Anche in Italia, negli ultimi 5 anni, si sente spesso parlare di Guppy Show, ma per molti resta un qualcosa di misterioso, visto magari in qualche libro o in qualche sito internet. Spesso, inoltre, la confusione su come deve essere fatto un guppy show o sulle caratteristiche che deve avere è spesso teatro di discussioni. Guppy show standard
Probabilmente il primo a portare guppy show in Italia è stato Nuzzo Gennaro, allevatore Napoletano di fama nazionale. Il suo interesse per questi pesci si manifestò nel 1997, quando scoperto internet, inizio a mettersi in contatto con vari allevatori tedeschi e statunitensi. Da lì a poco fondò il primo club italiano sui Guppy show e tramite internet iniziò la sua informazione inerente questa particolare varietà di guppy.
Un altro elemento che ha portato alla conoscenza di questi pesci è stato il libro “Tutto guppy” di Dieter Vogt edito dalla Primaris che già dal 1994 parlava ampiamente del guppy show. Il libro in questione, nonostante alcune imprecisione, soprattutto nelle didascalie delle foto riportate, offre un ampia ed esauriente sezione dedicata alla genetica e alla selezione del guppy show e resta sempre un ottimo supporto per chi vuole intraprendere l’allevamento di questi pesci.
La copertina del libro “Tutto guppy” di Dietr Vogt |
Per concludere questa breve introduzione, mi sembra d’obbligo parlare della forma del guppy selvatico che mi piace chiamare poecilia reticolata e cioè con il suo nome scientifico, perché ritengo la forma selvatica ormai una razza a se, essendo totalmente diversa dai guppy che troviamo oggi in commercio.
La forma selvatica, oltre ad essere di dimensioni più piccole, non presenta colori sgargianti come i guppy commerciali, ma solo delle piccole macchie circolari quasi esclusivamente di colore arancio e dei piccoli riflessi colorati alle estremità laterali della pinna caudale. Quest’ultima, inoltre, ha dimensioni molto ridotte e nel 90% dei casi è di forma rotonda, e solo in alcuni esemplari la pinna caudale presenta delle piccole pretuberanze nella parte superiore o inferiore.
Un guppy selvatico. Foto di Costantino Orlandi. |
Già questa cosa è da stimolo per farci capire che le ampie code dei guppy che troviamo oggi in commercio, sono le più distanti geneticamente dalla forma originale, mentre le code a “doppia spada” o “spada inferiore e superiore” sono più vicine geneticamente perchè già presenti in alcuni esemplari selvatici.
Ci troviamo di fronte, quindi, ad un vero e proprio pesce domestico, creato dall’uomo e per l’uomo, che allieta la nostra vista mostrando di volta in volta colori che neanche la nostra fantasia avrebbe potuto immaginare. Un pesce camaleontico che in alcune varietà ha anche la capacità di cambiare colore a seconda dello stato di eccitamento.
Tutto questo ha fatto sì che molti allevatori si dedicassero alla loro selezione con lo scopo di fissare geneticamente i colori e le forme delle pinne. Da qui si è fatto presto a passare alle competizioni in cui vari allevatori esponevano il proprio guppy più bello. Ma proprio per questa capacità del pesce di assumere di volta in volta, colori e forme sempre nuove, si è deciso di fissare degli standard in modo da indirizzare gli allevatori a selezionare forme e colori del corpo ben precise.
La parola standard, potrebbe però fuorviarci dalla vera situazione mondiale in cui si colloca il guppy show. E’ vero, infatti, che di standard ce ne sono diversi a seconda dei continenti, ma anche nazioni, che si contraddistinguono per l’allevamento e la selezione del guppy show.
Applicando un ampia cernita, possiamo distinguere due standard e cioè quello applicato dall’associazione americana IFGA (International Fancy Guppy Association) e quello europeo applicato dall’associazione IKGH (Internationales Kuratorium Guppy Hochzucht). Entrambe queste associazioni, sono più che altro dei nomi che servono per racchiudere i vari club americani ed europei e il loro scopo principale è quello di coordinare le varie mostre di guppy show che si tengono durante tutto l’anno, oltre, naturalmente, a determinare gli standard a cui attenersi per le valutazioni dei pesci.
Un discorso a parte va fatto, infine, per le gare del WGC (World Guppy Contest) che dal 1996 raduna una volta all’anno gli allevatori di tutti il mondo. Ci troviamo di fronte, quindi, ad un vero e proprio campionato del mondo dedicato esclusivamente al guppy show. In queste gare gli standard per la valutazione variano di anno in anno, poiché, spesso è la nazione ospitante a deciderne i criteri.
