa pinna dorsale, atteggiamento mirato anche a spaventare una preda di passaggio.
In caso di pericolo o di riposo trova rifugio tra la vegetazione di alghe e possidonie.
Trae sostentamento da pesci di piccola taglia, crostacei e anche da Anellidi marini, quali i Policheti. Habitat in acquario
L’allevamento di questa specie non presenta inconvenienti di alcun sorta, sempre che si tenga conto di un paio di fattori: innanzitutto bisogna ricorrere a pesci “di contorno” di natura non vorace privilegiando pesci tranquilli,quali cavallucci marini, oppure introdurre in vasca invertebrati vari escludendo, però, gamberetti e granchi.
Grazie alla riuscita del periodo di acclimatazione (in questa fase somministrare piccoli crostacei vivi oppure pesciolini come i giovani Guppy), l’esemplare si adegua al mangime morto, anche se ogni tanto è necessario nutrirlo con mangime vivo (pesciolini, vermi e gamberetti), pena un peggioramento dello stato di salute del pesce.
Manifesta un tasso di ostilità inesistente verso gli esemplari della stessa specie e pesci diversi e necessita di un buon numero di rifugi. Genere: Paracentropogon Paracentropogon longispinis Lunghezza
10 cm (dimensione massima allo stato brado). Diffusione
Zone Indo-Pacifiche. Biotopo
Lagune, barriere coralline e praterie di alghe. Comportamento in natura
Conduce vita solitaria e predilige l’attacco di sorpresa nei riguardi di crostacei e pesciolini che si incuneano nelle ramificazioni coralline o tra i ciuffi delle alghe, infatti difficilmente inseguono le prede per lunghi tratti. Habitat in acquario
Inizialmente occorre nutrire questa specie con piccoli crostacei e pesciolini vivi, ovviamente il processo di nutrizione è sensibilmente facilitato se i pesci ospiti non sono di natura famelica.
Consigliamo la convivenza con altri Scorpenidi, e in alternativa cavallucci marini o invertebrati vari (in quest’ultimo caso accertarsi che non siano presenti gamberetti e granchi).
Questa specie si sottopone con regolarità ad un processo di muta.
Se l’acquariofilo rispetta i requisiti essenziali di allevamento, tale specie risulta particolarmente longeva, molti esemplari, infatti, hanno raggiunto in cattività i 5 anni di età. Ringraziamo Roberto Sozzani per le foto fornite ed invitiamo a visitare
il suo bellissimo sito di foto subacquee.
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