Sottordine Anabantoidi, Famiglia Anabantidi. Da alcuni anni mi interesso dell’allevamento di uno dei pesci tropicali più amati e diffusi, spesso usato come icona stessa dell’acquariofilia, il Betta Splendens anche noto come pesce combattente del Siam. Originario del Siam, dove viene tuttora allevato per esaltare la sua forza e la sua aggressività che sono necessarie per i combattimenti, mostra il suo massimo splendore nelle razze oggi selezionate negli U.S.A. che arrivano ad avere prezzi oltre 200$ la coppia. In Italia l’allevamento di queste razze è completamente sconosciuto, forse anche perché la riproduzione stessa di queste meraviglie della natura viene considerata tabù da tutti coloro che possiedono allevamenti di pesci tropicali. Molti dei preconcetti in riguardo nascono a causa dei prezzi bassissimi che vengono applicati dagli allevatori del Sud-Est asiatico: questo spinge a non prendere nemmeno in esame l’idea di allevare i pesci combattenti ed al contempo determina la messa in circolazione di false credenze in riguardo; la più diffusa di queste è che “I pesci non “vengono” ne grossi ne belli se allevati da noi”: nulla di più falso!!! Possiedo pesci che sono grandi due volte e molto più belli di quelli che si possono trovare in commercio, tutti nati e cresciuti “da noi”. Nell’intento di scacciare tali superstizioni e di permettere ad altre persone di provare l’emozione di allevare così “Splendidi” esseri viventi, scriverò questo breve articolo sulla riproduzione del Betta. Mi si è chiesto di farlo in modo pseudo-scientifico, ma poiché non si tratta di un pesce ovoviviparo, il metodo che presenterò sarà ovviamente un procedimento artigianale che porta al 80-90% di successi. La bibliografia in merito è sterminata e anche in Italia vennero pubblicati alcuni articoli cartacei in merito alla riproduzione dei Betta, ma il vero problema è il know-how che si può acquisire soltanto con l’esperienza: è proprio per questo che mi renderò disponibile per tutte le domande che potrebbero scaturire dalla trattazione di questo tema, ma per motivi di chiarezza tenterò di essere il più possibile conciso nell’esposizione. ALLEVAMENTO BETTA SPLENDENS: Come riconoscere maschio e femmina: * I maschi che hanno la mutazione a velo presentano le caratteristiche pinne lunghe (a velo appunto), in oltre tra le due pinne ventrali (sotto le branchie per intenderci) hanno tre piccoli puntini bianchi; * Le femmine hanno pinne più corte, ma non si tratta di un sufficiente tratto distintivo tra i due sessi in quanto esistono maschi che non presentano la mutazione velo (ed hanno quindi pinne corte). Le femmine hanno una piccola escrescenza sferica bianca tra le due pinne ventrali che è visibile se sono guardate dalla parte inferiore di un contenitore trasparente. La scelta dei due riproduttori: * I riproduttori devono essere in ottima salute: vivacità, brillantezza dei colori, pinne con bordi netti e possibilmente o neri o trasparenti sono tutti segni di buona salute; * Devono essere possibilmente giovani: da cinque mesi in su (quasi tutti quelli che arrivano dal Sud-Est asiatico hanno questa età, altrimenti se allevati da hobbisti fatevi specificare la loro età); * Maschi e femmine devono avere la medesima taglia. Il condizionamento dei riproduttori: * Per tutta la settimana che precede la riproduzione è conveniente indurre la produzione di uova nel ventre della femmina alimentandola sino a tre volte al giorno con cibo congelato (artemia o chironomus), un’abbondante alimentazione è consigliata anche per il maschio in vista degli sforzi che dovrà compiere durante l’allevamento della prole; * Forse solo scaramanticamente, gli allevatori di betta lasciano per questa settimana i due riproduttori in due contenitori trasparenti adiacenti (barattoli), in modo che si possano studiare. L’allestimento della vasca: * La vasca dovrebbe essere di circa 20 l. anche in previsione del fatto che qui dovranno essere lasciati per circa un mese gli avannotti (per la sola riproduzione sarebbe sufficiente uno spazio più piccolo): io consiglio le vaschette di plastica che si riescono a trovare da 10’000 a 15’000 lire della misura 4 –non scriverò qui la marca per non fare pubblicità , ma se mi verrà richiesta…-; * Non deve esserci ghiaia che renderebbe il lavoro di ricerca delle uova cadute da parte del maschio molto difficile (questo passaggio sarà più chiaro quando si assisterà all’accoppiamento); * Sono necessari alcuni nascondigli per la femmina: io utilizzo frammenti di vasi di terracotta appoggiati con la parte concava rivolta verso il basso (tre o quattro); * Per aumentare le possibilità della femmina di sfuggire alle “espansive proposte” del maschio consiglio di mettere una pianta (es. cabomba) o del mop da killy (della lana non colorata messa in modo da assomigliare ad una pianta.); * Poiché la temperatura deve essere mantenuta sopra i 26° C è necessario un termoriscaldatore ed un termometro; * La copertura della vasca è fondamentale: essa non serve soltanto per impedire che la femmina salti fuori, ma è necessaria perché genitori e figli non si ammalino: consiglio per questo utilizzo una lastra di plexiglas opportunamente inclinata per permettere alla condensa di scivolare senza rovinare il nido di bolle che costruirà il maschio; * Personalmente per precauzione sterilizzo tutta l’attrezzatura con acqua bollente o con disinfettante (uso clorossidante elettrolitico –Amuchina- in soluzione all’1,5% cioè 15ml per litro): è però necessario essere cauti nell’utilizzo di qualsiasi disinfettante perché potrebbe, se non debitamente rimosso, provocare abrasioni sui pesci o anche essere causa di decesso. Caratteristiche dell’acqua: * I Betta richiedono acque tendenzialmente alcaline, il cui pH dovrebbe quindi essere di poco superiore a 7 : in molte città il pH dell’acqua è proprio questo quindi è possibile utilizzare l’acqua del rubinetto dopo averla lasciata a riposo per un paio di giorni in modo che il cloro evapori; * La temperatura deve essere mantenuta come sopra indicato tra i 26°e i 29° C: temperature più alte possono essere usate per poche ore per indurre la costruzione del nido di bolle del maschio, ma sono al contempo pericolose; * Ovviamente nitriti, nitrati ed ammoniaca devono essere assenti o presenti in quantità molto basse. La sistemazione dei riproduttori nella vasca: * L’acclimatazione dei pesci è d’obbligo, quindi è necessario mettere il pesce in un barattolo (non entrambi nello stesso) o in un sacchetto di plastica trasparente aggiungendo acqua dalla vasca di riproduzione, come sempre si dovrebbe fare quando si spostano i nostri beniamini in un acqua con diversa temperatura o diverse caratteristiche chimico-fisiche; * Molti allevatori lasciano la femmina per un paio di giorni in un barattolo o una sala parto per guppy all’interno della vasca in modo che il maschio possa costruire il nido di bolle indisturbato; * Se anche dopo un paio di giorni il maschio non ha costruito il nido di bolle (un ammasso galleggiante di bolle di forma circa sferica, più o meno esteso), si può immettere nella vasca la femmina che aveva atteso nel barattolo galleggiante o nella sala parto; * Il momento migliore per mettere entrambi i pesci nella vasca è la sera prima di spegnere le luci: il corteggiamento avrà inizio il giorno seguente. La fase del corteggiamento: * Nel momento in cui i due pesci si trovano uno a fianco dell’altro allargano le pinne mostrando i loro colori più brillanti. All’inizio si studieranno, poi il maschio inizierà a compiere un movimento ad S cercando di attirare la femmina sotto al nido;
* Se il nido non è ancora stato costruito il maschio inseguirà la femmina fino a che essa non trovi rifugio nei nascondigli sul fondo o tra le piante, a questo punto sarà stremato, ma dopo un momento di riposo inizierà probabilmente la costruzione del nido; * Normalmente i pesci dimostrano una certa dose di aggressività, ma si tratta di un comportamento normale: è comunque necessario osservarli in questa fase che rimane una delle più delicate dell’accoppiamento. Capita di sovente che le pinne della femmina vengano morsicate dal maschio, ma si tratta “del rituale”; nel caso in cui però la femmina manifesti chiaramente disagio (problemi di galleggiamento), o per le ferite vada incontro ad infezioni o fungosi è necessario dividere i due riproduttori. Nel caso in cui tutto sia andato per il meglio a questo punto i due riproduttori si accoppieranno: è il momento magico che lascia tutti gli allevatori di Betta incantati. C’è qualche cosa di poetico nei loro movimenti e nell’incredibile intesa che raggiungono in questo momento… Per questo non descriverò come la magia avvenga, lasciandovi lo stupore. Le uova: * Sono bianche opache di una misura che varia da 1 a 0,6 mm, hanno una minuscola goccia di una sostanza oleosa che le tiene incollate alle bolle; * Se vi siete persi il momento dell’accoppiamento per trovarle dovrete osservare attentamente la parte inferiore del nido di bolle dove il maschio probabilmente si troverà con l’intento di metterle apposto con la bocca; * Il giorno successivo alla deposizione molti allevatori tolgono accuratamente la femmina affinché non mangi gli avannotti che nascono in 24-36 ore; * Il maschio viene lasciato per 4-5 giorni dopo la schiusa poi anche lui rimosso (è assolutamente normale che prenda in bocca gli avannotti: non pensate che li voglia divorare!!!); L’alimentazione dei piccoli: * Dal quinto giorno è indispensabile la somministrazione di naupili d’artemia appena schiusi; * Alcuni allevatori somministrano rotiferi, indicati particolarmente nei primi giorni di vita, viste le piccole dimensioni del cibo, che si adatta molto bene alla minuta bocca dei nuovi nati. * L’inquinamento dell’acqua è mortale per i piccoli quindi è consigliabile somministrare cibo in modo particolarmente parsimonioso; * Dopo un mese di artemie il pranzo dei piccoli potrà essere integrato con chironomus tritati e mangime secco sbriciolato. Per la riproduzione è tutto!!! Per scoprire i trucchi per L’accrescimento o per conoscere le varietà di Betta esistenti scrivetemi all’indirizzo verdeblu@hotmail.com Eugenio Fornasiero |
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