Può capitare, dunque, che un anno si tenga in maggior considerazione lo standard americano, perché il concorso si tiene in Florida, mentre l’anno successivo si tenga più conto di quello europeo, perché il concorso si svolge in Germania.
E gli asiatici Anche loro hanno una loro filosofia sul guppy show, che si sta però lentamente integrando con quella europea. Esemplari particolari di guppy show asiatici sono i famigerati guppy con pinne a velo, che mostrano gonopodi di dimensioni inaudite (spesso criticati) oppure forme piccole con colori molto accesi. Entrambe queste varietà sono poco apprezzate a livello mondiale, soprattutto la prima, la quale spesso non viene neanche valutata nelle gare del WGC, perché impossibile farla rientrare in qualche standard.
Ma veniamo ora a parlare delle forme che deve avere un guppy show. Premetto che mi atterrò agli standard dell’IKGH e sottolineo che quando ho parlato di differenze con gli standard americani, non volevo dire che ci sono differenze abissali, ma solo piccoli parametri che possono essere più considerati rispetto ad altri. Quindi, se otteniamo un guppy show con lo standard dell’IKGH, non è detto che questo pesce non posso gareggiare in una gara americana…anzi!
Le dimensioni:
Un guppy show deve essere prima di tutto proporzionato, cioè la pinna caudale, la dorsale e la grandezza del corpo deve rientrare negli standard. Se ad esempio abbiamo un guppy con un corpo lungo 3 cm, ma con una pinna caudale di un cm, non è un guppy show. Questo per capire che durante la selezione prima si deve tener conto delle proporzioni e poi delle dimensioni del corpo.
Le dimensioni del corpo. Disegno originale IKGH.
Gli standard esigono che un guppy show abbia il corpo (escluso la pinna caudale) lungo almeno 2 cm, sotto questa misura il pesce non è valutabile e può essere tranquillamente squalificato durante una competizione. La dimensione ideale del corpo (lunghezza) è di 2,6 cm e oltre. Sotto queste misure, il pesce viene valutato di meno, fino a poter essere squalificato come nel caso citato precedentemente.
Si tiene conto anche della “larghezza” del corpo, la quale deve essere pari ad ¼ della lunghezza.
Anche la pinna dorsale, infine, nel suo punto massimo di curvatura deve essere alta 1/5 della lunghezza totale del corpo. In questo caso, però, misure diverse dell’altezza della pinna dorsale, non influiscono molto sulla valutazione finale, la quale, lo ricordiamo ancora, è data nel complesso, dalle proporzioni del pesce.
Ultimo fattore importante è dato dalla forma del corpo, il quale deve essere il più possibile dritto. Un guppy di 3 cm, con un corpo curvato, non ottiene un buon punteggio.
Le forme delle code
Guppy coda a triangolo:
Partiamo con il più classica delle forme. Come vedete nel disegno e nella foto, stiamo parlando del guppy coda a triangolo, anche conosciuto con il nome di guppy coda a delta. Spesso e volentieri è il guppy show più apprezzato in assoluto ed è quasi sempre questa varietà a vincere nelle varie competizioni.
In questo caso la pinna caudale deve avere un’angolazione di 70 gradi ed avere una lunghezza di 8/10 rispetto al corpo. Alle competizioni sono ammessi anche pesci con una pinna caudale inferiore ai 5/10 del corpo, ma in questo caso non prenderanno nessun punto.
E’ fondamentale che la forma della pinna caudale mostri degli angoli netti e non arrotondati come i guppy che troviamo in commercio e che l’estremità della stessa sia perfettamente dritta.
La pinna dorsale deve arrivare possibilmente all’attaccatura tra corpo e pinna caudale ed essere discretamente ampia. Pinne dorsali eccessivamente lunghe o corte penalizzano il voto finale, anche se a prima vista una pinna dorsale molto lunga può sembrare bella, ma, come non smetterò mai di ripetere, quello che contano sono le proporzioni!
Guppy coda a ventaglio:
Questa varietà viene considerata una delle più difficili da selezionare, perché fissare geneticamente la caratteristica della “coda a ventaglio” non risulta facile.
In questo caso la coda deve avere una angolazione di 45 gradi ed essere lunga come il corpo (10/10). Anche qui vale il discorso degli angoli della caudale fatto precedentemente. Non si prendono più punti quando questa è inferiore ai 6/10 del corpo.
In questo caso la pinna dorsale deve essere “appuntita” o quanto meno non ampia come per la varietà coda a triangolo.
Guppy coda a velo:
Se vedete un guppy con questa coda chiamatemi! Perché dico questo? Perché non ne ho mai visto uno in vita mia. Quello che vedete in foto gli assomiglia, ma non è un guppy con coda a velo. Ottenere un guppy con la coda a velo è una cosa veramente rara, soprattutto se si vogliono rispettare gli standard. In questo caso la coda deve essere pari a 8/10 del corpo ed essere ricurva, sia ai bordi che all’estremità. L’ampiezza massima della curvatura si deve trovare a ¾ della coda. La pinna dorsale, infine, deve essere un po’ meno ampia della varietà con coda a triangolo. Facile no?
Guppy coda a bandiera:
Anche in questo caso la coda deve essere lunga 8/10 rispetto al corpo (sotto i 6/10 non si prendono punti). Deve essere larga 4/10 sempre rispetto al corpo e essere arrotondata in prossimità dell’attaccatura. La pinna dorsale deve essere un po’ più lunga delle varietà sopra descritte e terminare a punta.
Guppy coda a doppia spada; spada superiore; spada inferiore:
Ho raggruppato queste varietà perché si possono spiegare tranquillamente tutte e tre insieme essendo gli standard praticamente simili. Per tutte e tre le varietà la pinna caudale deve essere lunga come il corpo (10/10). Sotto i 6/10 non si prendono punti.
Sempre tutte e 3 le varietà devono avere la parte della coda che si trova in prossimità del corpo larga 4/10 dello stesso ed avere una forma il più possibile arrotondata.
L’angolazione della caudale, nella varietà doppia spada, deve essere di 30 gradi (tra le due spade quindi), mentre per la varietà spada superiore, può variare da 0 a 15 gradi rispetto al corpo (più apprezzati gli esemplari con 0 gradi di angolazione!), mentre per la spada inferiore deve essere obbligatoriamente di 15 gradi, sempre rispetto al corpo.
La pinna dorsale, per tutte e tre le varietà, deve essere il più possibile a punta, come il più possibile a punta devono essere le estremità delle spade. Queste, inoltre, devono essere perfettamente dritte. Non di rado in questa categoria, si trovano degli esemplari con pinne dorsali particolarmente lunghe e fine che li caratterizzano e li fanno apprezzare ancora di più.
Guppy coda a lira:
Rara, molto rara, ma l’ho vista in un concorso tenutosi a Vienna, quindi qualcuno l’ha selezionata, anche se è molto difficile fissare geneticamente questa caratteristica della coda. In questo caso la caudale deve essere pari a 8/10 del corpo. La parte circolare in prossimità dell’attaccatura con il corpo deve essere sempre larga 4/10 rispetto allo stesso. Le due spade devono avere questa particolare forma a lira, appunto, e finire sempre a punta. La pinna dorsale deve anch’essa terminare a punta leggermente rivolta verso l’alto.
Guppy coda a badile:
Qui la pinna caudale deve essere lunga la metà del corpo (5/10) e non si prendono punti nel caso fosse inferiore ai 3/10 del corpo. La forma, deve rispettare quella che vedete nel disegno. La pinna dorsale non deve essere particolarmente sviluppata, ma finire sempre a punta.
Guppy coda a lancia:
In questa varietà la pinna caudale deve essere lunga 8/10 del corpo e larga 6/10 nel punto massimo. L’estremità della coda deve essere a punta e la pinna dorsale molto fina e sempre a punta.
Guppy coda rotonda:
Questa varietà a me piace molto, perché molto simile al guppy selvatico come forma. Di fatti questi pesci mostrano una capacità di nuoto notevole, sono molto disinvolti e rapidi nei movimenti, al contrario delle varietà coda a triangolo o a velo. La pinna caudale deve essere lunga e larga come la metà del corpo (5/10) e il più possibile rotonda. In questa varietà è molto apprezzata una pinna dorsale piccola e arrotondata alle estremità.
Guppy coda a spillo:
Chiudiamo questa rassegna con questa particolare varietà. In Europa, guppy del genere, li ho visti molte volte, ma non mi sono mai piaciuti, perché danno sempre l’impressione di faticare in modo incredibile durante il nuoto, inoltre sembravano malati (avete presente gli avannotti di guppy quando si ammalano e hanno le pinne che si chiudono? Stessa sensazione.). In questa varietà la pinna caudale deve essere lunga come il corpo (10/10). La parte circolare della coda, che poi termina con un lungo “spillo”, deve avere una circonferenza pari a 4/10 del corpo.
I colori:
Per parlare dei colori, non basterebbero altre dieci pagine, quindi cercherò di essere breve. Non è semplice, inoltre, essere precisi, visti i colori di guppy show che possiamo trovare in commercio, ma ci provo.
Ci sono delle categorie ben precise di colorazione e dei criteri per la valutazione, ma non è detto che se si possiede una varietà che non rientri in queste categorie non si possa poi partecipare ad un concorso. E’ invece fondamentale rispettare i criteri di valutazione. Primo fra tutti la colorazione della pinna dorsale che deve essere identica alla colorazione della pinna caudale, mentre nel caso dei guppy doppia spada, entrambe le spade devono essere dello stesso colore e naturalmente anche in questo caso la pinna dorsale deve avere lo stesso colore.
Altri criteri di valutazione importanti riguardano i guppy che rientrano nella categoria Snakeskin che letteralmente tradotto significa “pelle di serpente” e che in Italia vengono chiamati “Cobra”. In questi pesci è fondamentale la densità delle maglie di colore che si intrecciano sul corpo e in particolare sulla caudale; quindi più è fitto l’intreccio, più il pesce è apprezzato.
Ci sono poi dei fattori che esulano da criteri o categorie precise e cioè la novità del colore o la rarità dello stesso. Ad esempio, sono considerati molto rari i guppy con colore base bianca e con il corpo bianco, oppure fece molto scalpore all’epoca quando un allevatore americano riuscì a selezionare guppy abini completamente rossi.
Ci sono poi i gusti o meglio i “gusti oggettivi”. Naturalmente piace di più un rosso accesso che un rosa pallido, oppure un verde smeraldo rispetto ad un verde militare.
Vediamo ora quali sono le categorie principali di colori:
Gli Half Black: questi guppy devono avere metà corpo nero o almeno di colore scuro. Naturalmente più è nero e meglio è. Troviamo gli Half black red, blue, yellow, purple, AOC (che sta per “any other color”) ecc. ecc.
Gli Snakeskin: come già detto, il colore del loro corpo sembra una pelle di serpente, anche qui troviamo diverse colorazioni. La più apprezzata è probabilmente quella verde.
I Mosaic: in questa categoria rientrano quei guppy che hanno la coda simile agli Snakeskin, ma con il corpo che perde totalmente l’intreccio per essere sostituito da svariati colori. L’intreccio della caudale è anche molto meno fitto.
I Solid: cioè i guppy show che hanno un solo colore. Ce ne sono veramente di tutti i colori possibili ed immaginabili.
I Moskow: forse i più belli in assoluto, selezionati per la prima volta in Russia, hanno metà del corpo di colore grigio chiaro e il resto, compreso la caudale, colorato. Il motivo del colore può essere Mosaic, Snakenskin (la maggior parte), Solid ecc. Hanno la capacità di intensificare il grigio della parte anteriore del corpo in pochissimi attimi a seconda del loro stato di eccitamento, inoltre lo stacco tra il grigio e la parte multicolore è netto, quindi sembrano proprio che indossino un vestito colorato.
Gli albini: In questa categoria rientrano tutti i guppy che hanno gli occhi rossi. In Italia sono molto rari, mente all’estero si trovano facilmente. Anche qui valgono i criteri menzionati precedentemente per la loro valutazione.
Oltre a queste cinque grandi categorie che si suddividono poi in moltissime altre sotto-categorie troviamo tantissimi altri colori e qui l’inventiva su come chiamarli è altissima, troviamo: i blue-grass, i pingus, i medusa, i galaxy, i mikariff e chi più ne ha più ne metta.
L’ultima osservazione la dedico alla salute di questi pesci. I guppy show, al contrario di quanto si possa immaginare, sono molto più resistenti dei guppy che troviamo normalmente in commercio. Dalla mia esperienza con questo pesce ho riscontrato un più facile adattamento dei guppy show in nuovi ambienti, oltre che ad una più elevata prolificità. Questo è anche dovuto a selezioni mirate, atte a rendere il pesce sempre più vitale e resistente alle malattie, ma soprattutto più grande di dimensioni e quindi più robusto. Naturalmente la qualità si paga e una buona coppia di guppy show costa oggi mediamente sui 50 €..
Io mi fermo qui, ci sarebbero ancora molte cose da dire e consigli utili da dare, ma vi rimando, per motivi di spazio, ad un mio futuro articolo.
Concludo, ricordandovi sempre che il guppy è un pesce facile da riprodurre, ma questo non significa che sia anche facile da allevare. Informatevi, ma non solo per questo pesce, su come deve essere allevato e che cure richiede prima di acquistarlo. Non fatevi abbindolare dai suoi colori e dal negoziante che vi dice che il guppy è molto resistente e va bene per i neofiti. Questo non è più vero. Non sto a spiegarvi ora il motivo, fidatevi e basta, avrete molte meno delusioni e tantissime soddisfazioni.
Bibliografia:
– Inter-Hochzuchtstandard distribuito dall’IKGH
– Tutto guppy di Dieter Vogt edito dalla Primaris
Marco Rosetti